Nonsolomamma

silenzio

Mister Brown, il nonno, ha compiuto gli anni. Super W, la nonna, ha preparato le torte e insieme hanno scritto e recitato un dialogo intorno alla strada da percorrere insieme. Alla fine però la nonna si è commossa e il dialogo ha deragliato un po’. Si è commosso lo zio con l’orecchino al naso che non riusciva più a parlare e quando si è ripreso ha dichiarato di essere diventato un mollacchione. Si è commossa la zia matta che ha letto una storia su un condor e un colibrì che si incontrano a metà strada. Perché ogni anno Mister Brown per il suo compleanno inchioda i partecipanti alla sua festa a un tema e bisogna fare i compiti. Quest’anno il tema era “la strada”. E ogni volta anche io mi commuovo un po’ perché nessuno si ribella o si sottrae e ognuno fa il suo dovere e si cimenta e arriva con una cosa preziosa e intima e pensata anche se magari in vacanza non c’è mica tanta voglia di fare i compiti.
Ieri, mentre tutti si commuovevano, pensavo che l’emotività collettiva, e maschile in particolare, è un esempio magnifico per gli hobbit che imparano la liberatoria normalità del piangere.
Per il resto si fanno le cose del mare e della vacanza. Spiaggia, chiacchiere, libri, bagni, stupidera, gelati, bighellonamento, poca roba che meno è più si sta bene. Per questo latito. Perché per ricaricare le pile serve silenzio.

9 pensieri riguardo “silenzio

  1. Carissima, concordo assolutamente sulla necessità che anche gli uomini si commuovano e magari si concedano anche le lacrime. Mille auguri al nonno gagliardo.
    Piccolo appunto: ma non sarebbe ora di rinunciare a tutti questi soprannomi un po’stucchevoli, mr brown, mr i, super w,ecc, per chiamarli umanamente il nonno ,il mio compagno ( o mio marito o…) la nonna..ecc?
    Nessuno di noi abita a Wisteria lane, siamo tutti fuori dalle favole…

    1. Io credo che Elasti faccia molto bene a custodire la privacy dei suoi cari, sia perché è lei a scrivere del suo mondo, e gli abitanti di questo mondo potrebbero non essere del tutto d’accordo nel vedersi così “raccontati”, ma soprattutto perché nulla sfugge su internet, basta digitare un nome su Google o su altri motori di ricerca per ritrovarsi su un palcoscenico che non abbiamo scelto di calpestare. Quindi… continua con i tuoi nick, Elasti!

      1. In effetti, rileggendo, mi accorgo che non suggerisci di chiamarli col loro nome, ma col grado di parentela, ma anche in questo caso ci sarebbe il problema della confusione fra tutti coloro che hanno lo stesso grado di parentela… Nonna 1 e Nonna 2, o Figlio 1, Figlio 2, Figlio 3… mi sembra una soluzione poco carina.

  2. Da tanto tempo non ci racconti della tua mamma.
    Come va?
    Tutte le persone che ti circondano mi interessano e incuriosiscono.
    Ciao e continua questa salita che è la vita.

  3. Credo che un’interazione con chi ti legge e segue da tanto sia uno degli elementi fondamentali del tuo pubblicare.
    Quasi sempre ricevi in risposta lodi sperticate , valanghe di consensi, identificazione. In altri rarissimi casi qualche lieve “contestazione” quasi mai ideologica ma per contingenze diverse.
    Io ho espressso il miopensiero,e non credo che dire semplicemente : mio marito, mio suocero, ecc sia mancare di rispetto.mai suggerito neanche lontanamente di chiamarli per nome.
    Perché questa lezioncina?

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