ieri sera.
“sei pronto?”
“prontissimo”
“quale pagina è?”
“questa”
“allora, parlami della montagna. hobbit piccolo no! non in piedi sullo sportello della lavastoviglie!”
“la montagna?”
“be’, il titolo del capitolo che dovevi studiare è ‘la montagna’, fai un po’ tu…”
“ah. sì. dunque… la montagna è… fatta così… a cono!”
“mamma, possiamo vedere un film?”
“a cono??? no, hobbit di mezzo: nessun film. non vedi che tuo fratello sta studiando?”
“no, cioè. a cono rovesciato…”
“senti, facciamo così: io ti restituisco il libro, tu riguardi la pagina e tra dieci minuti ti interrogo”
“no! no! ho già studiato. la so bene!”
“allora dimentichiamoci del cono e dimmi… la montagna è molto o poco popolata? e perché?”
“molto popolata!”
“no!”
“ah. già. fa freddo e le strade sono in salita. quindi nessuno vuole andarci a vivere”
“non è esattamente così. comunque. andiamo avanti. quali sono le risorse della montagna? cosa si coltiva?”
“si coltivano ovi e bovi”
“prego?”
“ovi e bovi! sono sicuro. c’è scritto lì. guarda bene!”
“oviNI e bovINI che sono le pecore e le mucche. e non si coltivano! si all…”
“allevano!”
“ma io ti ho chiesto cosa si coltiva”
“questo lo so: legumi, orzo, il segale”
“CACCA-PIPI’-CACCA-PIPI'”
“lA segale e poi? la smetti di urlare hobbit piccolo?”
“e altre spezie…tra cui il formaggio”
“come altre spezie??? mica saranno spezie i legumi, l’orzo e la segale. le lenticchie e lo zafferano secondo te sono la stessa cosa? la farina con cui si fa il pane nero è della stessa famiglia del pepe?! e poi è il foraggio! il formaggio lo si produce da cosa?”
“dal latte, facilissimo!”
“grazie hobbit di mezzo, ma è tuo fratello a dover studiare geografia. perché non ti porti il piccolo un po’ di là a giocare invece di stare qui come il grillo parlante e la scimmia urlatrice?”
“infatti. io così non riesco a concentrarmi…”
“tu non cercare scuse. adesso prendi il tuo libro e vai di là in camera a ristudiare tutto. perché non possiamo andare avanti con questo teatrino”
“ma no! io ho già studiato”
“e io vado a vedere un film!”
“io bimba pezza mia” (= io e bimba, la mia bambola del cuore invece puliamo la cucina con questa pezza, o spugnetta che dir si voglia)
“ho detto in camera a studiare”
“no!”
“ho deciso: mi guardo cattivissimo me”
“no!”
“sì!!”
“bella pezza!”.
superfluo dire che la serata è sfociata in tragedia, con urla, pianti, strepiti, minacce, punizioni e melodrammatica e lacrimosa riconciliazione finale. praticamente l’inferno.
mister incredible, rientrato all’1 di notte da londra, ha trovato lo hobbit piccolo nel suo lettino insieme a bimba e alla pezza, elastigirl e i due hobbit nel lettone, sudati e stremati.
hihiohihi, sono la prima? C’è nessuno qui?????????? 🙂
beh per fortuna che qualcuno sta proponendo di abolire i compiti a casa: anche da noi sono causa di inferni urla strepiti minacce e punizioni… e anche noi facciamo pace con i grattini e il solletico nel lettone, con buona pace del marito sfrattato fino ad armistizio siglato.
E in cosa sarebbe una fortuna..?
A casa mia i compiti si sono sempre fatti e silenzio.
Addirittura mio zio, che lavora per metà del mese in Cina, si collega via Skype per interrogare i miei cugini ormai teenager nel tardo pomeriggio dieci anni fa come oggi.
Non è una fortuna che vogliano togliere i compiti, è una sfortuna che i genitori (non so se sia questo il caso) ci tengano di più a essere simpatici che autorevoli.
concordo..
noi siamo della generazione dei compiti a casa e mi sembra siamo sopravvissuti e anche le nostre famiglie…;)
poi se si eliminano in compiti a casa, vorrei sapere quando i bimbi impareranno a studiare in maniera autonoma: io vedo attorno a me bimbi delle elementari (pardon primaria) e ragazzini delle medie, figli di amici di famiglia o di parenti, seguiti durante il pomeriggio da insegnanti-“ripetizionisti”(anche a volte di fortuna) perchè non sono in grado di studiare da soli e di rimanere concentrati per più di 5 minuti…
anche io sono d’accordo: i compiti sonouna rottura pazzesca per i bambini e per i genitori….ma sono assolutamente necessari perchè i nostri figli sviluppino un minimo di senso del dovere e della responsabilità! Ci maca solo che glieli tolgano!
Ovi e bovi mi ricorda qualcosa ma non saprei dire cosa.
Ora et labora? Risi e bisi?
Romolo e…RemoLO???
🙂 🙂 🙂
Urbi et orbi?????
Oh mioDio! Mi hai improvvisamente riportata indietro di 30 anni….. con mio figlio piccolo accadeva esattamente la stessa cosa e….., non vincevo mai…… 😦
e adessoc cos fa il 30 enne?
hihihi, veramente fa il 40enne………
ok… il 40?.. su dai dicci che non é un disperato anche se aveva la testa altrove a fare i compiti ….
Incredibile come si possa passare dall’usare i congiuntivi correttamente a tre anni ad essere dei lazzaroni somari fancazzisti a nove (uso un linguaggio forte perché parlo soprattutto di me)
uaahaha ah !!
delirioooo … una sensazione che conosco, anche se le età e la composizione è diversa ! mi vedo tra qualche anno !!! deliiiriooo !!
Questa sera qui ruoli inversi, mamma Anette via per lavoro ed io solo con le bimbe. Mentre scrivo sono entrambe già a dormire… nel lettone 🙂
a settembre iniziamo le elementari…non voglio sapere niente, son già terrorizzata…
e fai bene!
=(
….. no magari a te va bene.
Elasti e pensa che da settembre avrai anche l’hobbit di mezzo tra le fila scolastiche…e poi il piccolo… fammi pensare…quando il piccolo sarà in terza elementare…il medio in prima media e il grande in prima superiore??? Un delirio… Forza e coraggio!!!!
Il mio terrore… I compiti! So che la prima ad essere scazzata sarò io, non ho senso del dovere, come farò?
Intanto mi godo ancora la materna, poi ci penserò! 🙂
Uguale uguale a te!!! Il “lavoro” dei compiti mi terrorizza e vorrei che nido e materna non finissero mai!
Ma scusate, ma voi avevate una corte di parenti a sostenervi nell’immane compito dei compiti, fin dalle elementari?! I compiti li devono fare i bambini, sulla base di quello che hanno imparato in classe e che imparano studiando a casa. Punto. Laddove non arrivano a capire e/o a concludere i loro compiti con le proprie forze, devono trovare il senso di responsabilità e l’autonomia per spiegarne i motivi e chiarirsi i dubbi con l’insegnante.
Mirtilla, insegnante che prega i genitori di farsi i fatti loro quando i bambini fanno i compiti
Uhhhh come mi è familiare il tutto!!!!! E oggi è ancora così, a 13 e 11 anni….
Solidarietà infinita
Cla
Vediamo un po’… lasciami indovinare… terza elementare… due mesi circa che ha cominciato con gli orali… tutto quadra!
Voglio accenderti una luce per illuminare il tunnel che stai attraversando in questo momento: tempo un altro mese e andrà come un treno!
La mia primogenita, ora in quarta, non ha più bisogno di studiare gli orali a casa, le basta ripassare appena arrivata a scuola o un paio di minuti a ricreazione per prendere ottimi voti!
Se vuoi una dritta, non dargli MAI l’abitudine di interrogarlo: lascia questo compito alle maestre. Tu FIDATI se ti dice che ha studiato, poi avrai la prova – e la avrà anche LUI – con i voti che porta a casa.
Per il resto, abbasso i compiti i casa, fonte di inesauribile stress per figli e genitori! Ma quando lo scorso anno ho provato a far presente il problema dell’eccessivo carico, sono stata quasi “linciata”… ma non dalle maestre, dalle mamme “maestrine”!
Sono d’accordo, nessuna interrogazione né correzione dei compiti. Sennò fai tu la maestra.
Roberta
veramente… per la mia esperienza personale, loro pensano di aver studiato e di sapere e invece poi al momento non sanno rispondere.
Poi quel che dovrebbe essere ‘orale’ non lo è quasi mai, perchè fanno comunque verifiche scritte.
Ultima cosa le maestre, per lo meno le mie, insistono perchè i genitori seguano i figli a casa; ci tengono!
La penso in modo assolutamente diverso: in terza è fondamentale interrogarli, devono imparare a studiare e soprattutto non studiare a memoria, già in quarta verso la metà si può sentire la lezione ogni tanto. E’ importantissimo poi che imparino a studiare, ma anche solo a prendere in mano il libro e leggere la lezione, se non lo fanno alle medie sarà un disastro perchè è l’abitudine che manca. L’obbiettivo non deve essere il bel voto che arriva a casa, l’obbiettivo è far crescere questi ragazzi in modo responsabile, in modo che facciano quello che è il loro dovere, e se il dovere è studiare si studia, se è risolvere un problema lo si fa bene!
Hai già deciso che facoltà costringerli a fare?
Ho qs paura….
Giungo or ora, sfinita, dall’ennesima interrogazione su otto regioni italiane, abbiamo cominciato ancora mentre faceva merenda, ripassate tutte insieme, domani spauracchio verifica su tutte…ma io dico, otto insieme me le confondo anch’io, i nome dei fiumi, i confini, i monti principali, l’economia, il territorio…mah! la piccola ha preso nove in ogni verifica fatta a regione, ma x domani è preoccupatissima e teme un brutto voto..il grande non si fa quasi mai interrogare, lei mi angoscia in ogni momento, persino qnd cerco di barricarmi dove NOI mamme ben sappiamo. L’anno prossimo le medie, sudo già al pensiero!!! Ma io dico, se si lavora già bene a scuola, x’ caricarli così? Piccoli stressati crescono!!!
oh poveriniiiiiii…. è grazie a queste mamme trepidanti che in tv si sente gente diplomata che non sa in che regione sia bologna….
Mah, scusa non per polemizzare ma mi sembra che tutte noi alle elementari abbiamo studiato geografia così e abbiamo avuto le verifiche sulle regioni (sì, tutte)… direi che la scuola funziona così, no? Non mi sembra un dramma o uno stress 😉
concordo con Carol! Mai interrogare i figli. Devono imparare da soli se hanno stuiato a sufficienza oppure no. Correggono il tiro man mano che vanno avanti…se continuiamo a interferire con aiuti e consigli non capiranno mai dove migliorare. Diamo un pò di fiducia ai ns figli!!
e soprattutto mai fare i compiti al posto loro…
se non hanno capito un argomento è giusto che la maestra si accorga della lacuna e pensi a colmarla…
il guaio è che quasi mai le maestre se ne accorgono, vanno avanti col programma seguite solo dai più bravi e chi s’è visto s’è visto!
(se non gliele avessi spiegate io, il mio secondo starebbe ancora a lambiccarsi il cervello sulle divisioni a due cifre!!!)
Caspita ragazzi, ma allora capita così ovunque! Magari mio figlio non sarà il bimbo più attento sulla faccia della terra , ma che io debba sostituirmi alle maestre (almeno 3) per fare in modo che non venga distanziato di anni luce dai compagni è pazzesco ed inaccettabile.
ciao, è da parecchio tempo che non commento, però da insegnante mi inserisco nella discussione con un consiglio da “addetta ai lavori” e da prof del liceo che vede il risultato sul lungo termine. Genitori, che qui leggete in tanti, per favore, non controllate i compiti, non fate i compiti, non provate la lezione, a meno che non risultino gravi, e sottolineo gravi, problemi scolastici. Non hanno fatto i compiti? Mandateli a scuola senza. Sono sbagliati? Meglio: così la maestra può capire che il bambino non è stato in grado di farli e può intervenire. Ma per quale motivo credete che noi diamo del lavoro casalingo? Per mettere alla prova la moralità ed efficienza dei genitori? Per vedere quale famiglia conosce meglio la rivoluzione francese? I compiti servono a responsabilizzare i bambini, a dar loro uno spazio di indipendenza e di rielaborazione che ovviamente a scuola non possono avere. I compiti sono cosa loro, facendovene carico voi fate un danno enorme e produrrete ragazzi svogliati e con disamore per lo studio. Andando a scuola senza compiti incorreranno nelle conseguenze delle loro azioni e – incredibile! – avranno imparato una lezione. Loro sono in grado di reggere lo stress di una sgridata della maestra, e voi?
Tutto ciò che vi è richiesto è predisporrre un luogo adatto allo studio e organizzare la giornata perchè vi sia del tempo appropriato da dedicargli, in un tempo in cui i bambini non siano stanchi, sovraeccitati e distratti da altro. Sta a loro imparare ad organizzarsi in quel tempo e in quello spazio. Questa è la lezione fondamentale che la scuola elementare deve e vuole impartire.
scusate la lunghezza. profSil
parole sacrosante. Io e mia sorella (adesso io ho 30 anni e lei ne ha 22) siamo sempre state le prime della classe, e i nostri genitori non ci hanno mai aiutate a fare i compiti, se non quando chiedevamo esplicitamente aiuto per qualcosa che non avevamo capito bene (la matematica non e’ mai stata il mio forte, ma me la sono sempre cavata). Se non avevamo fatto qualcosa, andavamo a scuola e pagavamo le conseguenze della nostra negligenza. In questo modo abbiamo avuto ottimi voti e abbiamo imparato a cavarcela da soli.
Guardo adesso i miei cuginetti, di 6, 9 e 15 anni. Le loro mamme passano i pomeriggi a studiare con loro, aiutarli con i compiti, e di fatto, a falsare il profitto dei loro figli. comunque, morale della favola, nessuno dei cuginetti e’ il piu’ bravo della classe o prende voti altissimi. Secondo me e’ perche’ si adagiano troppo sull’aiuto dei genitori, non imparano a fare le cose da soli e nelle verifiche in classe, quando manca l’aiuto, non sanno dove sbattere la testa.
Ho provato a spiegare ai miei zii che devono lasciare che i loro figli imparino a fare i compiti da soli e a prendersi le responsabilita’ delle loro azioni, ma non c’e’ verso.
Sono contenta che i nostri genitori ci abbiano seguite attentamente, ma senza interferire, e insegnandoci a diventare responsabili.
grazie dell’intervento, prof silvia.
personalmente concordo con le parole che scrive.
il discorso sul “lungo termine”: mi sembra interessante..
spesso troppo presi dal tutto e subito, trascuriamo le cose più importanti.. che di solito avvengono invece lentamente..
Posso stampare e appendere a casa il tuo commento?
Parole sante, sono completamente d’accordo con te.
Quando sono andata a “scuole aperte” per visitare la scuola primaria in cui volevo iscrivere mia figlia e la maestra ha fatto lo stesso discorso, non ho avuto dubbi sulla scelta.
Però non tutti gli insegnanti la pensano come te.
grazie. preziose parole
@ prof silvia: magari fosse così facile!!
mi sarei evitata un sacco di scenette come quella di elasti !
ma le maestre delle elementari cominciano fin dalla prima a dire che se i bimbi non studiano la colpa è dei genitori che non li seguono !!
ad un’amica la maestra ha detto che i genitori devono controllare sul diario i compiti che ci sono, e guardare sul quaderno che siano stati fatti tutti, e anche controllare che non ci siano errori !! in quarta elementare !!!
allegra
appunto! anche da noi è così!
Grazie, Silvia.
Mirtilla
@ProfSilvia mi è piaciuto il tuo intervento! Io non sono d’accordo nell’abolire del tutto i compiti a casa ed è giusto che i piccoli e meno piccoli discepoli si ritaglino il loro spazio di indipendenza: certo è che se stanno già a scuola fino alle 4 del pomeriggio il carico di lavoro deve essere proporzionato, altrimenti i genitori sono obbligati ad aiutarli.
Comunque, Elasti, anche io propendo per il take it easy, lascialo fare, personalmente non credo di essere mai stata interrogata dai miei, al massimo gli chiedevo di sentire la poesia da imparare a memoria, ma solo se ero sicura di averla imparata bene e pe farmi fare i complimenti 🙂
Io ho ancora un anno prima della famigerata prima elementare, e sono un pochino in ansia!
Eh si i compiti sono un piccolo dramma. Già quest’anno in seconda, non oso immaginare l’anno prossimo! Ed é sempre una lamentela sul fatto che i fratelli piccoli “fortunati loro” non devono fare i compiti ma possono sempre giocare e ovviamente disturbare. Dobbiamo trovare un equilibrio, e ha ragione l’insegnante che consiglia di non aiutarli. Solo che a me sembra senza cuore che arrivi a scuola senza aver fatto i compiti. In prima era successo una volta all’inizio dell’anno che non completasse una pagina di un compito e la maestra gli disegnò una faccina triste.
Apriti cielo! Ha magonato per una settimana…
E allora adesso comincio a stressarlo il sabato mattina e mi arrabbio io mentre lui continua con apparente serenità a giocare con le macchinine sdraiato per terra insieme al fratello.
Mi sa che devo provare la tecnica del lasciarlo fare e che si assuma le sue responsabilità.
Stasera invece niente drammi da compiti – che per ora ci sono solo nel fine settimana – ma grandi pianti e disperazione perchè alle 21 dopo aver giocato a palla in salotto invece di andarsi a mettere il pigiama pretendeva che io e lui giocassimo una partita a dragonball Z scontro finale….
Per evitare che piangesse tutta la notte ho dovuto mollare i fratelli con un cd delle favole e lasciargli preparare il tabellone di gioco. Due o tre lanci di dadi e promessa di riprendere la grande sfida domani….
…e i compiti per le vacanze? Ma che vacanze sono se hanno un mucchio di compiti da fare? Guai muoversi a Pasqua o a Natale, si sta a casa a afre i compiti!
I compiti delle vacanze sono uno SCANDALO. Se sono vacanze, sono vacanze, a Pasqua hanno quattro giorni sputati e so già che mia figlia alemno uno se lo brucerà a fare quei maledetti compiti delle vacanze.
io trovo che lamentarsi per i compiti dei figli sia una forma di egoismo da parte dei genitori che in tal modo non possono farsi gli affari propri, ma devono adeguarsi ai ritmi dei figli. ecco poi sono quelli che magari parlano male degli insegnanti in casa desautorandoli agli occhi dei bambini… L’AleS
Assolutamente d’accordo con alessandra!
non avete mai pensato che se i genitori di una classe si trovassero con una maestra pazza furiosa – e ne esistono – che assegna compiti sproporzionati rispetto agli allievi ed i suddetti compiti sono svolti in gran parte in toto o con l’aiuto dei genitori della classe la maestra mai si accorgerà di aver esagerato? Partite dal sano presupposto di non aiutare i figli nei compiti. Se la figliolanza non riesce ed è dotata di intelligenza normale come il 99,9% degli studenti o e/o bambini o la maestra ha sbagliato il tiro e può correggersi solo vedendo l’effetto del suo errore, cioè compiti non svolti nella maggior parte dei casi, (come del resto fate tutti voi quando sbagliate sul lavoro, se esistesse un folletto che corregge le vostre magagne senza dirvelo, come scoprire che state sbagliando? non certo perchè un altro folletto vi viene a dire che siete incompetenti, ma perchè vedete che tutto fila liscio), oppure il bambino non sa organizzarsi e non sa studiare, evento abbastanza nella norma perchè non si va a scuola “imparati”, ma si va per crescere ed apprendere. Il metodo di studio universalmente valido non esiste, ognuno ha il suo e voi non potete sostituirvi ai vostri figli. La licenza elementare l’avete già presa. I vostri figli no e non si passa per osmosi: non derubateli della crescita, lasciateli sbagliare, permettete loro di imparare, di imparare anche ad essere sgridati, di imparare a gestire lo stress, ad imparare che l’ansia da interrrogazione fa bene, non uccide, fa crescere e si supera. Da soli e non con genitori che trasformano lo studio in un incubo. Maria Montessori diceva che i bambini sono naturalmente portati all’apprendimento. Basta che non produciate voi l’equivalenza studio = incubo = stress = noia. Non vogliono studiare? Non studino, prenderanno la nota, si sentiranno umiliati, piangeranno, la prossima volta studieranno.
Cavoli Silvia, sai che io sono esattamente come quei genitori lì? Cioè correrrei il rischio di esserlo, tu mi hai fermata in tempo. A settembre il primogenito inizia la scuola elementare e queste tue parole me le stampo e appiccico vicino al comodino….
Silvia, mio figlio di 8 anni frequenta la II elementare. E’ emerso che ha disturbi dell’apprendimento come mi dovrei comportare?
I compiti del fine settimana sono un bagno di sangue.
Mio marito rifiuta “il problema” del bambino, ci incazziamo tra di noi, con lui….il fratellino piccolo passa rasente i muri perchè teme qualche rogna data l’aria che tira in famiglia.
E siamo solo in seconda….io devo aiutarlo (devo?) e come posso fare? Cielo come sono stanca e domani è sabato!
Cara Samy,
mi permetto di risponderti, avendo un “problema” analogo: quando nel mio post ho descritto le regole per i compiti in casa nostra non mi sono soffermata a ri-ripetere la nostra situazione: mia figlia, che ora ha 15 anni, è seguita dalla seconda elementare da insegnanti di sostegno, ma al di là (se così posso dire) di questo, ci siamo accorti che eravamo “sulla strada giusta” quando ci siamo resi conto che questo approccio serviva anche (e forse soprattutto) a lei, oltre che al fratello più piccolo, per responsabilizzarla e rinforzare la sua autonomia, e non solo per quanto riguarda i compiti. Per il resto: forse il problema principale sta nell’atteggiamento di rifiuto del “problema” da parte di tuo marito… Altra considerazione, essendo passata attraverso la stessa trafila: se posso permetterti, prima di accettare “ciecamente” la diagnosi di disturbi dell’apprendimento, senti parecchie campane!!! Si fa molto in fretta (e parlo, appunto, per esperienza), a mettere il “bollino blu chiquita” ai bambini…
Un abbraccio
Floralye
samy, non ti buttare giù, la storia è piena di persone che, pur con disturbi dell’apprendimento, hanno fatto grandi cose. vuoi due nomi a caso? Galieli, Da Vinci, tanto per fare un esempio.
no, scusami, non voglio sdrammatizzare eccessivamente, posso vagamente capire la tua situazione perché mia sorella (psicologa) ha lavorato per un periodo con ragazzi (liceali) con lo stesso problema e mi ha aperto una piccolissima finestra su questo mondo.
coraggio samy, coraggio. e se proprio non ce la fai chiedi aiuto ad un esperto. non c’è niente di male, spiegalo anche a tuo marito, anzi no, ti mando il numero di mia sorella e glielo faccio dire da lei, che le disgrazie son ben altre.
ti abbraccio con affetto
io concordo con te al 10000000%, Silvia. E’ sempre stato il ragionamento che facevano i miei e io farò altrettanto.
Silvia, sono d’accordo su quasi tutto tranne l’umiliazione. A me fa piacere vedere che mia figlia grande (6 anni) si diverte ad imparare e capisce che le è utile. Mi va bene che una maestra o un maestro facciano leva sul suo orgoglio, sulla sua voglia di fare bene, sul suo senso di responsabilità, ma non che la umilino.
Abbiamo studiato la stessa pagina un paio di settimane fa! Abbiamo fatto la stessa scenetta, le stesse urla, gli stessi pianti e la stessa inc… E la storia della montagna, che nessuno ci vuole venire a vivere perche’ fa freddo e le strade sono in salita, e’ la scusa che pare i dottori che dovrebbero essere assunti nel nostro ospedale a 670 mt tirano fuori per non venirci… o le autorita’ competenti usano per non mandarceli, risparmiare e svuotarlo lentamente per farlo morire di morte “naturale”, sebbene tante vite abbia salvato in decine di anni e coi soldi donati da nostri concittadini sia stato aperto. E ora si credono di potercelo portare via… Le favole sono giusto sui libri di geografia dei nostri bimbi!
qui i compiti in realtà non sono un dramma, ma perché li facciamo tutti. e nessuno interroga nessuno, mio marito fa il professore e si prepara le lezioni, io studio per il dottorato e mio figlio da bravo (con un certo orgoglio ormai, piccino…) si siede con noi e si arrangia 😀
concordo con la prof qui sopra: la cosa migliore è lasciarli stare, anche per quel che riguarda il ripetere la lezione. imparare a studiare non passa solo per la metodologia (mi faccio lo schema, o sottolineo, o prendo appunti) ma anche per la “costruzione” di una buona autopercezione delle proprie conoscenze.
non addentrartici mai più! 😉 anche perché davvero poi le lagne che scatenano queste cose… sono infinite e sfinenti!
un saluto affettuoso
rotcha
Ah, la storia dei compiti vale anche per lo sport, per le piccole cose quotidiane, incoraggiarli per un piccolo o grande insuccesso, elogiarli quando ottengono il risultato voluto, fosse anche infilarsi i calzini da soli.
Lasciamoli fare, coinvolgiamoli nelle nostre attività quotidiane, assegnamo loro piccole incombenze domestiche, foss’anche preparare e sparecchiare la tavola, pulire la loro stanza o anche il bagno, anche a sette anni. Cresceranno ugualmente, saranno sempre bambini ma non bamboccioni.
Roberta
Ciao. Confermo la prof. Mai fatto i compiti o controllato che fossero fatti. Aiutato con qualche spiegazione, se richiesta e non sistemica. ora a 18 e 14 sono autonomi, studiano organizzati e vanno bene. A loro concedevo 3 volte all’anno di “diritto alla pigrizia” a patto che non ci fossero interrogazioni o compiti in classe; non ne hanno mai abusato e, secondo me hanno imparato a gestire anche la voglia di bigiare e il senso del dovere. Devo aggiugnere che non li abbiamo mai, e sottolineo mai, oberati di impegni extra. Piscina e corsi limitati x lasciare spazio al gioco, agli amici e allo studio. L’equilbrio si impara. Coraggio. Poi passa e loro crescono.
Davo lezioni private a bambini di età diverse e ho due nipotini al piano di sotto.
Queste cose succedono sempre.
Certo che è difficile per un mamma senza aiuti.
Forse non mi sono spiegata…io, come del resto Elasti, non aiuto mia figlia a fare i compiti, tranne qnd ha bisogno di qche chiarimento, si parlava di interrogarli, quindi non di studiare con loro ma di verificare insieme a loro le loro conoscenze…del resto, le prime volte non è facile essere in grado di ripetere e soprattutto sapere se ripeti le cose esattamente…ovi e bovi x lui era corretto x’ l’aveva ripetuto fin dall’inizio in modo sbagliato. Gli scritti di proposito non li guardo, non li controllo, lo farà la maestra il giorno dopo, e se c’è qcosa di sbagliato avrà modo di capire eventuali lacune, ma penso che interrogarli x aiutarli a capire come studiare e cosa sia importante ricordare, li aiuti a diventare poi indipendenti…ma qs non esclude che la sera a volte vorrei tanto starmene buona buona ed ignorata a leggere un bel libro!
Forza Elasti, che il prossimo anno ne avrai due da controllare!
ANCHE IO!!!!!
giusto ieri sera, stessa scena la grande con il ripasso sulla montagna e la piccola che le saltava addosso !!!!!
hanno al stessa età dei tuoi HG e HP. Putroppo ho mancato quello di mezzo…..
potrei averlo scritto io questo post, ma sarebbe stato meno divertente da leggere…
OMMIODDIO! è questo quello che mi aspetta? noooooooo
Ciao Elasti, e amiche/amici bloggers.
Rispondo alla domanda? Stasera non si ripete la lezione da imparare o non si finiscono i compiti che potevano essere fatti nel pomeriggio perchè se si è stanchi non si riesce a fare le cose, e oltretutto si va a letto tardi per cui al mattino non ci si alza…
A casa nostra, dopo esperienza analoga, abbiamo parlato coi pargoli (prima con la maggiore poi col minore) e spiegato che i bei voti sono la conseguenza dell’aver studiato mentre i cattivi voti sono la conseguenza del NON aver studiato (magari anche dopo aver detto a mamma e papà che la lezione la si conosceva a meraviglia…), per cui quando (per fortuna rarissimamente) arriva qualche voto basso, il nostro commento è sempre: “Vuol dire che non hai studiato abbastanza, la prossima volta studierai di più e avrai un voto più alto”. Scritto sembra molto semplice e lineare, ma dopo qualche nostro iniziale “sbandamento” dalla regola (leggi incavolatura solenne perchè avevano giurato e spergiurato di essere dei geni assoluti in questa o quest’altra materia) in realtà abbiamo capito che effettivamente è una cosa chiara per tutti, e (almeno questo) lo viviamo ormai in modo molto sereno.
P.S. quoto in pieno quanto scritto dall’insegnante Silvia, e mi permetto di aggiungere che, pur non essendo una “mamma maestrina”, non sono assolutamente d’accordo con chi propone di non far fare i compiti. Scusate, ma secondo voi come accidenti devono fare questi bambini o ragazzi per imparare le cose? Lezione ascoltata (si spera…) in classe e poi più niente? Magari anche per mesi (leggi vacanze estive)? Forse è il caso che si esercitino? Poi: anch’io non “reggo” tanto il sadismo di alcuni insegnanti che li seppelliscono sotto valanghe di lavoro da fare, ma la giusta via di mezzo…
Floralye
Ciao, io di figli ne ho tre, e con il primo (ormai quindicenne) ho rifatto tutte le elementari e tutte le medie a forza di stargli col fiato sul collo; adesso però mi rifiuto di fare anche l’ITIS e CREDO di aver imparato a lasciarlo fare, anche se poi un controllo a fine giornata non posso impedirmi di farlo…
Inutile dire che gli altri due figli si sono sempre arrangiati in autonomia con risultati migliori del fratello maggiore..!!!
Comunque le scimmie urlatrici girano anche adesso che sono adolescenti… 🙂
Betty
Io non ci posso pensare… Tra un anno tocca a noi. Peró mi piace il post della prof silvia. Imparano.
Anche da me succede sempre la stessa cosa. Quella in seconda elementare tenta di concentrarsi sulle tabelline e l’altra di tre anni rompe i coglioni con i giochi più rumorosi che trova, per attirare l’attenzione mia e della sorella.
Mi arrabbio. Penso che quando saranno entrambe a scuola sarà più facile, ci sarà il momento dei compiti per entrambe e forse le cose cambieranno in meglio.
Ringrazio le insegnanti che hanno scritto su questo blog, effettivamente i ragazzini non andrebbero aiutati, e ne prendo atto, però un minimo secondo me non è così controproducente. Cioè non dico di stare fianco a fianco mentre studiano o fanno i compiti, però se c’è una poesia o le odiose tabelline da imparare a memoria, un minimo di aiuto a ripetere da parte dei genitori secondo me non guasta, anche per dare un pò di impostazione allo studio, un pò di sicurezza, soprattutto nei primissimi anni di primaria! …poi è ovvio che far ripetere la lezione di geografia a un ragazzo di terza media è patologico, su questo sono d’accordo.
Infine, l’orario: perchè alla sera? sono stanchi!
ecco… noi inventiamo anche dei giochetti per le cose da imparare a memoria (tipo cantare le poesie o giocare a palla con le tabelline). Non mi pare tanto grave dargli una mano a trovare un lato piacevole nella cosa noiosa. Certo non fare i compiti al posto loro.
le spezie….bellissimo!
mi è venuto il mal di stomaco solo a leggere… l’idea che hanno ancora: elementari, medie e liceo prima della santa università che li salverà mi devasta.
Boh… posso capire chi dice di non fare i compiti ai figli (ci mancherebbe!), ma ricordo i pomeriggi con mia mamma che mi interrogava o le vacanze in cui mi obbligava a fare i compiti (anche se senza correggerli, che io ricordi). Non credo che la mia autonomia ne abbia risentito, nè il mio rendimento scolastico, visto che almeno dal liceo in poi, se no prima, non mi ha più seguita e mi sono comunque diplomata al classico e poi laureata in ingegneria in 5 anni precisi, sempre con voti buoni.
Personalmente credo che la settimana che mamma ha passato con me a studiare tutti gli imperatori romani, facendomi fare schemi, ripetendo fino alla nausea, etc per una interrogazione in prima media mi abbia mostrato come studiare un argomento relativamente complesso in modo approfondito.
E’ esattamente quello che intendevo dire con il commento mio più sopra.
ciao Elasti,
ovviamente sono una tua lettrice, m solo ora ti scrivo perchè questo argomento mi tocca molto da vicino: ho 3 figli di 3, 6 e 9 anni, tanto per capirci…. Ho tribolato col grande fino a poco tempo fa, cioè fino al giorno in cui mi sono scordata di chiedergli se avesse o meno dei compiti da svolgere… Facit è andato a scuola senza aver fatto i compiti di mate, la maestra che tra l’altro era nuova si è limitata da una blanda ramanzina, ma l’ umiliazione provata gli è servita più di tutti i miei discorsi, minacce e urla. Da quel giorno è un’altra vita… e per quello di 6 anni che fa la prima ed è pure anticipatario, beh lui fa da solo, tutto! ma non perchè sia più intelligente è solo che io mi stresso meno e un po me ne frego. E che? noi avevamo forse mammina sempre attaccata quando facevamo i compiti? Alla fine le maestre il voto lo mettono a loro non a noi….baci L’AleSsarda
Cara Elasti,
da oggi mio marito lavorera’ in UK…ho bisogno di sapere che ce la si puo’ fare, anche se io di bimba ne ho una sola, piccola piccola (quasi 8 mesi…), che ovviamente ora ha la bronchite. Tutta la mia solidarieta’ per quanto stai facendo, e un abbraccio
meg
ce la si fa tranquilli 🙂 se vuoi scrivimi in pvt all’indirizzo che trovi qui a sinistra
CONCORDO CON ELASTI CELA SI FA…..IO CON TRE CHE VANNO DALL’ADOLESCENTE CON ORMONE IMPAZZITO,AL SEIENNE CON CARATTERACCIO AL 15 MESI CHE COMBINAGUAI….E UN MARITO SEMPRE IN GIRO PER LAVORO!!!!
Ciao Elasti,
sono una tua fan da sempre e ho “divulgato il tuo verbo” nel quartiere e ora ti conoscono in molte! Una mia amica sostiene persino di averti conosciuta all’università…Io ho – come te – tre maschi di 11, 10 (già, sono 15 mesi meno) e 8 anni. Un marito che quando sono rimasta in cinta era per due anni a Londra, quando è nato era a Boston e ora è sempre in giro almeno 3 notti via, da almeno 15 anni. Da quando sono nati i bambini sempre. Se vuoi avere delle anticipazioni su come sarà la tua evoluzione…scrivimi! 🙂 Potrei aggiungere tante e tante cose ai tuoi racconti!!! Comunque, sì ce la si fa, ma che stanchezza.
i miei sono ancora in età di nido e materna, quindi per ora non ci pensiamo ai compiti. tuttavia quello che mi turba è per quale motivo a bambini che già fanno il tempo pieno diano ancora compiti a casa.
insomma, io quando andavo alle elementari uscivo alle 12,30, avevo qualche compitino e la lezioncina da studiare (che studiavo da sola a casa di mia nonna e poi mia mamma mi faceva ripetere alla sera quando arrivava), ma oggettivamente il pomeriggio era bello lungo e il tempo si trovava.
così, se si aggiunge anche solo una attività extra tipo nuoto o altro sport, come possono ancora studiare? e quando giocano?
so che non dipende da te e tu fai il tuo dovere facendolo studiare, ma ci credo che proprio non abbia più voglia. è un sistema controproducente a mio avviso
i bambini soffrono anche per l’inquinamento che noi adulti imponiamo loro.
difficoltà a stare attenti, difficoltà a concentrarsi, possono dipendere anche ad esempio dai livelli di campi elettromgnetici intorno a loro. bisogna saperlo per poterli aiutare.
persone che stanziano in scuole, case esposte, anche ben al di sotto del limiti di legge di 6 V/m possono con più probabilità degli altri avere problemi, disagi, difficoltà, fino a vere e proprie malattie anche gravi.
è un tema così sottovalutato da chiedersi il perchè. conoscere i livelli di cem cui siamo esposti è necessario. i limiti raccomandati sono da 10 a 30 volte inferiori a quelli italiani, che non sono neanche considerati i peggiori.
aiutooooooooooooo la geografiaaaaaaaaaaaaaa
che incubo!!!
😉
ehm, sail, scusa, col nik che hai scelto, proprio tu devi saperla a menadito!
o dal mare fa un altro effetto???
😉
eheheh
beh… le carte nautiche sono tutt’altra cosa dalle carte geografiche
😉
ecco lo sapevo…io ci provo a non preoccuparmi su cosa mi aspetta dal prossimo settembre invece mi immagino una scena come questa…aiuto O_O
ahhahahahahah leggo sempre ma scrivo poco .. sempre ti corsa…. però te lo devo dire.. ti adoro Elasti.. quando ti leggo mi rincuoro tantissimo e non mi sento sola !!! ;-))))
…io e la mia compagna leggiamo il tuo blog perchè sembra di essere a casa nostra… solo che tra noi in 2, e abbiamo solo 2 blackblock di 2 e 5 anni non riusciamo proprio a comunicare… se non 2 parole dalle 10 alle 11, quando tutto è obliato… il risultato è che non si pagano le bollette, e si rimanda sempre tutto a babbomorto
Mi dici cosa c’è scritto nei fumetti che compaiono nella tua icona? Non si leggono e non so come ingrandirli
Grazie!
in effetti… ci sono interventi interessanti. Non credo ci siano regole in questo, Da piccola ho sempre fatto i compiti da sola e mi stupivo nel vedere mamme intente a fare i compiti con i figli, e ancora oggi mi fa specie. Però, se io ho imparato a cavarmela, a crearmi il mio metodo di studio, non così mio fratello, che è anche stato bocciato a scuola e la bocciato ha solo peggiorato la sua autostima e la sua sicurezza in sè. Forse lui aveva bisogno di un supporto, e che gli venisse insegnato un metodo (che non ha mai avuto). Quindi non saprei. Poi mi domando, come mai gli insegnanti non facciano una riunione dei genitori, soprattutto per le prime classi delle elementari, per “insegnare” ai genitori, come e se intervenire nei compiti a casa dei rispettivi figli? Un ultima riflessione che mi viene è che adulti o bambini, si impara se ci si diverte. Forse occorre trovare un modo per rendere divertente il fare i compiti, e come per ogni cosa, avere una sorta di gratificazione. Se no, non funziona. Le fatte in modo noioso e pesante vengono vissute come un castigo, si evitano. Ma non ho la ricetta. Buona giornata.
sono assolutissimamente d’accordo!
Però oltre ad un incontro (minimo) famiglia-scuola per insegnare un metodo, dovrebbe anche esserci, a monte, una verifica seria dell’idoneità all’insegnamento dei maestri/professori.
Nel senso che non tutti sanno “porgere” in modo interessante e proficuo le lezioni, anche se magari preparatissimi nella loro materia.
giusto, e per questo più sotto, consigliavo la lettura del libro di John Medina sul funzionamento del cervello (quindi anche come il cervello memorizza e elabora nuove informazioni).
Utile per insegnanti, e per chiunque. C’è anche un libro che parla del cervello dei bambini e come farlo crescere bene.
Sorry, intervengo ancora…
Forse siamo stati fortunati noi, ma nelle scuole frequentate ci sono sempre state riunioni, e gli insegnanti raccomandavano caldamente ai genitori di non sostituirsi ai figli nel fare compiti… non so però se sia la regola, anche se sarebbe decisamente auspicabile lo fosse.
Floralye
Floralye, nun me fa’ parlà, va…….
Nell’ex liceo di mia figlia han fatto più danni loro (i prof) che attila, roba da gettarci il napalm e sigillare bene bene gli infissi…
Brix, mi dispiace! Comunque non sempre, anche per noi, è andata così: in uno dei casi (scuola elementare di mia figlia) adotterei anch’io la tua soluzione!!!
Floralye
e considera che sono un ex insegnante, eh! 🙂
purtroppo nel nostro caso le esperienze sono più negative che positive. Tranne le elementarari e la terza media, il resto un inferno.
ok. io sono preoccupata per le materie scientifiche, quando ci arriveremo (ehm… ok, sto ‘lievemente’ precorrendo i tempi, visto che il mio fanciullino ha 5… ehm… mesi… sisisì,losolosoèpresto loso).
Temo che non ricorderò più un accidenti.
ufff
Perchè presto, io penso a quando si sposeranno. Comuque tranquilla io so le tabelline molto meglio di 10 anni fa….
FL
ad ogni modo consiglio la lettura i libri di John Medina (sia a mamme che maestre) è un biologo molecolare che fa ricerca sul funzionamento del cervello, e come migliorarne le prestazioni. Ha vinto diversi premi e riconoscimenti, tra cui miglior insegnante universitario.
Un libro insegna alle mamme come migliorare l’intelligenza del proprio figlio, e l’altro come saper usare al meglio il cervello migliorandone le prestazioni (questo per gli adulti) e ci sono dei capitoli su come il cervello memorizzi nuove informazioni, quindi l’apprendimento. Interessante, soprattutto per chi insegna…
ah ecco! cominciavo a credere di essere un’incapace! io di figlio ne ho uno solo, di tre anni, e non riesco nemmeno a farmi ubbidire nell’andare a letto alle 9 , a meno che non crolli da solo, il che succede rare volte 😦 !
per i compiti sarà dura…. ma spero vivamente che non li aboliscano … siamo pazzi????
Nella mia testa l’idea è che i bambini i compiti li devono fare da soli. Io e le mie sorelle abbiamo sempre fatto così e non abbiamo mai avuto problemi. Vedremo se quando i miei andranno a scuola riuscirò a mantenermi ferma nel mio proposito…
i compiti si fanno da soli, se poi si trova un ostacolo è lecito chiedere un aiuto, ma deve essere un eccezione, non la regola fissa
la pappa pronta è dannosa, devono affrontare i loro impegni da soli, e trovare il proprio metodo personale, che appunto essendo personale non può essere imposto nè dalla scuola nè dai genitori, visto che grazziadddddio siamo tutti diversi… 🙂
Scusate la domanda da “ignorante”, ma mia figlia ancora va alla materna. I bambini non fanno i compiti da soli???????? Sento diverse mamme parlare dell’incubo compiti a casa già dalle elementari e io ricordo bene (mia madre ha confermato) che sia io che mia sorella studiavamo sempre da sole (fra l’altro non facevamo il tempo pieno quindi compiti ogni santo pomeriggio). Posso capire al liceo in previsione di un compito i nclasse, ma già da così piccoli devono avere qualcuno che li aiuti? E io non ero un’eccezione, (quasi) tutti facevano da soli. Cosa è cambiato ora? Vedo mia zia, madre di due nani di 7 e 9 anni, che passa parte del weekend a seguirli nei compiti…io non sono molto d’accordo.
Elasti magari quella di ieri sera è stata un’eccezione, eh!! Non fraintendermi.