Nonsolomamma

due cose a cui non aveva pensato

aveva pensato che sarebbe stata triste e malinconica e invece è quasi sempre di ottimo umore.

aveva pensato che non sarebbe stata in grado di occuparsi delle cose di cui normalmente si occupa mister incredible (portare la macchina dal gommista, mettere il sale e il brillantante nella lavastoviglie, tenere i rapporti con ncnp, il signore con i capelli da playmobil che affronta la vita al grido di “non c’è nessunissimo problema” e che ha fatto i lavori nell’elasti-casa nuova e deve risolvere ancora qualche dettaglio, gestire la consegna delle lampade che sostituiranno in parte le lampadine pendenti dal soffitto e trovare qualcuno che sia in grado di montarle, chiamare il signore dell’acqua, dell’olio e dei taralli quando acqua, olio e taralli finiscono) e invece si è sostituita a lui con risultati niente male.

aveva pensato che non avrebbe retto da sola i film da maschi, i giochi da maschi, i discorsi da maschi, le ossessioni da maschi. e invece ha scoperto un lato perversamente amabile in quelle faccende virili.

aveva pensato che non avrebbe retto ai weekend da sola con i tre. e invece si è inventata un milione di attività e, pur uscendone a pezzi, in quelle 48 ore non stop con gli hobbit, senza quella benedizione denominata scuola, la bilancia dei più e dei meno pende sempre sul lato dei primi, con sprazzi di euforia e benessere superlativi.

aveva pensato che la trasferta americana di mister i sarebbe stata più triste, complicata, difficile di quanto non si sia rivelata vivendola.

tuttavia ci sono due cose che la esasperano e la stremano:

1. un senso di oppressione, di indispensabilità, una cappa opprimente sulla testa, come una scafandro che non si può mai togliere, l’impressione di non avere mai, mai, mai, uno squarcio di autonomia e indipendenza. perché persino quando è in bagno arriva lo hobbit piccolo a farle gli indovinelli e quando fa la doccia qualcuno si dà mazzate e arriva urlando e quando vorrebbe sedersi a leggere ci sono sempre urgenze, priorità, emergenze.

2. il sonno. un sonno che la sfinisce. un sonno interrotto da regolari agguati notturni nel lettone, da sveglie alle 5 perché qualcuno ha pipì/sete/tosse e dopo non è più capace di riaddormentarsi. un sonno che è diventata una cifra stilistica.

104 pensieri riguardo “due cose a cui non aveva pensato

  1. Come ti capisco, pur essendoci tutti e due (nel senso che mio marito non lavora in un altro continente…) sono/siamo spesso e volentieri anche noi schiacciati da quelle stesse due cose, anche se i nostri ragazzi sono più grandi. Ma quando, per cause di forza maggiore, è da 16 anni che non dormi mai come dio comanda, e di giorno comunque devi essere in pista… come dire, anch’io a volte vorrei non essere così indispensabile, ma soprattutto così stanca… poi mi dico che comunque non mi ha obbligata nessuno ad avere i miei pargoli, che adoro, e quindi per loro devo esserci! Coraggio, “socia”!

    Floralye

  2. La gioia di sapere che ce la fai è grande , poco alla volta imparerai a gestire il sonno ( mai lasciarsi sfuggire l’opportunità di un pisolino , maiiiiiii) e la cappa opprimente provocata dalla sensazione di indispensabilità …. Quando mi succede penso che non ce la potrò mai fare, poi penso che i bambini hanno più risorse di noi adulti , che se la cavano sempre in situazioni improponibili e supero l’emergenza imparando da loro, imperturbabile !Una doccia cantando così da non sentirli litigare …. Un pizza party davanti alla tv per avere il tempo di leggere il quotidiano o chiamare un’amica …. Tifo per te!

    1. eliza ha degli orari precisi in cui sta con i piccoli, generalmente quando io lavoro. e il fine settimana è libera. forse avrei dovuto prendere accordi più estesi ma la verità è che se io ci sono non sono tanto capace di mollare i piccoli e andare alla spa.

      1. Tra andare alla spa e sedersi un quarto d’ora a leggere un giornale o farsi una doccia senza che i bambini si uccidano tra loro ce ne passa… Comunque sono sicura che ce la farai benissimo, magari, piano piano, cercando di aggiustare il tiro anche con eliza… Intanto, un abbraccio.

  3. Per me la cosa peggiore e’ che non riesco mai a finire niente… Anche la notte, rinunciando al poco sonno concesso tra una poppata e l’altra succede sempre qualcosa, e io sono solo a 2…

  4. ma sei bravissima! hai tutta la mia stima. io sarei una iena carica di livore affogata nel senso di colpa per il suddetto livore e quindi ancor più iena e quindi ancor più in colpa e via così ad libitum senza sfumare.
    e tu invece: brava brava brava!

  5. Passerà daje, vedrai che Eliza prenderà terreno e ti potrai fidare un po’ più di lei e loro pure, e diventerà un punto di riferimento. E la cappa un pochino si restringerà.
    Tuttavia potrebbe essere d’aiuto, ecco come dire, qualcosa come ” a regazzì dateve na regolata! “Eliza inclusa – tradotto nel tuo idioma natìo se ti viene meglio. Per esempio in merito alla sacralità del cesso.

    1. Vorrei dirti ”dai, -2anni” …ma lo sai che la mia grande (che ha empre dormito) allo scoccare dei 5 mi ha tenuto in scacco per 9 lunghi medi? Come sopravvivono i genitori che lo provano piu’ a lungo?

    2. non è affatto detto, invece!
      c’è chi a dieci anni ancora non dorme proprio tutte le notti, diciamo quattro su sette. 😦

  6. Ti racconto una storia: sono stata una bambina terrificante, per i primi due anni della mia vita non ho mangiato nulla e non ho dormito MAI. Mia madre andava in classe e si addormentava sulla cattedra. Credo che mi abbia odiato come non mai. Era disperata. Il mio pediatra le disse che sembravo una bambina del biafra, con la pancia gonfia per la denutrizione. Non so come ha fatto a sopravvivere, ma ci è riuscita.
    E a tre anni sapevo due cose: 1) la mamma c’era, mi voleva bene, mi portava regalini immaginifici e che nessun’altra bimba aveva, mi ascoltava, giocava con me alle bambole, non mi strillava mai, non mi ha mai dato nemmeno un piccolo sculaccione, ma 2) un’ora al pomeriggio e di notte MAI SVEGLIARLA, MAI MAI MAI per nessunissimo motivo, anche se ti facevi la pipì sotto, anche se ti usciva il sangue dal naso, MAI.
    Non so come ci sia riuscita o cosa mia abbia detto, ma so che il pensiero di fare rumore e svegliarla mi incuteva il più assoluto terrore.
    Un limite deve esserci, anche uno solo.

  7. E’ la solita storia, le urgenze si presentano quando
    A)vai in bagno
    B) sei al telefono
    C) provi a leggerti un libro.

    Elasti mi raccomando, il part- time verticale…usalo un po’ in orizzontale e riposa!!

    PS: il signore dei taralli? Avete uno spacciatore di fiducia???? Voglio esser la tua hobbit, in cambio puoi farmi le trecce e non entro in bagno se ci sei tu, possiamo? Me lo presti il signore dei taralli?

  8. O ma cherie….. E non è finita. Ma ti capisco. La cosa piu strana e’ che ci si adegua a tutto. volente o nolente. non hai alternativa e il tuo subconscio lo sa meglio di te. E’ lui che ti da la forza di reagire ma sappi che i momenti per te ci saranno forse quando ormai saranno usciti tutti e tre di casa. Sono sola da anni e ne ho due ormai in età (stupida età ) di 13 e 15. E ti assicuro che ciononostante anche a questa età a volte sono costretta a barricarmi in bagno per bisogni fisiologici. Altrimenti in bagno si studia, si ripetono i verbi, si litiga , ti sorbisci le critiche sulla scuola , su te stessa , si parla degli amori e milioni di altre attività che magari nelle famiglie normali si potrebbero svolgere a tavola o in cucina. Ma è bello anche cosi

  9. sono le cinque e un quarto di mattina, un’ora fa è arrivato il piccolo (3 anni di assoluta vivacità) nel lettone e PUF il mio sonno è svanito…mi sono girata, rigirata, alzata, tornata a letto ma niente…sono arrivati mille pensieri (la programmazione della giornata e delle mille cose da fare) e anche un po’ di agitazione e così ho abbandonato il calore del giaciglio per venire davanti al pc (alternativa: divorare biscotti in cucina, ma non è il caso). Ok, tra poco provo a tornare sotto le coperte perché altrimenti sarà dura arrivare a sera…certo che UNA dico UNA SOLA notte di sonno ininterrotto si potrà mai avere?!! giulia

  10. Sei entrata nel tunnel delle mamme single a tempo pieno invece che part time. Anche se per la prima parte dell’articolo ho pensato che ti stesse piacendo questa situazione e che meditavi di ridurre a tre permanentemente il numero dei maschi domestici 🙂
    Roberta

  11. Mi consoli… Visto che mio marito parte domani per SIngapore e noi lo raggiungeremo a inizio estate.. E lui sarà a casa una volta al mese se riuscirà .. Anche lui da cinque anni è a casa solo il week end e nel frattempo sono nati i nostri due bimbi (ora quttrenne ventimesenne) … Sarà dura ma ce la faremo … E le paure che avevi sono le mie di adesso… In primis: come sopravvivere ad anche i week end da sola?? Ma il tempo passa in fretta no? Un abbraccio . Ti leggo sempre e rifletti molto spesso quello che vivo anche io.. Ma tu lo sai comunicare divinamente!!

  12. stesse sensazioni… la differenza sta nel fatto che noi ci siamo proprio separati, da 5 mesi, e questa non è una parentesi… 😦

    1. Anche io mamma single a partire da subito e Belva senza sonno fino ai 3 anni…poi per fortuna scuola materna e stop al pisolo pomeridiano (l’unico che faceva davvero, ma di pomeriggio non puoi certo metterti a letto o rinunciare al lavoro, no?). Prima o poi finisce, fatti coraggio! Se c’è qualche nonna/amica disponibile sfrutta le occasioni. io ero arrivata al punto che le amiche passavano e io mi fiondavo in doccia!!!

  13. una sera che ero sola con i 3 + cane e l’influenza ho pensato di dare istruzioni qualora fossi collassata a terra, poi mi è sembrato meglio rischiare (e sperare) senza spaventarli. siamo sopravvissuti tutti e il cane ha anche passeggiato!
    comunque l’evoluzione della specie, nel mio caso, ha portato a non accorgermi che 1 o più figli in qualche momento della notte vengono nel lettone, almeno fino a quando arriva la ginocchiata su pancia-tetta-viso, che fa scattare il principio di azione e reazione!

  14. la sera vado a letto con la sensazione di averli spinti su per una salita spingendoli dal sedere.
    Quella stanchezza, quella stanchezza che sedimenta e stratifica e non bastano tante notti di buon sonno a cacciarla via.

    In questi 14 anni di solitudine maritale ho attraversato piccoli inferni. .
    Inoltre, per poter compensare l’assenza de adre ho lasciato il lavoro. Una scelta obbligata, ma non sto a dire quanto mi manca quello stipendio ché non mi pare il caso, qui.
    solidarietà. Non sottovalare “quella” stanchezza.

  15. Oddio, forse in questa fase sono un po’ cinica…. ma dal tuo post e dalla tua esperienza non si potrebbe dedurre che senza marito si sta meglio?! E’ un dubbio che a tratti mi sfiora in modo insistente… me la cavo meglio da sola? (tutt’al più una babysitter x qualche ora per recuperare qualche ora di sonno e un’uscita con le amiche!).
    Non sarà che la dinamica di coppia con le sue regole e la smania di dividere i compiti in realtà logora e basta?!

    1. Ma che significa la “dinamica di coppia con le sue regole”?
      Ma chi le fa queste regole?
      Chi le decide? A chi bisogna renderne conto?

      Io sempre piu’ spesso stento a capire la maggior parte dei vostri commenti.
      Elasti scrive per un pubblico e le lascio il beneficio del dubbio, ma tutte le altre?

      Non riesco a cogliere la logica nel:

      1. Due persone si scelgono come compagni di vita;
      2. Due persone pur essendosi scelti come compagni di vita fanno sempre scelte, pensate ponderate e volute tali per cui non si accompagnano nella vita;
      3. E’ sempre troppo complicato/noioso fare scelte di vita tali per cui si riesca a dividere oneri e soddisfazioni.

      Ma allora, torniamo al punto 1. perche’ due persone si scelgono come compagni di vita?
      Illuminatemi vi prego.

      Spero che nella maggir parte dei casi, certe cose siano soltanto il piccolo sfogo/pettegolezzo del momento. Se cosi’ non e’, il 68 e’ passato da un pezzo.

      Ho sempre pensato che in Italia, in Occidente in generale, dove tutte noi abbiamo per fortuna la possibilita’ di vivere liberamente la nostra vita, le donne coraggio che si sacrificano per la famiglia ma poi vanno in crisi di fronte a due fili elettrici o ad un galleggiante del WC si fossero, finalmente, estinte con la generazione di mia madre.
      Purtroppo, semplicemente il mio bacino di osservazione non era abbastanza vasto.
      La cosa mi dispiace molto.
      Perche’, comunque, volenti o nolenti, faber est suae quisque fortunae.
      Sempre.

      1. @camomilla, ci si sceglie, è vero, ma nella vita ci sono talmente tanti cambiamenti che portano a far cambiare sia le persone sia la coppia. uno di questi avvenimenti è proprio un figlio. che per quanto amatissimo spesso scardina la coppia.
        Per quanto riguarda lampadine, fili elettrici e affini è più facile che una donna lo sappia fare rispetto ad un uomo che si occupi di altre faccende domestiche tipo stiro, pulizia del bagno etc. (e ovviamente non me ne voglia chi lo fa, il mio è un discorso generale), pertanto visto che non è possibile fare tutto noi, lasciamo loro almeno le incombenze cosi’ dette “maschili”!

      2. Mi dispiace ma proprio non ci credo.

        In generale, anzi generalissimo, il maschio umano medio possiede le stesse capacita’ manuali ed intellettuali della femmina umana media di stirare una camicia, pulire il pavimento, cambiare un fusibile o pulire il rubinetto intasato dal calcare.
        Per non parlare di preparare la cena ad un bambino/a, farla/o addormentare, somministrare paracetamolo o scegliere i vestiti per andare a scuola.

        Non ci sono prove sperimentali di alcun genere che provano il contrario.

        Ci sono invece molte convenzioni sociali, culturali e abitudini (che possono anche piacerci e funzionare bene, intendiamoci) che facciamo fatica ad abbandonare, anche quando vanno a nostro discapito, anche quando non sono affatto equilibrate, anche quando ci impediscono di vivere la nostra vita serenamente.
        Ci convinciamo che e’ bello cosi’, che tanto cosi’ fan tutte/i e tiriamo a campare.
        Contenti noi.
        Per questo sopra ho scritto che ognuno e’ il forgiatore del proprio destino (permettetemi la traduzione un po’ libera).
        E visto che all’interno del proprio nucleo familiare ognuno in teoria e’ libero di costruirsi gli equilibri che vuole, faccio proprio tanta fatica a capire come ad oggi, ci siano cosi’ tante persone che si lamentano dei propri equilibri ma se li fanno andar bene comunque.

        In nome di cosa?

        Se due persone hanno scelto di accompagnarsi nella vita e’ perche’, in teoria, si e’ trovata una affinita’, una voglia di costruire, di stare insieme.
        Il concetto la “babysitter e’ meglio” almeno la posso usare per uscire con le amiche, mi lascia sempre molto perplessa.
        Se si vuole uscire con le amiche perche’ i figli non possono stare con il padre?
        Se si vuole uscire con il proprio compagno di vita, da soli, si chiama la babysitter.
        Se si vuole passare la serata a casa a leggere un libro con i figli e il marito intorno lo si dice, ci si organizza e lo si fa.
        Oggi io, domani, se vuoi, tu.

        Se si vuole stare in bagno da soli si chiude la porta a chiave.

        Se questo equilibrio non si riesce proprio a raggiungerlo le cose sono due:
        1. Non lo si vuole perche’ si sta bene senza, e si prova anche piacere a lamentarsene.
        E siamo tutti piu’ contenti
        2. L’equilibri che c’era quandi ci si e’ accompagnati era un equilibrio instabile, che non tornera’ piu’.
        Allora forse, e’ il caso di riflettere sulle proprie scelte.

        Non vedo molte altre opzioni.

        Saro’ io troppo superficiale, ma no, non riesco proprio a capire la maggior parte dei commenti che leggo su questo (e altri) blog di mamme/donne.

      3. @camomilla, sul fatto che uomini e donne abbiano le stesse capacità di “accudire casa e famiglia” sono stra d’accordo con te. il problema è che spesso accampano scuse per non occuparsene (non dico almeno dei figli ma della casa) e questo lo scopri nel tempo. per quanto riguarda farsi una doccia in pace, ti chiedo “hai figli”, perchè se non ne hai, un giorno capirai, se invece ne hai accetto qualsiasi consiglio x avre un po’ di privacy!

      4. Si, ne ho, per ora soltanto una bella bambinotta di 2 anni e mezzo.

        Per la privacy, te l’ho detto, se c’e un altro adulto in casa, chiudo la porta a chiave.
        Se non c’e nessun adulto in casa chiudo comunque la porta, ma non esco se non ho finito a meno di sentire urla barbariche o lo schianto della libreria.

        Abbiamo scelto, almeno per i primi anni di vita di nostra figlia e possibile fratello/sorella, di eliminare le fonti piu’ probabili di pericolo dal nostro appartamento, punto.

        Le abbiamo spiegato che quando mamma e papa’ sono in bagno hanno bisogno di 10 minuti di tranquillita’.
        E sembra, so far, che lei abbia appreso il concetto.
        Se ogni tanto devo uscire dalla doccia perche’ lei ha proprio bisogno della mia attenzione, esco dalla doccia.
        Ma e’ capitato raramente.

        Non ho una vera strategia, ho soltanto fatto quello che ho visto fare ai miei genitori quando eravamo piccoli.

  16. lampadine?!?!? hai bisogno din qualcuno per montare le lampadine?!?!? e per l’acqua mai provato quella del rubinetto? l’acqua di Milano è bevibilissima, lo so perché ci vengo spesso e la mia amica g. che mi ospita è contrarissima come me all’acqua in bottiglia oltre che per motivi ambientali anche perché troviamo assurdo doverci incollare sulla schiena tonnellate di bottiglie di plastica o pagare l’omarino che ci porti quelle di vetro.
    e se vi piace con le bollicine c’è sempre la bustina di Idrolitina del peso di grammi 150 circa 🙂

    1. MarinaM, parliamone, l’acqua di Milano fa schifo, almeno quella di Cttà Studi, dove vivo io. Sono arrivata qui 4 anni fa e gioco forza (o forse erano gli occhiali rosa dell’amore) ho iniziato a bere l’acqua di rubinetto ghiacciata di frigorifero, perché il mio compagno la beveva così. Lui diceva che l’acqua presa dal rubinetto era cattiva. Non me ne sono preoccupata più di tanto e, vero è, quando prendevo l’acqua dal rubinetto la facevo scorrere per un po’ prima di berla, per abitudine.Dopo circa un anno, una notte mi sono svegliata assetata, ho aperto il rubinetto con un occhio aperto e l’altro chiuso e horiempito il bicchiere col primo getto d’acqua. L’ho portato alla bocca e prima ancora di berlo sono stata investita da un odore disgustoso. Risultato: se non la fai scorrere TANTO non la puoi bere perché è davvero cattiva (e non ho voluto approfondire se sia anche “pericolosa”, ma siamo ancora vivi, quindi tant’è). Se la metti in frigo e la bevi fredda è meglio, perché il freddo almeno “ammazza” il saporaccio. E comunque “buona” proprio non è. Detto questo, conosco decine di persone che da tutta la vita comprano l’acqua minerale oppure hanno acquistato quella macchinetta che depura, o non so che altro, l’acqua del rubinetto. Io personalmente la trovo una spesa “in più” che non sono abituata a fare e che non intendo sostenere, a meno che non ci sia un rischio a livello di salute, ma mi guardo bene da scassare l’anima agli altri se preferiscono così. In conculsione, ma a te che ti frega se Elasti compra acqua minerale? E ti consiglierei di leggere meglio il post: non ha bisogno di qualcuno che CAMBI le lampadine, ma di una persona che SOSTITUISCA le lampadine tipiche della fase trasloco con lampade E lampadari. E questo, perdonami, lo deve fare una persona che sa maneggiare fili elettrici, in questo caso forse non vanno bene nemmeno il marito o il portiere…

      1. il saporaccio che si sente nell’acqua appena aperto il rubinetto é la sostanza derivante dal cloro che viene usata come disinfettante. Essendo un gas, lasciando riposare l’acqua, l’odore svanisce (é per questo, non per il freddo, che se la lasci in frigo dopo non lo senti più). Generalmente l’acqua pubblica é potabilissima e sottoposta a controlli più rigorosi e frequenti di quanto non siano le fonti delle acque minerali in commercio. Può essere, a seconda della zona, troppo “dura” ma esistono impianti addolcitori o anche le caraffe con la cartuccia da sostituire una volta al mese. Io uso quest’ultima, é pratica, più economica ed ecologica dell’acqua in bottiglia di plastica (almeno con quelle di vetro, il vuoto a rendere riduce la produzione di rifiuti…)

      2. siamo alle solite Calimero diceva un nota pubblicità dell’era giurassica 😉
        basta dire qualcosa che incrina l’immagine perfetta della titolare e zac la domanda “ma a te che ti frega?”. be’ se lei lo racconta evidentente noi si può commentare e allora:
        1 – se ti lamenti che il marito non c’è e le funzioni maritali non le può svolgere, allora eliminane una almeno, quella dell’acqua. non la comperi e sei a posto;
        2 – se sei talmente avanti da usare e reclamizzare qua scelte come i pannolini di stoffa per il pupo e il cup mensile, allora penso che per coerenza dovresti anche bere l’acqua del Sindaco come si dice qua. o no?
        però nessuno è perfetto… 😉
        e niente rissa che detto ciò baci e abbracci.
        ps è vero le lampadine erano proprio da installare, e qui devo dire che il marito serve. il mio è bravissimo con l’elettricità. lo so sono una donna fortunata 😀

      3. Spezzo una lancia a favore dell’acqua di Milano e, anche, a favore dell’acqua in bottiglia. In realtà dipende dalle zone e, soprattutto, dalle tubature dei palazzi che ti portano materialmente l’acqua in casa. Prima abitavo in una palazzina bella vecchiotta, al pari delle tubature, e l’acqua del rubinetto si portava dietro un sacco di calcare. Era necessario avere filtri addolcitori per la lavatrice e dovevo fare il trattamento con l’aceto al telefono della doccia e alle bocchette rompiflusso dei rubinetti almeno una volta al mese per togliere il calcare. Non mi sarei mai sognata di berla, tranne che per lavarmi i denti.
        Dove abito ora, invece, le tubature sono nuove, ci sono gli addolcitori condominiali e l’acqua è buonissima.

        Per la frizzante però, no, l’idrolitina proprio no!

  17. Platone diceva che gli uomini in origine erano sferici e a seguito di una “punizione” degli dei sono stati divisi e ora passano il tempo a cercare l’altra meta’…
    Ora che sono mamma penso che la meta’ sia indispensabile per sopravvivere alla genitorialita’!;)
    Resisti!:)

  18. Grazie per aver condiviso con noi questi pensieri sinceri e belli. Sappiamo che c’è la farai, anche se con tanti sacrifici. Brava! Lucia

  19. Cara Claudia,
    la “vostra” scelta è stata coraggiosa ” a tutto tuo carico”…chapeau!
    Riguardo al sonno sono tornata indietro nel tempo quando Laura per i primi due anni e mezzo della sua vita aveva il sonno continuamente interrotto. Morale: io e il padre devastati con rispettivi lavori abbastanza impegnativi e che richiedono lucidità mentale.Ricordo a quei tempi che arrivavo barcollando in tribunale e, forse per la stanchezza, mi si era abbassato l’udito per cui non riuscivo a sentire quello che diceva il giudice che interrompevo in continuazione provocando il suo disappunto: ” ma insomma avvocato, lei non è attenta, non segue il ragionamento!!!…”Giuro che non esagero e che è stata realtà. Poi tutto si è sistemato col tempo e la crescita, passa ma è durissima.

  20. Elasti, ti leggo sempre, anche se non intervengo mai… Anche io leggendo questo tuo post (in cui mi riconosco parzialmente, ho un solo figlio e un marito che lavora tanto tantissimo), mi sono chiesta “Ma la au-pair?”… ma se vive con voi, secondo me dovrebbe essere un po’ più flessibile negli orari, no? La notte, no, ok, giustamente i figli svegliano te, ma se ti devi fare la doccia o se vuoi rilassarti un attimo, io penso che Eliza potrebbe aiutarti, almeno, io penso che mi comporterei così se fossi nei suoi panni… no?

  21. ciao elasti,
    secondo me hai solo bisogno di un po’ di tempo per organizzarti e allargare la delega ai pargoli di competenza al papà ad altre persone … nonni, zii, amichetti vari.
    penso che non ti sarà difficile fare capire al parentame che la loro presenza è richiesta è gradita, soprattutto se si fanno carico di qualche incombenza.
    però è sempre meglio fare richieste specifiche …. agli occhi di tutti sei elasti, e sembrerebbe che una che si chiama elasti possa arrivare ovunque …. magari a volte non è così.
    un bacione
    raffina

  22. Secondo me ti serve un’altra ragazza aupair. Nel senso di una in PIU’.
    A me, credo, ne servirebbero 5.
    Si, 5 forse basterebbero.
    E non ne ho nessuna 😦

  23. Hai ragione Elasti. Ai bimbi doni la vita, e poi quelli prendono la tua, la trasformano in un dono continuo, da te a loro. I bimbi succhiano autonomia e indipendenza sino al limite di farti perdere l’indentità. É questo essere mamma: donarsi e perdersi e tu hai moltiplicato tutto per tre, con straordinaria generosità.
    La trasferta del Mister sta accelerando questo processo, ti senti al buio, ma non avere paura: lasciati andare. Presto troverai una nuova vita, più ricca, perchè chi dona sè stesso è il più ricco di tutti.

  24. Anche io, dopo i risvegli, non riesco più a riaddormentarmi!
    E, di media, ce ne è almeno uno a notte, avendo 3 gnome. Anche Papozzo si alza al bisogno. Solo che poi lui si riaddormenta istantaneamente!

  25. alcuni commenti mi sembrano davvero esagerati (un cappio? perchè stai con i tuoi figli? in generale dovrebbe essere un piacere).

    poi è chiaro che essere sempre da soli è pesante, soprattutto per il senso di responsabilità tutta sulle tue spalle, ma in realtà elasti a quanto avevo capito ci sta comunque spesso da sola, quindi non dovrebbe farle gran differenza (infatti direi che se la cava bene).

    io al posto di eliza che suona l’ukulele avrei preso una brava tata full time (spero comunque che elasti abbia qualcuno che le fa pulizie e lavatrici), ma mi sembra che comunque la ragazza sia brava e elasti ne sia contenta. se posso dire mi sembra latitino un po’ di nonne, zie o qualcuno… non avete nessun parente che vive nella vostra città? trovo che la famiglia allargata sia un gran sollievo e un grande aiuto con i bambini (e una ricchezza per loro).

    1. Certo, ma non sempre questa famosa famiglia allargata c’è. E allora il piacre di stare coi figli può trasformarsi in una fatica. Che male c’è a dirlo?
      Julia

      1. nessun male. criticavo un po’ i toni a volte eccessivi delle commentatrici di questo blog. elasti è sempre equilibrata anche nell’esprimere disagio e fatica, che sono normali e comuni. anche io a volte mi sento un po’ oppressa, capita. da qui a dire che al pensiero di stare da sola con i miei figli per un periodo mi metterei un cappio al collo, mi pare ne corra. forse non ho colto l’ironia, scusate.

  26. tre figli ed un marito attore di teatro che è come averlo dall’altra parte del continente, e mi mancano esattamente quelle due cose: 1. un minuto per me, per leggere, farmi la ceretta, il colore ai capelli, una passeggiata o anche solo andare in bagno in santa pace senza che uno dei tre – o tutti e tre spesso – arrivino e si siedano davanti a me….per raccontarmi la loro giornata (quando sto sopra il gabinetto? sdraiati sul divano no?) – 2. il sonno… loro dormono, si svegliano raramente la notte, ma il sonno quello mi manca da sempre da quando è nato il primo della banda e qualcuno mi ha detto che non lo recupererò più. comincio a credergli.
    ma quanto mi sento piena di loro e quanto sono felice, la mattina andando a lavoro, di non pensarci per un bel pò di ore………………………………..

  27. Sai, mio marito non sta nella città di A., eppure questa stanchezza cronica, questa sensazione di indispensabilità, accompagnata da una sola domanda “come farò ad andare in bagno?”, le conosco bene…

  28. E chiedere a Eliza qualche ora in più, tipo la mattinata del sabato che tiri un po’ il fiato? Anche se so che non è il massimo chiedere di rivedere gli accordi una volta che è arrivata e – lo dico perché ero così anche io – qualche volta le ragazze che partono come au pair come prima esperienza di lavoro, in realtà si immaginano più una vacanza 😉 ma magari dopo qualche settimana si può provare.

  29. Elasti…hai descritto alla perfezione lo stato d’animo di una mamma single. Con le tue parole leggere e colorate ma non dimenticando di esprimere anche quella cappa sopra la testa…. Grazie 🙂

  30. io seguo il blog da tanto tempo ma forse non ho capito il discorso del part time verticale.
    Ma Elasti non lavora 1 settimana il merc/gio/ven e un’altra settimana solo il gio/ven? Ma lunedì martedì e mercoledì, quando i figli sono a scuola, cosa fa? non può riposarsi un po’?

    1. lavoro come free lance, da casa la mattina. e nel pomeriggio tendenzialmente, sto con i tre. questo faccio quando non sono in ufficio.

  31. e’ il coraggio di dirlo che a noi mamme ci frega: io dico sempre che quando mi augurano buon week end, in sincerità, me pija un magone all’idea di stare 48 ore no stop con i miei due figliolini, 5 e 3 anni sopratutto in inverno che è brutto tempo e non li puoi portare fuori!!!!
    Da ieri per via del lavoro di entrambi e delle febbri dei piccoli abbiamo “ceduto” anche noi ad avere una baby sitter per qualche ora , e che dire, pensavo peggio ed invece è un bel sollievo!!! coraggio a tutte

  32. Attenta Elasti… Io per due anni ho fatto (e mi sono sentita) supermamma, salvo poi crollare di botto! Sonno e qualche momento di autentico relax senza hobbit sono indispensabili!!

  33. Sulla cappa non ho esperienza. Ma sul sonno sono campionessa mondiale di addormentamento sulla scrivania, da quando c’è mio figlio Vittorio. Come ti capisco 🙂 ma sei una super mamma, mi fai venire su il pensiero più subdolo e impronunciabile in casa mia: fare un altro figlio…

  34. Anch’io condivido i tuoi punti. Con il terzo arrivato (13 mesi) ho imparato che a volte anche farsi il bidet è un lusso (scusate la poca poesia…)
    Se scopri come risolvere le due questioni facci un libro, di sicuro a me sarà più utile del tanto osannato “fate la nanna” che proprio non riesco ad applicare (e infatti muoio di sonno)

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