ciao papà, sono passati 30 giorni. 30 giorni da quel venerdì in quella stanza con due finestre, gli alberi intorno e la nostra incredulità smarrita.
oggi qualcuno mi ha chiesto come va. e io non sapevo veramente rispondere. ho detto bene, perché è rassicurante, per chi lo ascolta e anche per chi lo pronuncia.
come va? va peggio rispetto a 31 giorni fa. perché anche se dormivi, anche se da quel sonno non c’era ritorno, anche se razionalmente pensavo “così no. non vorrebbe lui, non voglio io”, 31 giorni fa c’eri, con le tue mani, il tuo respiro, le tue soppracciglia sopra gli occhi chiusi. e ho scoperto che, nonostante tutto, per chi resta è meglio una presenza assente ma comunque tangibile, è meglio un pieno svuotato che un vuoto. già, è egoismo, ma siamo fatti così. meglio poterti sfiorare il profilo che ricordarlo.
come va? va meglio rispetto a quel venerdì, in cui pensavo di essere lucida e invece non capivo nulla ed ero persa.
come va?
va che il dolore segue strade tortuose e imprevedibili, ti dà tregua per un po’ e ti aggredisce all’improvviso quando guardi un film, rispondi al telefono, apri un cassetto, sfogli il giornale. va che la storia dell’elaborazione del lutto è proprio vera. e ci sono delle fasi e non si può fare i furbi e decidere che una la salto perché anche a scuola me la sono sempre cavata nonostante non abbia mai studiato per bene la tabellina del quattro.
va che io, di questa cosa faticosa e anche interessante che è l’elaborazione del lutto sono ancora all’inizio e continuo ad avere l’urgenza di alzare il telefono, per raccontarti quello che è successo.
come va?
va che ci sono sere in cui vorrei piangere e basta, da sola, fino a svuotare il serbatoio delle lacrime.
va però anche che la mia quotidianità prosegue uguale a se stessa ed è una quotidianità che ho scelto e che amo. e questo non è cambiato. va che mi sento comunque fortunata, non solo per averti avuto per 42 anni, ma anche per tutto quello e tutti quelli che ti stavano e mi stanno intorno.
come va?
va che a volte rido e dico scemenze e mi impiccio dei fatto degli altri (ti ricordi quanto mi prendevi in giro per la mia curiosità da simmia?) e riesco ad essere contenta di quello che ho, che mi è rimasto e che è moltissimo.
va che a volte ti insinui nei miei pensieri come presenza e non solo come assenza. e di questo ti sono grata.
come va?
va che non te ne dovevi andare. non adesso. magari tra quindici, vent’anni anni te lo avrei lasciato fare con maggiore serenità ma adesso non era proprio il momento. però non si sceglie e quindi, con il tempo, con calma, con pazienza, con quella maledetta o benedetta elaborazione, prima o poi andrà bene sul serio. te lo prometto.
ciao
c.
Sarò ripetitiva ma Ligabue in tv ha appena cantato “Il giorno di dolore che uno ha” c’è tutto, lì dentro…
Vorrei lasciare un segno di aver letto, senza però disturbare.
Impossibile.
Un abbraccio.
Sarà un po’ lunga, ma questa lettera è una definizione d’Amore che andrebbe copiata nei dizionari
sì, un giorno andrà meglio.
Un forte abbraccio, Elasti. Laura
Trasformi in poesia i pensieri confusi e spettinati di tutti noi, la quotidianità con le sue gioie e dolori diventa qualcosa di magico….nonno A. ha avuto la gioia di condividere 42 anni con una ragazza speciale!!!!
Cla
Coraggio !!! un abbraccio da lontano !!
Un abbraccio grande…
Quanto è difficile lasciar andare le persone che amiamo
e realizzare che più si lasciano andare, più sono con noi….
una carezza, con l’augurio sincero che le lacrime si asciughino per lasciare spazio ai ricordi più dolci…
sì, farà meno male (guai sennò).
le lacrime saranno accompagnate da un sorriso e sarai grata del dono della sua presenza.
kisskiss
Quoto tutto quello che hai scritto cara Elasti, come se l’avessi scritto io alla mia mamma.
Ci mancano tanto, ma sono sicura che sono una presenza invisibile costante.
Ti abbraccio tanto tanto.
la mia soluzione, quasi 7 anni fa, e’ stata quella di pensarlo il piu’ possibile, mai evitato discorsi o racconti o musiche o immagini o qualsiasi cosa che lo riguardasse, ho sempre affrontato l’argomento papa’ e morte di papa’.
mio padre mi aveva detto questa frase: la morte fa parte della vita, e’ normale, tutti muoriamo prima o poi! dobbiamo andare avanti, la vita continua!
questo importante insegnamento me lo aveva detto in occasione della morte di sua madre molto anziana dopo una lunga malattia, (quando purtroppo vivi la morte quasi come una liberazione dalla sofferenza) ma ben piu’ importante me lo disse anche alla morte improvvisa di una mia coetanea (all’epoca della maturita’) per incidente d’auto.
quando qualcuno ti chiede come va non sempre ascolta la tua risposta, ma si sente sollevato per avertelo chiesto. io penso che il dolore ognuno sente il suo, nel senso che e’ difficile poter dire chi sta piu’ male.
coraggio, piangi quando ne hai voglia, ridi quando ti viene, specie coi tuoi bimbi, tuo papa’ sarebbe molto contento di vederti ridere, ricordalo quando ti salta in mente, dimenticalo quando hai altro da fare. va bene tutto. la vita continua.
debs (e cesio)
com’è vero! di dolore ognuno sente il suo…
sttoscrivo in pieno il commento, debs.
come va?
va che se quella persona non c’è più e ti manca tanto c’è poco da fare ti manca e basta.
Proprio così.
Dopo un anno e mezzo al vuoto si è sostituita la convinzione di poter parlare a mia mamma ancora quando voglio . quando mi concedo questo lusso è meglio che piangere.
Come dice Guccini
“Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi…”
piango. sii forte elasti!
Quando scrivi in corsivo non si scherza.
Ti abbraccio, per tutto il post ma soprattutto per la firma: “c.”. Che non sta per “Claudia”, vero?
Brava.
Siamo qui per te.
Cara Elasti, è veramente dura……..ti abbraccio forte….
Hai ragione, piuttosto che niente, è meglio piuttosto.
Continuo a ripetermelo da 12 anni a questa parte, sarò egoista, ma il vuoto che lasciano è troppo grande e incolmabile
Questo post di amore assoluto mi hai fatto venire in mente che voglio tornare a casa mia e godermi la mia mamma, il mio papa’ e il mio fratellone e che non me ne frega un cavolo della carriera e del futuro in un paese che non da’ alcun futuro, perche’ non si possono perdere i momenti belli che la via ci concede di passare insieme a chi amiamo.
ti quoto e ti mando un sorriso..
Sei un mito, una persona davvero speciale, ti abbraccio.
Un abbraccio forte.
hai ragione, non ci sono scorciatoie. facendo tutta la strada però penso che alla fine si riescano a ricollocare le cose al loro posto, si va dritti al centro, si fa più chiaro ciò che si ha e ciò che ci è stato lasciato, si impara ad accettare il senso di sconfitta e di impotenza e a trasformare il senso di perdita in opportunità nuove. coraggio
Va che ci vuole tanta forza, tanta… E ancora non basta…
E l’abc dell’elaborazione non si trova in giro…
E il numero di telefono in memoria sta sempre lì, ma non puoi più chiamare… E allora ci parli in macchina da sola, come una pazza…
Un abbraccio Elasti, davvero, solo un abbraccio…
Cara Elasti, a volte cerco di pensare di aver goduto 25 anni mio papà, a voltte invece dico che sono stati troppo pochi, ma nonostante siano passati molti anni ancora mi ritrovo a piangere in certe sere guardando una foto, cercando un sorriso, sognando una voce.
Lo so che non serve, ma volevo rassicurarti sul fatto che, anche se ogni tanto sembra sommergere, lasciarsi galleggiare sul dolore diventa sempre più facile ed è la via più sicura.
Ognuno la vive a modo proprio ma non ricacciare niente indietro, ecco. Quello fa stare malissimo poi.
Passerà e rimarranno solo le cose belle e un po’ di rimpianto, penso sia giusto così.
e sarà proprio la tua curiosità la tua forza, vedrai.
Un abbraccio anche da me!
Per riaverli, anche un solo secondo, o un minuto, (che e’ meglio, un minuto, o 3 minuti , sarebb ossigeno per respirare) li si vorrebbe anche in coma, o in pre coma. E’ sbagliato, e’ mostruosamente egoistico e infantile, ma e’ cosi’, in questa fase del lutto. Io la mia mamma avrei voluto rivederla, toccarla pure in quell’orribile stato nel quale era alla fine, piuttosto che saperla…SPARITA. E’ cosi’ normale, cara, cosi’ normale questo pensiero e, per fortuna, poi va via.Te lo giuro, va via. Col tempo, con la famosa elaborazione del lutto.:o* Ma rimane la malinconia di non poter raccontare loro piu’ niente. Con questa si convive, e basta. Diventano sempre meno le volte in cui si acchiapperebbe il telefono, finche’ ci si limita a pensare “Eh…ma tu non sai cosa mi e’ successo..non ti ho potuto raccontare piu’ niente…”…e lo si fa con una malinconia molto piu’ dolce e accettabile.
ci spero tanto ale, ci spero tanto.
Hai una capacità di rendere tangibili i sentimenti che non si può fare a meno di condividerli e pensarti con tutto l’amore possibile.
Il tempo ha il potere di diluire l’intensità del dolore. E questo momento arriverà, lasciandoti solo ricordi felici.
Ti posso abbracciare? Per favore, per favore, per favore
Ciao Claudia.
Un abbraccio.
Veronica.
Cara Claudia, oggi sono sette anni che il mio papà se ne è andato. 7… 7… 7… mi sembrano tanti e niente nello stesso tempo. A volte ancora mi giro credendo di trovarmelo al fianco, sentendolo al mio fianco. Sento ancora la sua risata, la morbidezza della sua pelle. Questo per dirti che il dolore si farà meno acre, ma ci sarà sempre. Come ci sarà sempre, per fortuna, la sua presenza. Un grande, morbido e caldo abbraccio. Manu
Come è vero…
S.
Sentirti così smarrita mi fa che pensare che quando verrà il momento di salutare i miei genitori sarà durissima…
Non ho una ricetta per te. Forse solo quella di sfogarti con le persone che ami e che condividono il tuo dolore, il tuo vuoto.
A me è servito, di recente, per metabolizzare la perdita di una persona che ho amato molto. Tieni duro!!
Hai scritto: “va che a volte ti insuinui nei miei pensieri come presenza e non solo come assenza. e di questo ti sono grata.” Hai avuto tuo padre per 42 anni, un padre presente. Io ho avuto un padre in casa per 8 anni, in casa ma assente. Poi fuori casa e assente. E da 9 anni non c’è più, e non c’è sentenza di appello per qull’assenza. Si è giocato tutte le sue possibilità di esserci eppure ora nella mia mente c’è più di quanto ci sia mai stato, ed è molto peggio perchè non sente e non vedo quello che mi aspettavo un giorno di dirgli, di bello e di brutto. Perdere qualcuno che ci è stato accanto per anni è dolorosissimo ma non è vero che perdere qualcuno che ci ha ignorati per altrettanti anni lo sia meno, credimi. Entrambi i dolori non passano, ma fanno parte di noi e ci si convive. Baci.
Ti credo, perchè è un’assenza doppia. In questo momento Elasti scrive solo per se stessa, perchè il dolore la estranea dagli altri, perchè il dolore difficilmente è condivisibile. Il dolore non avvicina ma allontana. Non sono daccordo con Fefo perchè talvolta ci sono segni d’amore che non si raccontano, pagine bianche colme d’amore. In amore non ci sono graduatorie, ognuno ha la sua definizione.
“Bisogna continuamente ricominciare dalla fine.
S.J. Lec”
un abbraccio crì
…io ho pianto guardando Casper… ero nella fase iniziale dell’elaborazione…. ma mi sa che anche ora a distanza di 2 anni sono come all’nizio!!
In alcune culture (non solo in quella ebraica) il 30mo giorno chiude una prima fase del lutto. Detto così sembra tecnico, ma a guardare bene corrisponde ad un bisogno molto umano di fissare le tappe del dolore. Hai la fortuna di saper scrivere quello che molti provano nel corso dell’esistenza.
Penso che sia la più bella lettera che un padre possa ricevere.
Un forte abbraccio,
Mi dispiace
cara elasti, è difficile quando un genitore non parla, non ti risponde. è piuttosto doloroso. un caro saluto
Elasti, un abbraccio forte.
Io papà l’ho perso tre anni e mezzo fa quando di anni ne avevo appena 22. Fa malissimo e, purtroppo o per fortuna, non sempre il tempo cura le ferite. Anzi, ne crea di altre o di certo non le rimargina alla perfezione. Ma hai ragione, dobbiamo essere grati del tempo che abbiamo condiviso con loro e ricordarcene sempre. I primi mesi sono i più dolorosi, io avevo paura di dimenticarmi la sua voce e questo mi faceva male, malissimo. Ma non è successo, perchè è scolpita dentro di me.
Un bacione agli hobbit.
Vale
“Se vi è successo di perdere una persona molto importante sapete già come ci si sente, e se non vi è mai successo non potete neanche immaginarlo”.
Mi ha sempre colpito che una frase così vera ed assoluta fosse in un libro per ragazzini (Un infausto inizio, Lemony Snicket).
Finché non l’hai provato non hai neanche idea di che dolore sia (anche se ne hai vissuti di simili).
Semplicemente, da quel momento in poi, esiste un prima ed un dopo e la Claudia che eri non ci sarà più.
Spero non ti sembri una minaccia: nel mio “dopo” sono stata (e sono) felice in modo indescrivibile, mi sono innamorata perdutamente e tra poco, alle porte dei 50 anni, sposerò l’uomo che amo perdutamente…
Ma lui non ci sarà, solo a pensarci il magone mi travolge. (Sono passati 8 anni e 7 mesi).
Un forte abbraccio.
Paola
Ti mando un mega abbraccio, che sommato a tutti gli altri spero ti portino un pò di calore ed affetto attraverso le fibre ottiche fin nel tuo cuore. Baci baci baci.
Anche il mio nonno A se n’è andato, da un po’ meno di 30 giorni. Anche lui dopo pochi giorni di sonno profondo in ospedale. Mi conforta moltissimo leggere quello che scrivi, è esattamente quello che provo, mi sembra tutto uguale, attraversiamo le stesse fasi, stiamo facendo progressi e arriveremo a sentire i nostri nonni A vicini in un altro modo. Speriamo. Grazie.
ti sto seguendo ancora più assiduamente in questo periodo, perchè sto vivendo la stessa situazione. però noto che una cosa non compare mai in te…una qualche minima fede in una dimensione che non è quella terrena, non dico per forza nella religione cattolica, sbaglio?
va bene tutto Elasti… va bene quello che viene… le giornate più semplici e quelle più dure… quelle tristi e buie e quelle che sono un raggio di sole… quelle che ti sembra tutto perfetto e quelle in cui ti svegli come in un buco nero difficile da risalire…
io penso che il dolore va e viene ad ondate… l’importante è non naufragare… non lasciarsi andare completamente alla deriva… e, pian piano, imparare a nuotare…
ti abbraccio forte…
Ti abbraccio forte forte, kermittina.
ciao elasti, anche il mio nonno A. non c’è più, ma da tanto tempo, eppure il forte ricordo della sua presenza ne rende solida l’assenza. Solida, massiccia. Nei momenti più tristi della mia vita, dopo la sua morte, sentirlo accanto è stato naturale. Solo, mi dispiace che il mio hobbit ottenne non abbia mai potuto “vedere i suoi occhi che si muovono” (così ha ribattuto quando gli ho detto che avrebbe potuto vedere il nonno nelle foto e nei video).
abbraccio forte tutti
Ti ho vista anche ieri, ma anche ieri… niente! Grazie dei sorrisi e della lacrime. Tieni duro Navimpa Giafiti!