“ciccetti, ti stai facendo vecchia pure tu…”
“ma tu come mai ti dai tutte quelle arie?”
“nervus’ nervus’ comm’è se bev’ u’ cafè”
“già che sei in piedi…”
“ih che bellezz'”
“su, parliamoci un po’ da uomo a uomo”
“che siamo mai su questa terra….”
“chi non fa la pipì chi non fa la pipì, prima o poi la farà-a-a”
“dai, vieni qui. balliamo un po’ di ciribiribin: ciribiribìn che bel faccin, che bel nasin, che sguardo dolce da assassìn!”
“parlami un po’ di te e di quei tre fetenti dei miei nipoti”.
è strano. ci sono parole, dentro i ricordi, che fino a pochi giorni fa erano nascoste in una scatola che si era chiusa improvvisamente quando nonno A se ne è andato, sei mesi fa. ci sono le sue espressioni, le sue sfumature, i suoi tormentoni che erano rimasti lì, incapaci di uscire, come congelati in un freezer. non erano pronti per tornare qui. o forse elastigirl non era pronta per tirarli fuori. invece adesso, piano piano, in questo appartamento nuovo senza memoria, affiorano uno dopo l’altro, nitidi e vividi come appena pronunciati, come riflessi in uno specchio. ritrovarli ora, tra i pacchi ancora da vuotare, nell’odore chimico della pittura fresca, nel silenzio vuoto tra queste pareti estranee, fa sentire a casa.
allora, che dire … benvenuta a CASA !
antonella-quadri-mamma
Il ricordo del tuo papà ti riporterà a casa ogni volta che ti sentirai persa… Un abbraccio
Forse sarebbe stata difficile chiamarla “casa” senza nonno A.
Dolce elasti, non trovo parole x commentare questi tuoi pensieri struggenti
Comincia la fase della memoria dolce e positiva. Non che non faccia più male, ma comincia anche a fare bene.
Ne sono felice per te.
Buonanotte.
🙂
… davvero arriva per tutti? Io piango ogni giorno, più volte al giorno, per ogni cosa, in ogni luogo, dal 21 agosto… aspetto trepidante quel momento, quando i ricordi faranno sorridere e non disperare.
per quanto possa valere, ti abbraccio
Grazie, d, sei gentile ❤
Ma che bello…
“che siamo mai su questa terra”….
Ora lui e’ tutto questo bagaglio di ricordi che stai certa non ti abbandonerà mai. Hai visto? E’ li con te, nella casa nuova.
Memory is life. Il ricordo e’ vita.
Non dimenticarlo mai, Elasti. Perché questa e’ una cosa bellissima.
un ponte tra il vecchio e il nuovo, dove i ricordi sono più dolci e meno dolorosi perché non legati anche alle cose ma solo alla persona.
Roberta
Vedi? Tu che avevi paura che la casa ”vecchia” trattenesse per se’ dei ricordi…
Bedduzza che sei!
Che belli i tormentoni dei papa’… Anch’io ne ho tanti e anche se il mio e’ ancora vivo e’ piu’ vecchietto e li dice sempre meno ma a me affiorano ogni tanto nei discorsi e mi viene da ridere anche perche’ uscirsene con i vecchi proverbi fa tanto vecchi rimbambiti ma a me piace!
Bello!!!
Ora puoi dire: “Finalmente, siamo a casa!”
🙂
Le persone continuano a vivere dentro di noi, nei nostri rcordi, ovunque andiamo
Che bello, il lessico familiare! Mi viene in mente quando io dico a qualcuno, marito compreso, frasi tipo “questo è uno scherzo da preti” e ricevo occhiate interrogative… Io da piccola, credevo che “uno scherzo da preti” lo dicessero tutti, non ne avevo colto il senso leggermente anticlericale 🙂
Scherzo da preti… quanto tempo che non lo sentivo! Lo diceva il mio papà, anticlericale fino al midollo. Grazie per avermi riportato in vita questo ricordo.
visto? sei già a Casa
chissà perchè il babbo non ci abbandona mai. mai. anche se ho sempre pensato di voler più bene a mamma. mi mancano. ma quanto li sento ogni istante. abbrazzi
casa nuova, spazi nuovi anche nella mente per ospitare i ricordi che all’inizio fanno male ma che amiamo con tutto il cuore.
è un “benvenuta” o forse un “bentornata” a casa ❤
vorrei aver avuto anche io qualcuno che mi parlava così…. invece non ho un padre ma solo un genitore che mi parla freddo e distaccato come se chiedesse l’ora da un perfetto sconosciuto… anzi no, neanche, perchè con lo sconosciuto almeno si una un pò di educazione…. mi sono chiesta migliaia di volte, cosa proverò quando non ci sarà più? mah non so…. forse sollievo… perchè almeno potrò ricordare i pochi momenti belli senza aver paura che il presente mi ferisca con la sua gelida freddezza!
Scusa elasti, era solo uno sfogo!
Un abbraccio.
Floralye
dimenticherai il brutto e resterà solo la nostalgia. nessun sollievo, solo l’affetto che provi (altrimenti non ti ferirebbe) e la possibilità di provarlo senza nuove ferite … ti abbraccio
Mi dispiace, mi dispiace tanto. Spero che ci saranno momenti che ti aiuteranno ad ”aggiustare” e a far affiorare il meglio
…si stanno riaprendo i cassetti della memoria che il tuo subconscio ha tenuto chiuso per te fino ad ora, secondo me e’ un bellissimo segno di accettazione Elasti,
Un abbraccio grande
Cla
Elasti che bello, un ricordo telerissimo. Dovremmo dare ai nonni un salvacondotto eterno, si stanno portando via una manciata di valori che prima o poi ci mancheranno. Il senso delle piccole cose, la capacità di svelare verità assolute usando mezze frasi in dialetto, il valore della famiglia, la fede in Dio. Abbiamo bisogno che rimangano a farci compagnia ad indicarci la strada giusta ogni volta che, affrontando un bivio, ci viene voglia di prendere solamente quella in discesa.
Per carità! rimanere in eterno ? sai che rottura per loro. No, noi nonni siamo di passaggio come tutti, ricordateci per le cose belle e divertenti, perdonateci il resto. Se vi abbiamo reso felici speriamo di rimanere nei vostri pensieri positivi, altrimente dimenticate, il mondo è grande e può anche essere bello.
Si, benvenuta/tornata a casa.
Mi autocito: sabato scorso, ancora sveglia ma rintanata sotto il piumone ho sentito la voce del mio papà che in dialetto declamava una filastrocca che cantava a me e poi ai miei figli… Un ricordo inaspettato e dolce…
Floralye
ti abbraccio c.
e mi scappa una lacrimuccia!
sabri
“sopra liscio liscio sotto merda e piscio” (dicasi di persone ipocrite o casa pulita in modo approssimativo)
“babbazzo,sclebbo” (persona non propriamente intelligentissima)
“gallo che non becca a casa ha beccato fuori” (si presta a svariate situazioni, dal bambino che non ha fame perchè ha mangiato una schifezza a ridosso della cena, alle corna al coniuge)
“bella come il culo della padella” (a proposito di ragazza vanesia dotata di eccessiva autoammirazione per altro infondata)
ecco queste sono alcune delle perle di mio padre che, a quasi un anno dal giorno zero come lo chiamiamo noi fratelli, ricorrono nei discorsi di figli, nipoti e parenti acquisiti… una lieve malinconia sul fondo di una bella coppa di gioa. Bentrovata nella tua casa elasti.
“il giorno zero”… ecco l’espressione che cercavo. quando mi capita di parlarne ho orrore di definirlo, quel giorno, ed ora dirò così. ed infatti ho l’impressione che da allora il tempo si dividerà in AM e DM (ante mamma – dopo mamma). bella anche l’immagine della coppa di gioia, ce l’ho anch’io, e colma, ma per ora non riesco a vederla perché ancora torbida di dolore. è un conforto sentire altre persone che ci sono passate (tutto il mondo in un modo o nell’altro ci passa, lo so, ma credo che ciascuno di noi nel profondo, per un poco, si senta il primo e unico orfano di questa terra). un abbraccio a… chi sa ed anche a chi per sua fortuna non sa ancora
“Bella come il culo della padella”, mitica esclamazione che veniva usata anche da mio papà, e in generale anche da zii e affini!!! 🙂
Da quanto non la sentivo!
Floralye
Da me e’ ”cul” della padella ;-)!
oggi Viola, a scuola ha detto che i suoi nonni sn in cielo, cn una facilità, cn una leggerezza , col sorriso sulle labbra…..come se fosse la cosa più ” naturale” di questo mondo…..
bellissimi ricordi indispensabili!
Io traslochero’ lunedì…ed ho una grande ansia! È normale? Non ho più voglia di cambiare casa!!
aspettarti un post divertente e trovarti quella frase
“ciribiribini che bel faccin, che bel musin de asasin”
mi ha fatto piangere…..il mio poeta alpino, mio nonno……..
questa sera hai inaspettatamente aperto il carillon nel mio cuore e lui l’ha fatto suonare dolcemente com’era ….
Io ho perso il mio amatissimo papa’ da due giorni (e domani ci saranno i funerali), e alterno momenti di serenita’ ad abissi di disperazione perché non ci credo che non lo potrò più abbracciare…e le uniche immagini che ho in testa sono quelle degli ultimi giorni quando nemmeno riusciva a parlare per la sofferenza
Passerà piccola Maga, i suoi bei ricordi non ti lasceranno mai, forza, sù, coraggio…
Piccola Maga, la mia mamma se n’è andata il 10 ottobre ed io non sono la persona più indicata a consolarti perché alterno momenti di respiro ad altri di cupissima disperazione. Ma una cosa sola posso dirti: lei se n’è andata in seguito ad un incidente, io l’ho vista subito, devastata, e poi consumarsi in 55 giorni di coma, quindi composta come abbiamo potuto dati i danni subiti… i primi giorni non riuscivo a ricordarmi come fosse da sana, da bella, da viva e vivace ed ero atterrita dall’idea che l’immagine di lei così mi cancellasse tutte le altre. Questo, almeno questo, posso assicurarti che passa presto. Adesso per fortuna, a solo un mese o poco più di distanza, se mi torna un’immagine brutta la caccio come una mosca e subito mi riappare lei in tutta la sua bellezza materna. Ti abbraccio forte forte, e mi scuso se il mio intervento è un po’ crudo e cupo… non so se Elasti è contenta di questa piega dei commenti, ma io la ringrazio e VI ringrazio perché ho tanto bisogno di parlare con qualcuno che vive o ha vissuto questo dolore (anche per non ammorbare troppo tutti quelli che mi vivono accanto)
Cara Maga, la disperazione fa parte del percorso, spesso in salita, che percorrerai.
Aggrappati ai bei ricordi e sii orgogliosa di essere stata parte del suo percorso.
So che le mie parole non ti aiuteranno, ma spero possano farti sentire meno sola…
Leggere i tuoi bellissimi pensieri su tuo padre mi commuove ogni volta e mi riempie di paura per i miei vecchietti…
Un abbraccio
Alfra, purché non diventi ansia eccessiva questa piccola paura giudicala un dono: ti consente una più viva consapevolezza di ciò che hai. Io – avendo una mamma ancora giovane, forte, brillante, vivace – la davo per scontata ed ora vorrei tornare indietro ad almeno una settimana prima del fatidico “giorno zero” come lo ha definito Nani, per prenderle le mani e guardarla negli occhi ogni sera, per tenerla stretta in un abbraccio di cui ero un po’ avara, per dirle ciò che lei sapeva ma che non le dicevo mai, che la amavo profondamente e la ammiravo sconfinatamente. Tu fallo. Anche per me. 🙂
Quando mi sono sposata lui non c’era più da un anno. Nella testa nei ricordi nei miei racconti è più vivo che mai e ci sorride bonario dalla foto sul frigo….
Grazie nonnotalpone, grazie tilly, oggi e’ stata una giornata parecchio dura. Mi auguro che abbiate ragione voi e che potrò tornare presto a ricordarlo nei momenti belli.
“zucca barucca!” diceva spesso la mia mamma a noi bambine piccole e poi anche alla mia bambina.
il 14 dicembre saranno due anni che se ne è andata.
Quando guardo mia figlia mi spiace così tanto che non possa godere della compagnia di una nonna che per me è stata una mamma meravigliosa.
Zucca barucca…
Mio padre era emiliano. Non pronunciava il suono sc, per cui diceva simmia, siarpa, e così via. Coltivava giacinti, zucche da competizione e basilico, gli bastava un vaso, o anche un metro di terra, era contadino nell’anima. Mangiava un melone intero senza dire bah, e poi diceva “”è cattivo”. Era un operaio, ma gli piacevano le camicie coi gemelli e gli spigati siberiani. Ci ha fatto soffrire, ma non per cattiveria. E’ andato via presto, e ancora lo sogno.
Negli ultimi 4 mesi – da infermiera (ma che lavoro mi e’ venuto in mente di fare?!) – ho salutato 2 piccoli angeli.
Non sapete quanto mi auguro che quei genitori ricomincino a sorridere senza alternare la sensazione di vuoto e smarrimento…
Lo so che forse sono fuori luogo e magari inopportuna, Claudia scusa dello spazio, ma ci sono momenti in cui sono io quella che vorrebbe sbattere la testa contro il muro per il dolore e mi sento quasi in colpa per questo, in fondo non sono amica ne’ parente, sono solo di passaggio…
Ok, mi scuso anch’io per lo sfogo, ma a qualcuno dovevo dirlo!!
scusarti, perchè? non c’è niente di cui devi scusarti…nessuno qui e parente e lo siamo tutti quindi…anche tu.
Grazie, Lauretta. Mi ricordi quanta umanità ho trovato nelle infermiere che ho conosciuto e che ritrovo in te.
amerigo
Lauretta, ti ammiro sia per il lavoro che fai, e che evidentemente per te non è solo un “lavoro”, data l’empatia che ci metti, sia per la tua umanità. Anch’io ho conosciuto delle infermiere come te, che sono state capaci di essere presenze amiche oltre che professionali, e ringraziando te ringrazio nuovamente anche loro. Un abbraccio!
Floralye
Struggente…
ciao elasti,
ho perso mio papa’a maggio e, come il tuo, se lo e’ portato via un sonno innaturale, al quale ha ceduto incredulo dopo una dura eppure veloce e impari lotta. quando leggo I tuoi post su tuo padre ho l’impressione di leggermi dentro. oggi sono 215 giorni che non c’e’piu’ e tutto ha un altro sapore. con due figli piccoli, un marito, un lavoro full time, non ho un attimo di respiro, imbrigliata – felicemente come te – in una sfiancante routine quotidiana, ma qualcosa, hai proprio ragione, e’ cambiato per sempre. siamo a tutti effetti nella fase B della vita…
ti faccio I miei complimenti, sei bravissima e il tuo blog e’ oltretutto molto divertente! grazie!
grazie a te e un abbraccio