Nonsolomamma

cose che mancano

la pausa caffè, al bar di fronte, che è come una fuga di nascosto, un fazzoletto di libertà, un triangolo di mondanità diurna.
le conversazioni a quattro, sette, quindici persone insieme. e ognuno segue il filo dei suoi pensieri e delle parole altrui, scelte a caso.
una complicità ambientale, una solidarietà generalizzata, la consapevolezza di viaggiare tutti nella stessa barca.
i pettegolezzi che sono il sale della vita.
il lavaggio dei denti in bagno, dopo pranzo, momento sublime di autocoscienza.
un articolato lessico familiare, incomprensibile a tutti gli altri.
la prossimità che si fa consuetudine, talvolta affetto.
le nevrosi, spalmate ad arte ovunque.
i consigli su qualsiasi cosa: vestiti, parrucchiere, ginecologo, lavatrice, film, libro.
la condivisione, involontaria ma inevitabile, della vita.
la partecipazione.
la socialità coatta, esasperante e irrinunciabile.
l’orario settimanale, che dà un ordine al tempo e alla vita tutta.
i cinque minuti che mancano alla fine della giornata.
le follie, le risate, i litigi, gli amici.
il vecchio lavoro invece no. non le manca per niente.
ma l’open space, e tutto quello che si consumava lì dentro, sì.
quello le manca tremendamente.

ps di servizio. domani, 8 marzo, festa delle donne, elastigirl, alle 18, sarà alla casa della cultura, a milano. dettagli qui.

52 pensieri riguardo “cose che mancano

  1. Sarà che fa un freddo tremendo anche qui al sud ma una certa malinconia si fa sentire…io pura di piccola ero sempre un po’ malinconica con una mamma energica che non capiva e non capisce le mie paturnie..

  2. Ora vado a leggermi un po’ di arretrati.
    A me sta piacendo un sacco il mio nuovo lavoro, nonostante l’ansia da… pivellina che teme di fare sbagli.
    Ecco devo levarmi di torno questo panico.
    Devo lasciarlo a casa quando alle 5 del mattino vado al lavoro.

    I turni ballerini non mi concedono di programmarmi granché la settimana, ma per ora non mi pesa manco un po’… anche perché lo ho scelto io questo lavoro!
    Devo solo farci l’abitudine.

    Se ci riesco poi ti dico.
    😀

    Per ora… ho ampi margini di miglioramento.
    E la sola cosa che mi manca del lavoro precedente… un attimo che ci penso poi ti dico che se mi manca davvero qualcosa. 😉

    1. Senti, Rabbit: mi sembri bella entusiasta del nuovo lavoro!
      Quindi dalle una sberla in faccia e falla tacere, quell’ansia da pivellina! Se ti han preso sei capace, punto! Ed un po’ di tempo per ambientarsi e’ ok.
      In bocca al lupo!
      Ricordati di incoraggiarti e congratularti con te stessa un casino per tutte le piccole grandi cose che farai e imparerai e migliorerai nel nuovo lavoro. E’ essenziale e purtroppo nessuno lo fara’ per te!

      1. In realtà mi hanno preso pensando che esagerassi dicendo che sono un poco lenta.
        Invece stanno scoprendo che non avevo eagerato per scarsa autostima, ma ero stata semplicemente obiettiva nel valutarmi. (Avrò pure poca autostima, ma mi conosco piuttosto bene)

        Spero di velocizzarmi alla svelta… o non arrivo a fine mese.

        Grazie mille del supporto però! ^_^

      2. Ecco adesso che l’hai ammesso, hai fatto outing, dimenticatelo pero’ 😉
        Altrimenti ti ci focalizzi!
        (io non entro nel merito perche’ non ti ho fatto io il colloquio :P)
        guarda che quelli sono volpi: nessuno assume se non e’ convinto che gli convenga

  3. Questo post capita nel momento perfetto. Quello in cui dopo sette anni decidi che è il momento di mollare il tuo delirante, rassicurante, solito, amato-odiato lavoro e lasciare la comfort zone per inseguire una follia che, al momento, ha una durata ben precisa: sei mesi. In Belgio. In un posto da sogno, che non dà alcuna certezza. Ancora poco meno di un mese al mio salto, e già ora mi mancano tutte le piccole cose che hai elencato. Sarà che sono oggi sono malinconica, ma penso ai piccoli rituali giornalieri, alle abitudini, ai tic dei colleghi, all’affetto che provo per qualcuno che ormai è un grande amico, più che solo collega, a tutte queste cose messe in fila che già mi fanno sentire il cuore pesante. L’altra parte di me è chiaramente entusiasta del salto ed è già ampiamente dall’altro lato del burrone, a godersi l’ebbrezza della novità. Oggi però, complice il tuo post, voglio crogiolarmi un po’ nei miei rituali quotidiani che diventeranno presto altri. Saranno belli, probabilmente. Ma saranno altri. Lascio qui una vita tutto sommato semplice, un uomo che mi è accanto da sette anni, un ottimo stipendio. Parto con solo il mio curriculum, un contratto precario e i miei trent’anni in tasca. Fammi godere un po’ di malinconia pensando ai caffè che non prenderò più sempre nello stesso bar, alle chiacchiere del più e del meno con il salumiere mentre acquisto gli affettati per la pausa pranzo nel supermercato vicino all’ufficio, ai saluti ad ogni angolo di strada perché, sebbene io lavori nel centro di Roma, c’è un microcosmo che si crea negli anni del quale ti accorgi veramente solo quando stai per lasciarlo per sempre. È una malinconia piacevole, però. Durerà lo spazio di questa sera e forse di qualche altra, quando mi guarderò indietro tra qualche mese. Tra poco rivedrò solo l’entusiasmo e l’ebbrezza dell’azzardo e del futuro (ma soprattutto, tornerò a cercare casa altrimenti tutto questo sturm und drang sarà stato inutile!)

    1. Ciao Federica,
      anche io 3 anni fa, a 30 anni, ho lasciato un indeterminato che avevo da 5 anni per un contratto a tempo determinato. La nostalgia dei colleghi lasciati indietro è stata tanta: ma poi ti rendi conti che i rapporti di lavoro se diventati amicizia si mantengono nel tempo. Oltre il tempo ed oltre le mura dell’ufficio.
      Sei stata bravissima. Un po’ di coraggio ci vuole. E se proprio non devesse andare, se hai avuto il coraggio di cambiare hai anche la tempra per trovare un piano B.
      Ciao!

    2. Ciao Federica
      io ho fatto il salto da milano a oxford 3 anni fa e XXX (non voglio scrivere il nome del mio collegamico preferito) mi manca ancora come il primo giorno
      Pero’ c’e’ skype, whatsapp, le mail, un volo per parigi solo per vedere lui perche’ va a un concerto del suo artista preferito, lui che non si muove MAI perche’ ha problemi familiari che fa un volo fino a qui per il mio matrimonio…
      Fidati!
      In bocca al lupo!

      1. Grazie, hai proprio ragione 😉
        Intanto purtroppo dalla malinconia sono passata a ora-sbatto-la-testa-al-muro perché non trovo una stanza… Sigh

      2. Un amico del mio ragazzo ha passato i primi giorni in Francia in albergo proprio perché non riusciva a trovare niente! poi ce l’ha fatta, tutto a posto 😊 e mi ricordo che anch’io avevo l’ansia perché anche il mio ragazzo all’inizio non trovava niente! Lui serafico…mah! Sono una strana razza, alle volte 😊

      3. ma io sono venuta qui in uk e sono stata in un bed and breakfast per un mese, finche’ non ho trovato una casa!

        la stanza o la casa le trovi quando sei li: da casa e’ difficilissimo perche’ non puoi andarle a vedere!

        parti serena, cacciati in un albergo dell’holidat inn o insomma una catena economica e che conosci gia’ e mettiti a cercare quando sei li

        sei a bruxelles? forse conosco un paio di italiani ‘svegli’ li… scrivi a elasti che ti dia il mio mail, in caso

      4. Grazie di cuore Claire, davvero. Intanto sto facendo delle spassosissime visite via Skype. Oggi una è andata bene, ma in perfetto stile “appartamento spagnolo” ho un nuovo appuntamento per conoscere tutti i coinquilini (è una casa di quelle antiche molto grandi, sono già in 4, tra i 27 e i 34 anni). Già rido all’idea del casting 😀 mi sembra di essere tornata universitaria di botto…

  4. Ti leggo da un po’ ma non avevo mai commentato, oggi peró il tuo post ha fatto proprio centro. Sei mesi fa ho dovuto cambiare strada, mio malgrado, e tutto mi manca della quotidianità precedente. Soprattutto il mio capo, che poi non era un capo; non e’ neanche un amico ma ancora ieri mi ha stupito. Ed e’ stato bello tornare a lavorare insieme anche solo per qualche giorno.

  5. Mio figlio è stato preso anche in Italia però vuole espatriare comunque…sono contenta e triste insieme la mia indole di chioccia sta riemergendo con prepotenza! Io che anni fa promisi a me stessa che non avrei mai allontanato i miei figli ora li costringo a partire e si mi sento un tantino responsabile …voto da 30anni e sicuramente non ho contribuito a migliorare la situazione!C’e’ il sole oggi….

    1. Maryland: e’ solo andando FUORI che vedra’ e capira’ quello che c’e’ DENTRO! :O
      Ne stai facendo un cittadino italiano migliore, credimi!
      Io da qui scopro quanto pazzi siamo noi italiani, quante cavolate facciamo e anche quante risorse abbiamo che gli altri non hanno
      Benedetti i miei genitori che mi hanno sempre spinto a studiare le lingue, conoscere stranieri e viaggiare!

  6. Io se ripenso a 2 mesi fa e lo rivedo in ansia per gli ultimi esami,le lettere..sono stra/felice però comunque un po’ mi dispiace…sicuramente è quello che voleva e vuole fare …speriamo che si possano creare condizioni fer farli ritornare !😉Tuo marito è tedesco o austriaco?

  7. Come siete brave, tutte quante! A me sembra di correre e correre senza mai andare avanti, come un criceto nella ruota 😀
    Ho appena scoperto di aver lavorato un anno gratis… e vorrei sbattere la testa nel muro!!

    1. Quasi tutte, io non lo sono. Nonostante ciò per qualche nanosecondo mi piaccio. Si chiama istinto di sopravvivenza.

    2. Giorgia anch’io provo la tua stessa sensazione. Continuo ad affannarmi e non raggiungo mai nulla. E malgrado gli sforzi, le rinunce e tutto quanto i soldi non bastano mai e questa cosa mi crea una grande frustrazione perché non posso concedermi il lusso di fare salti nel vuoto e provare a fare quello che realmente mi piacerebbe fare.

      1. Wow! Non ne so niente, ma mi immagino che in effetti sia impegnativo crearne uno…se davvero lo vuoi, spero che sia possibile, un giorno (speriamo vicino)! Dai che sei giovane, saggia e con gli occhi che brillano (da come scrivi ho avuto questa impressione 😊). E come dice Rocky, non è finita finché non è finita!

      2. Grazie Chiara, le tue parole sono di grande incoraggiamento. Non sono più giovanissima ho 44 anni, ma mi fa piacere che tu abbia pensato che lo fossi : )

    3. giorgia fatti dare i soldi indietro e poi ne riparliamo 😉
      scherzi a parte (so che ti son dovuti ma so anche che puo’ non essere facile o possibile riaverli) guarda che qui non c’e’ nessuno di ‘bravo’! 😉
      ci sono tante persone con la propria quotidianita’, ciascuno la affronta a modo proprio, e tante storie (qualcuno e’ piu’ vecchio e ha fatto piu’ cose)
      non c’e’ niente di speciale ne’ di eroico in nessuno eppure tutti sono eroici e forti
      non fosse altro perche’ siamo qui a cercare di andare avanti e siamo qui a raccontarcela!
      quindi in bocca al lupo a chi ha fatto i salti, auguri di trovare la forza e le circostanze per realizzarlo a chi ha un sogno nel cassetto, ed in generale auguri a tutti di essere felici: non conta quanti salti fai e quanto strane sono la professione o la vita che meni: conta che tu abbia trovato la combinazione che ti fa felice! allora si che sei un genio e ti ammiro e vorrei venire a scuola da te!
      se a ciascun l’interno affanno si vedesse in fronte scritto quanti mai che invidia fanno ci farebbero pieta’
      o meglio come dicono gli indiani: prima di giudicare un uomo assicurati di aver camminato almeno un anno coi suoi mocassini!

      1. Io lavoro da 36 anni gratis.. Comunque ti volevo chiedere ma per uno laureato in Italia è così difficile il dottorato in Inghilterra? Scusa ma tu se lo puoi dire che fai di preciso…ingegneria mi pare la tua laurea…

      2. mister i è laureato in italia e ha fatto il dottorato a londra e, per quanto duro, non è stato miracolato. con lui c’erano moltissimi italiani. e adesso che insegna anche ai dottorandi, sostiene che, compre preparazione universitaria, gli studenti italiani, nonostante tutto, restano tra i migliori e i meglio preparati.

      3. Grazie sei troppo gentile mi servivano parole incoraggianti….la passione x i numeri gli condiziona tutte le scelte!

      4. Grazie Claire 🙂
        In linea di massima anch’io vado dritta per la mia strada, nonostante i soliti “Chi te lo fa fare!”.
        Ma quando il conto in banca si riduce a 300 euro e ti tocca chiedere all’amministratore condominiale una proroga sulle rate, ti sale davvero l’amarezza.
        Tanto più se il sindacato, che in teoria dovrebbe tutelarti, ti risponde “Intanto sono 100 euro per l’iscrizione, poi, se riusciamo a farti riavere indietro una parte di quei soldi, ci prendiamo il 10%”.

      5. Rispondo a MARYLAND e a GIORGIA

        Ho fatto il dottorato a milano e non in inghilterra quindi non lo so 😀 credo che mister I l’abbia fatto in inghilterra percio’ chiedi ad elasti
        Comunque un dottorato non e’ una cosa che possa essere ‘facile’ o ‘difficile’: lo fai perche’ ti piace e ti prendono perche’ pensano che tu sia in grado di farlo. Quindi e’ difficilissimo ma non per chilo fa 😛
        Piu’ che altro e’ STRESSANTE e questo in TUTTI i paesi del mondo (ho dati con statistica rilevante) ma e’ come una gravidanza col parto: e’ quello che fa nascere il ricercatore!
        sono laureata in fisica a padova e ho il phd in ingegneria nucleare al politecnico di milano, ma sono un fisico teorico e mi occupo di ricerca in fusione nucleare

        Giorgia ti capisco perche’ quando ero in dottorato al Poli vivevo della (gia’ miserabile) borsa di studio. Ebbene: ogni tanto il Poli NON la pagava! Per mesi! :O ;( e anche io ho dovuto chiamare in banca che non respingessero l’assegno dell’affitto e mi sono vergognata TANTO! Poi sono andata in una cooperativa a fare dei lavoretti di sera per 8 ore alla settimana, ho iniziato a insegnare all’universita’ e a dare ripetizioni, e ho arrotondato la borsa.

        Con questo voglio dire che se i giovani vanno a fare ricerca all’estero e’ anche perche’ pagano MOLTO di piu’ e queste scene non succedono (Ricordo di aver avuto un attacco di mal di schiena e di non aver avuto i soldi per gli antidolorifici). E che quando sono andata a lavorare in cooperativa mi hanno tirato su di morale perche’ mi hanno detto che a TUTTI capita di finire i soldi e di dover chiedere di posticipare le rate della macchina ecc.

        Giorgia quei soldi sono tuoi: non mollare ed abbi fiducia! Scova un amico che ti presti i cento euro per la tessera oppure cambia sindacato. Ma ci vuole proprio il sindacato? Non hai un amico che ti possa dare un consiglio o una mano gratis?
        Io sono fortunata perche’ all’epoca mi diede una mano l’ADI, l’associazione dei dottorandi e dottori di ricerca italiani, che, essendo fatta di volontari, non ho dovuto pagare (ANZI mi sono associata ed ho cominciato a lavorare con loro: ora quelli che ho conosciuto li sono 30 dei miei migliori amici)

        che dire? in nbocca al lupo a tutti!

  8. P.S. ma quanto è bello il doodle di oggi!!! anche se ho rivisto il video e continuo a commuovermi, forse inizio a preoccuparmi 🙂

  9. Ecco, io spero che queste cose non dovranno mancarmi prossimamente…2 figli piccoli (9 e 5 anni) e un part time che scade tra 2 mesi che pare non vogliano rinnovarmi.. mi piace il mio lavoro, open space, colleghi, tutto il resto…mi piace la mia famiglia, stare con i miei bambini…perché le cose devono sempre essere difficili per le mamme lavoratrici??

  10. Nutro grande ammirazione per chi si sa slanciare in avanti senza avere certezze.
    Io questo salto non ho avuto il coraggio di farlo ed ora è troppo tardi.
    Ho ancora un sogno nel cassetto che spero di realizzare tra qualche anno, una volta in pensione : riunire la famiglia dispersa che non sono mai riuscita a godermi.

    1. guarda che io ho fatto tanti salti SEMPRE senza chiedermi quanto mi sarebbe costato…
      … solo che poi ho ‘pagato’ 😛
      con questo voglio dire: non bisogna fare salti, bisogna essere felici!
      se il salto rende felici si fa, se il salto peggiora la qualita’ di vita sceglie meglio chi non lo fa
      non siamo mica canguri 😀 & “del doman non v’e’ certezza” (mai, neanche per chi non salta)

  11. Io ogni tanto rompo le scatole a Elasti in privato va be in ogni caso lui vuole andare fuori …poi vorrebbe ritornare…

    1. Maryland
      se va’ fuori e’ praticamente impossibile tornare
      il mondo dell’universita’ e ricerca in italia e’ baronico e chiuso
      per avere una posizione devi stare a leccare i piedi al prof di turno finche’ non te la trova e se vai all’estero tutti ti abbandonano e nessuno ti fara’ rientrare
      non importano la bravura, il curriculum e l’esperienza, perche’ i concorsi sono pilotati
      sto generalizzando perche’ lui sia conscio di cosa succede (leggiti Cervelli in Fuga e Cervelli In Gabbia, libri curati dall’ADI), non voglio dire che il 100% dei concorsi sono pilotati (e nessun vincitore di concorso in universita e ricerca qui si senta offeso) ma la stragrande maggioranza lo e’
      io torno perche’ sono in prestito: il mio contratto e’ con l’italia!
      SE vuole fare ricerca digli che si informi bene bene sulle possibilita’ di tornare, e che mantenga i contatti con il prof con cui ha fatto la tesi di laurea…
      se vuol fare altro non lo so, anche se in italia il dottorato manco sanno cosa sia e non e’ che ti agevoli nelle assunzioni (anzi c’e’ gente che non lo mette in cv per non essere penalizzato)

  12. Claire:
    Ho bisogno di appoggiarmi al sindacato perché la società per cui lavoravo (ci lavoro anche adesso, ma ha cambiato nome…) ha dichiarato fallimento e, di conseguenza, congelato tutti gli stipendi arretrati dei collaboratori. Quindi io mi trovo ad aver lavorato per un anno guadagnando complessivi 260 euro…
    Grazie ancora per il tuo sostegno 🙂

  13. (tra l’altro mi hanno detto che sarà molto difficile ottenere quello che mi spetta. In caso di fallimento, i dipendenti sono i primi ad essere risarciti; per i collaboratori non resta nulla)

    1. e’ una bruttissima storia e mi dispiace molto
      vai di sindacato allora, ma prima chiedi che probabilita’ hai di vedere qualcosa :O
      io mi disconnetto senno’ scrivo parolacce sul blog di Elasti
      (la tua storia mi ha fatto arrabbiare)
      COMUNQUE in questi casi il sindacato e’ meglio perche’ puo’ fare ricorsi cumulativi e/o pagarti un avvocato

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