Ciao ragazzo grande, con i capelli pazzi e lo sguardo stralunato.
Ciao tu che la domenica mattina prepari una montagna di waffle per un tuo rito privato e luculliano. Tu che fai i biscotti perché ti rilassa e perché, dici, sono un’arma di seduzione di massa.
Tu che dormi a orari strampalati, preda di un sonno che può durare mezze giornate. Un sonno così pesante e improvviso che, se non fosse lo stesso che coglieva tuo fratello alla tua età, ci preoccuperebbe.
Tu che hai una socialità sfrenata e indefessa, che hai il coprifuoco a mezzanotte e mezza ma ritieni che sia troppo presto. Che scorrazzi giorno e notte in bicicletta e io lo so che è giusto e normale ma tremo.
Tu che hai un sorriso che incanta ma quando ti fotografo non sorridi mai. Che hai un umorismo sghembo e guardi il mondo nel tuo modo storto. Che sei campione mondiale di Sudoku e un giorno, per questo, hai dichiarato che all’università avresti studiato Matematica. Ma poi dici che ti piace la Sociologia, come a tuo nonno che non c’è più. E sotto sotto ti interessa anche l’Economia ma non lo dichiari per non dar soddisfazione al tuo papà che è già piuttosto ingombrante.
Tu che sei figlio di mezzo, il figlio panino, dicevano, schiacciato di qua e di là. E invece tu, che a tre anni ti dichiarasti “il più medio del mondo”, sei lo spirito più libero e grande che io conosca e chiuderti dentro un panino non è proprio possibile.
Tu che parlavi con Marìotereso dentro il muro della cucina, con gli omini dentro il tubo del lavandino, con la tua cintura, con invisibili intervistatori che ti accompagnavano a scuola, oggi sei troppo impegnato con la vita vera per occuparti dei numerosi abitanti del tuo mondo immaginario. Tu che stai organizzando una festa e io ho detto “Bello, ti preparo una torta” e hai risposto “Meglio di no, saremo in 300”. E non ho mica capito dove pensi di metterli quei 300 ma preferisco non pensarci e non saperlo mai.
Tu che sei sfuggente e di te mi parli di rado. Tu che scalpiti e, come dice il tuo papà, “non hai amore di casa”. Che vivresti in pigiama e hai sempre l’aria di uno che si è appena svegliato. Tu che hai una fisicità selvatica e per darti un bacio bisogna presentare richiesta scritta. Tu, che hai una tenerezza spigolosa e goffa sin da quando sei minuscolo. Che ogni tanto ti avvicini, mi fai una carezza e te ne vai, come se avessi rubato e nascondessi la refurtiva.
Tu che ti concedi di rado e sei abbagliante. Tu che sei curioso e gentile. Tu che stai ancora prendendo le misure di te stesso. Tu che sei il più alto di tutti e ci sovrasti ma tra poco arriverà Sneddu a pareggiare i conti.
Ciao tu, che sei uno splendore ma non me lo lasci dire. Tu, che quando ti guardo mi vedo allo specchio, e quando ti ascolto riconosco la follia di tuo papà. Tu, che domani compi 17 anni ma resti il mio bambino.
Tanti auguri, amore mio
la mamma
Adoro i tuoi auguri di compleanno!
Mi piacerebbe saper usare altrettanto bene le parole per scrivere a mia figlia una dedica altrettanto toccante. Domani la piccola compirà 16 anni. La guardo, la ascolto, la osservo di nascosto e non mi sembra ancora vero di essere riuscita a creare un capolavoro.
Auguri, Medio!
Speciale, veramente speciale… sia gli auguri che tuo figlio.
uhh come ritrovo il mio ‘inmezzofiglio’ in quella tenerezza spigolosa e sfuggente, nei racconti di sè rari e preziosi…
felici 17 al ragazzo!
é amorevole che tu condivida con noi, il racconto del ragazzo della terra di mezzo. Un abbraccio al tuo mondo
sempre commuoventi i tuoi auguri
Piango sempre come una bambina (o forse una mamma?) per le lettere dei compleanni. Tanti auguri Medio.