Nonsolomamma

un po’ scemi

“come ti piacerebbe festeggiare il tuo compleanno, hobbit grande?”
“non so, con i miei amici…”
“io avrei un’idea. però è una cosa un po’ da grandi e non so se siete pronti…”
“certo che siamo pronti”
“e cosa ne sai se non ti ho ancora detto qual è l’idea?”
“dimmela allora”
“pensavo che sabato prossimo potresti fare una festa insieme al tuo amico paolo, quello che ha il 39 di scarpe, ora forse anche il 40, e la sorella gemella più fantastica che abbia mai conosciuto. anche lui compie 9 anni in aprile, mi pare…”
“va bene, se paolo vuole…”
“pensavo che potremmo fare qualcosa qui, a casa nostra, verso sera, come fanno i ragazzi grandi, con qualche vostro amico. giocate un po’, poi mangiate la pizza tutti insieme, poi vi vedete un film che scegliamo prima e poi paolo potrebbe fermarsi qui a dormire. come ti sembra?”
“bello! va bene. facciamo una specie di pigiama party qui”
“ottimo. allora parlane con paolo, decidete chi invitare e organizziamo. mi raccomando, non dovete essere troppi perché altrimenti siete tutti schiacciati”.

elastigirl, dopo questa proposta un po’ ardita, si aspettava un elenco di invitati rigorosamente maschi per una festa tra virili misogini, all’insegna di testosterone e sfrenato machismo. elastigirl, vittima dei suoi pregiudizi di genere, aveva messo in conto tutto, aveva ponderato le possibili conseguenze di un’iniziativa garibaldina e aveva deciso che ne valeva la pena.

“ecco mamma. paolo e io abbiamo preparato la lista. vedi se va bene”
“ma… è lunghissima!”
“quattordici mamma! siamo quattordici. quindici se contiamo anche lo hobbit di mezzo”
“ma non ci state!”
“ma sì! ci stringiamo! e poi… non possiamo invitare carlotta senza invitare monica e sabina. e valentina? non potevamo non dirglielo! ma se c’è lei deve esserci anche antonella… e giulia? giulia deve esserci per forza alla nostra festa!”
“carlotta, monica, sabina… valentina? giulia???”
“sì, perché?”
“finiscono tutte per A. non sono maschi selvaggi e scatenati!”
“no, allora? mica abbiamo solo amici maschi noi…”
“no, niente! certo, hai ragione. fammi leggere tutti i nomi… ok. fantastico. va benissimo”
“ma siamo 14, più due sedici…”
“e che problema c’è?”

dieci bambine, quattro bambini. uno hobbit di mezzo e uno piccolo che non conta.
elastigirl non ci poteva credere. e nemmeno la mamma e il papà di paolo. e nemmeno mister incredible che ha esclamato, senza neppure darsi il tempo di calcolarlo perché gli economisti marxisti baresi hanno un rapporto privilegiato e amicale con i numeri, che il 71,4% dei partecipanti alla festa, esclusi i fratelli hobbit, sono femmine.
e tutto questo stupore li ha fatti sentire un po’ scemi.

150 pensieri riguardo “un po’ scemi

  1. Sopravviverai, Elasti, sopravviverai. Però ricordati che quello che proponi allo hobbit grande, dovrà poi avvenire anche per quello di mezzo e per quello piccolo, se lo vorranno.
    Leggendo l’ultimo articolo su D, capisco anche perché non è la quantità in sè di bambini a spaventare, quanto la percentuale di femmine a stupire!
    Roberta

  2. Brava Elasti che sfidi le tue forze per insegnare ai tuoi figli delle buone abitudini, come quella di dare feste, sarà un regalo che si porteranno dietro tutta la vita, una di quelle cose che o hai o non hai e a guardarsi intorno è facile capire che son di più quelli che non l’hanno. Io modestamente l’ebbi.

    1. Capirai che buona abitudine….
      Invitare gente a casa (chè tutto sommato una festa si riduce a questo) a me pare una cosa del tutto normale e perfino ovvia.
      Ma naturalmente per le leccapiedi ogni pretesto è buono per elevare lodi-lodi-lodi alla loro dea…. 🙂

  3. Mi è venuta in mente una cosa che mi ha raccontato mia zia riguardo a mio cugino, che adesso ha 14 anni ma all’epoca ne aveva circa 10. Aveva chiesto a mia zia di accompagnarlo a casa di questa compagna di classe per la sua festa di compleanno. Mia zia, però, non capiva come mai lui insistesse per essere accompagnato fino alla porta. Arrivati in casa di lei, si svelò l’arcano: era una festa per sole bambine a cui lui si era autoinvitato per fare l’unico gallo del pollaio. Per sua fortuna è, obbiettivamente, davvero bello e le sue amiche lo hanno accolto con grande entusiasmo. Ma per giorni abbiamo riso pensando alla sfacciataggine del marmocchio!

  4. Ha ha ha…. Ma sei veramente sicura di dormire tranquilla??? 😉 a quella età anche le dolci fanciulle sono terremoti, te lo assicuro….!! Cmq auguroni a tuttia!!!

  5. Vedrai, vedrai…. adesso cominceranno ad arrivare le femmine (che forse hai desiderato in altri tempi) e non ti piaceranno per niente! Auguri
    FL

  6. Guarda anche il mio, 10 anni, viene continuamente invitato a casa dalle bambine e anche lui alla sua festa ha invitato tutta la classe, dove le bambine sono in prevalenza. Si divertono di più tutti insieme. Ma non per tutti è così. Ci sono bambini nella sua scuola che non giocberebbero mai con una bambina (sopratutto quelli fissati con il calcio, calcio, e ancora calcio) e viceversa. Per me è una risorsa. Anch’io mi divertivo di più in gruppi “misti”, i giochi esclusivamente di “genere ì”sono ripetitivi.

  7. Informo che, trattandosi di elisione, “qual è l’idea” è sbagliato e si scrive con l’apostrofo: QUAL’E’.

      1. cheppalle, tu stai male, te lo ripeto.Dalla 1 elementare ci insegnano che qual è si scrive senza apostrofo!

    1. ma nooooo! chepalle, non mi cadere su ‘ste cose!!!
      ora non ti farai più sentire perchè ti vergogni?
      dai, chiedi venia e ricomincia a punzecchiare ma con buona educazione, fantasia e argomenti non continuando a scrivere battutine sterile!

      1. Dio mio che ignoranti….
        qual è l’idea è elisione.
        Quale è l’idea.
        Ripetizione della vocale e.
        Per non appesantire l’espressione, si ELIDE con l’apostrofo.

        Santo cielo, ma vi è morta la maestra in prima elementare? 🙂

      2. Cara cheppalle! (ma a quest’ora le Signore non stanno facendo un massaggio, o sorseggiando una tisana o leggendo kant?)
        vai un po’ qui a leggere cosa dice l’accademia della crusca. Ps: la mia maestra si chiamava Maura e a parte che preferiva i maschi alle femmine era molto brava.

        apocope e elisione
        L’apocope (dal greco ‘apokopé’, composto di ‘apó’ “da” e ‘kopé’ “taglio” – da ‘kóptein’ “tagliare”, di origine indeuropea) è il troncamento in fine di parola, che può interessare sia una sola vocale, sia un’intera sillaba; l’elisione (derivato dal latino ‘elidere’ “spingere fuori”) è la soppressione di vocale finale di parola davanti a vocale iniziale. La distinzione è importante soprattutto per quanto riguarda l’uso dell’apostrofo. Trascrivo da “Come parlare e scrivere meglio”, diretto da Aldo Gabrielli: “Come distinguere il troncamento [=apocope] dall’elisione? Chiunque si accorge che una parola ‘troncata’ si può pronunciare da sola conservando il suo significato; io posso dire: ‘signor, cavalier, nobil, castel, fiorir, fuggir, buon, cantiam, insiem’; mentre non posso dire: ‘l’, dell’, sant’, senz”, eccetera. […] Si prende la parola della quale non siamo ben sicuri che sia uscita raccorciata in seguito a troncamento oppure a elisione (p. es.: ‘fior’, nell’espressione ‘fior alpestre’) e la si colloca così accorciata davanti a una parola che comincia con consonante (‘fior campestre’): se la parola può restare anche in questa nuova collocazione, vuol dire che si tratta di troncamento. Dunque ‘fior’ non vuole l’apostrofo. Prendiamo adesso l’espressione ‘buon’anima’; facciamo la medesima operazione, mettiamo ‘donna’ al posto di ‘anima’ e domandiamoci: si può dire ‘buon’donna’? Evidentemente no, risponderemo. Dunque, ‘buon” è elisione, non troncamento, e in tal caso ci vuole sempre l’apostrofo.” Per questa ragione è preferibile la forma “qual è” senza apostrofo, perché si può dire “qual giorno” ecc.

      3. Sento le tue unghie stridere sui vetri…. dai lo sanno tutti che “qual è” è proprio un’eccezione e non segue la regola dell’apostrofo… è una delle prime cose che ti insegnano quando impari a scrivere… forse era la tua maestra ad essersi bevuta il cervello… l’italiano è italiano su…

    2. La mia maestra delle elementari effettivamente è morta, ma ha fatto in tempo a insegnarmi a consultare libri di grammatica e dizionari. L’aggettivo “quale” davanti alle voci del verbo essere che iniziano con e- è soggetto a troncamento e non vuole l’apostrofo.

      1. Beh, professoressa cheppalle, ti sei zittita di fronte alla “Crusca”? Ma magnatela un po’ di crusca e vai a cagare, così magari non vieni a sfogarti con noi quando non riesci a sfogarti in bagno…

    3. Cheppalle, sei un mito, per difendere anche questa causa. Anch’io difendo a spada tratta “qual’è” con l’apostrofo, trattasi di elisione, e così mi hanno insegnato a scuola. Ma la realtà, almeno oggigiorno, è che si scrive in tutti e due i modi, infatti “qual” esiste anche come parola di per sé. E, sempre oggigiorno, la maggior parte delle persone (chissà perché) preferisce la formula senza apostrofo e ignora l’altra.

    4. Certo che prendersi la briga di correggere una cosa che è giusta non è da tutti… Complimenti. Ripassati la grammatica italiana, però. Qual è va senza apostrofo, da sempre, anche se ultimamente, visto l’uso scorretto diffuso, viene accettato anche con l’apostrofo.

    5. Qual è si è empre scritto senza apostrofo, prima ce lo insegnavano alle alementari. Da un po’ sembra però che si possa scrivere anche con l’apostrofo
      Ilaria

      1. Che bella cosa i troll, soprattutto sgrammaticati. Esistono “quale” e “qual”, semplicemente. Get a life! M.

      2. Roberto Saviano, come la mia eroina Cheppalle, difende a spada tratta qual’è con l’apostrofo.
        La lingua è fluida, mutevole e ingovernabile: arrendetevi.

  8. in effetti, forse, sulla base delle mie esperienze, sono meglio 10 maschi nella stessa stanza che 3 femmine. nel senso che le 3 femmine se non vanno d’accordo si strappano i capelli e URLANO, ai maschi basta dare un pallone e il gioco è fatto (ecco forse in casa il pallone meglio di no) ….. cosi mi raccontano mammedimaschiefemmine……
    auguri passati a tutta la famiglia
    anto

  9. comunque è un’idea bellissima la tua, meglio del compleanno al booling a cui deve partecipare la mia ottenne, che mi dicono tristissimo e dispersivo…. vedremo

      1. chiedo umilmente scusa se commentando di corsa non ho riflettuto su come si scrive bowling… meno male che ci sei tu…….e mi sto trattenedo dall’insultarti cosa che invece tu fai gratuitamente.

  10. Elasti tuo figlio è avanti, il mio per il suo compleanno ha invitato rigorosamente solo maschi, 16 bambini in casa se conto anche il festeggiato e suo fratello. Li ho messi tutti in terra con la tovaglia rossa e abbiamo fatto il pic nic a base di hot dog, a seguire torneo di play station, io e mio marito credevamo peggio, non hanno distrutto nulla e alla fine erano davvero contenti. Ma niente femmine… sigh…

    1. Tesoro, ma… uscire dalla tua anonima insignificanza dandoti almeno uno straccio di nomignolo, no? 🙂
      Potrei suggerirti…. che so …. cortigiana, serva, leccasederi, pecora….
      Oppure NULLITA’, che mi sembra il migliore 🙂

      1. Pecora, angelo di dio, forse ti sfugge il senso del termine “cortigiano”…
        Riporto dal Sabatini-Coletti: “ossequioso, adulatorio in modo servile, leccapiedi”.

        Esattamente quello che io NON sono.
        Ma che è efficacemente rappresentato in questo terrificante consesso 🙂

  11. Osservazione.
    La De Lillo è mamma moderna e aperta, eppure pare meravigliarsi molto – al punto da scriverne un post – che ad una festa di compleanno un maschietto inviti con estrema naturalezza anche le amiche femmine.
    Ora.
    O sei fasulla quando ostenti con compiaciuto orgoglio il tuo figliolino maschio che gioca con bambole e passeggini, o sei fasulla quando ti stupisci che anche a nove anni i ragazzini cerchino e apprezzino la compagnia delle ragazzine (e viceversa, ovviamente).

    In ogni caso qualcuna qui dentro ti dice brava, quindi il tuo scopo lo raggiungi sempre, ma a me questi atteggiamenti (e i conseguenti post) sembrano così artefatti…! 😦

    1. Cara Cheppalle,
      non mi sei simpatica, ma devo proprio darti ragione questa volta…
      Anche io in effetti, leggendo il post di Elasti, non ho capito perché fosse così strana la voglia di invitare anche le ragazzine…

      1. Penso si stupisse del fatto che sono più femmine che maschi, 10 bambine vs 4 bambini. A meno che la loro classe non sia composta esattamente così, suona strana (ma bella ed auspicabile) questa prevalenza femminile nelle amicizie dello hobbit, in un’età in cui i due sessi tendono a stare separati (ed è difficile capire quanto questa cosa sia frutto della cultura, e quanto invece un comportamento naturale di quell’età).

  12. @chepalle
    In parte capisco quello che intendi dire, però se articolassi meglio il tutto senza offendere ci sarebbe un vero confronto.
    La sdolcinatezza non piace nemmeno a me e ho un solo figliolo da accudire.
    Capitolo feste. Qua a Milano sono eccessive, eccessive le pretese di alcuni figli, eccessive le attenzioni riversate da alcuni genitori, alias mamme…
    Con grande difficoltà sono riuscita in 7 anni ad evitare feste ai gonfiabili, in ludoteca, in piscina, al mac e via discorrendo.
    Una festa semplice con i veri amici, pochi quindi, in casa può bastare. Ci sono alcuni bambini/e che soffiano le candeline dello stesso compleanno anche 5 volte!!! (In casa, dai nonni, a scuola, alla mega festa con tutta la classe, al corso pomeridiano…)
    Capitolo bambine.
    Bella cosa il fatto di condividere giochi ed emozioni. Perchè stupirsi di fronte a loro?
    Forse tale scelta è frutto dell’educazione di Elasti o forse farina del sacco hobbit!

    1. Le feste dei bambini sono in realtà un’irritante esigenza delle madri, che ormai esibiscono ed esaltano la prole ad ogni occasione, arrivando a organizzare eventi per celebrare l’anniversario dell’abbandono del pannolino o l’onomastico della bambola pur di mettere in mostra principalmente se stesse e soprattutto – ahimè! – illudersi di avere una vita sociale.

      Queste terrificanti “occasioni mondane” riunisono donne con troppo tempo libero e una perniciosa tendenza al pettegolezzo e diventano la ghiotta opportunità di gareggiare su regali che si rivelano spesso più adatti ad un neolaureato che di un moccioso treenne.

      Il punto è che troppe madri sono diventate bimbocentriche (e monomaniache): venerano i propri figli come inarrivabili prodigi della natura per i quali niente è mai troppo e che tutto l’universo deve rassegnarsi ad adorare.

      Puah.

      1. Che palle fatti curare…
        Spesso io non mi ritrovo con lo stile di vita o il pensiero dell’autrice del blog, ma lo leggo perché mi piace terribilmente la leggerezza e la “facilità” con cui riesce a trascrivere certe situazioni, certi sentimenti…
        Mi stupisco che una tipa intelligente e aguzza come te, caschi sulla banalità del fare di tutta l’erba un fascio, con queste ridicole generalizzazioni sulle madri…
        PUAH lo dico anche io su questo tuo banalissimo commento.

      2. Che noia, tesoruccio, da quello che ho letto probabilmente tu vivi in una cittaducola di provincia, di quelle in cui tutti sono un po’ imparentati tra loro o comunque si conoscono da generazioni…. Sai, quei posti un po’ stile presepio dove si fanno le marmellate in casa e i bambini giocano per strada perchè al massimo vi passa un carro agricolo ogni tanto.

        In una grande città è diverso, cara.
        Non dico che sia meglio: E’ DIVERSO.
        E le feste che che descrivo sono una realtà.
        Forse nell’Arcadia in cui scorrazzate allegramente tu e la tua famiglia sono ancora possibili le agresti festicciole d’altri tempi, dove magari arrostite pure le castagne sul fuoco e fate le corse nei sacchi.

        In una grande città è diverso. La gente è diversa.
        Il mondo non finisce oltre l’aia di casa tua, tesoro.

      3. Chepalle, sono d’accordo sul fatto che noi mamme spesso usiamo i figli per socializzare! Ma tu hai figli?
        Ilaria

      4. in effetti anche in provincia è d’uso organizzare mega feste per i compleanni dei propri pargoli. io non sono pargolodotata, ma c’è mia cognata che ad ogni compleanno noleggia la sala della parrocchia per invitare 50-60 persone (amichette e accompagnatori) con investimenti considerevoli, poi si è fatta furba e nonostante le sue due bambine festeggino il compleanno a un mese e mezzo di distanza, fa una festa unica per 80 persone.
        pare che fra l’altro tutte queste feste rappresentino per le famiglie un investimento notevole anche sul versante dei regali. quindi è un casino o sei festeggiato e organizzi e paghi o sei invitato e magari in un mese ti ritrovi quattro feste con altrettanti regali. mahhhhh
        verissimo sul mondo esageratamente bambinocentrico.

  13. Non capisco tutto questo stupirsi di fronte :

    a) a una festa di compleanno di bambini in casa, mi sembra una cosa normalissima

    b) il fatto che maschi e femmine a 9 anni desiderino stare insieme, anche qua mi sembra normalissimo, non hanno tutta la malizia che abbiamo noi e nemmeno tutti pregiudizi nei confronti dell’altro sesso che c’erano ai nostri tempi. Vivono tranquillamente insieme tutto il giorno a scuola, per loro è normale divertirsi insieme.

    Ripeto …. dove sarebbe l’eccezionalità della cosa? vi prego spiegatemi, sono curiosa

    1. Forse che, ai miei tempi almeno, la ricreazione alle elementari era rigorosamente divisa per sessi. I maschi non volevano stare con le femmine, che pure facevano loro un certo ribrezzo e viceversa.
      Credo che lo stupirsi-piacevolemente, si intende- sia legato a questo genere di ricordi della nostra infanzia.

      1. @Anonimo
        Un po’ lo è anche adesso. Le bambine ancora oggi non sono “forzate” a giocare a calcio sin dalla più tenera età.
        Durate la ricreazione capita spesso che i maschi usino la palla e le femmine facciano altro o stiano in porta… 😉
        Indubbiamente rispetto ai miei anni ’70 molto è cambiato ma si può e si deve migliorare.

      2. Non capisco perchè le bambine dovrebbero venir “forzate” a giocare a calcio.
        O, se è per questo, i maschi dovrebbero venir “forzati” a fare le pappe di fango o a ninnare i bambolotti.

        Non capisco perchè debba essere considerato un segno di civiltà e progresso l’indifferenziazione di genere.

        I maschi sono GENERALMENTE più attratti da giochi di tipo fisico e le femmine sono GENERALMENTE più attratte da passatempi più tranquilli.

        Non ritengo proprio che sia un segno di arretratrezza accettare che maschi e femmine siano DIVERSI, spesso fin da piccoli.
        L’educazione interviene a modificare approcci e atteggiamenti ma, come sappiamo, soltanto per una piccola percentuale.

        Io ho due figli, un maschio e una femmina. Educati allo stesso modo, abituati a giocare insieme tra loro e con gli amici dell’uno e dell’altra, hanno avuto identiche opportunità e occasioni, hanno potuto scegliere lo sport che volevano senza alcuna costrizione.
        Eppure…
        La femmina ha preteso i capelli lunghi fin da quando ha potuto esprimersi, odiava sporcarsi anche con una goccia di gelato, giocava con le bambole, a 4 anni ha voluto iscriversi a danza (dio che schifo) e fino a 12 frequentava solo femmine.
        Il maschio già a 7 anni ha cominciato a giocare a rugby, schifava pentoline, bambolotti e set da parrucchiera della sorella, al parco si è sempre sporcato come un maiale e si è fratturato due volte cadendo dagli alberi.

        E mi dispiace per voi anime candide che vivete in un mondo ideale e per questo inesistente (la De Lillo in testa) ma mio figlio avrebbe preso spietatamente in giro un maschietto che avesse portato in giro un bambolotto in passeggino e mia figlia lo avrebbe trovato quantomeno assurdo.

    2. Quoto: “E mi dispiace per voi anime candide che vivete in un mondo ideale e per questo inesistente (la De Lillo in testa) ma mio figlio avrebbe preso spietatamente in giro un maschietto che avesse portato in giro un bambolotto in passeggino e mia figlia lo avrebbe trovato quantomeno assurdo.”

      Non stupisce, con una madre che sputa sentenze su ogni argomento, e che spara cattiverie gratuite, che i tuoi figli facciano lo stesso e giudichino e prendano in giro gli altri. E vantatene, anche.

      1. Chepalle, pur condividendoti, mia figlia ha fatto il “maschio” fino agli 8, e dico 8 anni (anche se fino alla materna era tutta tulle e principesse) e mio figlio ha giocato a pentoline almeno fino ai 5. Ci sono sempre le eccezioni.
        Ilaria

      2. Immagino la tua faccia fra qualche anno quando tuo figlio ti presenterà un suo compagno di squadra del rugby Rovigo che oltre che compagno di squadra è anche il suo uomo…

  14. odio queste categorizzazioni, “i maschi”, “le femmine”…e a quelli basta un pallone, e queste urlano …ma rileggetevi. che pochezza

    1. Eh già, è quello che con poca grazia chepalle vuole sottolineare.
      L’errore che facciamo in molti è di stare in superficie buona parte dell’anno. Certo in questo modo si ride e ci si diverte di più ma le occasioni per migliorare nel frattempo sfumano e i figli crescono.
      Così, in questo modo, per citare un esempio, si vedono bambine ai giardinetti che a 7 anni stanno ancora nel recinto e madri che le pregano di non andare sul prato, altrimenti si sporcano. Capita anche ai maschi ma molto di meno. Sono le nostre categorie mentali che ci fanno credere che i maschi sono sempre molto fisici e le femmine tranquille, e queste benedette categorie entrano in modo già dopo il parto o anche prima! -…senti come scalcia, deve essere proprio un maschio!…-

      1. I maschi sono GENERALMENTE più attratti da giochi di tipo fisico e le femmine sono GENERALMENTE più attratte da passatempi più tranquilli.

        Non ritengo proprio che sia un segno di arretratrezza accettare che maschi e femmine siano DIVERSI, spesso fin da piccoli.
        L’educazione interviene a modificare approcci e atteggiamenti ma, come sappiamo, soltanto per una piccola percentuale.

        Io ho due figli, un maschio e una femmina. Educati allo stesso modo, abituati a giocare insieme tra loro e con gli amici dell’uno e dell’altra, hanno avuto identiche opportunità e occasioni, hanno potuto scegliere lo sport che volevano senza alcuna costrizione.
        Eppure…
        La femmina ha preteso i capelli lunghi fin da quando ha potuto esprimersi, odiava sporcarsi anche con una goccia di gelato, giocava con le bambole, a 4 anni ha voluto iscriversi a danza (dio che schifo) e fino a 12 frequentava solo femmine.
        Il maschio già a 7 anni ha cominciato a giocare a rugby, schifava pentoline, bambolotti e set da parrucchiera della sorella, al parco si è sempre sporcato come un maiale e si è fratturato due volte cadendo dagli alberi.

        E mi dispiace per voi anime candide che vivete in un mondo ideale e per questo inesistente (la De Lillo in testa) ma mio figlio avrebbe preso spietatamente in giro un maschietto che avesse portato in giro un bambolotto in passeggino e mia figlia lo avrebbe trovato quantomeno assurdo.

      2. Cara c. (c come coniglio?), a me i miei figli piacciono così come sono anche se a volte gli spaccherei il muso e li scaraventerei giù per le scale (ma io almeno ho il coraggio di ammetterlo 🙂 )

        C’è una differenza tra me e la stragrande maggioranza delle donnucole come te: io sono realista e voi invece vivete nel mondo delle fate (o di Pollyanna, come si compiace di affermare la vostra dea).

        I bambini sono cattivi e crudeli e possono essere anche violenti.
        Esattamente come gli adulti, anzi anche di più perchè non hanno ancora filtri o condizionamenti socio-culturali.

        I bambini sono molto razzisti e sono istintivamente diffidenti verso chi è diverso da loro.
        Smettiamola di raccontarci favole sui bambini aperti e tolleranti che amano e accettano tutti.
        Non è vero!
        Sbarcate dalla nuvoletta rosa, scendete in strada, guardateli e ascoltateli DAVVERO, senza vedere e sentire solo quello che vi fa comodo e che vi piace.
        Il mondo, le persone, non sono come vorreste che fossero.

      3. Mah… Se sei vera, meno male che sei tu e non sono io (…). Se sono risposte studiate, le tue, sono, appunto, un po’ troppo studiate, non sembrano vere… E se davvero li hai, poverini i tuoi figli, lasciatelo dire. In questo blog, mi sembrano tutte migliori di te, le persone.

      4. Coniglio, prova a riflettere: una persona che scrive commenti su un blog è per forza vera 🙂

        Il tuo problema è che pensi che non essere d’accordo con la massa significhi essere “peggiori” della massa stessa.
        Questo automaticamente ti qualifica come creatura limitata e di scarsa intelligenza (oltre che intollerante).

    1. Ecco, MatteoG, come dicevo prima è questa la malizia che vediamo solo noi. Anzi solo tu, nello specifico.
      In realtà i bambini del giorno d’oggi, pur diversi maschi e femmine, geneticamente diversi, come giustamente sottolineava cheppalle, convivono seremente, senza schifarsi gli uni con le altre ma anche senza vederci nulla di morboso.
      A nove anni vanno semplicemente d’accordo, in modo del tutto paritario, e in modo molto differente dai nostri anni 70.
      Sono stupendi, vivono la vera amicizia maschio-femmina, quindi per favore evitiamo battute cretine.

  15. Non so. Ho letto cose tremende qui sulle feste dei bambini, che sono, possono essere momenti di puro gioco spontaneo, se non vengono trasformate in gabbie dorate dai genitori. I bambini delle mie parti hanno spazio aperto a disposizione, ma ciò non conta ovviamente (a meno che non sia una giornata di sole e allora stanno fuori fino al calar delle tenebre). A casa nostra si organizza in casa, si incrociano le dita e…non è mai successo niente di grave. In estate si fanno in giardino o in altri posti all’aperto e tutti si divertono. Non serve molto. Non manca chi nella nostra piccola città di provincia affitta spazi per bimbi, gonfiabili, animatori e altre amenità , ma non ho mai visto che i bambini di divertano di più. Per i regali, basta davvero un pensiero… E’ lo stare insieme in maniera libera che li fa divertire, sopratutto quando sono un po’ grandini, in effetti prima dei 6/7 anni sono solo una faticaccia. Inoltre dai 7/8 anni poi le madri non devono presenziare per forza, anzi…
    Boh. secondo me a Milano vi stressate troppo per ‘ste cose. L’idea della pizza e del film è perfetta, a misura di bambino e assolutamente fattibile.

    1. Ecco. L’avevo detto 🙂
      Cittaducola di provincia, case con giardino, feste in famiglia, tornei di salto con la corda, cacce al tesoro, nascondini e gare di pittura con le dita.
      Ah, che felice Arcadia! 🙂

      1. Queste cose si fanno anche a Milano, con minore frequenza, ma esistono. Alcune famiglie fanno feste simili al parco, ad es. negli spazi appositi del Bosco in città o i più fortunati all’interno del giardino condominiale.
        Nessuna Arcadia chepalle. Dai fatti una bella fetta di Sacher e se sei a dieta un vasetto di yogurt greco con la salsina di mirtilli o…quello che ti fa stare meglio. 😉

      2. Le migliori feste a cui ho portato i bambini sono quelle alla fattoria (una piccola fattoria, con ristorante, un area giochi con due altalene in croce e uno scivolo, ma un grande prato. Ai bimbi era fornito solo materiale base: pallone, funi, sacchi e bandiere) oppure quelle nel cortile dell’oratorio, in cui l’ambiente era ancora meno attrezzato, solo una saletta per mangiare la torta e fuori alberi per arrampicarsi. E vivo a Roma, non certo un paesino. E parlo di pochi anni fa, 3 o 4.
        Certo, ci sono anche le feste ai gonfiabili o da Mc Donalds, ma io vedo che i bambini si divertono molto meno (l’unico vantaggio è che escono meno sporchi), ma col bel tempo la maggior parte delle feste erano organizzate all’aperto.

      3. Praticammente tutti i post possono finire in un prossimo libro (e di successo garantito, anche il terzo, aggiungiamo pure), ma i commenti no, e nemmeno i tuoi fanno eccezione. Non ti girano soprattutto per questo un po’ le palle, Cheppalle? Mir,

  16. @chepalle
    Dobbiamo fare attenzione a tuo figlio allora? 😉
    A casa nostra abbiamo dato diverse opportunità al maschietto di casa, bambole, macchine, passeggini, costruzioni, cucinina,…
    Ha giocato con tutto in base all’umore del momento, ha portato in giro il cicciobello con il passeggino anche ai giardinetti, perchè vietarlo se lui lo desidera? Nonostante le nostre ripetute proposte non ama il calcio e nemmeno la lotta sfrenata con gli altri maschi.
    Siamo noi genitori con la nostra anche incosapevole, e non , educazione che ci infiliamo in quella piccola e trascurabile prevalenza di testosterone maschile.
    Non voglio dire che maschi e femmine devono essere uguali, semplicemente avere le stesse possibilità di scelta senza che una bimba che giochi a calcio venga ancora oggi considerata “strana” o poco femminile oppure un bimbo che decide di fare danza sia bollato come futuro gay e pure qui ci sarebbe da aprire una bella parentesi.

    (Ma poi la bimba che porta il passeggino imita la mamma e il bimbo quindi non dovrebbe imitare il papà? I vostri mariti dicevano vade retro al passeggino?)

    1. Ho premesso che i miei figli hanno avuto uguali opportunità e possibilità, sono vicinissimi d’età e hanno sempre giocato insieme.
      A nessuno dei due è stato “suggerito” o “consigliato” un gioco piuttosto che un altro: erano liberi di scambiarseli e di scegliere ciò che volevano.
      Ma la natura li ha indirizzati spontaneamente verso due strade diverse.

      Avrei dovuto far loro una “violenza al contrario” obbligandoli lui a giocare con le Barbie e lei con i camion a rimorchio giusto per farne due bambini “moderni”?

      1. Non la natura ma il condizionamento culturale. che non provenie solo dalla famiglia d’origine, un bel contributo arriva dai nonni, dagli amici, dalle altre famiglie,dalla scuola e dai passanti che non si fanno gli affari propri. Batti il chiodo un giorno e batti l’altro alla fine il quadretto è ultimato e appeso.

  17. Secondo me “cheppalle” è l’alter ego della De Lillo… è lei che scrive sti commenti per stuzzicare l’alveare delle api di cui lei è la regina.
    Altrimenti potrebbe pure rispondere qualche volta, o no???? 😛

    1. Ti sbagli.
      La De Lillo è molto pavida e ha il terrore di contrasti e controversie.
      Quando qualcuno la critica o addirittura ne parla apertamente male, come ho letto in un altro post, lei si nasconde come un coniglio e spera che la buriana passi in fretta (e che intanto le sue vestali provvedano a difenderla).

      Inoltre, essendo molto furba (e pure un po’ cinica), sa bene che più le sue commentatrici si “azzannano” tra loro più il suo blog sale nella classifica dei più frequentati.
      Quindi non ha alcun interesse a sedare gli animi.

      1. Macchè.
        E’ tutto calcolato.
        Ancora a credere che la De Lillo sia l’ingenua che vuol far credere 🙂 🙂

  18. E’ un libro forse un po’ datato “ideologicamente” in certe sue parti, ma pur sempre valido e parla proprio di questo: “Dalla parte delle bambine”, di Elena Giani Belotti.

      1. Grande esempio C.
        Belotti ha avuto modo di osservare sul campo tantissime bambine e bambini, era una maestra montessoriana.
        E’ possibile leggere qualche passo del libro qui:
        http://books.google.it/books?id=uBCH_XLZaYAC&printsec=frontcover&dq=dalla+parte+delle+bambine&hl=it&sa=X&ei=_UGRT8OqJoHatAbrwLyaBA&ved=0CDkQ6AEwAA#v=onepage&q=dalla%20parte%20delle%20bambine&f=false

        Nonostante sia datato è sempre molto attuale. Dovrebbe essere un must per noi genitori. Senza inutili estremismi una smorzata all’educazione di genere ci farebbe solo bene.

      2. “Dalla parte delle bambine” è MOLTO datato.
        E non era realistico neanche nel ’73.

    1. Proprio alla scopo di “aggiornare” il libro di Gianini Belotti, Loredana Lipperini ha scritto e pubblicato qualche anno fa “Ancora dalla parte delle bambine” che ho letto e consiglio.

  19. Si sta producendo esattamente quello che si era prodotto prima che il blog si trasferisse qui da splinder: la litigiosità stile pollaio ammazza qualunque divertimento nel leggere e godere di questo commentarium. Forse dietro l’anonimato di una tastiera le persone si sentono di poter dar sfogo a rabbia repressa, il che lo ammetto, dà una certa soddisfazione. Ma dopo un po’, che pizza, diventa solo una rissa. E ‘cheppalle’ davvero.

    1. Giusto.
      Dovremmo limitarci a leccare i piedi alla dea De Lillo, tutte innamorate le une delle altre, e passare il tempo a complimentarci a vicenda per il solo fatto di essere donne e di aver scodellato uno o più marmocchi.

      Lo scambio di opinioni, anche acceso, può essere definito “rissa” soltanto da chi non è capace di dire la sua (o non ha mezza idea sua da condividere).

      1. Cheppalle, io mi riferivo soprattutto a chi attacca te con tanto livore. Ma evidentemente non fa differenza.

    2. Il nuovo formato aiuta parecchio la rissa, oserei aggiungere. Potendo replicare direttamente a un commento si accendono più volentieri le discussioni. Tutto ciò porta a un aumento del numero di commenti, con buona pace dell’autrice.

  20. Con sommo rammarico (seeeee, capirai) sono costretta anche oggi a lasciarvi 🙂
    Gong suonato, figli tornati da scuola, pranzo pronto.

    Potete finalmente tirare il fiato e ricomporre il quadretto delle Brave Mamme di Figlioli Perfetti che vivono nel Mondo Delle Fiabe Rigorosamente A Lieto Fine 🙂
    Mi raccomando, continuate a volervi bene e a ritenervi a vicenda straordinarie e stupende come la vostra eroina. Il segreto è non dire mai quello che pensate veramente di voi stesse, delle altre e di lei 🙂

    Ciao ciao (questo weekend sono a Cortina)

    1. Cheppalle, questo alias ti si addice proprio, in effetti “Mira” era troppo comune… invece “punta di spillo” era simpatico, peccato che l’hai cambiato.
      Secondo me il gong che suona è quello del tuo datore di lavoro che ti ricorda di lavorare invece di cazzeggioare su internet… 🙂
      Ma non ti accorgi che sei più ridicola tu con questa mania della “voce fuori dal coro”, di tutte le altre “donnine leccapiedi” messe insieme??

      1. cheppalle ti prego continua così: sei l’unico motivo per cui continuo a visionare questo blog.

    2. accidenti, ma perchè bisogna vergognarsi di non vivere in una grande città o di non avere troppi soldi? Io mamma single e impiegata non faccio grandi feste e ho organizzato diversi pigiama party con maschi e femmine. E allora?
      Comunque continuo a non capire chi legge i commenti e disprezza l’autrice del blog e chi lo frequenta. Ci sono tante cose nel mondo web!!

  21. @ chepppppppaaaaaalllleeeeeee beate te ke nn hai un cazzo da fare e sfrutti la tua laureata insofferenza cosí… Buon we!

  22. …e senza nemmeno imporre loro le quote rosa!! I bambini arrivano alle cose sempre prima e meglio degli adulti…e lo hobbit grande è un bel furbone…
    Auguri!

    1. neanche per idea: cheppalle è un’intelligentissima femmina. nella quale le commentatrici di questo blog naturalmente non si riconoscono.

  23. cheppalle è la classica moglie di imprenditore veneto – tanti soldi, marito assente, bisogno di affermarsi

    fra qualche anno il figlio si farà di droga o si farà dei maschietti, la figlia farà la velina o la moglie trofeo

    🙂

    1. mio figlio ancora è un bambino ma se da grande dovesse drogarsi e quindi conoscere quel terribile corollario che ne consegue per me sarebbe una sofferenza indicibile…. se scoprisse invece di amare un altro uomo anziché una donna gli augurerei solo tanta felicità e un pizzico di fortuna in questo mondo ancora così omofobo… quanto pregiudizio e quanta meschinità c’è in una frase in cui un tossico viene accostato ad una persona omoaffettiva… e nella quale augurare ad una persona di avere un figlio gay equivale ad augurargli una sventura… che tristezza….

    1. Non è l’unica sparita. Nonno Talpone probabilmente è ricoverato in ospedale (se è nonno A). E vogliamo dedicare un secondo di attenzione alla benem,erita JasminAladin che tanto ha dato a questo blog?
      FL

      1. Nonno talpone non c’entra niente con nonno A!
        Nonno talpone ha un suo blog, guarda nella colonna a sinistra.

    1. Quoto questa proposta! Se facessimo una media del tempo che la signora o il signor chepalle impiega per rispondere a ogni singola parola dei commenti altrui, direi che farebbe prima ad aprire un blog, così poi potremmo avere il piacere di commentare la sua verve narrativa, il suo estro creativo, la sua invidiabile capacità di non esser finta/o modesta/o, autocelebrativa/o
      Su chepalle apri questo blog!!!

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