Nonsolomamma

i genitori del rapper

“Cla, io e il mio amico Fiki abbiamo fatto una riflessione importante”
“Non chiamarmi Cla, Sneddu. Mi fa impressione. Io sono la tua mamma”
“Va bene, Cla. Comunque io e Fiki abbiamo pensato a questa roba”
“Quale roba?”
“In pratica, ci siamo resi conto che non abbiamo nessuna possibilità di diventare rapper famosi con dei genitori come voi”
“Cosa c’entriamo noi?”
“Fate dei mestieri improbabili. Il papà di Fiki fa l’avvocato, la mamma l’ingegnera, tu fai quel che fai e quell’altro il professore. Cioè, raga! Non esiste”
“Ma siete voi i rapper, mica noi”
“Appunto. I rapper hanno genitori in carcere, alcolizzati, disoccupati… Voi fate ridere. E noi non saremmo credibili con gente come voi accanto”
“Mi spiace”
“Ci sarebbe una soluzione…”
“Rinunciare al rap?”
“No. Rinunciare al vostro lavoro. Dovreste licenziarvi, diventare disoccupati. L’ideale sarebbe che cominciaste anche a bere. A quel punto io e Fiki avremmo le carte giuste per sfondare. Ti piace il nostro piano, Cla?”

Mister I è a Boston per un convegno. Pare che il suo albergo abbia una enorme piscina, dove si è presentato in costume e ciabatte alle 5 di stamane, e una sede di Eataly all’interno dove, per 6 modici dollari, si può comprare un cornetto alla crema per colazione (“Tanto sta pagato”).
Il grande è a Torino che considera la città ideale, anche sotto la pioggia, “mica come Milano che fa schifo”. Il medio si dedica a tempo pieno all’organizzazione di tornei di calcio interscolastici, considerando il latino e il greco trascurabili diversivi. Sneddu ci vuole disoccupati e alcolisti. In questo 2024 ho rinunciato ad avere la situazione sotto controllo.

9 pensieri riguardo “i genitori del rapper

  1. Scrivi molto bene, ci fai sorridere e riflettere. Ma quanto carichi le situazioni! Quanto le fletti per trasformarle in siparietti godibili ma credo,abbastanza lontani dalla realtà? Soprattutto i dialoghi…cmq ti leggo sempre molto volentieri

  2. Hai il merito di aver cresciuto figli intelligenti, creativi e determinati. Forse sono più difficili da gestire ma indubbiamente figli così li vorrebbero tutti….salvo i genitori mediocri e autoritari.

  3. Cara Elasti e’ proprio così; io e mio marito e’ qualche mese che ci ripetiamo “ In questi anni ci e’ andata di lusso, ce lo dovevamo aspettare che ci sarebbe arrivato il conto” . Il nostro figlio quasi venticinquenne terminati gli studi universitari “matti e disperati” ha scoperto cosa vuol dire avere tempo per se’… tutto sommato, pero’, ci poteva andare molto peggio.Per cui anche per noi il 2024 si prospetta come anno “fuori controllo”. Che il cielo ce la mandi buona!

  4. Cara Elasti ti seguo da prima che diventassi mamma
    Ho tre figli anche io solo un poco più grandi dei tuoi (il grande quest’anno ne fa 40).
    Ricorda sempre che le mele cadono sempre vicino all’albero che le ha generate. Se i tuoi ragazzi sono così creativi e interessati alle cose del mondo è perché così li avete cresciuti: Bravissimi tu e Mister I!
    Sandro

  5. Cara Claudia ho due nipotini di anni quasi 5 e quasi 7 e , dopo averti letto, mi chiedo se nel prossimo futuro dovrò farmi i capelli con la cresta viola e combinare qualche stranezza per poter comunicare con loro….magari mi divertirò moltissimo!

  6. Proprio ieri mia figlia (16 anni) mi ha fatto ascoltare il testo di una canzone che va alla grande nel suo gruppo di amici. IL cantante, per quanto sono riuscita a capire, parla di carcere, droga, alcool, periferia, sbando… Io sono convinta, e l’ho spiegato a mia figlia, che il tipo in questione sia cresciuto in un terratetto all’Impruneta e al massimo si sia fatto un goccio di Chianti alla fiera del vino a settembre.

    Ma se l’arte prevede che tu debba essere cresciuto in una periferia violenta e senza speranza, questo viene cantato.

    Gli amici di mia figlia più tamarri vengono da un paesino vicino a prato dove le case (solo villette) costano un occhio della testa. Inavvicinabile per me. Ma anche loro vanno in giro con questo aplomb da ragazzi del Bronx. Mi fanno morire dal ridere!

    1. Ciao, mi hai fatto sorridere, e anche pensare. Evidentemente siamo tutti, in qualche modo, parte dell’immaginario altrui. Il fatto è che ho due figli adolescenti che stanno crescendo in un terratetto all’Impruneta frequentando i rioni che organizzano la festa dell’uva. Per carità è un ambiente molto lontano da certe periferie violente, ma non mi sarebbe mai venuto in mente di usarlo per ironizzare sulla vita di certi rapper dannati per esigenze di copione.

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