Nonsolomamma

storie di orsi insonni

c’erano due orsi, uno grande e uno piccolo.
venne la sera e grande orso mise a letto piccolo orso nell’angolo buio della caverna. poi si accoccolò sulla poltrona orsa, vicino al caminetto, a leggere un libro, sugli orsi.
ma piccolo orso non riusciva a dormire.
"ho paura del buio tutto attorno", disse.
grande orso pensò che sì, effettivamente c’era troppo nero in quell’angolo buio della caverna, aprì l’armadio delle lampade e prese una lampada piccola piccola per rischiarare un po’ di quella oscurità paurosa.
"ora dormi", disse a piccolo orso e tornò sulla sua poltrona a leggere.
piccolo orso però si girava e rigirava nel letto.
"ho paura del buio tutto attorno", disse di nuovo.
la lampada era troppo piccola e la sua luce troppo fioca.
grande orso tornò all’armadio delle lampade e prese una lampada più grande, la posò sul comodino accanto all’altra e tornò, sospirando, a leggere il suo libro sugli orsi.
piccolo orso si agitava nel suo letto nell’angolo buio che non era più tanto buio ma gli faceva paura ugualmente.
sbuffando un po’, grande orso prese la lampada più grande dall’armadio delle lampade e la appese al soffitto della caverna così da illuminare tutto.
"ho paura del buio là fuori", disse dopo un po’ piccolo orso.
effettivamente là fuori dalla caverna orsa c’era un buio pesto ma non sarebbe bastato l’intero armadio delle lampade per rischiarare il nero della notte.
tuttavia grande orso prese piccolo orso per le zampe e lo portò fuori.
"fuori? ma io ho paura"
"non è il caso", rispose grande orso, prendendolo in braccio e mostrandogli la notte.
"ho portato per te la grande luna gialla e le stelle", disse a piccolo orso che però non ascoltava più perché si era addormentato, nel calore dell’abbraccio di grande orso.
così tornarono nella caverna orsa e grande orso si sedette sulla sua poltrona, con piccolo orso acciambellato sul suo petto, finì il suo libro sugli orsi e si addormentò.

letta la prima volta, la storia di grande orso e piccolo orso è struggente. le immagini di grande orso che accorre al letto di piccolo orso, aggiungendo ogni volta una lampada, evocano il tepore di casa, il papà che ognuno vorrebbe avere, le coccole, l’affetto, le rassicurazioni.
alla settantaquattresima volta che un nano moccoloso ti chiede "mamma, lééézzi osso dande osso piiiiito?" (= mamma, mi leggi la storia dei due orsi che soffrono di insonnia?), vorresti scaraventare la bestia grande, la bestia piccola, le loro lampade, la loro caverna e la loro insonnia giù dal balcone intimando loro di non ripresentarsi mai più al tuo cospetto.
al centoquarantaduesimo "mamma, lééézzi osso dande…", ti ricordi di eduardo estivill, il nazista catalano che ha costruito la sua gloria planetaria con un metodo rigoroso e implacabile per insegnare ai bambini a fare la nanna, un metodo che non ammette tentennamenti, cedimenti, indulgenze, un metodo che prevede che il piccolo riottoso impari l’autigestione del sonno a costo di sgolarsi inascoltato per ore tra le sbarre del suo lettino.
e pensi a come l’avrebbe raccontata lui, il pediatra sadico, questa innocente storiella:

ci sono un padre inetto e un figlio delinquente, come tutti i bambini in età prescolare, all’ora della nanna.
il padre, smidollato, è solo con il bambino. forse la madre, accortasi dell’inettitudine del padre e della propensione alla devianza del piccolo, è scappata con un medico, probabilmente catalano.
il bambino fa il furbo, dice di non riuscire a dormire per colpa del buio, una scusa idiota come un’altra per attirare l’attenzione di quel citrullo di un genitore.
il padre fa un errore madornale dopo l’altro, cedendo a ogni richiesta di quello sgorbio profittatore che arriva a domandare le luci stroboscopiche per illuminare uno squallido antro.
il padre perde così credibilità e dignità agli occhi del bambino e del mondo, sancendo irrimediabilmente la sua condizione di fallito.
il figlio ha imparato la protervia, l’arroganza e la prevaricazione. non ha più freni, barriere né limiti ed è pronto per finire in mezzo a una strada a spacciare o a sfruttare la prostituzione.

dopo una settimana di reclusione forzata a casa con gli hobbit, elastigirl, finalmente guarita dall’influenza, guarda la libreria dei nani con altri occhi.

75 pensieri riguardo “storie di orsi insonni

  1. Cara Elasti, io sto intraprendendo l tuo stesso faticoso cammino con un libro dal titolo: “A letto piccolo mostro!”. E anche questo libro si presterebbe alla rivisitazione ironica modello Estivill.

    Per il #42: Il riferimento a Estivill era per ridere. Elasti ha una sua idea precisa del metodo, mi sembra di ricordare che l’abbia applicato con successo, ma ciò non toglie che le possa sembrare estremo e un ottimo spunto per i suoi post. Questo non significa che lo faccia per aumentare il numero dei commenti, che, se proprio vogliamo puntualizzare, è minore di quello del post precedente, che con Estivill non c’entrava nulla!!! Dopo di che, ognuno faccia la sua scelta senza criticare gli altri.

  2. A 42 e agl altri estivilizzatori: ma perché vi brucia tanto che ci sia chi costruisce un equilibrio nella sua vita, senza doversi “imporre” sui figli? La mia che ha da quand’è nata problemi a rilassarsi, si addormenta accanto a me nel suo lettino, dopo qualche favola e ci mette un po’, se si sveglia la notte (non accade più spesso, ha due anni) può venire a letto con mamma e papà e a noi (papà e mamma) non dispiace affatto, non ha ucciso la nostra intimità né ci ha impedito di vivere la nostra vita (io faccio due lavori e studio, pure). Non solo, mia figlia è autonoma, serena, parla come una lippa e gioca in continuazione (non guarda televisione)… Dunque? Estvill parte dal presupposto che il bambino è un essere che vuole disturbare la vita dei genitori ed è lo stesso presupposto di molti di voi… questa è la differenza, vi fa incazz… ma è così. Ma tranquilli, siete assolutamente adatti a questa meravigliosa ed etica società.
    Una notazione sui post di Elasti: scrive e racconta, non fa una cronaca della sua vita… e fa ridere, questo è il punto, credo.
    Buon sonno a tutti
    Lu

  3. #52… in realtà a me sembra che, di solito,bruci di più a chi invece non applica il metodo e che critica aspramente i duri metodi di Estivill… Ripeto, per me ognuno faccia la sua scelta senza criticare gli altri. Probabilmente non è giusto in assoluto nè il metodo Estivill, nè altri proposti dai genitori, probabilmente dipende da bambino a bambino, da genitori a genitori, da caso a caso.

  4. Ogni tanto, leggendo i commenti a questi post mi stupisco dell’assoluta mancanza di senso dell’umorismo di chi legge. Secondo me troppa gente si prende (e prende questo blog) troppo sul serio. Ma insomma è così difficile capire che su Estivill si fa della pure e semplice ironia? Punto. Chiunque abbia letto il libro “Fate la nanna” con un minimo di spirito critico ed equilibrio non può che rendersi conto che gran parte dei principi che detta il “metodo” sono solo considerazioni dettate dal buon senso ma che vengono presentate come se fossero regole ferree a cui sottostare senza il minimo cedimento. Da qui l’ironia di Elasti che lo definisce il “nazista” catalano, ironia che comprendo e sottoscrivo in pieno. Ma Elasti stessa poi ammette di aver preso in considerazione il “metodo” quando il nano non voleva dormire. E’ brutto avere un figlio che non dorme, inutile raccontarsi storielle. Alla lunga logora mente e spirito. A volte il non dormire dei bimbi è o si trasforma in un vero e proprio “disturbo del sonno”. Ci sono bimbi che soffrono di coliche e bimbi che non ne hanno mai sofferto, bimbi che non digeriscono il latte e bimbi che digerirebbero un bisonte…così ci sono bimbi che già a pochi mesi tirano tutta notte e altri che fino a 3 anni fanno fatica a “lasciarsi andare al sonno.” A volte il problema è reso più grave da alcune “cattive” abitudini di noi genitori che le proviamo tutte per gettare i nostri bimbi tra le braccia di Morfeo. Non ci vuole un genio per capire che se un bimbo piccolo si abitua ad addormentarsi solo se cullato tra le braccia della mamma, o cullato dal cigolio del passeggino più passa il tempo e più sarà difficile pretendere che dorma solo nel suo lettino. Forse Estivill a volte si rivolge ai genitori come se fossero dei poveri incapaci a cui è necessario insegnare delle regole che il buon senso non è sufficiente a suggerire. Ma sinceramente io leggendo quel libretto ci ho trovato anche una certa dose di ironia… Cosa che manca a molti lettori di questo blog… Mari

  5. cara/o 53, chi ha operato una scelta precisa di non applicare Estvill, l’ha fatto sulla base di una riflessione e sulla base di una certa documentazione su come funziona la mente di un bambino, che andasse al di là delle 100 paginette (stile manuale cencelli) del nazista catalano e di un certo “buon senso”, per cui il concetto principe dell’educazione è quella stupidaggine pedagogica che si esprime più o meno con l’alternativa tra il viziare e il non viziare. Concetti la cui validità scientifica è pari a quella per cui il latte della mamma dopo l’anno è cattivo e per cui se il bambino esce quando fa freddo si ammala. Tutte simpatiche teorie dei bei tempi andati che afferiscono ad una fantastica che Alice Miller definisce “pedagogia nera”, di cui siamo imbevuti e che trasmettiamo ai figli senza pensarci.
    Io ce l’ho con Estvill non con chi lo applica. E ce l’ho con chi pena di avere in mano le chiavi dell’educazione e si comporta come un precettore del 600 o al meglio come mia nonna. Per il resto, ognuno è libero di far quel che vuole. Quello che voglio dire è che esiste un’altra strada, che non è fatta di pianti ed vissuti abbandonici.
    Lu

  6. Mary, non per rompere, ma le coliche non esistono, non lo dico io lo dicono i pediatri. Sono un fenomeno solo della nostra cultura, che non prende in braccio, che non vizia, che rifugge al contatto… in altre culture non esistono. Il senso comune, o buon senso, è una struttura teorica che sottostà alle nostre scelte, ma è una struttura culturale, che grazie a Dio si può modificare e ignorare e la pericolosità di Estvill sta proprio lì, nel richiamare il “buon senso” di una società che ne ha molto poco. Giusto per precisare ancora, il bambino vuole il genitore vicino (anzi la madre) al risveglio perché è programmato per proteggersi e il genitore è la sua protezione… almeno finché non impara che lo protegge anche stando nell’altra stanza e questo non avviene nè a sei mesi, nè a un anno.
    Lu

  7. Uh!
    Mi astengo dal commentare l’argomento, in quanto sto con le lacrime agli occhi dal ridere dopo la lettura della seconda versione della fiaba… 😀

    Ah segnalazione OT:
    Elasti sei ariete vero?

    http://latanadirabb-it.blogspot.com/2008/12/oroscopizzando.html

    Perditempo all’opera.
    Ah!
    Dopo tre mesi di… settimane corte, cosa capita nella penultima settimana lavorativa dell’anno?

    Che a momenti mi tocca lavorare di sabato!
    Della serie… meglio non lamentarsi e ringraziare di avrecelo ancora il lavoro… e giuro che ringrazio… si tutti i giorni a fine turno, però!

    ops ok fine OT!

    ^_^

    Buon proseguimento di settimana.

  8. #58 I pediatri dicono tutto e il contrario di tutto, beata te che ti fidi. Le coliche non esistono? Mah, è vero che spesso si dà il nome di colica a qualsiasi pianto inspiegabile, ma ci sono bimbi a cui si forma, più che ad altri, della dannata arietta nella pancia… Ok, chiamiamole in un altro modo se vuoi… Mi rifiuto di appoggiare la generalizzazione in base alla quale la nostra “cultura” non prende in braccio, non vizia, rifugge al contatto… Mah, la mia sarà un’esperienza limitata (una figlia di due anni, diversi amici e conoscenti con figli piccoli: chi li fa dormire nel lettone, chi li tiene in braccio tutto il giorno e chi pensa “per carità così lo vizio”, chi non sopporta un minuto di pianto e accorre a ogni minima sollecitazione e chi, per scelta consapevole o inconsapevole, per mancanza di tempo, di aiuti, di cervello, pensa che un bimbo possa anche piangere 5 minuti senza che caschi il mondo). Per come la vedo io quando si diventa genitori, in questa società un po’ malata dove davvero si è perso tanto buon senso, gli “individui” genitori, padre e madre si affidano invece molto spesso al “proprio” buon senso per essere padre e madre, quello che ha consentito il perpetrarsi della specie su questa terra, ruolo che nessuno ti insegna a priori e che nessun libro, pediatra, amico, studioso, psicologo, psichiatra potrà mai spiegarti alla perfezione, dandoti un metodo “unico” adatto al “tuo” bambino. Il fatto poi che tu definisca il bambino “programmato” per proteggersi e che mi parli di “vissuti abbandonici” mi fa comunque capire che in questo post il senso dell’ironia è definitivamente defunto. Mari

  9. Mary, io non credo nei metodi, infatti non sono io che propongo un metodo risolutivo per tutti i bambini. I pediatri dicono molte cose, ma i testi più recenti di pediatria ne dicono di più precise e l’OMS dà indicazioni molto precise sull’allattamento, per esempio… (ti consiglio i testi di Gonzales, per me sono stati fondamentali). Il senso comune ha un orientamento e quello prevalente è di non utilizzare il contatto con i bambini, o di usarlo in modo controllato e moderato, io credo sia una stupidaggine, tutto qui e mi infastidisce che venga passata come una cosa scientifica, o come la saggezza dei bei tempi andati (che tanto belli per i bambini non erano). Certo che i genitori cercano le soluzioni che possono, Estvill però è una soluzione per i cani da addestrare non per i bambini… è un manualetto di pessimo comportamentismo, che scopiazza per altro le teorie superate di altri. Consiglio a tutti una visita sul gruppo di Yahoo estvillnograzie.
    Lu

  10. posso garantire che non era mia intenzione riaprire il dibattito su estivill. questo post voleva essere solo una innocua riflessione sul grado di alienazione a cui giunge un genitore recluso con i suoi bambini per quasi una settimana, tanto da rileggere deliziose storielle con sguardo perfido e perverso. detto questo a me i dibattiti non dispiacciono affatto e leggere la passione delle posizioni altrui mi affascina.
    comunque, per inciso, come ho già avuto modo di dire, io estivill l’ho applicato, senza le durezze del libro, diciamo cum grano salis e ha funzionato. l’ho applicato perché, come ha detto qualcuno, una madre che non dorme è una madre certamente peggiore di una che dorme. mi fermo qui. rispetto anche le posizioni di chi estivill lo ritiene un pazzo criminale, anche se credo che gli integralismi in generali e in questo caso quelli pro e contro estivill siano sbagliati sempre e comunque.

  11. Cara elasti sei mitica!Non ci sono regole per fare la mamma segui il tuo istinto! io sto allevando tre hobbit lontana dalla mia città senza aiuti e mi reputo una supermamma, li stracoccolo ma so anche farmi ascoltare! goditi questi momenti, anche quelli duri, perche’ passano in fretta! Baci grazie di esistere!!!!!

  12. Elasti, grazie. Non eri tenuta a intervenire e tutto sommato non sei neppure tenuta a dover giustificare un dibattito o il fatto che sia o meno acceso. Io resto della mia idea e non è questione di integralismo: non credo in nessun metodo o scuola in maniera assoluta, diciamo però che ho la stessa stima per Estvill che posso avere per il capo del governo italiano, così facciamo arrabbiare qualche antipolitico, o politicizzato della pdl. E credo, come per tutte le questioni di principio, che sia importante affermarlo e farlo con forza, pur sempre nel rispetto delle altre persone e senza passare i limiti della buona educazione.
    Lu

  13. Io ricordo un Tom e Jerry vanno a Tokio letto fino ad impararlo a memoria (per accompagnare i pasti perchè le favole per il sonno me le inventavo di sana pianta ogni volta differenti) fino ad impararlo a memoria, fino alla nausea, fino ad odiare gatti, topi e giapponesi.
    Ora che ci penso sarà questo il motivo per cui la cultura giapponese non mi attira nè poco nè punto.

    itinera

    ecco ora si può cambiare polemica e ttaccarne una pro o contro il sol levante.

  14. Io una volta scrissi per scherzo un post su Estivill applicato ai gatti (avevamo una gatta che non si rassegnava davanti alle porte chiuse e piangeva sconsolata per ore davanti alla porta della nostra camera da letto). Si scatenò un dibattito anche in quel caso.
    Come già ho ribadito, considero Estivill un furbo profittatore di disgrazie altrui, ma non per questo brucio le case dei suoi seguaci. Costoro, in cambio, secondo me potrebbero evitare di etichettare come “cattivo genitore” chi si tiene i figli nel lettone e li addormenta con la tetta (cosa che peraltro NON faccio, avendo due figli che amano il lettino): ognuno si faccia i lettoni suoi, mica vengono a metterli nel vostro letto! 😉

  15. oh…anche noi abbiamo questo libro in vetrina…anche se in sloveno…ma non ha avuto questi effetti su mia sorella, cosa invece che ha fatto un libro sul dente di leone che veniva tagliato da un giardiniere e ogni volta ne crescevano di piu’…

  16. noi abbiamo passato tanto tanto tempo a chiudere gli occhi immaginando la mantellina rossa di cappuccetto rosso.

    inizio a pensare che, per quanto poco amassi la storiella, un po’ di sadica cattiveria ci stia.

    è per questo motivo che le favole per bambini avevano tanti elementi truci? mah.

    claudia

  17. HAHAHAHAHAHAH!

    Mi scuso per il commento ad un post antidiluviano, ma mi sto leggendo TUTTO il blog scoperto di recente (non so se lo vedi dai feed). Sono ormai elasti-drogata!

    Mi hai risollevata dall’estenuante giornata con due scriccioli scombussolati dalla vacanza

    Geniale la versioen Estivill della storia

    Irene

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