Nonsolomamma

esperimenti

Non ero mica tranquillissima. Negli ultimi diciannove anni non eravamo mai stati lui e io da soli per più di tre giorni. Anzi, è falso: nel febbraio del 2007 Mister I era andato in Giappone per lavoro una settimana e io lo avevo accompagnato lasciando gli hobbit, allora solo due, con i nonni e tirandomi il latte mattina e sera per non perderlo. Ma era stata una parentesi psichedelica ormai troppo remota.
Appena abbiamo capito che lo hobbit grande non ci avrebbe seguito in vacanza e che il medio e Sneddu sarebbero andati in campi estivi residenziali e li avremmo visti di rado, ho cominciato ad avere pensieri. Mi domandavo se ci saremmo annoiati senza il quotidiano circo dei figli. Se saremmo riusciti a ridere,a riempire i vuoti, a stare bene. Perché non siamo più quelli di prima, che viaggiavano in treno in una sola cuccetta, che erano piccoli e leggerissimi, così leggeri che bastava un po’ di vento a farci volare.
Ci siamo ritrovati prima a lavorare nel mezzo del nulla irlandese, con cani, cavalli e la vicina di casa Cliona con il suo soda bread e le sue torte. Poi a Londra, in un appartamento vicino al London Bridge con lui che usciva la mattina per andare all’università e tornava il pomeriggio. Infine a St Andrews, in Scozia, con il mare del Nord, il vento, la bevanda al gusto di Big Babol e il cielo drammatico.
Lui si sveglia all’alba e io no. Io faccio yoga e lui no. Lui parla con i suoi colleghi via Zoom e io no. Lui non smette mai di lavorare io invece sì. Lui è suprematista pugliese e io no. Lui non mangia i dolci e io sì. Lui è austero e io meno. Lui fa il Sudoku e io meno. Lui mangia il cioccolato amaro al 100% io lo trovo raccapricciante. Io cucino. Lui fa le lavatrici. Io faccio il letto. Lui pulisce per terra.
Abbiamo dei riti: pranziamo insieme, facciamo una passeggiata prima di cena, vediamo mini serie tratte dai libri di Harlan Coben. Ridiamo molto, parliamo in una lingua solo nostra, ci vogliamo bene. Il sabato e la domenica andiamo alla scoperta del mondo e camminiamo chilometri come facevamo quando eravamo piccoli.


6 pensieri riguardo “esperimenti

  1. Anche noi siamo alla prima vera vacanza senza figli (una settimana soltanto, poi ci si ricongiunge, anche se paradossalmente alcuni di loro saranno in smartworking e noi in vacanza!)
    Si sta bene insieme.
    Si scopre che evidentemente si è investito bene negli ultimi decenni, anche come coppia, se si sta così bene.

  2. A me piace proprio tanto quando le coppie durature di raccontano e sottolineano le diversità più che le simbiosi. È una lezione importante perché ti dimostra che amarsi bene non significa essere uguali ma anzi, la diversità è tollerata, auspicabile e segno di sanità. Anche io ne ho parecchi di questi : io no, lui si e viceversa. Noi poi siamo pure di due paesi diversi con lingua e cultura diversa ma dopo 16 anni ancora funziona. Però a volte tutte queste diversità mi hanno un po’ spaventato e allora idealizzavo chi aveva la stessa lingua o cultura di provenienza ma a quanto pare anche un pugliese è straniero a modo suo!

  3. Questo amarsi senza dover edulcorare niente lasciando che le cose vibrino nel tempo che cambia perché noi cambiamo. Ridere assieme, camminare assieme e rimanere guardinghi sulla vitalità dell’amore. Ma ti guardi quanto sei vera?

  4. Bravi. Con l’esperienza del doppio dei tuoi anni di convivenza,ti racconto che io sono frenetica lui riflessivo, io polemica lui conciliante, io accumulatrice lui francescano, io smangiucchio tutto il giorno lui solo rigorosamente ai pasti…lui beve gassatissimo io solo liscio, d’inverno io con due piumoni lui con copertina, io ascolto jazz lui classica,… ecc ecc all’infinito. Ma i nostri valori sono gli stessi ,la visione politica identica, le scelte di vita poi,quelle ci hanno sempre accomunato senza ripensamenti. E su questo credo regga felicemente, talvolta faticosamente, un rapporto amoroso forte .almeno è così per noi

  5. Le tue parole mi hanno ricordato un bellissimo racconto di Natalia Ginzburg, Lui e io (nel volume Le piccole virtù), in cui descrive il suo rapporto col secondo marito, Gabriele Baldini. Lettura consigliata.

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