Nonsolomamma

il genere non c’entra

“cosa fai?”
“secondo te cosa faccio davanti al televisore acceso con dentro spagna-portogallo?”
“guardi la partita?”
“già. ma scusa, sei seduta sul divano accanto a me da quasi due ore e non ti sei accorta che c’è spagna-portogallo??”
“veramente no. ascoltavo il brusio di fondo, è rilassante, sai? leggevo, rispondevo alle mail, pensavo…”
“sei proprio una femmina”
“cosa c’entra il genere? pensa alla dirimpettaia ultrà che passa le sue serate a urlare milaaan milaaan anche se il milan non c’entra nulla. è una femmina pure lei, no?”
“va be’, mi stai distraendo…”
“tranquillo, ti lascio in pace”
“ah, no aspetta. hai letto di quel tizio cinese che è morto perché ha passato 11 notti a guardare le partite senza mai dormire?”
“no, non avevo letto… ma…”
“ma?”
“la cina gioca?”
“elasti, si chiamano EUROPEI non così, per caso”
“ah. quindi la cina non gioca…”
“e tu che dici?”
“direi di no…”
“poi dici che il genere non c’entra…”.

90 pensieri riguardo “il genere non c’entra

    1. La Svezia e la Scandinavia in generale sono un altro mondo… purtroppo per noi e per fortuna per i suoi abitanti (soprattutto di sesso femminile :-)).

  1. Hahahhahaha! Grande elasti! Io fino ai rigori di Italia-inghilterra sono rimasta in fissa su quel gran pezzo di montone delle shetland di Carroll (se non hai in mete chi sia, informati al più presto ;-p )
    … però domani mi trasformerò un po’ in hooligan per la semi-finale… Faccio la bi-genere!
    Un bacione!

    1. Cara Federica, anch’io (e soprattutto mia figlia) abbiamo notato il suddetto Carroll durante la partita con l’Inghilterra! 🙂
      E la mia quindicenne, occhio fino, ha dichiarato che il ragazzo ricorda Orlando Bloom nei “Pirati dei Caraibi” 🙂

      Floralye

    2. Carroll…si notevole ..molto..tanto..troppo!!!!!lo avevo notato anke io ma..nn potevo dire nulla x’ altrimenti marito/figlio/amici maskio mi avrebbero linciata!!!!!

  2. Io mi sarò fatta spiegare il fuorigioco non so quante volte, ma non l’ho ancora afferrato… come i parcheggi del resto. Nooooo, il genere non c’entra 😛

    1. …e come i libretti delle istruzioni, d’altronde ;)) Naaaa, non c’entra il genere, è solo che il 98% di noi donne li detesta e nemmeno legge la pagina 1.

      1. Pensavo di essere l’unica, mio marito mi fa sempre sentire in colpa perchè non li leggo. Allora se un elettrodomestico implica 5 ore di studio…faccio a meno 😉

      2. io li leggo sempre, ho sempre paura di fare qualcosa che possa rovinare il mio nuovo giochino tecnologico o elettrodomestico, mio marito al contrario accende e smanetta, poi si incavola perchè non va come vuole lui. io studio un’oretta le istruzioni e poi uso senza problemi.

    2. Ah no, io non mi applico solo sulle cose che non mi interessano. I libretti di istruzioni invece li adoro. Sono l’unica che si diletta in tecnologia in casa. Calcio e auto li trovo irrilevanti, quindi non mi entrano in testa 😀

    3. Io al fuorigioco semplice ci sono arrivata. Con marito E figlio maggiore che me lo hanno spiegato e disegnato miliardi di volte alle fine ci sono arrivata.

      Sono ancora molto confusa sul fuorigioco “di ritorno”……., stanno tentando la solita spiegazione in stereo ma non riesco ad afferrare il punto.

      Lo smacco più grande, però, è che lo hanno capito perfettamente sia il figlio minore che la FIGLIA MEDIANA. FIGLIA, femmina.

      Forse non è il genere, ma l’età……

  3. Io a un certo punto me ne vado
    ”ma no cara, resta”
    ”e che resto a fare? Il volume e’ a zero perche’ vuoi sentire la Gialappa’s alla radio e ridi per i fatti tuoi mentre hai gli AURICOLARI”…

    Ogni genere ha la sua…

  4. anche a me il commento in sottofondo rilassa molto
    infatti mi faccio di quelle dormite favolose!!!
    con una fissa particolare .. se per caso la partita
    finisce ai calci di rigore .. mi faccio svegliare..
    non li voglio assolutamente perdere!
    e questa sera italia germania…

  5. Il genere non c’entra. I miei tre uomini non hanno mai, ma proprio mai guardato le partite. Adesso per gli europei il piccolo, ormai 15enne, ha acceso la tv (è un dovere sociale mamma, altrimenti poi resto fuori dai discorsi con gli amici) e si è studiato le regole.

  6. La cosa più divertente di questo europeo è vedere il babbone che, con ricercata pazienza, cerca di spiegare inutilmente le regole del calcio alle due gemelle settenni.. Alla mia domanda “allora bimbe, per chi fate il tifo??” hanno risposto in coro soddisfatte “per l’arbitro!!”. Crescono bene no??

  7. adorabili le donne, adorabili i sognatori, personalmente ho passato la serata in un orrendo bar della stazione di Orte, aspettando il treno della notte in ritardo, sentivo urla, commenti scalmanati, poi ho capito che c’era una partita, il risultato l’ho saputo stamattina da mio cognato, io ero solamente scocciato che non vi fosse una sala d’aspetto per poter leggere sul mio ereader in pace.
    Oddio, non è che sto diventando femmina anch’io ?
    Curiosa possibilità, ma troppo faticosa ritengo.

  8. la scorsa settimana guardavo geo alla tv alle sei del pomeriggio semi-svenuta sul divano. c’era un documentario in cui si raccontava la storia di una piccola comunità in Perù in cui le donne si erano messe a giocare a calcio e avevano organizzato una specie di torneo tra villaggi in mezzo alle montagne. queste magari camminavano per 16 km con al seguito bambini neonati da allattare e 11 galline/ porcellini d’india ecc. da regalare alle avversarie in caso avessero perso la partita. le vedevi giocare con queste gonnellone tutte colorate e le trecce lunghe, nere. non erano mai uscite dal loro villaggio e il calcio diventava per loro un modo per incontrare altre donne di altri villaggi e fare qualcosa di diverso dal curare figli, allevare animali ecc. boh, mi è sembrata una storia bellissima.
    bell’uomo cristiano ronaldo.

  9. ho giocato, tra calcio e calcetto, esattamente 12 anni. mi piace tanto. dopo circa 13 anni di completo rammollimento, l’altra sera ci siamo ritrovate per una partitella.. che spettacolo. c’era anche una mamma sulla cinquantina.. che ha ancora i vizietti, in campo, di venti anni fa!!!
    non vedo mai le partite alla tv, non conosco manco i nomi dei calciatori professionisti.. ma giocare al pallone mi piace, mi diverte, mi carica!! e anche l’altra sera, tra vecchie amiche.., come ai vecchi tempi, ehmm.. si gioca per vincere!! sudate, contente di non essersi fatte male, con l’intenzione di farlo di nuovo, ci siamo salutate.. bello.

  10. Acci Elasti mi cadi sul calcio, ma come fai con 4 maschi in casa? Ammetto che per lo più anche io mi metto sul divano e fisso lo schermo dove sti giovanotti sgambettanp mettendo in mostra muscoli ovunque. Ma non vedo nè la partita neè i giovanotti, semplicemente penso a tutte le cose che devo fare, organizzo o semplicemente riposo il cervello. Però da quest’anno tra album di figurine etc mi sono dovuta rifare una cultura altrimenti mi tagliano fuori. Quello che temo di più però non è nè il campionato nè altri tornei televisivi, ma il desiderio del grande di iscriversi a scuola calcio. Gli allenamenti e le partitelle all’aperto al caldo e al freddo a vedere bambini che francamente non sono capaci per lo più a spalla a spalla con genitori invasati non mi attira per niente.

  11. Papozzo non è particolarmente appassionato, ma per gli europei, così come per i mondiali, si guarda tutte le partite, mentre io e le gnome ci facciamo i fatti nostri…

  12. A me ieri il brusio di fondo ha conciliato il pisolino serale sul divano…ore 22 ero ko (ok, lo ammetto, non ho figli, e forse è il motivo per cui posso permettermi un pisolino sul divano già alle 22!), viva gli Europei!!! 🙂

  13. A casa nostra in TV si vedono due cose soltanto: cartoni animati (rigorosamente su Rai YoYo) e calcio, io posso prendere possesso del telecomando solo dopo la fine dei programmi di commenti post partita, e la cosa vale tutto l’anno, non solo con gli Europei, per cui sono abbastanza informata, e devo dire che nella giusta misura il calcio mi piace.
    Il nano grande (4 anni) adora guardare le partite con il suo papà, perché a suo dire è “cosa da maschi”, ed invita la sorella (2 anni) e me ad andare a giocare di là, ché diamo fastidio e tanto “non vi piace”, per cui forse ai sui occhi il calcio è una cosa di genere.
    La nanetta vede che ci son le partite e chiede al papà se è la squadra del cuore, nel qual caso si ferma sul divano, si accoccola a lui e con occhi adoranti gli chiede “a noi piace, vero?”, dopodiché ottiene dal padre succhi di frutta, patatine, biscotti, …ecc. Io credo che lei abbia già le armi giuste per dimostrare che non è cosa di genere, ma solo un punto debole degli uomini da sfruttare a proprio vantaggio (e ne sono un po’ spaventata…).

      1. no, una sola TV è una scelta… Non abbiamo avuto la forza di eliminarla del tutto, ma cerchiamo di limitarne l’utilizzo e definendo orari di fruizione… e quando qualcosa mi interessa veramente, fisso quello come il MIO giorno e la televisione è mia ed i bambini interamente a carico del padre…

  14. Che ci sia la partita me lo ricordano i boati dei vicini, se per sbaglio capito sul canale gli omini che sgambettano mi fanno l’effetto delle pecore dell’intervallo.

  15. Io sono un po’ un’aliena visto che il lunedì mattina alle macchinette del caffè mi trovo con i colleghi (maschi) a fare il commento tecnico del campionato d’inverno e di Formula 1 e MotoGP d’estate. Le colleghe femmine si sono ormai abituate…

    Silvia malata di motori, con marito calciofilo e mamma di 3 figlie femmine che stamattina in macchina gridavano ITALIA ITALIA!!!

  16. io vado a periodi, magari la partita la guardo a pezzi, ma ai rigori ero l’altra sera ero teso come una corda di violino.
    e stasera seratona sul divano, insieme al marito che magicamente stasera riuscirà a tornare prima…

  17. Io, moglie di un non-tifoso che guarda al massimo europei e mondiali, mi diverto a fare domande tipo “ma l’Italia deve segnare a destra o a sinistra?”. Cioè, mi diverto a constatarne l’effetto, ma non è che faccia finta, non lo so proprio!
    Comunque concordo: il ronzio di sottofondo concilia altre attività: mail private, lavoro e sonno.

    1. Faccio la stessa domanda anch’io!!!
      Per altro, almeno per quanto riguarda il mio nucleo familiare il genere non c’entra: domenica sera, sfiniti da una giornata in montagna, siamo andati a dormire. Mentre scivolavamo dolcemente tra le braccia di Morfeo abbiamo sentito un boato provenire dalle case vicine, abbiamo impiegato l’ultimo neurone attivo per dedurre che qualcosa doveva essere andato a favore dell’Italia e abbiamo perso conoscenza fino al mattino dopo.
      La G., invece, che ultimamente ogni tanto erompe in un insopportabile “Chi non salta juventino è” sicuramente imparato a scuola, dormiva già da un po’.

  18. a me dà fastidio anche solo il brusio delle partite, che poi tanto brusio non è, non riesco a tollerare le interviste del dopo perché mi viene il nervoso a sentire quello che dicono e non capisco come si possano pagare miliardi tali personaggi (ma lo sport si sa fa tutti eroi, qua dove sto io sono fissati con il volley e mi hanno di recente raccontato che un mito/eroe degli anni passati era talmente zuccone che ha fatto fatica a fare le elementari, però ora è carico di gloria e quattrini, vabbè), e poi vogliamo parlare degli Europei in Ucraina, della strage dei cani per pulire le città, del denaro gettato per abbellire gli impianti sportivi mentre tutto il resto della nazione crepa di fame?
    Mi viene in mente l’episodio di una commedia anni ’60 con Vittorio Gassman, se la ritrovo metto il link, moooolto illuminante.

  19. Il genere non c’entra: mia sorella maggiore è una pazza sfegatata con tanto di tessera del Roma fan club mentre mio padre cerca ancora di capire cos’è il fuorigioco!

  20. Quando vince la squadra del cuore molti si agitano, saltellano di qua e di là, fanno suonare le trombe, corrono in strada a festeggiare con gli altri…
    poi c’è chi continua a pensare ai fatti suoi.
    “Ma perché son tutti agitati?” La domanda.

  21. Ciao. Io sono come te. Per fortuna lo è anche mio marito!!
    Discutiamo già su troppe cose. Il calcio, non è una di queste.
    Buona giornata

  22. il genere c’entra, c’entra… stasera begonio ha chiesto un permesso per uscire prima e sapete cosa ha scritto sulla motivazione? italia-germania. il genere c’entra!

  23. Mia figlia mediana, adolescente, sa benissimo cosa sia il fuorigioco e tifa per la nazionale. Dato che è una buongustaia le piace De Rossi.

    Io al fuorigioco semplice ci sono faticosamente arrivata, in definitiva si tratta di non fare i furbini.

    Ma proprio quando andavo tutta fiera del traguardo raggiunto ho sentito il telecronista uscirsene con un “è fuorigioco di ritorno” e sono ricaduta nella polvere.

    Tentativi in stereofonia quadrupla della famiglia non hanno fatto breccia.

    Non è il genere, è l’età.

  24. Il calcio è sopravvalutato, bleah, bleah, che schifo il calcio.
    Parliamo della ginnastica ritmica.
    Le Farfalle della Nazionale hanno vinto non-so-quanti campionati mondiali consecutivi, roba che se fossero state calciatrici avrebbero già le piazze loro titolate.
    Costringi il tuo marxista a guardare i mondiali di ginnastica ritmica che si terranno prossimamente a Pesaro e interrogalo sulle differenze di stile tra la Kaneva e la Bessonova. Se non le conosce, guardalo con sufficienza e un un pizzico di compassione.
    (oh, io ultimamente faccio così)

    1. Adoro lo spot sui prossimi mondiali, con Martin Castrogiovanni, pilone della nazionale di rugby (altro sport purtroppo poco considerato, anche se con risultati meno gloriosi del team di ginnastica ritmica), che saltella sulle punte come un ippopotamo…
      Quanto al calcio, fatico a ricordare chi ha vinto l’ultimo scudetto, considero i calciatori (loro sì) dei bamboccioni viziati, ho la fortuna di avere un compagno a cui non interessa… però le partite della nazionale le stiamo guardando e, mio malgrado, ne capisco.
      P.S. concordo con il giudizio su De Rossi… come si dice dalle mie parti “c’ha il suo bel perché”!

    2. Brava Rossella! E aggiungo che avendo in gioventù praticato ginnastica artistica (quando tutte noi sognavamo di poter avere un millesimo della perfetta grazia di Nadia Comaneci) sono potentemente inca… dal dover elemosinare quarti d’ora di visione di gare mondiali e/o olimpiche… Grrr! Stesso discorso vale per altri sport bellissimi: pattinaggio artistico su ghiaccio e nuoto sincronizzato, nonché pallavolo, ecc… Basti dire che per poter vedere la gara con cui Carolina Kostner ha vinto il MONDIALE di pattinaggio, nel febbraio scorso, ho dovuto “accontentarmi” di Youtube! Ma qui ho fatto opera di proselitismo… e anche mio figlio, all’obiezione “ma questi sono sport dove ci sono solo le femmine”, è stato zittito dalle meravigliose performances di Evgenii Plushenko!

      Floralye

  25. Sarà che sono una femmina. Ma me lo sono chiesta anche io, se la Cina giocava. Ovvio che no, sono gli Europei….e allora che senso aveva morire per guardare partite di altre squadre? Anzi,che senso aveva morire per guardare delle partite? Sì, via…sono proprio una femmina!

  26. Vi trovo adorabili! Tu un pò ci marci su certe domande, e a lui piace pensarti un passo “indietro” a lui su certe cose. Si coglie la tenerezza! Ed è Amore! Bello!

  27. per anni sono andata allo stadio. sapevo tutto: giocatori, formazioni, date di nascita, nomignoli dei calciatori e, ovviamente, cos’era il fuori gioco (anche di ritorno), cosa voleva dire “giocare a uomo” ed il 4.4.2.
    poi ho smesso per bilanciare un marito più tifoso di me. ma continuo a sapere tutto, a gustare le emozioni neigli occhi di mio marito e di mio figlio. a sapere i racconti, gli aneddoti e le magie del calcio.
    p.s. e avete anche ragione ma ce la facciamo ad uscire dal luogo comune degli 11 idioti che corrono dietro ad una palla, del tiro con l’arco che è molto più nobile ma non lo guarda nessuno ecc; a casa nostra si mangia pasta e calcio, ma amiamo il rugby, vediamo il tennis, la pallacanestro ed io sono campione di quartiere di briscola chiamata: purchè sia pulito, divertente, emozionante, purchè sia SPORT

    1. Ok, d’accordo su quasi tutto, perchè trovo la briscola deprimente, ma sul resto ci siamo.

      Quindi adesso ti trovi 5 minuti, ti siedi e mi spieghi in termini “femminili” cioè comprensibili, cosa cacchio è questo fuorigioco di ritorno.

      Ti preeeeeeeegooooooooo!!!

      1. cara la quarantatre allora
        dicesi fuorigioco di ritorno quando beccano l’attaccante che, conscio dell’essere in fuorigioco (che do per scontato tu sappia cos’è), sta cercando di rientrare; un po’ come se tu becchi tuo figlio, che sta mettendo via la palla dopo essersi ricordato che non può giocare a calcio in sala. insomma una pippa ulteriore rispetto al fuorigioco.
        p.s. non briscola liscia, ma briscola chiamata ovvero quella che dalle mie parti si chiama il due.

    2. giovanna ti adorooooooooooo!
      io sono una degli orfani di Controcampo, quello con Piccinini che lanciava il servizio con urletto finale, gli “abooorrrrrrrro” mughiniani e le pagelle di paolo ziliani!!
      e poi rugby, F1, Moto GP, campionati di tuffi (fo-to-ni-ci) e nuoto in genere, basket, football in differita etc etc. passo colo su ciclismo e curling: coma profondo per entrambi.
      ma sono felice di aver fatto outing dopo il tuo post: si, anche io seguo gli sport con birretta e patatine a portata di mano!!
      ah, però io sono una grande a tressette, peccato l’inglesaccio non giochi manco a mercante in fiera…

      1. perchè controcampo è finito quando l’hanno passato su rete4.
        incinta sono andata a misano a vedere il motogp ed ora è inutile che mi stupisca se mio figlio a 4 anni si piazza a vedere ogni gp, motogp, e conosce nomi e scuderie e siamo già stati 3 volte al museo ferrari.
        per essere sinceri guardo gran premi e ciclismo solo perchè mi conciliano il riposo post pranzo…
        p.s. anche mio marito è mezzo inglese e non vuol MAI giocare a carte con me… dovremmo provare con qualcosa di più british? che so il backgammon.

  28. Aspettavo dei commenti intelligenti sul childfree e invece capisco che la Bernardini non sa proprio cosa vuol dire childfree. Forse non sa l’inglese, forse non ha capito di che cosa si parla, comunque la sua critica mi ha lasciata veramente attonita. Non dice nulla del childfree, parla di persone childless che è tutt’altra cosa. Ti prego Elasti aiutala tu. Leggendo tra le righe si capisce come la Bernardini, un pò offesa dall’esistenza del childfree (dev’essere un pò vecchia guardia, di quelle spaventate dal diverso, anche se fa finta di essere cool) faccia finta di riabilitarlo per poi confonderlo col childless. Ha lsciato tutte noi di bassa cultura ancora più confuse….Alla fine mi sono detta, la Bernardini non sa cos’è il childfree, ha guardato nel suo vocabolario e ha scritto 4 stronzate. Vorrei sapere cosa ne pensa la gente che l’ha letto il libro. Io l’ho trovato simpatico per il linguaggio friendly con cui si accattiva la donna media (quelle con un pò di zucca credo di no…) ma devo dire che se deve affrontare temi nuovi come il childfree proprio non c’è di casa. Vorrei sapere cosa dice alle donne che si presentano da lei dicendo di essere childfree (sottinteso che la donna italiana media non usa questo termine, forse ne ha paura). Ma scopro che anche self-psicologhe ne hanno una gran paura e piuttosto di affrontare l’argomento ci girano intorno raccontando le storielle di donne che non hanno figli (tra tutte non ce n’è una che dice di NON volerne). Elasti scusa ma mi è piaciuto di piu il tuo Insalata mista (in tedesco) che non si prende sul serio, ma la Bernardini sociologa è sconvolgente. Ha mai letto veramente la Badinter? No. Altrimenti saprebbe cosa è il childfree e saprebbe che chi lo è non è triste per nulla, è l’esatto contrario del childless. La Bernardini si è sentita in dovere di trattare l’argomento (non può negare l’esistenza del childfree), ma figlia di un’Italia media di valori piccolo-borghesi e nazional-popolari, scrive delle cose così terra-terra sul childfree che le childfree non possono che ridere. La conclusione della Bernardini è che la childfree è triste donna in carriera, viaggiatrice vuota e magra che spende la sua vita a farsi le unghie. Niente da fare, il childfree terrorizza la vecchia guardia à la Bernardini, la quale teme che i tempi stiano forse cambiando troppo per l’Italia calcistico-velina? Il childfree, Bernardini, esiste eccome, ma non quello riduttivo del tuo libro. Le childfree convinte non sono tristi, anzi sono felici di averla scampata bella. (Felici veramente). Capisco perché la gente consideri le childfree delle “streghe”, l’Italia in fondo è figlia del fascismo di madri ai fornelli, ma che una psicologa non abbia nessuna argomentazione in materia e si debba andare dalla Badinter per leggere cose interessanti, fa tristezza. La Bernardini narra storie di gente che non avuto figli, non di gente che non ha VOLUTO figli, quindi dove sta il childfree??? La Bernardini quando arrivano commenti scomodi all’Italia da scrivania, perbenista, buonista, sa solo bannare. Non ha argomenti contro il diverso, forse le fa paura. Qualcuno le dice: perché non affronti l’argomento? Semplice: non è materia sua, in nessun senso. Meglio negare i tempi che cambiano. Lo dice lei che quando le pazienti le dicono di non volere figli, lei chiede “E come mai?”, poi magari, da professionista, si pente (grazie a Dio) della domanda. Allora considerateci tutte clichés di unghie laccate-anoressia-viaggi di lavoro-tristezza, fa bene alla vostre rubrichine. Addirittura noi childfree abbiamo relazioni amorose poco stabili…ah, credevo che fossero i matrimoni a sfaldarsi dopo l’arrivo dei figli. Da parte mia ho una relazione idilliaca e solida, già ma allora non si capisce come mai non voglio figli. Quindi la Bernardini conclude che per forza la childfree deve avere un amore instabile, problemi mentali, disturbi della personalità, una mente vacua e carrieristica a tutti i costi, insomma le cose che ha letto nelle rubriche concorrenti di Vanity. Elasti ti prego leggi quel libro e dimmi cosa ne pensi. Io l’ho rivenduto a una childfree. Penso che poche saranno in grado di dare argomentazioni serie del fenomeno. Forse le italiane ancora non sanno di che parlano, il childfree è un embrione che cresce e dà sbigottimento all’Italia bene? Per me solo la Badinter recentemente ha colpito nel segno e la Bernardini quando cerca di quotarla…beh avete capito. Bernardini, non siamo idiote, non siamo laccate, se essere disturbate mentalmente è l’antidoto al bigottismo-mammismo-bernardinismo-moderatismo italiano ben venga. Sono qui che aspetto con la camicia di forza. Bernardini, il mio disturbo della personalità non ha nulla a che vedere col fatto che non sai assolutamente chi è un childfree e cosa fa nella vita. Ti rode semplicemente ammettere l’esitenza del termine e del genere (se di genere si può parlare). Ti rode che una childfree possa dire: Sono bella, laureata, felice, in carriera, amata e superiore al resto del mondo e se sono così è anche perché non ho voluto figli. Banna pure, lo so che la gente ha paura. Bernardini, ti lascio col tuo pubblico di gente rispettosa e decisamente italiana. Consiglio però, invece di prendere libri che sembrano impegnati e poi sono telenovelas, di acquistare quello sfigato di Fabio Volo. Almeno sappiamo dove buttiamo i soldi.

    1. Mi dispiace ma tutta questa voglia di urlare al mondo quanto sono bella brava e realizzata in quanto childfree denota tutt’altro, e non bisogna essere psicologhe per capirlo. Ho un’amica childfree e molte childless, la differenza l’ho capita benissimo io, sono le prime che in realtà non hanno ancora capito se stesse. Se lo sei, lo sei senza sensi di colpa e soprattutto non lo sbandieri al mondo come un segno di superiorità intellettuale (oltre che spesso economica e di bellezza – per forza hai solo te a cui pensare). Lo stesso vae per chi ha figli: ovviamente non siamo superiori a nessuno. Se sei convinta delle tue scelte, non devi continuamente ribadirle a tutti con furore e la maturità delle proprie scelte deriva anche dallo sbattersene di quello che pensano gli altri, inclusa la Bernardini.

      1. Kira, sono d’accordissimo con te, soprattutto con la chiusa del tuo post: chi è convinto di se stesso non ha alcun bisogno di sbandierarlo in giro, con tutti gli annessi e connessi.

        Floralye

    2. B., trovo sproporzionato questo lenzuolo di argomentazioni ripetitive.
      Solo la forma di questo tuo intervento risulta stonata, segno di uno squilibrio che ti fa soffrire.

      Io trovo che l’annoso (oh sì, annoso, le childless e le childfree sono sempre esistite dalla notte dei tempi) distinguo tra donne che non riescono ad avere figli e donne che non vogliono avere figli dovrebbe essere superabile cambiando categorie e classificazioni delle donne.

      Noi donne dovremmo essere considerate/giudicate/apprezzate/denigrate non per aver fatto figli o meno, ma per le nostre qualità, le nostre attitudini, i nostri personali meriti, tra cui, certo, rientra anche l’essere una buona e amorevole madre, ma non il semplice aver figliato.

      Ci vuole un punto di merito nel pretendere valore sociale, non basta un fatto biologico.

      Detto questo il suddetto annoso dibattito nasce dal fatto che molte donne che non riescono ad avere figli (childless) raccontano agli altri che in realtà non li vogliono (e sono dunque chilfree), pur di non ammettere la loro “vergogna”, e/o di non esporre all’esterno il loro profondo dolore.
      Tra 10 che si dichiarano childfree ci sono in realtà almeno 8 childless in incognito.

      Bisogna lavorare tutti perchè l’infertilità o la sterilità non siano più una “vergogna” da nascondere dietro parole bugiarde.
      Il fatto che sia percepita come vergogna è, in realtà, la nostra più grande vergogna.

      1. E se per ognuna che non ne vuole che ne fossero che dicono che non ne possono avere per non sentirsi dare delle poverine?

        No perché esistono anche le persone che quando una dice non ne voglio, la guardano come se avesse appena bestemmiato. Come se il non sentirsi di avere figli fosse per l’appunto una cosa di cui dovrebbe vergognarsi.

        Non avendo letto il libro della Bernandini non posso sapere se e quanto le critiche che le vengono mosse siano giuste o meno, non so dire se avrei detto qualcosa se avessi letto il suo libro, avendo io semplicemente evitato di comprarlo.

        Non mi ha fatto una buona impressione lei quando alla presentazione del suo libro in presenza di Elasti ha detto quanto fosse bello il blog di Elasti denigrando le ***** altrui.
        Ed Elasti le ha replicato che stava esagerando.

        Grazie Elasti.

      2. A volte può anche essere il maschio che è sterile o non ha abbastanza spermatozoi. Io da anni, dopo aver conosciuto qualche coppia childless, ho smesso di chiedere “figli, a quando?” È una domanda che può diventare una coltellata.

  29. Elasti io ho visto per la prima volta Balotelli sul sito di repubblica stasera: non avevo idea che fosse nero!!! Comunque colori a parte, cosa fai domenica sera? Mio marito mi abbandona per andare a vedere la partita…

  30. giro a mio marito che mi ha accusato di essere l’unica italiana a non guardare le partite… ieri sera lui (che non è italiano) a tifare Italia, io a leggere il mio libro. il genere non c’entra e a quanto pare nemmeno la nazionalità in casa nostra!

  31. mi rendo conto adesso che due post fa ho lascit un messaggio che presupporrebbe altre spiegazioni.. e che potrebbe, involontariamente, aver ferito qualcuno. non era mia intenzione. nel caso, scusa, mi dispiace.

Scrivi una risposta a Floralye Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.