Nonsolomamma

preoccupata

elastigirl è preoccupata.
perché un giorno, un po’ di tempo fa, un signore, improvvisamente, ha avuto un cedimento. all’inizio aveva pensato che fosse uno di quei cedimenti da nulla, come quando una folata di vento fa saltare un picchetto di una tenda in un campeggio e basta dare una martellata in testa al picchetto perché tutto torni in ordine.
invece il cedimento di quel signore era un campanello d’allarme, un grido di aiuto, la goccia che fa traboccare l’acqua dal bicchiere. dietro quel cedimento c’era un bel disastro, c’erano tanti pezzi ammaccati e in disordine da ricomporre e aggiustare.
“piano piano si affronta tutto e vedrai che tornerai come nuovo”, avevano detto i medici a quel signore che aveva scoperto la sua vulnerabilità dalla sera alla mattina ed era di pessimo umore.
da quel giorno sono passati quasi sei mesi. di incredulità, sofferenza, sconforto, speranza, esasperazione, sollievo.
i pezzi più importanti sono stati rimessi in ordine, la cima della montagna è stata valicata, la parte più difficile superata.
almeno così dovrebbe essere.
e invece quel signore è sempre più magro e fragile, sempre più triste ed esasperato, sempre più stanco e sofferente.
e nessuno capisce perché.
ci sono tanti medici e ognuno è addetto a un pezzo. e tutti dicono che il loro pezzo funziona. tutti dicono che il loro pezzo non ha problemi e, se ne ha, sono piccoli e risolvibili.
tutti i pezzi funzionano e lui, quel signore che è il collage di quei pezzi funzionanti, non funziona proprio per niente.
ecco perché elastigirl è preoccupata, per quel signore, suo papà, o nonno A, che dir si voglia.

127 pensieri riguardo “preoccupata

    1. ciao Claudia, perchè questo signore non si fa fare un check-up da un medico ayurvedico? magari deve solo equilibrare i suoi pezzi. Uno bravo a Lugano è il dott. Marini alla clinica sant’anna di sorengo. Magari la sua assistente te ne consiglia uno a Milano. Tanti auguri.
      Roberta

      1. Elasti, non sono una fanatica delle cure alternative, ma io questo Dott. marini l’ho sentito una volta ospite di una lunga trasmissione radiofonica, e mi è piaciuto moltissimo!

  1. Ci sono tanti medici e ognuno è addetto a un pezzo
    Questa è la follia della medicina ‘ufficiale’, come dir si voglia…
    ognuno guarda un pezzo e nessuno guarda l’intero
    Un abbraccio!

    1. In realtà una figura con il compito di fare sintesi ci sarebbe: il medico di famiglia.
      Se si ha la fortuna di avere un medico cosciente, con cui instaurare un rapporto di fiducia e non un semplice passacarte e compilatore di ricette e richieste di esami specialistici, é a lui che ci si può rivolgere per riunire i pezzi all’interno di un’unica cornice, ricevere qualche rassicurazione e qualche consiglio su come superare questa fase.
      A una certa età si comincia a confrontarsi con l’idea della morte, certe volte ci sfiora (la morte di amici coetanei), certe volte ci si avvicina tanto da mostrarsi come una possibilità tutt’altro che remota, come nel caso della malattia; e dopo una vita di vigore, benessere, apparente invincibilità, be’… non é facile.
      Mio padre, pur avendo subito a distanza di 13 anni due interventi oncologici piuttosto devastanti, ha sempre reagito con una certa determinazione, per cui non ho suggerimenti dettati dall’esperienza da darti, se non di stargli vicino e di aiutarlo a scollinare anche questa cima, che non é meno impegnativa di quella che ha già superato.

  2. Io sono piu’ giovane e penso che anche mio padre lo sia, ma so che e’ una cosa che anche io dovro’ affrontare e mi fa tanta paura! Il mio papa’ mi e’ sempre sembrato una roccia, qualunque cosa accadesse sapevo che potevo contare su di lui,vederlo invecchiare fa male e spaventa! coraggio ti abbraccio

  3. credo si chiami equilibrio, quel delicato incastro che, specie per chi ha passato già da un pò i 18, permette di andare avanti.

    ti capisco molto bene: mia mamma 71 enne, sempre garrula e invincibile, un paio di anni fa ha avuto un problemino al cuore. mica robe grosse, eh? cose però che ti destabilizzano, che ti portano sul pianeta terra, che in qualche modo ti avvisano che hai passato la metà del percorso…
    Fa prelievi ogni 3 settimane per controllare la terapia, ogni volta è come se le comunicassero un verdetto vitale.

    che c’entra? nonno A, probabilmente, ha scoperto il suo lato vulnerabile. non è facile, specie perché più avanti vai, meno “elastico” sei.

    ora, cara claudia, tocca tirar avanti la baracca, forse da figlia ti toccherà fare un pò la mamma.

    ti abbraccio di cuore

  4. Cara Elasti, con te accanto Nonno A si riprendera’ sicuramente…. Bisogna dargli tempo….le persone che come lui si sentono forti e sicure quando si imbattono in vicende simili ne escono più ammaccate nella mente che nel fisico e se il fisico reagisce con le cure dei medici, la mente invece fatica un po’ a trovare un nuovo equilibrio ….. Un forte abbraccio!

  5. ti capisco,
    i miei genitori sono anzianotti e pieni di acciacchi, di tanti pezzetti che non funzionano proprio bene, per cose più o meno gravi.
    credo che forse tuo padre abbia avuto percezione della propria debolezza e vulnerabilità, che si sia sentito diventare “vecchio”, tradito dal proprio corpo, in balia di medici e specialisti vari che lo hanno aggiustato pezzetto per pezzetto senza considerare, ma dopotutto è così che fanno il loro lavoro, che quello è un uomo!
    faccio tanti auguri a te e a tuo padre, che ritrovi se stesso, forse un po’ meno instancabile e pieno di energie, ma pur sempre il mitico nonno A. genitore orgoglioso della magnifica elasti!

  6. Un abbraccio Elasti, sii positiva x lui, anche se è vero, pensiamo sempre che i ns genitori siano eterni e invulnerabili…

  7. Cara Elasti, come ti capisco! 4anni fa ero molto preoccupata anch’io. Purtroppo anche se tutti i pezzi sembrano funzionare, alla “quasi” perfezione, c’è qualcosa di più importante, di cui nessuno può verificare il perfetto funzionamento… sono cuore e mente, mica roba da poco! Un abbraccio.

    PS. se ti va, sul mio blog, a marzo e giugno 2008 trovi qualche piccolo racconto…

  8. Manca qualche colla che tiene vicino tutti quei pezzetti. Bisogna trovare quel dottore che mette la colla nella giusta quantità. Non fermare le ricerche, magari lo siete tu, gli hobbit, mr. I.
    Roberta

  9. da figlia capisco lo sconforto, da medico ammetto che spesso, troppo spesso, non è facile capire. sapessi quante volte viene da me gente che spera che trovi qualcosa piuttosto che sentirsi dire per l’ennesima volta “non c’è nulla”. io penso, mi “scervello” ma nulla, non trovo nessun collegamento fra la visita, l’esito degli esami e i sintomi descritti. la medicina purtroppo o per fortuna è sempre più settoriale. se così non fosse non si avrebbero i successi odierni, ma è anche vero che molto spesso, presi solo dalla propria branca non si è più in grado di vedere il resto. elasti, un abbraccio. per qualsiasi cosa sono qui.

  10. Fallo stare con gli hobbit il più possibile! I bambini hanno la cura migliore per i nonni che ieri erano invinbili e oggi sono fragili. Noi ( io e le mie bimbe) vi abbracciamo stretto stretto!

    1. Questo mi sembra un ottimo consiglio, ma farei un pensierino anche sul consulto da un medico aiurvedico o come caspita si dice. Perchè la medicina occidentale ha perso di vista il fatto che ogni persona è
      unica, e non un insieme di “pezzi”

  11. Sicura dello sconforto.
    Sicura del fatto che, purtroppo, ora ti dovrai mettere nell’ottica di essere tu mamma…di un altro figlio…
    Sicura del fatto, per esperienza fatta purtroppo, che una volta “toccato il cuore” si diventi più…sensibili-deboli…depressi… non so perchè…ma da esperienza fatta so che avviene… Quindi FORZA A TE CARA! per il resto, equilibrio sensibile a parte, adrà tutto bene! Un abbraccio e che…lo “sforzo” sia con te!

  12. Beh non è che semplicemente tanto abbacchiato perché si è accorto di non essere invincibile e che il tempo passa anche per lui?
    In fondo capita spesso..
    Un abbraccio.
    Fate tante passeggiate!

  13. tanti pensieri positivi. tanti abbracci.
    forza e coraggio…nessuno ci aveva detto che la vita fosse così dura, sta a noi affrontarla! e tu ne hai la forza e le capacità!
    chiara

  14. Se quell.ometto era abituato ad andare a mille,a fare e disfare…beh…é la depressione ke lo fa stare cosí….é l’idea di nn essere piú il leone ke era….elasti dovete stargli vicino senza trattarlo da malato,spronatelo a fare quello che faceva prima anche se con piú calma!forza elasti….nn buttarti giú vedrai che ce la fate!il nonno nn é piú forte come prima ma é smp la vostra roccia!ti abbraccio forte e mi spiace leggere tanta tristezza….un bacione!mara

    1. Sono d’accordo con Mara, anche io openso che sia depressione, forse fargli fare un giro da uno specialista, tipo uno psicologo, magari specializzato in disturbi degli anziani, non può che fargli bene! Certo è l’ennesimo medico, ma dovrebbe servire a mettere insieme i pezzi!

  15. I genitori sono il nostro confine e finché ci sono loro ci sentiamo al sicuro. Non è facile trasformarsi da figli, a genitori dei propri genitori, eppure a volte si deve, anche solo per aiutarli a ritrovare la strada di casa. Fa male vederl in difficoltà e temere di perderli.
    Dalla mia personale esperienza ho imparato che sono quei momenti in cui tutto si sposta su un altro piano e siccome non si sa come guardare avanti, spesso si guarda indietro con malinconia e rimpianto.

  16. Ti abbraccio pur da lontano.
    Gli uomini sono un insieme di “pezzi” che danno un risultato meraviglioso ma fragilissimo.
    Per la maggior parte della nostra vita siamo (nella maggioranza dei casi) abbastanza vigorosi da non doverci pensare…
    Quando, invece, dobbiamo pensarci perchè qualcuno che amiamo manifesta qualche debolezza, ci rendiamo conto di quanto siamo indifesi…
    Fortunatamente c’è l’amore.
    E io direi che la “medicina” migliore che puoi portare al tuo papà siano i 3 hobbit… ed esserci più che puoi.
    Vi penso.
    Licia

  17. son sicura che è un piccolo “incidente di percorso”questo momento del tuo papà…si riprenderà,ma certo non toglie che chi è vicino a lui si preoccupi un pò….coraggio Elasti!!!
    Antonella

  18. So che è difficile. Tanto. Se non è più in ospedale prova a fargli passare qualche ora in più con gli hobbit… Nonnocalabrese trae grande giovamento dalla presenza dei nostri piccoletti.

  19. Le malattie cambiano le persone, molto probabilmente non era pronto a questo appuntamento che la vita gli ha riservato. Tornerà fra voi quando avrà aggiustato questa nuova prospettiva. Portate pazienza e tutto si aggiusterà.

  20. Post che fa venire mille pensieri a chi come me è ansioso nel dna. Puo ‘essere che abbia un po’ di depressione? Perché pur non essendo medico ho visto casi di persone anziane malate improvvisamente di cuore. Con l’intervento il problema, l’urgenza si è risolta ma la persona era cambiata, non era la stessa di prima. E forse è necessario ricorrere a un aiuto. Ma sicuramente ci hai già pensato e provvveduto. Forza Elasti. E forza nonno A.

  21. Claudia ti abbraccio, e credimi ti sono davvero vicina… anche i miei cominciano ad avere piccoli grandi acciacchi e spesso mi ritrovo a fare loro da madre ed è davvero dura… ma finchè sono con noi bisogna ceercare di cogliere il bello di ogni istante, e poi i nipoti sono la migliore medicina!

  22. Fai bene ad esprimere la tua preoccupazione, che a volte “buttare fuori” aiuta ad alleggerire il nostro carico.
    Prima di essere nonno A. è il tuo papà, e so bene che i sentimenti si confondono e sovrappongono. Noi stiamo uscendo ora da un aprile pesantissimo, con Nonna Pasticcia ko e capricciosa, Nonno Lupone alle prese con un’operazione difficile. E sono nonni giovani.
    Che fatica, ma poi pian piano le cose si mettono a posto. Un abbraccio

  23. Giovedi’ scorso nonna G. fuori casa ha mollato improvvisamente la borsa, ha avuto una paralsi in meta’ corpo e si e’ accasciata. Ambulanza. Corsa in ospedale. Controlli. Dopo una settimana e’ tornata a casa e sta bene. Ma e’ successo. Puo’ ricapitare.
    Non lo vogliamo ammettere, ma i nostri genitori sono vecchi, stanno perdendo i pezzi, il corpo li sta lasciando, li sta preparando a qualcosa piu’ grande di loro. E’ difficile da accettare e non ci possiamo fare niente, perche’ la medicina arriva fino a un certo punto, ma poi piu’ di tanto non puo’ fare. Bisogna solo prepararsi al distacco.
    Scusa il pistolotto serio, ma credo che nella nostra vita sia importante anche fare i conti con la malattia e la morte, che la nostra societa’ tende invece ad occultare, a cancellare.
    Un libro interessante al riguardo? “Cosi’ e’ la vita – imparare a dirsi addio” di Concita De Gregorio. Ma sono sicura che l’hai gia’ letto.
    Un abbraccio grande
    laPaola

  24. Non posso che sottoscrivere il commento precedente di laPaola, è vero: sono fragili.
    Ma lo siamo tutti, no?
    E allora ci tocca solo vivere, cercando di stare vicino il più possibile alle persone che amiamo, di non lasciare sospesi e rammarici. Ma Nonno A lo sa che su di te può contare, no? 🙂

  25. Sono daccordo con Chicca (30). POtrebbe essere un po’ di depressione. La mamma di una mia amica a veva alcuni acciacchi che erano stati più o meno messi a posto, ma era crollata di colpo: niente più voglia di fare, niente energia, niente appetito, tremori e stanchezza. Esami e visite non trovavano nulla di peggiorato, nè di preoccupante. Finchè un medico, un po’ più illuminato, l’ha confortata e ha spiegato ai figli che la situazione era tutt’altro che anomala. La depressione degli anziani è cosa ben diversa da quella dei giovani, ha spiegato. Quella dei giovani dà segnali prima sul piano psichico, quella degli anziani viene invece spesso subito somatizzata e dà sintomi fisici. Tanti anziani, spesso proprio quelli che a diverso titolo sono stati “severi” con sè stessi, o che sono allenati all’autocontrollo, si sentono improvvisamente vulnerabili e crollano nel fisico, più che nella mente, il cui allenamento tiene. Con una cura adeguata e tanto affetto e comprensione la signora si è ripresa bene.

  26. Se lui se la sente, dovrebbe imparare il qigong o altra disciplina cinese, che porta a rimettere in equilibrio l’organismo, sgombera la mente dai pensieri tetri e reinsegna a respirare. Piano piano.

  27. penso che in questo caso il tempo ti sia amico e nemico…. ogni giorno stagli vicino e ringrazia che il tuo papà è con te, anche se trasformato dalla malattia e dalla vecchiaia è prezioso come solo un padre per una figlia può esserlo. io non oso pensare al momento in cui succederà anche a me.

  28. Vorrei aggiungere una cosa, importante. Gli anziani hanno bisogno di stare bene SUBITO, non possono permettersi il lusso di intraprendere lunghi apprendimenti di discipline tese al riequilibrio nel lungo periodo. A anche terapie a taglio psicologico. Per motivi evidenti direi. Se nel caso di un giovane il ricorso agli psicofarmaci deve essere, per quanto possibile, limitato, negli anziani si può rivelare una prudenza talvolta eccessiva. Soprattutto se equilibrati e produttivi lo sono stati sempre, non accettano spesso di vedere messo in discussione il loro “equilibrio” costruito in una vita. Vogliono stare bene e godersi gli anni che restano. Ne hanno il diritto, e se la mente è sofferente ecolpisce uin corpo reso vulnerabile dall’ètà, è giusto curarla con le giuste medicine, secondo me.

    1. Secondo me non sai un accidente di psicofarmaci, che non sono magiche pillole per l’umore né terapie, bensì palliativi per quanto riguarda diagnosi vaghe – e in questo caso liberamente inventate – come semidepressioni et similia.

  29. Mio papà, stessa cosa: dimagrito, smunto, sempre incazzato. Hanno scoperto che era un’endocardite mitralica … ma ci hanno messo 3 mesi!

  30. “ci sono tanti medici e ognuno è addetto a un pezzo” e non sono capaci di dare una visione d’insieme. Paolo Speciani di Milano è invece uno che ti guarda e da come cammini ti dice di cosa soffri. Ci vado raramente perchè fortunatamente sto sempre bene,ma è proprio bravo. Probabile che tuo papà sia semplicemente depresso, ma serve una mano anche per quello.

      1. Hai avuto delle esperienze negative con Speciani? Ma quale Speciani, perché sono tre mi pare.
        Scusa, mi interessa.

      2. No, scusaaaa…. mi sono confusa io stessa, perché sono stata da lui. Mi confondevo con un altro da cui sono andata dopo, che ha un nome simile. Come non detto dunque!

      3. Joy, o ci spieghi perchè è poco professionale, o eviti. La mia esperienza e quella di molti altri che lo frequentano dice che è bravo. Poi, de gustibus non est disputandum, ma sulla professionalità non sparerei giudizi.

  31. Fermo restando che ogni persona è un universo a sé, ho esperienza diretta che l’umore nell’affrontare le difficoltà della vita agisce da moltiplicatore della riuscita…. o della sconfitta. Ad una mia cara amica fu diagnosticato un tumore in fase assai avanzata al fegato. Le furono dati 6 mesi di vita al più. Fece altri consulti, perché qualche volta l’errore medico è qualcosa che si desidera disperatamente e non si condanna. Diagnosi confermata con conseguenti grandi pianti e disperazione. Poi cominciò le cure e nelle sale di attesa si organizzava i viaggi che aveva sempre sognato. Lo faceva quasi per gioco, con una cura maniacale per i dettagli (“mi tiene impegnata la mente”). Poi un giorno mi disse: “ci son giorni che i dolori ti tolgono il fiato. Ma per restare sdraiata a gridare, forse posso pure farlo in una tenda candese”. E partì per il Laos, lasciandoci sceme e disorientate. Dopo 14 anni di viaggi ed esperienze inimmaginabili se ne è andata sazia e serena. La sua esperienza mi ha insegnato molto e così quando i guai han cominciato a suonare alla mia porta, ho comprato… una harley davidson, perché son sempre stata eccessiva e odio i trasporti pubblici. Non credo che sia la risoluzione di tutto, ma certamente il terrore che mi prende appena la tolgo dal garage mi fa lievemente dimenticare tutto il resto. Credo che tuo padre abbia il diritto ad un momento di sconforto, poi però deve misurare i propri nuovi limiti e viversela provando a spostarli ogni giorno più avanti. E non ha bisogno di gesti esagerati: una famiglia premurosa e 3 nipoti, di cui almeno uno serenamente fuori controllo, dovrebbero tenerlo parecchio impegnato.

    1. Ciao Puntadispillo, questa storia è fantastica. Grazie.
      Sei di Milano? No, perché a volte penso che mi piacerebbe conoscerti.

      1. Grazie cara. Non vivo a Milano; vivo nel Chianti, in modo piuttosto isolato, direbbero i superficiali. In realtà in compagnia di una folla di ricordi di volti e luoghi, e della malinconia di un’assenza che è ancora il miglior vento a cui metter le vele per i miei continui girovagare.

    2. una harley?? wow grande! :-DD comunque, aneddoto stupendo…. la prossima volta che qualcosa andrà male, ne terrò conto!

      Terri

      1. bella anche la definizione del “nipote serenamente fuori controllo” ! E bello tutto il racconto.

    3. una Harley? WOW!!! Io ho un’Atala sulla quale vivrei e, da Firenze, giro felicemente per il Chianti. Questa tua storia è davvero bella: sazi e sereni, così si vorrebbe andare.

  32. sentirsi all’improvviso fragili e dover dipendere da altri fa crollare anche gli uomini più forti, in più, come diceca Moretti in Caro Diario, i medici sanno parlare ma non sanno ascoltare. Non basta sistemare tutti i pezzi per stare bene “dentro”. Meno male che ci siete tu e gli hobbit a ridargli forza e fiducia.
    A te un grande abbraccio, perchè il papà è sempre il papà…

  33. Purtroppo capisco il tuo stato d’animo! ci sono passata e solo pensarci fa ancora male. Ti abbraccio, tanti auguri.
    Marina trimamma

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