Ehi tu, sono giorni che lavoro a questo numero tondo che forse fa di te un uomo. Perché ci siamo gloriosamente lasciati alle spalle l’infanzia e sperabilmente anche l’adolescenza e adesso non so bene cosa succede. Però ho pensato che era arrivato il momento di fermarsi a raccogliere tutto questo tempo in cui, bene o male, ce la siamo cavata. Così sono entrata in una rilegatoria. Un signore con il papillon al collo mi ha chiesto cosa desiderassi. Ho provato a spiegarglielo. E dopo una decina di giorni mi ha consegnato un album rosso rilegato, con il tuo nome sul dorso (“Lo vuole in oro o in argento?” “Ehm, è possibile blu?” “No”. E allora ho scelto argento) con 40 pagine e 80 facciate di carta spessa. Lì ho ricopiato tutte le lettere di auguri che ti ho scritto in questi anni e appiccicato le fotografie che mi sembrava rappresentassero meglio il tuo viaggio.
Te lo darò oggi, subito dopo aver finito di copiare anche queste righe.
Ho pensato che potessi apprezzare un regalo così poco moderno. Perché tu, sotto sotto, sei un anziano signore, refrattario alle diavolerie della contemporaneità. Ami i libri di carta, i vestiti vecchi, gli orologi dei nonni. Come il tuo papà odi i social e infatti non li frequenti. E anche se fai il rivoluzionario, dentro sei un gran conservatore: guai a cambiare le abitudini, le tradizioni, gli ingredienti delle ricette, le pentole o i piatti. Preferisci lo status quo e rimpiangi i bei tempi andati, come Eritreo Cazzulati anche se sei nato settant’anni dopo di lui. E poi sei bacchettone e non bevi, non fumi e non stravizi.
Ho ripercorso la tua strada in questi giorni. Alcune cose non sono cambiate, altre invece sì.
La memoria da elefante ti è rimasta. E continui a inchiodarci a un passato che ti ricordi meglio di tutti noi.
Ti sono rimasti gli occhi verdi-grigio-blu. Gli occhi del lattaio irlandese, dice il tuo papà. Perché in effetti sei stato concepito in Irlanda, in un alberghetto tra le mucche accanto all’aeroporto di Shannon. Ma il lattaio non me lo ricordo.
Sei ancora il guardiano della nostra morale e della mia virtù ma hai smesso di vergognarti della tua famiglia e di intimarci di fare i normali.
La tenerezza l’hai sempre avuta ma ora hai cominciato ad esercitarla su di noi, proteggendoci a tuo modo. Perché hai l’indole del pastore e, da sempre, sei convinto di essere il maschio alfa di casa.
Stai diventando un magnifico casalingo, benché un po’ nevrotico. Hai il tuo ordine e se lo scardiniamo ci rimani male e protesti. Sei anche un discreto sperimentatore in cucina. Solo un po’ ossessivo. Penso alle multiple versioni di crema al pistacchio, ognuna prodotta in quantità industriali tanto che ora il pensiero dei pistacchi ci dà il mal di mare.
Hai il super udito, come da piccolo, e soprattutto, come allora, leggi le persone, le loro inquietudini e i segreti che nemmeno conoscono. Come quando mi hai chiesto se fossi incinta di Sneddu prima ancora che facessi il test di gravidanza. Come quando mi guardi e sai esattamente cosa penso. Quindi, forse, studiare Psicologia è stata la scelta la giusta. E in effetti con la Psicologia ti accendi come non ti sei mai acceso con il latino, il greco e con niente.
Conosci le parole giuste ma anche quelle feroci. Sai capire, accogliere, abbracciare ma anche colpire lì dove la pelle è più sottile. Fa parte del diabolico pacchetto empatia.
Stai ancora, dopo cinque anni, con la compagna M. Quando per un po’ vi siete lasciati, io, contravvenendo a ogni regola del genitore funzionale e sano di mente, ero devastata. Cercavo di nasconderti l’abisso del mio sconforto e ti dicevo “Giusto, dovete farvi le vostre esperienze” ma non ero molto credibile.
Ti alleni ancora come un forsennato, fai la lotta con Sneddu e vi fate malissimo e mi sembrate pazzi ma non ho ancora imparato le leggi del testosterone. Hai una fisicità dilagante e di voi fratelli sei l’unico che si lascia serenamente pastrugnare.
Come un tempo, sei un uomo di mondo e conversi amabilmente con chiunque e te ne prendi cura e ti interessi di quel chiunque come se fosse al centro della tua vita. L’interazione con il prossimo non ti annoia mai anche se sotto sotto sei un orso, selettivo e settario.
Oltre alla compagna M, hai un altro grande amore. Si chiama Martino, ha meno di due anni, e sei il suo baby sitter da quando ha due mesi. Sei orgoglioso di lui più di quanto lo sia di te stesso. “Martino è intelligentissimo, è agilissimo, è bellissimo”. Se sei triste vai da Martino. Tu e lui siete molto amici. Vedervi insieme è un film meraviglioso.
Ehi, tu, che hai vent’anni che sono tanti e pochissimi, che sai un mucchio di cose ma ne ignori ancora di più, che stai prendendo il volo ma per fortuna ci telefoni spesso, che basta poco per capirsi, che ci sei, sempre più compiuto e ancora tanto acerbo.
Tu, che quando ti penso mi vengono le vertigini.
Auguri.
La tua mamma
PS Ora l’album è pronto. Per il prossimo dovrai aspettare 20 anni.
Bellissimo articolo che fa riflettere sul senso della vita. Cara Claudia lei riesce sempre a dare una nota dolcemente poetica e bella alle nostre giornate. Grazie di ❤️. Colgo l’occasione per porgerle i miei affettuosi auguri di Buon Compleanno per domani 17 aprile. Buona vita cara giornalista, scrittrice poetica e madre nella sua bella famiglia.
Michele
Che dire…bellissimo!! Io non ho figli…e leggerti è dolcemente toccante!! Grazie
Che splendide lettere per i tuoi figli! E’ qualcosa che restera’ per sempre. Anch’ io devastata quando e’ stato lasciato ( non avrei mai pensato così tanto), ma i maschi fanno piu’ tenerezza delle femmine
Bellissimo! Grazie.
E buon compleanno anche a te ❤
Brava Claudia, mi commuove leggerti….hai tre ragazzi stupendi! Auguri di buon compleanno a entrambi