Nonsolomamma

dentro e fuori

“e twitter a cosa mi serve?”
“a sapere cosa succede nel mondo, cosa scrivono i giornali, cosa pensano i tuoi amici, cosa fanno quelli che ti stanno simpatici…”
“voyeurismo puro, in pratica”
“ma no. perché dici così?”
“perché la mia amica giovanna scrive i fatti suoi su twitter e seguirla è come guardarle in casa. e io a casa mia chiudo tutto, anche le tende perché quella è la mia vita e nessuno ci deve entrare, a meno che non gli apra la porta io. giovanna è un’esibizionista e come lei un mucchio di altri che ritengono di dovere condividere. ma chi se ne frega di condividere!”
“…”
“e facebook. non mi dirai che è utile facebook…”
“ma… dipende. facebook non è male secondo me”
“e linkedin? e tutte le altre boiate di social network? dei bei metodi per ripiegarsi sui propri mondi virtuali e smettere di vivere fuori, per davvero”
“be’, la vita reale e quella sui social network non si escludono a vicenda”
“mica si può moltiplicare il tempo! la verità è che se sei troppo lì, non fai una mazza nella vita vera. la verità è che non riesci più a concentrarti su niente e fai tutto alla carlona…”
“bisogna forse imparare a vivere su più livelli. del resto i ragazzini fanno così e sono bravissimi credo e probabilmente molto più flessibili e aperti di quanto non lo fossimo noi alla loro età”
“i ragazzini hanno deficit di attenzione bestiali. te lo dico io”.

questo pomeriggio, durante una conversazione in un luogo improbabile ma rappresentativo di una variegata umanità, elastigirl ha avuto l’impressione – e non per la prima volta – che il mondo si divida in due: chi sta dentro e chi sta fuori, chi da una parte e chi dall’altra, chi è integrato e chi resiste, chi si perde e chi no, chi è risucchiato e chi chiude la porta e le tende.
e ha avuto per un attimo l’atroce dubbio di essere finita nella parte sbagliata, insieme agli esibizionisti, ai ragazzini con bestiali deficit di attenzione, a quelli che fanno tutto alla carlona, ripiegati su troppi mondi. e che ormai sia troppo tardi.

125 pensieri riguardo “dentro e fuori

  1. E continua così perché ogni volta che ti leggo sento meno il peso dei miei problemi di mamma perché scopro che sono un po’ anche di qualcun altro!

  2. Dillo che quella delle tende era la coppia del palazzo di fronte.
    E il luogo improbabile la riunione condominiale!

    😛

    (No giuro che non so niente, era giusto battuta!)

    Disse quella che tira pure giù la tapparella, ma su twitter ci sta eccome.
    Sui deficit di attenzione… eh di cosa si stava parlando?
    😉

  3. dipende dai punti di vista. se la parte giusta è quella di chi fa lo snob e comunque tutto quello che va “di moda” gli fa schifo per principio (per capirci, quelli che 20 anni fa si vantavano di non avere la televisione) beh, meglio la parte sbagliata, con la giusta dosa di leggerezza e la giusta dose di buon senso (che non ti mancano)

    1. io però a volte mi rendo conto che mi perdo via, mi distraggo in mille idiozie e sto disimparando a concentrarmi su altro. e questo non va tanto bene… a volte sento che dovrei disintossicarmi

      1. Scusa ma non avevo finitoil concetto…continua così x noie x me ….mi piacitroppo!!!

      2. io ho la stessa sensazione. oggi per esempio avrei dovuto sistemare casa e invece mi sono persa in mille ricerche, letture, e via dicendo. penso che sia una grande risorsa la rete, ma proprio per questo difficile da gestire. impareremo!

    1. u.u allora non sono l’unica!!!! anche io non ho la tv, ho un cellulare merdex che mi serve solo per chiamare, ricevere e mandare qualche sms, e me ne vanto!!! in compenso vivo a più livelli, sono spesso su internet, uso i social network, leggo i blog, nel frattempo ho una famiglia 2 figli, vivo una vita socialmente normale…. eppure non mi sembra di avere alcun deficit…. anzi… proprio perchè si vive a più livelli non è detto che uno esclude l’altro, anzi si compensano a vicenda!!!!!

  4. Comunque in parte è vero… Va bene stare al passo, con moderazione, ma io confesso che la mia capacità di concentrazione è molto calata da quando devo per lavoro zompettare da un testo all’altro di fretta e di corsa su (e non) Internet. Però Twitter no, non mi avrà! (se non altro perché le mie dita un tempo erano velocissime sul pianoforte ma sulla tastiera di un telefonino nononono! si rifiutano)

    1. Mi permetto di dissentire, non è che si è obbligati a seguirlo dal telefonino, a me sembrebbe di essere monitorata peggio che averci una cavigliera di controllo* se lo facessi, infatti lo uso solo dal pc.
      E a volte solo per leggere. Molto di rado lo ammetto! Ho sempre qualcosa da dire… di norma a sproposito, come adesso!

      *un paragone a caso… 😀

    2. Tranquilla a me capita che vengano a dirmi: eh certo che ne hai di soldi da sprecare eh… sempre lì a digitare sms su twitter!
      E lo fa gente che usa twitter convinta che si possa solo come fanno loro… e non gente che non lo usa per cui capisco benissimo l’equivici, 140 caratteri=sms!

      Sesquipedale… me la segno! 😀

  5. non ho la televisione e twitter mi annoia, ma se avessi vent’anni, o anche trenta, lo troverei strabiliante, come effettivamente è. credo sia una cosa legata all’età, quando si ha bisogno di specchiarsi per imparare il chi e il come, per sentirsi come gli altri. Poi le strade si differenziano. con gioia.

  6. Io sono per l’uso a scopo terapeutico di internet. Sarà una fissazione o un’idiozia ma a me ha aiutato tantissimo quando 7 anni fa passai un brutto periodo con attacchi di panico e ansia. Era la mia finestrella sul mondo e il mio “appiglio” per non aprire la finestra e buttarmi di sotto. Grazie al blog che avevo ho conosciuto persone splendide che sono diventate grandi amici nella vita reale, grazie ad internet ho “conosciuto” quello che era prima una passione e ora piano piano sta diventando un lavoro (speriamo) e gli attacchi di panico sono un lontano ricordo.

    1. Sono d’accordo con te, ognuno ha il suo personale approccio alla vita, in certi casi come il tuo e il mio, la comunicazione su internet con un blog o magari con facebook ( che personalmente mi desta ancora molti dubbi ) può avere effetti benefici sulla propria forma di ansia e di depressione o di sollievo al dolore.
      Esistono persone fortunate, che hanno ancora molti amici, interessi di lavoro, che possono farne a meno; per non parlare degli accidiosio di quelle persone troppo avanti con l’età per saper usare il computer o internet.
      Il resoconto di Elasti su una persona anziana che rifiuta per personali convinzioni queste forme di moderna comunicazione, è perfetto nel suo genere, capisco bene quel signore, mi provoca tenerezza ed empatia.
      Senza esagerare o diventare internet-dipendenti, però la comunicazione fa parte dell’essere umano, aiuta a condividere i propri stati d’animo e ad analizzare sè stessi, perchè arrivato abbastanza lontano nei miei anni ho scoperto che noi possiamo essere i nostri peggiori nemici, se non riusciamo a conoscerci e provare a sopportarci.

      1. in realtà si trattava di una mia coetanea. questo mi ha destato qualche dubbio. lei era una che potrei essere io se non fossi dall’altra parte. se fosse stato un anziano signore non mi sarei interrogata tanto.

    1. Una scuola, davanti a una scuola, su un autobus che va o torna da una scuola….
      La dichiarazione sui deficit d’attenzione bestiali dei ragazzini mi sembra tipica di un’insegnante (ma da madre di due figli la condivido eccome!) 🙂

      Joelle

  7. ”cum grano salis”, credo che valga cosi’ un po’ per tutte le cose.
    Un conto e’ restare fermi e non accettare minimamente le novita’, un conto e’ ”piegarle” alla nostra utilita’, no?
    …con tuttto che a me i vari facebook-witter-vattelapesca non li uso perche’non piacciono.

  8. Internet è un mezzo e come tale va usato. Non leggo e book perché mi piace il fruscio della carta e anche sottolineare le frasi più belle o divertenti. Non sono su FB o Tweetter ma ho un blog, seguo uno o due forum, leggo altri blog. C’è la tv in casa, spessissimo spenta, ma non wii o ds e giochiamo a carte, monopoli, lego, andiamo al “parchetto” con la spalancata a correre in bicicletta, lavoro a ferri e ricamo e incollo le toppe invece che cucirle, faccio la pasta in casa e compro cibi pronti surgelati.
    Penso si possa stare sia dentro che fuori, dipende dal momento e dal contesto. Però mi rendo conto di essere diventata molto più frenetica.
    Roberta

    1. Roberta, condivido (fra tutti) il tuo pensiero. Anch’io sono come te, cerco di usare internet e il suo mondo più che farmi usare. Con fb c’è il rischio di perdersi via e infatti lo uso pochissimo (twitter non lo uso proprio, l’idea dei follower mi inquieta, sarà perché sono una sagittario libera e felice, mah!)

    2. Ti quoto. Sono una a-social network, ma sono sempre e comunque nella “rete”. Il blog di Elasti è per me acquasanta, ad esempio. Come te sono su forum che mi hanno aperto un mondo, ho avuto un blog, mi piace navigare, cercare e ricercare. Mi piace comunicare. Sono una mezza sociologa..e penso che tutto questo sia assolutamente normale..è il segno di questi tempi e non esiste torto o ragione. Ps_ Su sky stanno danno “the social network”..

  9. se al liceo ci fossero stati twitter e i socialcosi sarei ancora lì, e non perché ne abusi, ma perché la rete, in generale, risucchia molto del tempo che si potrebbe passare a fare milioni di altre cose (tipo leggere libri di carta come diceva il tuo interlocutore/trice)

  10. elasti, il tuo condividere è un condividere molto sano.
    tu ci fai ridere, ci fai riflettere, ci emozioni, ci fai pensare che siamo tutte sulla stessa barca. e ci fai un gran bene.
    e poi, devi riconoscertelo, non sei mai eccessiva. non ci dai libero accesso alla tua vita privata ma ci apri finestre per vedere un attimo. ci hai sorpreso quando hai parlato di tuo fratello e continui a farlo quando ti lasci sfuggire indizi sul tuo passato ma anche sul tuo presente. tu per noi hai segreti ed è giusto sia così.
    sei un perfetto equilibrio.
    sei l’esempio di come bisognerebbe utilizzare questi mezzi: i blog, i social network e tutto il resto.
    sei una funambola e sei bravissima.

  11. Secondo me, avendo due figli che tra poco ne sapranno più di me in questo campo, è obbligatorio essere dentro e non chiudere le tende. E devo dire che non è così male: un po’ di facebook e un po’ di twitter, a patto che non diventi un’ossessione, sono anche divertenti.

      1. in effetti oggi non possiamo non conoscere certi strumenti, i nostri bimbi stanno crescendo con questi! poi condivido i tuoi dubbi, ne siamo molto immersi. Quando condivido certe esperienze di mio figlio poi penso che un giorno magari mi odiera’ per questo…

  12. Non penso che si possa giudicare così nettamente la scelta di vivere intensamente nel mondo virtuale, così come quella di rifiutarlo con fastidio.
    Non penso ci sia una parte giusta e una parte sbagliata da cui stare.
    Esiste un’opportunità, quella di esprimersi, conoscere e farsi conoscere anche attraverso i social network, i blog, i forum, le chat, le communities : si può coglierla oppure no, consapevoli comunque che la quantità di tempo a disposizione è sempre di 24 ore al giorno e ciò che si dedica a qualcosa lo si sottrae necessariamente a qualcos’altro. Sono scelte.

    Io personalmente ho provato Facebook, ma l’ho trovato noioso, autoreferenziale e soprattutto ansiogeno. I pochi amici che ho trovato o ritrovato in quell’ambiente li ho rapidamente “trasferiti” nel mondo reale e ora li sento al telefono o li incontro di persona. Secondo me è molto più gratificante.
    I rapporti virtuali vanno bene quando sei molto giovane perchè ti consentono di metterti in gioco senza esporti e di allontanarti senza troppi traumi quando ne hai abbastanza.
    A 46 anni, sinceramente, io ho bisogno d’altro: pochissimi amici, ma veri, reali, concreti.

    Joelle

  13. E’ la stessa sensazione che provo a volte anch’io, ma se me ne fossi rimasta barricata in casa con le tende chiuse, non avrei avuto modo di conoscere tante persone che ora sono amiche… E non avrei conosciuto mio marito 😉

  14. In rete ho conosciuto tante persone che sono diventate amici di carne e ossa, con tutto ciò mi rendo conto che devo stare attenta a non farmi risucchiare tempo, energie, diottrie, e via dicendo. No tengo Feisbuc, e ne sono contenta, sto meditando su Twitter con molta diffidenza.

  15. Eh si come in tutte le cose il troppio stroppia e la ragione non sta mai da una parte sola…frasi che possono sembrare retoriche ma esistono da sempre e quindi un fondo di saggezza ce l’hanno.Non accetto chi “vive” sui social network cosi’ come non posso accettare che ci siano ancora persone che se la tirano e si vantano di non aver il computer,nel 2012!

    1. Uso il pc tutto il dì per lavoro (mi definirei una utilizzarice esperta, uso programmi particolari, sono web manager ecc ecc) e navigo pure, per lavoro. Lo smartphone è meraviglioso per le foto, i filmati e all’occorrenza come navigare. Insomma io adoro tutti questi mezzi strabilianti, che quando avevo 15 anni non avrei mai immaginato. E ognuno ne fa l’uso che ritiene più adatto ai suoi interessi. Sono un mezzo, non un fine. Io a casa preferisco leggere, vedere film, fare giardinaggio, giocare con cane e figlio ecc ecc. Non frequento social network perchènon saprei cosa dire e a chi dirlo. Mi bastano i giornali e le chiacchiere con amiche, amici e parenti. Le giornate sono comunque semrpe troppo corte e non riesco mai fare la torta che volevo fare o ad andare a vedere la mostra che volevo vedere o a fare il giro in bici che mio figlio mi ha chiesto di fare. Di avere amici su facebook non me ne frega niente. Ma se avessi 20 anni sarebbe diverso. Immagino sarà diverso per mio figlio. Io sto bene così e, dietro le mie tende chiuse, sinceramente mi sento sollevata. Stare al “centro del mondo” non fa per me… Preferisco la penombra e un bel vecchio disco di Neil Young, un buon libro e una birra. Mio figlio, di là gioca con l’Iphone, suppongo.

      1. Cecavo un commento che mi rispecchiasse prima di scrivere il mio…e l’ho trovato…la penso esattamente come te! Una chiacchiera con le amiche, un bel libro, un puzzle con mia figlia….ecc. le poche volte che mi capita a casa di stare su Internet mi sembra di “rubare” dei pezzetti a cose più belle e importanti….fermo restando tutte le positività di un mezzo strabiliante che da bambini non avremmo neanche immaginato….

  16. Ho letto Elasti per la prima volta circa due anni fa su D di repubblica. La foto era(è) stupenda, un viso dietro un computer portatile, gli occhi di Elasti e la tovaglia di cotone. Colpo di fulmine.
    Non ho letto i suoi libri ma da allora leggo il suo blog, è stata la mia prima finestra su questo mondo virtuale. I primi post erano molto meno composti di quelli di adesso, una sorta di diario terapeutico. Negli anni sono diventati più strutturati e hanno incontrato un vasto pubblico di donne e qualche uomo. Ora aggiorna il suo blog con regolarità teutonica 3/4 post alla settimana.
    E’ normale che si senta un pò stressata e un pò la voglia di tornare nell’anonimato.
    Elasti chiudi pure le tende, riaprile quando ne avrai voglia, e se non lo farai non ti dimenticheremo lo stesso.
    Lori

    1. sotto scrivo in pieno. E’ un diritto sacrosanto quello di ritrovarsi… A stare sempre connessi si rischia lo straniamento.

    2. in realtà i miei dubbi non sono tanto sul blog. certo a volte scrivere la sera un po’ mi pesa ma il divertimento supera la fatica. se riuscissi a mantenere la mia frequentazione della rete limitata al blog sarebbe fantastico. il problema è tutto il resto, il contorno. e forse in questo lo smart phone contribuisce a risucchiarmi.

  17. Brava, interrogati (e, mi raccomando non sbagliare a risponderti)! Sarai anche distratta, ma questo e il 3° post in 3 giorni: sono deliziata dalla tua distrazione
    Fatalaura

  18. wifi, wi max, smart phone, Lte, cellulari.. possono causare il cancro. le radiofrequenze possono causare il cancro sorpattutto nei bambini e tantissime altre malattie.
    Purtroppo, non se se avete notato anche voi, quando vogliono promuovere questi prodotti e le antenne che li fanno funzionare, partono sempre dalla e democracy, colmare il digital divide, l’opportunità, il servizio.. ma NON parlano MAI dei rischi.
    vogliamo dirlo che in italia, ultimi dati, 2.100 NUOVI casi di babmini che si ammalano di cancro, l’anno? ci rendiamo conto??? quindi una cosa è internet, un’altra è la tecnologia con cui funziona: le reti cablate (cavo, fibra) sono considerate sicure: le connessioni senza fili NO.

      1. addirittura. il numero cresce al tasso di 1,5-2 per cento l’anno. si può abiettare che non tutti i casi sono divuti ale radiorequenze. certo. è comunque un dato che negli ultimi 20 anni c’è stata un’impennata. i tempi di latenza di alcuni tumori poi sono lunghi..
        un altro dato è che il limite di esposizione ai campi elettromagnetici raccomandato è, nel medio termine, 0,2 V/m. Alcuni scienziati dicono che stare anche sotto lo 0,2 sarebbe meglio.

    1. Santo cielo….! 🙂
      Mi risulta però che non esistano a tutt’oggi dimostrazioni scientifiche serie del danno che secondo qualcuno provocano le radiofrequenze.
      Solo ipotesi, spesso manipolate a fini politici.

    2. se hai dei dati più precisi e le fonti, me le passi? vorrei parlarne in riunione di condominio. qui tengono accesi gli airport o i modem notte e giorno, e io capto almeno 20 linee adsl, alcuni più potente di quello che ho io in casa, senza contare ovviamente tutte le onde radio, dei cellulari ecc.
      i modem, almeno di notte, spegnamoli!
      chiara

      1. Risoluzione del Consiglio d’Europa n. 1815 del 27 maggio 2011, , traduzione italiana
        Risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2009, The Venice Resolution, 6 giugno 2008, The Benevento Resolution, 19 settembre 2006, Rapporto Bio-Initiative Working Group (2007, 2009, 2010) Electromagnetic Hypersensitivity, OMS, 2006
        Effetti biologici e sanitari a breve ea lungo termine delle radiofrequenze e microonde, Prof. Dott. Angelo Gino Levis, di qualche anno fa
        interessante anche questa intervista :
        http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/06/20/528124-elettrosmog_intervista_fiorenzo_marinelli.shtml

      2. @?
        Grazie per l’articolo linkato. Davvero molto interessante, riassume buona parte delle notizie lanciate dalla trasmissione Report.
        Attenzione quindi a far usare troppo presto il cellulare ai nostri figli e figlie, non sappiamo ancora bene quali saranno le conseguenze a lungo termine. 😦

  19. Ma perché, chi ci sta su twitter o facebook non perché è moda ma perché ne ha piacere usa il proprio tempo per fare una cosa che vuole fare. Non ci sono sostanze che danno dipendenza è solo più o meno divertimento. Se io vado in piscina a nuotare lo faccio perché mi piace e se posso e se questa cosa mi prende la faró appena posso e più che posso. Estraniandomi dagli altri e non leggendo libri o uscendo. Quando mi stanco smetto: di nuotare, di twittare, di leggere libri o post. Meglio più strade da scegliere che un senso unico

    1. Una puntata di Report ha cercato di fare chiarezza in merito alla pericolosità dei cellulari e dei cordless. Vista quella ho deciso di essere prudente e di installare per il piccolo di casa un telefono tradizionale, quello con la cornetta per intenderci, così quando si fa le sue telefonate chilometriche con i nonni, noi ci sentiamo meglio. 🙂
      Link della puntata del 27/11/11:
      http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-dbe508b1-0a45-4bfa-8252-a727bbeb2efd.html

  20. io credo come tutte le cose la verità stia nel mezzo, io da quando ho il blog perdo più tempo sui vari social network ma non per questo ha smesso di vivere la mia vita reale che anzi è la linfa di quello che scrivo.
    Cmq ogni tanto un po’ di disintossicazione alla “Severgnini” non farebbe male. Forse.

  21. io sono certamente un esibizionista ….. ma anche una che ha sempre immancabilmente cercato la convisione in tutto, ragazz… se non ceran questi mezzi ( e prima non cerano) provvedevo a voce e carta…mi han solo dato una mano……. I thinK is better!

  22. mah..io ci sto dentro fino al collo nel mondo dei ragazzini col deficit di attenzione, e dico sempre che se fossi pischella oggi me lo avrebbero diagnosticato…MA credo così tanto nella ricchezza della varietà che onestamente non vedo nessun buon motivo per uscire da questo mondo e chiudermi dietro tende e porte tra gente tutta troppo nota e simile….quindi:perchè dovrebbe essere la parte sbagliata?? probabilmente è solo quella per cui hai maggiore affinità, il che la ende perfetta per te, no? 😉

  23. In Italia ci sono quasi 30 milioni di utenti unici che si collegano a internet ogni mese. Facebook ne conta 21 milioni. Chi non c’è non ci vuole essere. Il fatto è che per molti internet è facebook… Cmq i social possono essere strumenti utili per raccontarsi e per condividere notizie, informazioni e i propri interessi, trovare altri che li abbiano simili e che ti possano suggerire nuovi spunti… Chi pensa ancora al voyeurismo e alla mancanza di privacy come base sostanziale dei social network non li ha ancora capiti… non ha capito che la rete ha pervaso il mondo reale perchè abbiamo strumenti che in mobilità possono essere effettivamente degli strumenti utili, pensate in ambito culturale ad applicazioni in realtà aumentata… Poi ad esempio su twitter ci sono fior di giornalisti che informano gli utenti dalle zone calde del mondo, in Italia la prima notizia dell’incidente di Viareggio è stata pubblicata proprio su twitter. Mi fermo per non annoiarvi… scusate deformazione professionale… Baci.

    1. Salve cugino S., grazie delle informazioni.. riflettiamo insieme.. tanta gente è costretta ad utilizzare il cellulare per lavoro. in ISRAELE sui telefonini dovrebbe apparire la scritta simile a quella delle sigarette, in ITALIA ci propongono (diciamo NO!!) il box, la scatola nera sulle macchine che funziona come un cellulare sempre PARLANTE, come stare sempre al telefonino, che emette la massima potenza perchè, spostandosi, cerca costantemente celle a cui attaccarsi.. senza pensare alla privacy.. non so come la pensi tu, ma, il wireless non è un bene primario, la salute si!

  24. il punto fondamentale è che non esiste un “giusto” e uno “sbagliato” a priori, no? ognuno fa quello che ritiene giusto per sè, e critica quanto ritiene sbagliato… per quanto riguarda il discorso in generale, anche io penso si dia troppa importanza a questi mezzi…. ma una volta c’era chi odiava la tv e ora sta pian piano passando in secondo piano… … insomma, è un adattamento ai tempi, l’unica cosa è magari usare il pc con moderazione e non voler essere connessi a tutti i costi sempre (una cosa che mi fa orrore, tipo quelli che hanno l’applicazione fb nel cellulare, ma dai che roba è???)

    1. l’applicazione facebook nel cellulare me la sono trovata, e anche se su facebook non vado mai, se faccio una foto carina poi faccio “invia a facebook” (è già predisposto) e me la manda lì così se mio marito è in giro per lavoro vede ad esempio foto dei bambini senza che gli intasi la posta o digiti niente (neanche la password!). Poi su fb non vado mai perchè non mi interessa, ma so che lui ci va e così magari vede la torta a forma di aeroplano fatta dalla mia amica per il compleanno del figlio, la partita di basket, il disegno carino…

      1. ecco mi sono contraddetta da sola… hai risposto come intendevo io, uno sceglie l’uso che vuole… imviare le foto al marito certo è un’idea carina. ma tante volte in autobus, tantissime, vedo gente di tutte le età con l’i-pad che sta guardando su fb…boh mi pare un po’ strano. sarà che mi piace guardare fuori dal finestrino!! 😛

  25. Uso molto il pc per lavoro, leggo le notizie, gironzolo con moderazione tra qualche blog, frequento saltuariamente un paio di forum ma ho un’allergia per i social network.
    Facebook e simili hanno generato una specie di nevrosi ansiosa collettiva: c’è gente che, quando fa qualcosa o va da qualche parte, il primo pensiero è di renderne edotta la comunità virtuale e di postare foto a documentare l’evento; c’è chi entra in crisi perchè ai suoi post riceve solo 50 “mi piace” e ne voleva 100; c’è chi controlla ossessivamente la bacheca e si sente perso se non gli ha scritto nessuno; c’è chi pur di esibire 10.000 “amici” accetta contatti da chiunque; c’è chi si sente in dovere di raccontare e mostrare tutto di sè e in diritto di sapere e vedere tutto degli altri….
    Mi connetto, appaio, tutti possono vedermi…. dunque esisto.
    No, io non sono così.
    Mia figlia 17enne sta giungendo alla fine della sua sbornia da Facebook: dopo mesi trascorsi a connettersi in ogni momento libero (al punto che ho dovuto limitarle l’uso del pc) adesso dichiara che “tutto sommato è una noia e un peso” e grazie a dio si occupa d’altro.
    Speriamo che anche per tanti adulti che hanno subito una penosa forma di regressione arrivi presto questo momento.

  26. io credo che sia importante stare al passo con i tempi, altrimenti si resta fuori; quello che è fondamentale è trovare un equilibrio e una giusta misura!
    Cmq io penso che i social network, siano qualcosa di completamente diverso da un blog: non si può paragonare “vivere su facebook”, allo scrivere un blog
    😉

  27. Goditela ancora per un po’. Credo tu sappia che non può durare in eterno. Tempo qualche anno (a voler esagerare) e lo hobbit grande ti proibirà di scrivere di lui nel blog…. e così via. Mi dispiace scriverlo, perchè ti leggo con piacere, e molto. Ma credo che il blog debba essere necessariamente a tempo limitato, visti gli “argomenti” che tratti… Ciao

  28. la tua conoscente ha ragione.
    l’attenzione è un sistema a capacità limitata.
    se pretendi di leggere il giornale, scrivere un libro e contemporaneamente chattare, sei un genio se riesci a fare “tutto alla carlona”.
    nel peggiore dei casi sei (o risulti) un’idiota

  29. belli tutti i nuovi strumenti e con moderazione, che tutti impareremo.
    A twitter devo pensare, non l’ho mai guardato per ora. Mi accorgo che negli ultimi giorni mi sono messa … a guardare la gente, per strada, in metrò, non a guardare la posta.
    Vedere due persone in auto, ognuno che smanetta sul suo telefonico (sì, anche il guidatore!) è un po’ triste, poi magari hanno solo approfittato della coda e nel resto del tragitto hanno chiacchierato, oppure avevano litigato…
    Però non demonizziamo le nuove tecnologie, per piacere.
    Per chi ha paura dei campi elettromagnetici ricordo che un PHON ha una potenza di 1.200 watt e lo mettiamo vicino al cervello, un cellulare di circa 1 watt, quando non è a riposo. E se tenete conto che ogni campo elettrico variabile genera un campo magnetico variabile quello del phon è “solo” 1.200 volte più potente. Le onde di cui è dimostrata la pericolosità per un essere umano sono quelle che possono danneggiare il DNA (raggi x) o i tralicci dell’alta tensione (milioni di volt), se avete tanta paura delle onde elettromagnetiche dovreste stare sempre all’ombra perchè il sole ci irradia tantissimo di onde.
    Per precauzione comunque il wi-fi andrebbe tenuto spento quando non serve perchè trasmette SEMPRE, mentre il cellulare trasmette solo mentre lo si usa e quando ogni tanto cerca la cella. Si può usare l’auricolare per non avere la trasmissione vicina all’orecchio e al cervello.

    1. effettivamente l’organizzazione mondiale della sanità ha classificato le radiofrequenze nella stessa categoria di rischio dei tralicci dell’alta tensione.
      il problema poi dicono alcuni, è la durata dell’esposizione, più tempo sei esposto e più i rischi aumentano. cmq se ance tu hai altre informazioni dati passacele.

  30. Quante dicotomie, chi è dentro e chi è fuori, chi è nel giusto e chi è nell’errore… In realtà, qui siamo davanti alla fondamentale dicotomia di chi non ha dubbi e cdi hi li ha. La cosa ragionevole da fare è sempre la seconda, ma purtroppo si espone il fianco alla sicumera di chi si pone nel primo gruppo. Solo che la sicurezza di avere ragione non significa averla!

  31. est modus in rebus
    per me facebook e’ il modo di tenermi aggiornata sui miei amici (reali) lontani e di condividere con loro molte cose
    logicamente su fb metti solo quello che vuoi (io xex per scelta non ho foto, e neppure dati biografici tranne gli obbligatori) cosi’ ciascuno condivide fino al punto che preferisce
    non credo che fb mi impedisca di avere una vita sociale reale, anzi molte volte l’intensita’ di relazione che si costruisce in esso (ripeto: i miei contatti sono persone che conosco nella vita reale) nella vita reale me la sogno: non sempre e’ possibile salire in macchina ed andare a trovare un amico, soprattutto se sta a 200 o 600 km di distanza…
    non mi sono autoimposta limiti, ma xex non ho applicazioni per navigare dal cellulare ed in vacanza tendo a non portare il computer e a non avere internet (poi c’e’ piu’ gusto a raccontare, e, come in ogni relazione, e’ bello se c’e’ anche del mistero)

  32. Non credo esista un modo giusto o un modo sbagliato di approcciare la rete. Ognuno, purchè maggiorenne e consenziente 😉 la usi come più gli aggrada! Per i minori, si spera nel buon senso e nella sorveglianza degli adulti!
    Per quanto mi riguarda, ho usato Internet per lavoro (facevo ricerche sul management, sull’organizzazione del lavoro e su tematiche aziendali in genere, e mi è rimasta la deformazione professionale della ricercatrice. Se mi viene una curiosità devo trovare la risposta a costo di rimanere collegata finchè non trovo la riosposta. In effetti per me Internet è una splendida enciclopedia! In più sto su alcuni blog carini (questo, uno su Brunella Gasperini e uno su uno dei miei attori preferiti – Gigi Proietti -). Il cellulare invece per me è solo un telefono. Ho un Nokia del pliocene che si limita a fare e ricevere telefonate e mi sento un genio quando mando un sms, o metto la sveglia!
    Cristinadiroma

    1. sto diventando una tua fan sfegatata: ami anche tu brunella gasperini!!! ma che blog segui!? io mi limito a rileggere fino alla consunzione i suoi libri…

      1. “Quelli che amano Brunella Gasperini”
        http://b l o g PUNTO g a s p e r i n i PUNTO o r g/
        L’ho scritto come hai fatto tu per evitare problemi a “RossaArirossa” la webmaster 😉
        Ha messo anke la copia di qualche libro introvabile e fuori catalogo…..
        Se ti iscrivi e le chiedi id e passw te li puoi scaricare.
        Credo che chi ama il blog di Claudia non possa non amare Brunella! Per me è un mito!
        Hanno un modo analogo di presentare la vita in famiglia e in una occasione l’ho scritto ad Elasti che ne è rimasta compiaciuta!

    2. brunella gasperini!!non la ricordavo più…ora mi iscrivo subito..l’ho scoperta a dieci-dodici anni a casa della mia zia di milano che aveva tutti i suoi libri e per tutta la vacanza estiva ho letto.garbata ed elegante, una signora come ce ne sono poche(e noi sappiamo chi…)
      sul fronte tecnologia sono una che annaspa e pasticcia, ma ho un pc a led(bellissima luce)un smartphone e un tab della stessa marca che vanno in internet quando mi serve mostrare il mio sito di lavoro in giro, leggo la posta e scrivo alle offerte di lavoro(che non rispondono mai, che sgarbati!).qualche mese fa ho spiegato al telefono a mio papà di 80 anni come installare skipe sul suo pc per parlare con nostra nipote a Londra, e funzionava!però lui insiste a spegnere il pc alla sera e accenderlo quando gli va, quindi ogni volta che voglio chiamarlo devo prima telefonargli, per fargli accendere, anche se paga uguale, e non riesco a farglielo entrare in testa….per fortuna abbiamo un contratto che parliamo gratis al fisso…almeno le distanze non sembrano così grandi!e soprattutto quando deve spedire una mail con allegato mi telefona e io lo guido con “in alto a sinistra, no a destra, vedi una graffetta blu? ” ” no è rossa e non è una graffetta!” “no non quello no non toccarlo!!!” “perchè? e poi dovevi dirlo prima, ormai l’ho toccato, ora cosa faccio?” e così via……..devo dire che il nostro rapporto non è mai stato più divertente!!

      1. Anche per noi, da quando ci vediamo su skype con i mei genitori e’ un teatrino ogni giorno… Che risate, ma santo Skype che fa vedere i nonni ai miei bimbi ogni giorno. Oramai il piccolino di un anno e mezzo si piazza di fronte al computer a comincia a gridare “nonniiiiii” pure quando il computer e’ spento.

  33. per quanto possa valere io niente fb nè twitter, che trovo noiosissimi, ripetitivi, inutili,
    tranne una frase carina che mi hanno riportato di un tipo che ha scritto su twitter : MI E’ CADUTA LA MACCHINA DA SCRIVERE E HO SCRITTO UN LIBRO DI FABIO VOLO 🙂
    buona serata.

  34. Benvenuta nel club cara Elasti! Ma mi sono data una risposta: il mondo a avanti, che il progresso sia bello o brutto bisogna adattarsi o si rischia di “soccombrere”.
    Infondo c’è un proverbio orientale che dice “sii flessibile come una canna, che al vento si piega ma non si spezza.”

  35. basta che non smetti col blog a breve che l’ho scoperto da poco e mi strappa sempre un sorriso 😉 per lavoro (o meglio quell’ibrido strano tra lavoro e studio che è il dottorato) mi occupo spesso di cose che riguardano la sicurezza su internet. ho colleghi terrorizzati alla sola idea di un dato personale in rete (al massimo hanno un profilo facebook fake a scopo di ricerca) e altri, come me, che usano tranquillamente blog, social network e quant’alto, con qualche minima precauzione. anche perchè stando quasi tutto il giorno davanti al computer per cose più serie i social network sono valvole di sfogo fantastiche quando senti il bisogno di staccare cinque minuti! però io mi sono imposta di non usare cose non essenziali per lavoro sul cellulare, sennò sul serio addio vita sociale!

  36. ….ognuno in fondo ha i suoi x’…il mio blog è nato x’ avevo da comunicare un Mondo intero ad una persona speciale, Una in particolare, ed un anonimo ed innocuo (?!) blog me l’ha permesso…mi ha regalato La seconda opportunità…ma non si è limitato al virtuale, io il Mio Corto Maltese oggi lo posseggo, nella sua essenza più Vera…e chi li dice cosa sia più Vero a qs mondo?! 🙂 Pandora, internet dipendente, felice!!!

  37. ciao a tutt*. ho un po’ di remore a disquisire sull’argomento perché non credo di essere in grado di esprimermi brevemente senza sfociare in una banalità devastante. quindi prendo solo un pezzetto della questione, piccolo piccolo, ma per me significativo, e speriamo bene.
    il concetto di multitasking secondo me è una fregatura. la percepisco come l’imposizione di un sistema che già da molto tempo ci vuole flessibili, precari e modulari, e che sfornando una parolina che appare tanto cool e auto-gratificante, ci spinge ad affannarci dietro a mille piccoli obiettivi etero-indotti e dispersivi. accidenti, non ricordo dove (forse su «internazionale»?) ho letto un articolo che raccontava come il multitasking e la modularità portino ad un approccio conoscitivo e a una riflessione rapida che disabituano alla concentrazione profonda (e prolungata) necessaria a formulare il pensiero filosofico… in poche parole, si pensa poco e male, si produce conoscenza posticcia e superficiale, non si fa ricerca e il pensiero, individuale e collettivo, non si evolve…
    scusate se sono stata prolissa, raffazzonata, e forse un po’ OT, ma ce l’avevo sullo stomaco, questa cosa del multitasking…
    buona serata

    serena

    1. CONCORDO! Il mutlitasking è una boiata pazzesca! E lodare le donne che lo sarbbero di più, dicono, equivale a incastrarle a vita… E i bambini diventano solo più frenetici e superficiali, non più abili o intelligenti.

    2. concordo con te che c’e’ il rischio
      ma anche questa abilita’ sta a noi esercitarla o meno :-O
      personalmente ho momenti di multitasking e momenti di riflessione e concentrazione sia acuta sia profonda (lo debbo fare per lavoro), l’una cosa non esclude l’altra!
      e’ una cosa che agisco io, anzi talvolta saltabeccare su facebook mi aiuta molto la concentrazione nel lavoro :-O (xex mentre programmo) altre volte se voglio sperare di portare a termine il compito che mi sono prefissa devo forzarmi a non aprire fb, le mail, skype 😉
      ma sono io a decidere!

      1. Multitasking…
        Come sempre, si tenta di rendere affascinante un concetto appiccicandogli un nomino sfizioso, possibilmente in inglese.
        Ma il concetto è di una banalità stratosferica: saper/dover fare tante cose tutte in una volta.
        Si è sempre fatto, a memoria d’uomo, tutti quanti, chi più chi meno, uomini e donne.
        E sempre si farà.
        Non vedo perchè farla tanto lunga.

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