a roma. elastigirl e gli hobbit in zona colosseo. stamane.
“io qui non ci voglio stare”
“perché, hobbit grande?”
“perché il colosseo non mi piace, camminare non mi piace, stare con questi due sfigati non mi piace”
“quando fai il preadolescente orrido sei veramente noiosissimo. e non voglio che parli così. senza contare che ‘sfigati’ non voglio sentirtelo dire. né rivolto ai tuoi fratelli né a nessuno”
“sgrunt”
“si può sapere perché fai così? fino a cinque minuti fa eri tutto contento e simpatico, chiacchieravamo e giocavamo tutti insieme. e adesso? cosa è successo?”
“fatti miei. e comunque io qui non voglio starci”
“e invece qui ci stai, che ti piaccia o no. fino a quando non sarai autonomo e indipendente, ti tocca sottometterti alle regole della tua mamma e del tuo papà, anche se non ne hai voglia. e ti pregherei di smetterla di infelicitarci la passeggiata ché io, lo hobbit medio e il piccolo vogliamo goderci la giornata. chiaro?”
“mpf!”
“piantala di correre avanti! c’è un sacco di gente e se ci perdiamo è un vero pasticcio e non credo che saresti molto contento di restare da solo in questo caos”
“tornerei a casa da solo. che problema c’è?”
“ho detto basta”.
lo hobbit grande ogni tanto si trasforma in contestatore molesto. pare sia normale e che sia solo l’inizio. tuttavia a volte è difficile. è stato difficile stamane, al colosseo, perché elastigirl era da sola e c’erano gli altri due hobbit che volevano e meritavano attenzioni e una marea di gente intorno in cui era facile essere inghiottiti. e a un certo punto lei avrebbe voluto un consiglio, una bacchetta magica, un’arma segreta o la chiave d’accesso per capire cosa c’è dentro la testa di uno hobbit in crescita. e a un certo punto ha avuto un’idea, un’idea un po’ da femmina e, chiedendosi se una cosa tanto da femmina avrebbe funzionato con un maschio malmostoso e inquieto, ci ha provato.
“ehi, tu. fermati e vieni qui”, gli ha detto, prendendogli il viso tra le mani e guardandolo occhi negli occhi, naso contro naso.
“che cosa vuoi?”
“voglio che tu sappia che anche quando fai così e ti sforzi di essere il ragazzo più orrendo dell’universo, io ti voglio un sacco, ma proprio un sacco di bene comunque. perché non posso farne a meno. e pensa quanto bene ti devo volere per amarti anche in questa versione detestabile. ora che lo sai, fai un po’ quello che ti pare. tanto io continuerò a volerti bene in ogni caso”.
“…”
“…”.
si procede per tentativi ed errori. a volte si vince a volte si perde. stamane, dopo questo tentativo, mister hyde è tornato dottor jekyll. e, da quel momento in poi, è stato simpatico, amabile e molto divertente. è andata bene. questa volta.
l’amore incondizionato salverà il mondo. è una grande verità.
grazie grazie grazie.
“ti voglio un sacco di bene perchè non posso farne a meno”
mi adotti?
Sono profondamente colpita dall’intervento di puntadispillo. ha avuto coraggio, ma io non ho parole
Ilaria
Mi associo. Mi era venuto da scrivere un commento, dopo aver letto il post, ma mi è mancato il coraggio di parlare di cose tutto sommato cretine (quelle cui mi sarei riferita io, intendo) dopo quanto ho letto. Si può solo augurarle buon viaggio e sorridere, come ha chiesto lei. Sarà banale, ma mi ha fatto pensare a questo:
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra` deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
Buon ritorno a Itaca, davvero di cuore.
Sei una grande.
(Io avrei avuto la tentazione di appiccicarlo al muro)
ma fantastica!!! avevo un deja vu, due anni fa, prima gita culturale, pensavo: a Davide (al tempo aveva 6 anni) piacerà da morire Roma, il colosseo ecc.. e invece si è trascinato per 3 giorni dicendo che era stanco e voleva vedere la tele. (inutile dire che Matteo, 2 anni, era felice e curioso di tutto) Una depressione totale..sei stata grande, hai contraddetto uno schema in maniera originale. Proverò anche io, tipo oggi pomeriggio, al primo muso dell’ottenne! grazie Ilaria
grande!!!! me la devo ricordare questa, anche se manca un pò di tempo
ci vuole calma e sangue freddo.Brava. Io ho la tendeza a chiudermi a riccio con mia figlia (stessa eta’ del tuo grande) con il risultato dell’odio vicendevole
ahahah grandiosa elasti!!!
Elasti mi sa che hai avuto fortuna… o forse l’ha spiazzato la sorpresa di una reazione che non si aspettava… io in 3 anni di adolescenza (1 del grande e 2 del piccolo) le ho provate tutte ma proprio tutte, le strategie: niente funziona… sono d’accordo con Elettra, la mia frustrazione mi fa rimpiangere i ”vecchi metodi”
Cara Elasti,
ti leggo sempre su D e quando posso qui sul blog. Il tuo modo di scrivere mi fai emozionare, a volte – come in questo caso – fino alle lacrime. Non mi capita spesso.
🙂
p.s. anche al mio 4enne che comincia a fare il capriccioso la frase carina “ti voglio bene e mi piaci in ogni caso” lo fa sistemare. Però se lo coccolo troppo mi dice “basta baci, mamma!”