Il suprematismo barese di Mister I lo rende sprezzante verso la più parte di luoghi, usi e costumi non pugliesi
Milano fa schifo, Napoli è troppo barocca, Torino troppo fredda, Roma troppo grande, Firenze troppo snob, Venezia splendida ma non per viverci. Il suprematismo esce poi da confini nazionali e devia il suo sguardo superiore all’estero. Sempre relativamente alla Puglia, la Francia è sopravvalutata, la Spagna è tracotante, la Gran Bretagna decadente, la Germania deprecabile, l’Olanda spocchiosa, il Portogallo triste, gli Stati Uniti ingiusti, il Giappone remoto, l’India difficile, la Cina ambigua, la Russia feroce.
Esistono tuttavia città e paesi amici del suprematista, nei confronti dei quali esercita la medesima benevola indulgenza adottata per la grande terra natìa. Queste selezionate località possono avere meriti ideologici, etnici, folcloristici, affettivi o anche solo di imperscrutabile affinità. Lì si mangia inevitabilmente benissimo, gli abitanti sono irresistibili, i paesaggi incantevoli, la natura commovente, la lingua divina, anche contro ogni sensata evidenza. Nei confronti delle terre gemellate Mister I è positivo ed entusiasta ai limiti della faziosità. I luoghi amici sono luoghi dell’anima e si contano sulle dita di una mano: Siena (per trascorsi universitari), Cuba (c’è bisogno di spiegarlo?), alcuni stati dell’America Latina (per pregresse rivoluzioni o strenue resistenze all’oppressore) e l’Irlanda.
L’Irlanda gli piace perché ha una storia di povertà e sorprusi e perché si è affrancata dal dominio inglese. Gli irlandesi gli stanno simpatici perché “sono come noi” e perché parlano gaelico “che è uguale al barese”.
Sabato lasceremo questo paese e questo popolo (con cui, dovendo lavorare, abbiamo interagito pochissimo, fatta eccezione per i due adorabili padroni di casa dispensatori di pane, dolci e gentilezze). Mister I è triste.
Allora, a Mister I potrebbe piacere il Friuli… venite a trovarci in questa terra di confine bellissima e civile!
Ma sai che quando sono venuta per un passaggio lampo di lavoro, sono rimasta incantata e ho pensato che dobbiamo venire assolutamente. e poi ci sono un sacco di storie di resistenza e partigiani!
e resistiamo ancora!
Ricordi dell’Irlanda della mia gioventù con 4amici scalmanati da Londra. Quei silenzi,quegli spazi ventosi, quel verde morbido li placò, e passeggiavamo estasiati e curiosi…le pecorelle col muso nero, le scogliere pericolosissime a picco, qualche solitaria rovina gaelica. Tanti cognomi Kennedy, tante torte di frutti di bosco,una padrona di casa con un nome impronunciabile che ci offriva il the a ogni ora, buttato subito nel prato…
In città nei pub ci offrivano regolarmente le canne. Quando assaggiai la shepherd pie vomitai anche gli occhi… Ho ancora un boccale di peltro che comprai a un mercatino da una deliziosa vecchia signora che andò a Roma dopo la guerra..
che ricordi bellissimi
Chissà quale definizione attribuirebbe Mister I a Bologna nel confronto con Bari? Non ci offendiamo… una città da vivere in consapevole nicchia, non nella sopravvalutata ondata turistica legata al cibo!
😊
Mister I ha fatto sua la mia posizione sull’Irlanda, amo questa isola perché ha conosciuto povertà estrema e duratura, perché sanno immigrare e costruire realtà lontane e mantenere legami imperituri con la loro terra, sono socievoli e fraternizzano relazioni nei pub che sono santuari di comunicazione sociale, amano la natura e sono mutevoli di carattere come il loro clima, sanno essere invadenti, fracassoni ed esageratamente tradizionalisti. Insomma molto simili ad altri isolani come me che pure so di essere cittadina del mondo
❤️