Nonsolomamma

atroci dilemmi

sono più di 24 ore che non pensa ad altro. perché mica è facile decidere tra cucina giapponese e pasticceria austro-ungarica, sapendo che sono sempre aperte anche le opzioni finger food e buffet. certo, non sono da scartare nemmeno gnocchi, biscotti o praline&tartufi, anche se è sugli arrosti o magari sul pesce che dovrebbe concentrarsi. se gli hobbit mangiassero riso, si lancerebbe nei risotti anche se i cupcake la attirano parecchio. e perché non un menu di natale che verrebbe utile a breve? o un single in cucina, ché non si sa mai nella vita? certo, difficile rinunciare anche a tartare e carpacci, per non parlare dei soufflé. a tutto baccalà, tuttavia potrebbe riservare suggestive sorprese. e se un giorno si pentisse terribilmente per non avere optato per la decorazione del piatto?

ci sono regali belli, regali graditi, regali di circostanza, regali eccessivi, regali riciclati, regali “ma non dovevate”, regali pensati, regali sbagliati, regali “a caval donato non si guarda in bocca”, regali improbabili, regali “e adesso cosa ci faccio?”.

e poi ci sono regali di chi ti conosce da 18 anni e conosce le tue debolezze, le tue follie, le tue ossessioni e le tue passioni. regali di chi sa esattamente chi sei e come sei ma forse non si rende conto veramente delle conseguenze, delle reazioni, delle fantasie e degli amletici dubbi che possono scatenarsi.

ieri elastigirl ha invitato a pranzo i suoi colleghi del lavoro di prima, dell’open space, quelli con cui ha raggiunto la maggiore età professionale e insieme ai quali ha condiviso meraviglie, miserie, macchinetta del caffè, stampante, pausa pranzo, gioie, dolori e moltissimo altro. e loro le hanno regalato un corso di cucina, a scelta tra decine, mandandola in estasi e in tilt. perché, lei già lo sa, scegliere sarà difficilissimo.

44 pensieri riguardo “atroci dilemmi

  1. per un attimo ho pensato a un regalo di Mr I. mio marito “c’azzecca” solo se descrivo per filo e per segno cosa voglio. comunque bel regalo e bel dilemma. io d’istinto e da golosa opterei per i cupcake…

  2. Cara, come ti capisco. Anche io sono un’eterna indecisa e passerei giorni prima di scegliere. E poi mi arrovellerei sull’aver fatto la scelta giusta.
    Comunque i tuoi ex colleghi sono fantastici. Ed è bello che ti conoscano così bene 🙂

      1. regalo impegnativo direi (nella scala dei regali impegnativi lo metterei al quarto posto, dopo un cucciolo di cane, un cucciolo di gatto, un corso di spinning 🙂

  3. Finger food o buffet mooooolto utili per quando si invita gente.
    Giapponese non ne parliamo di quanto sarebbe figo – e mica per il sushi, ma per gli udon, e il katsudon, e i mochi, e per sentirsi un po’ come in kitchen di banana yoshimoto.

    Uff che regalo impegnativo!

  4. che imbarazzo in questa scelta!!! c’è il mondo lì davanti!
    no, non saprei nemmeno io che cosa scegliere… però i colleghi, quelli sì che li sceglierei: hanno optato per un regalo splendidissimo!

  5. Escluderei, per ovvi motivi, la cucina per single e il baccalà. Per moltiplicare le conoscenze proporrei i menù di Natale: si spazia tra diverse arti e si ricicla tutto l’anno. Complimenti ai tuoi ex colleghi x l’ originalità del regalo che considero non un invito a cucinare meglio quanto a raggiungere l’ eccellenza in cucina.

  6. Però non mi è sembrato bello chiamare tuo marito “tristone” alla radio oggi. Insomma, è spesso via, ha la para del nuoto, è un tristone, gli studenti lo descrivono come “scary”, a volte è più interessato a fare ricerca universitaria con il suo collega giapp piuttosto che stare con voi (comunque, bello fare i marxisti con uno stipendio che ti permette di avere una ragazza alla pari però).
    Ma se ci hai fatto tre figli, ci stai insieme da anni, si inventa le gite come quelle al museo della resistenza, ti sostiene nel cambio di carriera, beh, questi “cheap shot” non se li merita, sembrano francamente solo delle affermazioni per fare la figa mentre in realtà è chiaro l’amore che provi.

    1. ehi! guarda che non l’ho affatto definito tristone (che comunque trovo un aggettivo buffo). ho detto, parlando con vitali, che lui come scrittore con i suoi personaggi rigorosamente nordici, smentisce quello che dice mio marito su noi settentrionali e cioè che siamo tristini e bacchettoni.

      1. Chiedo venia allora. Ascoltavo nel casino della mattina. Comunque parla più spesso del vostro amore, dai. Fra temporali, politica e tutto il resto ci vuole un po’ di sole!

    2. credo che la ragazza alla pari non abbia uno stipendio. si chiama alla pari perché offre aiuto in cambio di vitto e alloggio. così a memoria

      1. Le si dà una paghetta, come quella che daresti a un figlio, per questo si chiama “alla pari”. Di fatto è uno scambio merci: io ti offro vitto e alloggio e tu in cambio mi fai da babysitter quando serve.

    3. Caro Anonimo, mi sa che confondi la ragazza alla pari con la governante. Quello della governante è uno stipendio analogo a un lavoratore dipendente, la ragazza alla pari riceve una paghetta, puoi guardarti in giro per vedere di che cifra si parla. Comunque se c’è questa idea che la ragazza alla pari è uno status symbol, buono a sapersi 😛

      1. Close avere una ragazza alla pari è un bell’impiccio se non hai una casa che assorbe una presenza estranea alla famiglia. Almeno una camera per lei e il secondo bagno. Per non parlare del problema pasti, nel senso che quando ci sono nuovi commensali spendi di più nella spesa alimentare se non sei una perfetta governante. Detto questo io sono molto imbranata con gli ospiti e dovrei aspettare qualche mese prima di essere a mio agio con l’americana Cindy, ciò vanificherebbe la sua utilità.

      2. Sì è chiaro che se assumi qualcuno ti viene comunque a costare qualcosa, però : non sta scritto da nessuna parte che la ragazza alla pari deve avere una camera e un bagno per sé, certo sono attenzioni gradite ma per dire, da ragazza alla pari ho diviso il bagno con la famiglia (e una famiglia inglese che mi aveva ospite in vacanza studio mi ha messa a dormire coi bambini, ma ok era un’altra situazione). Poi la spesa di un commensale in più non mi sembra paragonabile con uno stipendio inclusivo di previdenza e contributi. Secondo me la parte più difficile è proprio l'”alchimia” che si deve creare con la famiglia perché hai un ospite fisso per molto tempo.

  7. io sceglierei un corso-base in cui imparare i rudimenti e poter poi far spaziare la tua fantasia che, se è pari a quella che eserciti nello
    scrivere… Pensaci: la maestra ti ha insegnato a leggere e scrivere e poi tu… via… ti consiglio la medesima cosa per la cucina!

      1. ah beh in effetti fra dolci e pizza preferisco pizza!
        posso stare senza cibo ma non senza pizza (ho lasciato parigi per questo)
        claire

  8. Un regalo molto ricercato, credo che i tuoi ex colleghi abbiano pensato un bel po’ per non fare un regalo banale. Direi che hanno fatto centro, farti pensare per 24 ore al corso di cucina da seguire è un bel risultato. Complimenti ragazzi.

  9. Sono i corsi della Scuola della Cucina Italiana di piazza Aspromonte? E’ da un sacco di tempo che volevo seguirne uno, poi non mi decido mai (a me ispira molto quello intitolato Taglio&Cucina, per imparare a fare julienne e carpaccio 🙂
    Comunque regalo bellissimo!
    Laura

  10. Se non riesci a deciderti possiamo fare scambio: a me le mie ex colleghe hanno regalato un corso di yoga (che non mi ricordo aver mai detto di voler frequentare), in una zona raggiungibile solo in auto, ma priva di parcheggi se non per residenti…invece di raggiungere il Nirvana torno a casa più incarognita di quando sono uscita, che nemmeno Cracco quando gli bruciano il filetto di chianina col pedigree mi stà dietro…

    1. Scusa ma mi hai fatto veramente ridere con questo commento !!! Mamma mia, noi a una collega per i suoi 50 anni abbiamo regalato due biglietti per un centro benessere, dato che lavora sempre tantissimo – poi ti domandi sempre di aver fatto bene. Solo che l’alternativa agghiacciante era dare retta a un’altra collega che pretendeva di conoscere il suo medico di famiglia e voleva chiedergli notizie per un regalo mirato – solo a pensare di fare una cosa del genere mi vengono i capelli dritti….

      Comunque Elasti trovo anche io che sia un regalo bellissimo e non più allusivo di un biglietto per un centro benessere (per la serie, “lavati di più”?!) 😀 Anzi quasi quasi mi sa che la copio per mio marito a cui piace veramente cucinare 🙂

    2. Morena spezzo una lancia a favore delle colleghe che secondo me credevano di regalarti un mare di sensazioni piacevoli…
      … pero’ ti capisco, oh come ti capisco!
      io ho scelto lo sport in base alla palestra: due minuti A PIEDI da casa! :O
      altrimenti – come spieghi magistralmente tu – altro che relax!
      Claire
      PS
      1)Fatti pagare anche il taxi da e per la piu’ vicina fermata dei mezzi 😉
      2)Chiedi alla palestra se ti prestano un permesso residenti per la durata del corso
      3)vedi se un compagno di corso fa la tua strada (parcheggiarne 1 e’ meglio che 2)
      4)carica la bici nei mezzi

      1. Grazie ragazze della comprensione, ho deciso di prenderlo come un pacchetto “all inclusive” per raggiungere il mantra e l’autocontrollo.
        Per fortuna sono solo 2 mesi (8 lezioni), magari ogni tanto mi dò malata così arrivo in fretta alla fine 🙂

  11. A me la cosa che sorprende di più in tutto questo è che Elasti abbia anche tempo, voglia e forze di invitare un tot di persone a pranzo.
    Wonderwoman com’è avrà anche fatto un menù ricercatissimo..
    Davvero Claudio, credo di avertelo già scritto; ti ammiro molto un pò per tutto l’insieme ì, ma questa tua costanza di aggiornare il blog, con fantasia, avendo la capacità di trasmettere l’unicità e l’essere speciale di ogni persona che ti circonda o che incontri, di ogni evento che succede e che non sembra mai banale è una cosa che ammiro tantissimo,
    Io sono a casa in maternità e per quanto vorrei aggiornare con regolarità il mio diario annotando i progressi della mia pulcina e le emozioni che mi regala, non riesco a non essere ripetitiva e banale, oltre al fatto che non sempre ho la forza o l’energia per farlo.
    Brava Elasti!

  12. Elasti ci ho pensato a lungo e credo che finger food e buffet sia la soluzione migliore!
    E’ divertente
    E’ buono da mangiare
    Consente di invitare un numero arbitrariamente elevato di persone indipendentemente dalla dimensione di tavola e casa
    Consente di portare ovunque la festa cioe’ di portare qualcosa quando si e’ invitati o di gestirsi (o aiutare una amica a gestire) la festa nella sala in affitto quando non puoi farla a casa
    Sicuramente un buon 70% della roba che ti insegnano la puoi riciclare in versione ‘piatto normale per la famiglia’
    Ti ho convinta?
    Claire
    (che ha fatto voto a 18 anni di non cucinare fino alla pensione 😛 )

  13. dunque è la prima volta mi sa che torno spoglia di pseudonimo comunque solidarietà e goditela anche a me hanno regalato il corso di cucina i miei amatissimi colleghi 🙂

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