la collega-amica C la scorsa settimana è stata investita da una macchina che non ha rispettato uno stop.
era in bicicletta e si è spiattellata per terra.
per fortuna non si è fatta troppo male.
oggi, dopo qualche giorno di assenza, si è presentata in redazione zoppicante, appoggiata a un elegante bastone che era del suo bisnonno.
"come stai collega-amica?", ha chiesto elastigirl.
"abbastanza bene. mio marito L invece è uno straccio", ha raccontato.
C è stata quattro giorni immobile sul divano, dolorante.
L ha preparato da mangiare, ha lavato i piatti, ha fatto le lavatrici, ha steso il bucato e ha stirato.
L si è occupato della piccola M, la loro bambina.
ogni mattina ha dibattuto a lungo con lei sul vestito, le calze e le scarpe da indossare. le ha fatto i codini e l’ha portata all’asilo per poi precipitarsi in ufficio.
è andato a prenderla nel pomeriggio, fuggendo dal lavoro come un ladro. le ha fatto il bagno e insieme hanno giocato fino all’ora di cena.
per 96 interminabli ore, L ha fatto quello che molte mamme fanno tutti i giorni per anni interi.
L oggi è l’ombra di se stesso.
Lo dico sempre, che gli uomini sono fatti di un materiale meno forte, di seconda mano 😉
Leela
L non ha chiamato sua mamma o chiesto a C di chiamare la propria. L è degno di stupefatta ammirazione. Con un po’ di esercizio, L diventa donna onoraria. Apprezzate il tentativo, signore, invece che dargli addosso!
uhhh maddòna, povero L! ops…. povera C, volevo dire! mò la chiamo..
La verità è che ci si dimentica troppo spesso, noi per prime, che noi donne siamo veramente una forza della natura!!!!
La Zingara Irrequieta
evviva le mamme, le donne, le figlie… vorrei, anche se solo per un giorno, un universo tutto femminile… di donne che sorridono sopravvivendo al loro dolore, al loro sonno, alla loro fatica. Donne con la D maiuscola, come tutte noi siamo, chi più, chi meno 🙂
ps per L: a quando una sorellina per la piccola M? 😀
bhè, in fondo devo dare ragione a bostoniano… un altro non ci avrebbe nemmeno pensato, avrebbe chiamato in raccolta mamma e suocera.
Eh, beh! Qualche volta toccherà pure a loro!
sono appena tornata da un giro con uno che sostiene che le donne si siano complicate la vita con questa storia di voler lavorare… ho cambiato discorso perchè è un cliente e non stava bene litigare in pubblico 🙂
ma è vero che negli stati uniti le cose sono migliori? datemi qualche speranza che emigro…
Ehi, l’amica C non sarà mica quella che aspetta il secondo bambino???
Tutto bene?
un grosso abbraccio a C che va in bici.
alla mia amica-supervisore L. è successa la stessa cosa, qualche anno fa. ma è stata molto meno fortunata. colpevole solo di spostarsi senza produrre scorie e rumore, ha lasciato un marito e figlio di 11 che l’aspettavano a casa. manca ancora a me, chissà a loro.
(nonostante tutto preferisco comunque ancora andare in bici)
Le donne sono abituate a lavorare in multitasking, non c’è niente da fare….
Beh. Per essere un uomo…
Avrebbe potuto mettere la bistecca in lavatrice, stendere ad asciugare la lattuga, dibattere col gatto sui calzini da mettere, fare i codini al cane, portare all’asilo il sacchetto della spazzatura e dimenticarsi la bimba a casa….Invece ha fatto tutto a modino. E’ un esemplare da studiare. Ora chiamo il National Geographic.
è un’esperienza che dovrebbero fare tutti i papà.
a settimane alterne.
almeno.
Posso dire una cosa seria?
(Spero di spiegarmi bene e di non essere frainteso perchè l’argomento è delicato)
Credo che debba essere tanto ovvia quanto giusta la parità di uomini e donne in senso di diritti, doveri, etc etc… ma questo non significa che siamo uguali!
Non lo siamo, c’è poco da fare. Siamo fatti diversamente sia fisicamente che nella moldalità di ragionare e questo è un dato di fatto.
Non c’è ne meglio ne peggio siamo semplicemente diversi per alcune cose.
Insomma tutto questo per dire:
onore e merito a tutte le donne / mamme
🙂
L già deve portare il pane a casa, se poi deve fare anche il mammo stiamo freschi! Solidarietà a L da parte di tutti i maschi che ancora portano i pantaloni in questo mondo e non il grembiule! (sono credibile come maschilista?)
mio marito quando è nato lo gnomo ha fatto la “donna” di casa per due mesi, il primo reduce da un brutto cesario riuscivo a mala pena ad occuparmi dello gnomo, il secondo operata a un seno ero un giorno si uno no in ospedale e facevo fatica a muovere un braccio….. forse per questo che al secondo continua a dire NOOOOOOO
GRANDE ELASTI!
Volevo rispondere al commento di Sail, che brevemente riporto qua sotto:
con un mio commento lasciato sempre nel tuo blog relativamente all'”Antagonista”
http://nonsolomamma.splinder.com/post/14639502#comment-39353381.
Confermo tutto!!!
Baci
Lalla
Perchè non si è appiccicato il commento di Sail?! Ci riprovo:
…Credo che debba essere tanto ovvia quanto giusta la parità di uomini e donne in senso di diritti, doveri, etc etc… ma questo non significa che siamo uguali!
Non lo siamo, c’è poco da fare. Siamo fatti diversamente sia fisicamente che nella moldalità di ragionare e questo è un dato di fatto.
Non c’è ne meglio ne peggio siamo semplicemente diversi per alcune cose.
…chissà.
PROVO AD APPICCICARE ANCHE IL MIO COMMENTO ALL’ALTRO POST:
…Solo adesso, perchè gli uomini, si sà, non sono cattivi nè scansafatiche, sono solo lenti:
quello che noi donne riusciamo a capire e a fare nell’immediato loro riescono a capirlo autonomamente mooolto tempo dopo.
L’alternativa è dirglielo, spiegarglielo pazientemente come facciamo con i nostri pargoli e loro eseguiranno dicendo ingenuamente: “bastava dirlo”… e forse hanno ragione, bastava dirlo.
Bastava parlarne, comunicare, per ottenere collaborazione perchè dopo anni ho capito che non è un modo di dire, siamo veramente su due pianeti diversi e per mettere in contatto questi due mondi basta PARLARE… e stesi, sotto le coperte, sembra che il messaggio venga recepito meglio! (sono poi semplici!).
Vediamo se ha funzionato, altrimenti ti autorizzo a cancellarmi!
Ciao Lalla, visto che mi hai “nominato”…
Sono completamente d’accordo sull’importanza della comunicazione!
Chiaramente per ottenere una buona e proficua comunicazione bisogna capire che uomini e donne comunicano e ragionano in modo diverso. (scusate la ripetizione)
Riguardo il discorso dei 2 pianeti, ho letto proprio di recente un libro (molto interessante!) che faceva questa metafora.
L’unica cosa su cui avrei da ridire, Lalla, è il discorso della lentezza.
A parte che io avrei proprio evitato un’osservazione così “di parte” (infatti nel mio commento ho parlato solo genericamente di differenze ed ho concluso con un elogio alle donne/mamme, visto questo l’argomento del blog), e poi è tutto relativo: ai Vostri occhi Noi possiamo essere lenti per una cosa mentre ai Nostri occhi Voi siete lente per altre cose… non mi ero addentrato su questo discorso perchè meriterebbe un blog a parte.
😉
Questione di genere… da cui imparare.
Il contesto li favorisce a sottrarsi agli impegni, noi li aiutiamo prendendoci tutto sulle spalle, alla fine non se ne esce.
Io spesso mi trovo istintivamente a seguire la logica del “faccio-io-che-faccio-prima” ma so che è sbagliato.
Così come ci impegnamo a favorire l’autonomia dei nostri figli, dovremmo impegnarci a favorire l’autonomia dei nostri compagni.
ma dove troviamo le energie?
io ho tre belvette che gestisco in quasi totale solitudine tutto l’anno, ma ogni estate dopo aver sistemato e collaudato l’accampamento in campeggio mollo belvette e uomo a godersi una settimana di piacevole solitudine.
io torno in città (mmmmhh…le quattro ore di traghetto schiaffata sul ponte con un libro in lettura non stop che delizia!) e per una settimana lavoro soltanto e penso a me.
quando torno al mare trovo un padre tronfio (e osannato da tutto il campeggio) e stanco, ma molto più relazionalmente ‘reale’ di prima.
l’effetto bomba dura solo qualche giorno, ma è bellissimo.
lasave
Uguccione di Bard.
Cara elasti, non posso fare a meno di cogliere in questo tuo scritto un recondito, ma acido, senso di ironia circa la stanchezza di L nel fare i lavori caserecci di C.
Non sono d’accordo su tutto ciò, intanto L sostituito C in tutto e per tutto, per cui la sua efficienza non può essere messa in discussione.
Si discute quida della stanchezza di L per fare il lavoro casereccio di C. E’ vero L si è stancato di più, ma non è assolutamente allenato a fare i lavori di casa e di mammo, per cui una facile ironia suona male.
Si dirà che gli uomini si difendono tra loro. Per forza, con le arpie che si trovano a fianco ! E potrei continuare, ma non voglio esacerbare gli animi.
Uguccione
uguccione caro, arpie si diventa! soprattutto quando si è sfatte, affannate, in perenne debito di sonno e tempo da dedicare a se stesse; circostanze spiacevoli in cui si precipita quando si hanno a fianco mariti-compagni che danno per scontato che pulire il cesso, fare le lavatrici e liberare il lavello dai piatti sporchi, non è affar loro…
oddio oddio lo so che è il terzo commento che lascio ma non so resistere. Uguccione (e tutti gli altri): ma come mai L non è assolutamente allenato?
Campina,
in assoluto il tuo post è il migliore tra tutti!
Mamma Manager
uomini…
non c’è che dire, non ci sarà mai laparità..loronon possono essere come noi!!!
@sail:perchéil tuo commento mi sa tanto di scusa..come dire, voi siete tanto brave, quindi fatelo voi,noi non ce la facciamo..
voi non riuscite a fare 4 cose insieme, però se intanto ne faceste una, noi con 3 saremmo molto più rilassate…. 😉
@tortadimele: ecco, uno vi fa un complimento e come temevo escono fuori problemi di comunicazione e fraintendimenti
ahahah scherzo!
😉
Allora, seriamente, mi dispiace che si sia creata questa questione (scusa elasti) non era mia intenzione. Il messaggio che volevo mandare era solo ed unicamente uno spassionato elogio alle donne / mamme. Non volevo fare nessun paragone, nessun confronto e non volevo creare nessuna scusante per noi maschietti.
Non c’è nessun significato implicito, è SEMPLICEMENTE UN ELOGIO!
Se volete prenderlo come tale mi fa piacere, ma se deve creare “polemiche” non fa nulla, non era quello che avevo in mente.
🙂
@alebegoli. Che carina a preoccuparti per me. La bici l’ho appesa al gancio da un pò di tempo. All’ottavo mese di gravidanza è già bello se riesco a salire le scale mobili della metropolitana. un bacio. L’amica C.
@sail: sì sì, ma siccome non si sa mai con voi uomini, meglio mettere le mani avanti.. 😉
gli uomini, quando vogliono, fanno.
il punto è che nessuno gli schioda dal cervello l’intima convinzione che non spetta loro, fare, e che, se fanno, meritano un surplus di lodi ed inchini.
capovolgendo il punto di vista, l’esatto equivalente del “come sei brava” a fare due lavori, in casa e fuori. ti fai un mazzo così, però vuoi mettere, la soddisfazione?
perchè solo noi donne siamo così stoltamente capaci di gratificarci con definzioni tipo “multitasking”?
la parità, quella per cui le fatiche – tutte – si dividono, così come i meriti, le gratificazioni etc…senza che nessuno si senta eroe senza esserlo e/o si trasformi in eroina giocoforza, è – dal mio modesto punto di vista –
l o n ta n i s s i m a
aleanna
luoghicomuni
La prossima volta firmo per nascere maschio.
Dunque, la situazione è decisamente precipitata. Mia figlia che fino a ieri impersonava ogni sera Cenerentola dopo il week end scorso ha deciso che la sua storia preferità é…Cenerentolo! Lei ora fa la principessa, C. fa i due fratellastri e il sottoscritto impersona Cenerontolo, uomo di casa maltrattato ma con riscatto finale grazie alla principessa. Che direbbe la Lipperini? L.
Sail, che bello, dai facciamo un blog dedicato alla discussione sulla superiorità delle donne sugli uomini!
Non me la sono presa, la mia osservazione poco di parte non poteva non essere fatta: è TALMENTE OVVIA!!! Scherzo ;D, dipende dai soggetti, ma in linea di massima gli uomini o sono lenti oppure (cosa più probabile) gli fa comodo farlo sembrare.
Scusa se insisto, ma questo argomento mi diverte troppo!!!
Ottimo anche il commento #20 di comitatocongedi e il suggerimento #21 di lasave: me lo devo segnare!
Che dire del #24?!!!
Grandi “ragazze”!
Il problema, Sail, è che giochi fuori casa e che voi uomini siete lievemente in minoranza.
Lalla sloggata
LEELA: ne abbiamo continue conferme, ahinoi
BOSTONIANO: effettivamente per essere maschio L non se la cava male.
MAMMAEPOI: 🙂
ZINGARA IRREQUIETA: peccato essere costrette a farsi investire da una macchina perché qualcuno se ne accorga
LAMORACHEVOLA: 😀
FREESIA: va beh. è vero. al peggio non c’è limite. ma noi non dobbiamo accontentarci
MAMYTTI: dovrebbe succedere un po’ più spesso
CAMPINA: bostoniano dovrebbe dire la sua a questo punto…
ALEBEGOLI: nooo! questa è la collega-amica C. l’amica C lavora altrove, per sua sfortuna
CAMPINA: aiuto!!! anche io attraverso quotidianamente un bel pezzo di città in bici
SALVIETTA: 🙂
KATIKA: sono piegata in due dal ridere!
REBECCA: già
SAIL: è vero. siamo diversi. però a volte con questa scusa non ci si viene incontro o si sfrutta l’altro. comunque grazie di questo commento
DICKCOLUS: no, non sei affatto credibile… se ti sentisse quella santa donna della tua mamma…
GIOGIO: 🙂
LALLASIMO: parole moooolto sagge
COMITATOCONGEDI: esatto. dove troviamo le energie. comunque il principio è giustissimo
LASAVE: ma che bello! pensa che io sto sognandomi tre giorni dopo natale in cui mister I andrà a bari dai nonni con gli hobbit e io lavorerò sola a milano prima di raggiungerli…
UGUCCIONE: bada a quello che dici!
FIAMMETTA: brava!!!
CAMPINA E MAMMA MANAGER: effettivamente hai centrato il punto campina
TORTA: sgrunt
AMICA C: effettivamente c’è stato un problema di omonimia… tanti baci!!!
ALEANNA: elasti-applauso
MECCIA: luoghi comuni che troppe donne vivono nella loro quotidianità purtroppo
GOMMOSA: non farlo. noi siamo meglio
L: ormai sei un simbolo. pensavo saresti stato massacrato e invece guarda un po’ cenerentolo for president!
MammaManager: mi sa che abbiamo esperienze simili 🙂 (oppure 😦 ?)
Non tutti i mali vengono per nuocere -.-
la stessa cosa è successa al mio compagno: 2 giorni fuori città per un corso voluto dal mio capo, torno e trovo un uomo disfatto.
l’ho sempre detto: sono loro che devono ancora emanciparsi! altroché!
Ma guarda te che è uscito fuori… io volevo fare semplicemente un complimento che non sottintendeva nessuna scusante.
Bisogna venirsi incontro, siamo d’accordissimo.
…volevo fare semplicemente un sincero complimento (!) niente di più, niente di meno; ma se a causa di una interpretazione errata del mio commento si deve creare una polemica nell’oasi di pace di questo STUPENDO e ARMONIOSO blog, chiedo scusa e ritiro l’elogio.
😦
LE DIFFERENZE DI GENERE NELLA CULTURA OCCIDENTALE.
Un confronto tra razzismo e patriarcalismo.
di LAURA TUSSI
Gli apparati educativi e le istituzioni di formazione si trovano di fronte al problema della disuguaglianza sessista nella didattica e nei libri di testo.
I principi egualitari del presente entrano in contrasto con i fondamenti antiegualitari della tradizione. Nell’insegnamento delle discipline che presuppongono la dimensione dell’evoluzione storica e della tradizione, la disparità sessista risulta un problema fondamentale e particolare.
I sapere didattici e disciplinari fondanti la cultura occidentale, rispecchiano la società patriarcale di cui costituiscono esplicito retaggio culturale e intellettuale, nel cui ambito la subordinazione delle donne e la sottovalutazione e addirittura svalutazione del sesso femminile sono presupposti costanti.
Di conseguenza, l’insegnamento delle discipline, la trasmissione dei saperi e della cultura occidentali risultano in contrasto con i valori e i principi a cui la scuola europea si ispira attualmente.
Occorre informare il mondo studentesco che la cultura trasmessa appartiene alla civiltà patriarcale del passato. Il fenomeno del patriarcalismo appare superato dalla concezione illuministica secondo cui la discriminazione risulta già accertata e riconosciuta e che nessuno ignora il ritardo del passato rispetto al progresso del presente. Di conseguenza, il patriarcalismo appare naturale, così ovvio, scontato e inevitabile da non dover essere nemmeno segnalato. L’atto di questa segnalazione è ritenuto offensivo nei confronti della popolazione femminile, forse per un malinteso criterio di correttezza. Dunque perché insistere sul ruolo di sottomissione e subordinazione della donna nel passato se la discriminazione attualmente risulta essere un fenomeno già noto? Il confronto con un’analoga situazione evidenzia quanto questo criterio di correttezza sia falso, ossia il silenzio sul fenomeno dell’antisemitismo per non offendere gli studenti ebrei. L’antisemitismo è un dato storico di cui l’Europa civile prova grande vergogna. Infatti nella trattazione scolastica e didattica l’antisemitismo è sempre ampiamente criticato e condannato. I campi di concentramento sintetizzano tutto l’orrore possibile e impossibile della violenza antisemita. Invece, al contrario, lo sviluppo della supremazia patriarcale sembra non indurre né a vergogna né a esecrazione, infatti questa storia di superiorità fallocratica risulta priva di eventi ed episodi estremi, in grado di concentrarne e sintetizzarne il significato in un’unica icona storicistica. Infatti il patriarcalismo risulta diffuso nel tempo e nello spazio, per millenni e in ogni dove, presentandosi come trasversale alle molteplici culture e alla complessità dei gruppi sociali, per cui la supremazia patriarcale si manifesta come una dimensione ovvia, scontata, banale e soprattutto naturale, lontana dalla violenza antisemita e in un certo senso appare soprattutto come funzionale all’evoluzione graduale della società e allo sviluppo della civiltà. Il confronto tra antisemitismo e patriarcalismo, e in generale tra razzismo e sessismo, effettivamente non risulta funzionale. Le cause di questo impossibile funzionamento non sono dovute all’incommensurabilità di questi atteggiamenti in termini di efferatezza, ma a un’ incommensurabilità di carattere strutturale. Infatti il razzismo contrappone un’etnia ad un’altra, un gruppo all’altro, mentre il sessismo si manifesta trasversale ad ogni realtà sociale. Il razzismo costituisce la propria ideologia rispetto ad una cultura intrisa di differenze di varia tipologia, mentre il sessismo costruisce la propria identità sulla differenza sessuale tra uomo e donna, ossia una differenza che determina e caratterizza l’intera specie umana, quale differenza concepita in natura. L’atteggiamento tramite cui il soggetto maschile traduce la differenza sessuale in una subordinazione dell’altro sesso, risulta come sistema basilare e imprescindibile per l’interpretazione di ogni differenza e diversità in termini di inferiorità e sottomissione. Infatti l’economia sessista agevola, facilita e rende legittima un’economia di carattere razzista. Dunque, l’informazione sul carattere patriarcale della cultura tradizionale trasmessa, appare un criterio informativo doveroso. Però il fatto che tale informazione sia sempre assente nella didattica scolastica, risulta un sintomo culturale molto preoccupante, in quanto sempre omesso per la sua supposta ovvietà e scontatezza e per non applicare al passato delle categorie ermeneutiche ed interpretative di carattere moderno, per non incorrere in una ridefinizione anacronistica di tradizione culturale. Infatti la tradizione patriarcale viene definita tale in base a criteri culturali moderni. Quindi le tradizioni non sapevano di essere patriarcali perché agivano “in buona fede”. Per ottemperare alle necessità antidiscriminatorie dell’editoria rivolta alla scuola, sarebbe utile apporre ai libri di testo una chiosa informativa, di carattere introduttivo, sugli aspetti di tipologia patriarcale della disciplina in oggetto, così che l’utenza scolastica sarebbe in tal modo avvertita che i contenuti culturali del testo rispecchiano un mondo di dominio maschile. Questo costituisce una problematica molto seria per una società che si proclama egualitaria, infatti oltre all’informazione risulta necessario fornire strumenti metodologici critici di riflessione ed intelligenza. La filosofia e la storia filosofica risultano discipline primarie rispetto a tutti i saperi nel teorizzare i principi del patriarcato, perché permettono la coincidenza dei criteri oggettivi della verità con i canoni e i codici simbolici di carattere patriarcale. La filosofia risulta inoltre portatrice e fautrice dell’elaborazione teorica dei principi egualitari moderni e contemporanei, ossia dei modelli di pensiero antidiscriminatori. Dunque la filosofia non solo permette di comprendere il funzionamento di un ordine androcentrico, ma anche la comprensione del principio di uguaglianza. La filosofia e la sua storia costituiscono l’assetto didattico e disciplinare maggiormente permeato dall’essenza antropocentrica e androcentrica della cultura tradizionale dell’Occidente. L’aggettivo che indica il carattere maschile della tradizione, ossia “androcentrico”, con modificazioni non essenziali, può essere sostituito da una terminologia affine che indica quanto la filosofia, come il sapere e la società, sono stati costruiti dal solo punto di vista maschile. Il termine androcentrico è paragonabile ai termini patriarcale, fallologocentrico, fallogocentrico, fallocentrico, fallocratico. La filosofia rispecchia la posizione dominante dal punto di vista culturale, storico e sociale dei maschi della specie umana, da cui è stata elaborata. Dunque ogni forma di cultura e di sapere androcentrici possono anche essere definiti sessisti. La filosofia nasce in Grecia, seguendo la tipica parabola storica della cultura antica occidentale, in quanto frutto della mentalità occidentale che la produce in modo decisivo. Questo non significa che certe tipologie di sapere e di sapienze elaborati da altre aree geostoricoculturali non possano essere definiti come filosofia e non si incrocino con la parabola occidentale. Pertanto la filosofia segna l’Occidente contribuendo soprattutto a rafforzarne le pretese universalistiche. Lo statuto disciplinare della filosofia determina l’assunto che i principi su cui si fonda il mondo occidentale sono obiettivamente e oggettivamente giusti e buoni, intrinsecamente veri e universalmente validi e accertati, quali i valori della democrazia e i diritti della persona.
La questione androcentrica risulta pertanto individuabile in questo statuto disciplinare quale osservatorio privilegiato della civiltà occidentale. Molte altre discipline, e non solo la filosofia, teorizzano e proclamano la superiorità degli uomini in rapporto alle donne, ma soprattutto la storia della filosofia fonda su un solo genere maschile la categoria stessa di umanità, ossia l’Uomo, inteso come specie umana, coincide all’uomo, inteso come uno dei due generi della specie umana. Di conseguenza, le donne risultano così esseri umani di secondo livello, ossia mancanti, incompleti, inferiori, rispetto all’umanità modellata sugli esseri umani di sesso maschile. Aristotele insegna come rispetto alla definizione dell’uomo come animale razionale, le donne risultano invece irrazionali, dal momento che l’incapacità naturale del mondo femminile di acquisire pienamente la ragione, risulta solo uno dei molti fattori di pretesa inferiorità che legittimano lo stato di subordinazione femminile. L’identificazione dell’umanità con l’uomo di sesso maschile costituisce infatti l’apice di una complessa struttura di pensiero che valuta una serie di dicotomie oppositive, binarie e duali, afferenti a un quadro gerarchico, come gli archetipi di mente e corpo, ragione e passione, cultura e natura, pubblico e privato. L’ambito e l’entità femminili occupano sempre il polo negativo dell’opposizione, in quanto assunti come una sorta di sottospecie dell’umanità, per cui le donne risultano umane rispetto agli animali, ma non pienamente umane rispetto agli uomini.
Comunque non è la filosofia ad inventare l’ordine simbolico patriarcale, perché in quanto disciplina, nasce in un contesto culturale e valoriale basato e strutturato su una salda e inconfutabile economia androcentrica, limitandosi perciò ad elaborare una teoria coerente al contesto. La filosofia consegna a questa teoria del femminile il potere di rendere indiscutibili e naturali e di occultare tutti gli elementi di violenza, di sopraffazione operanti in ambito, appunto, filosofico. La supremazia patriarcale ricava dalla filosofia i principi imprescindibili, oggettivi e naturali per giustificarsi, in…