Nonsolomamma

libere visioni

gli hobbit sono rientrati sabato dalla loro vacanza in campagna insieme a nonna J. il tempo di dire “ehi ciao, mi siete mancati moltissimo. sono così felice di riavervi qui”, e l’elasti-vita, che per un’intera settimana di solitudine aveva viaggiato a velocità di crociera, ha ripreso i suoi ritmi vorticosi e la sua corsa a ostacoli.
così, un po’ frastornata, sabato sera, con uno sneddu alla sua destra e uno hobbit medio alla sua sinistra che dormivano avvinghiati a lei perché, dopo una settimana di separazione bisogna per forza stare tutti appiccicati e recuperare il tempo perduto, elastigirl, sdraiata sul lettone al buio, ha ripensato ai giorni appena trascorsi ed è giunta alla conclusione che, al di là degli spazi di cui si è riappropriata, dei silenzi che si è concessa e
della libertà che ha riconquistato, seppur temporaneamente, ciò che più si è goduta sono stati i film, tre, visti uno a sera, tra mercoledì e venerdì.
c’era un tempo, molti anni fa, in cui andava al cinema in continuazione, varie volte la settimana. seguiva tutte le rassegne del mondo: i film di venezia, quelli di locarno e quelli di cannes, il cinema africano, quello tedesco, quello delle donne, i cortometraggi, le retrospettive e le opere prime di registi underground possibilmente francesi o rumeni.
era appassionata, ai limiti del fanatismo.
poi sono nati gli hobbit e, per il cinema, non c’è stato più posto.
lei se ne è fatta una ragione. nella vita bisogna fare delle rinunce, ha pensato. e in ogni caso, non aveva tempo nemmeno per rimpiangere le vecchie abitudini.
però a lei il cinema continua a piacere da morire, come un amore grande che rimane lì, in un angolo della testa e della pancia e che ogni tanto riaffiora, come un languore.
così, quando si ritrova con se stessa, generalmente elastigirl guarda un film.
mercoledì sera ha visto perfetti sconosciuti, dove un gruppo di amici per una sera mette in comune i telefonini con tutti i segreti che ci stanno dentro. è rimasta incantata dai dialoghi, ha riso da sola, nel buio, sul divano e si è domandata cosa succederebbe se mister i accedesse al suo smartphone, sempre che ne fosse capace. niente, si è risposta. e ancora non ha deciso se per questo deve rallegrarsi o deprimersi.
giovedì è andata al cinema con la sua amica kappa. hanno visto la pazza gioia ed elastigirl si è innamorata di una pazzissima valeria bruni tedeschi e ha pianto tutte le sue lacrime al cospetto di una madre confusissima.
venerdì ha deciso che doveva vedere ancora un film italiano e lo avrebbe scelto guardando i vincitori del david di donatello. ha scelto le conseguenze dell’amore. e non si è divertita. alla fine si è addirittura innervosita perché la perfezione formale non basta a fare un bel film. e nemmeno un attore ipnotico e geniale come toni  servillo. però c’è una scena, dentro un’automobile, in cui uno sgherro della mafia ascolta, a tutto volume, “rossetto e cioccolato” di ornella vanoni, una canzone deliziosa, un inno al peccato e alla trasgressione. e lui canta sfrenato. canta come se, in quel momento, quella canzone lontana anni luce fosse il centro del suo universo. e il cantare di quello sgherro è così folle, surreale e poetico che vale un intero film. almeno secondo elastigirl.
e a quel punto, riflettendo sulle sue tre serate così ben spese e sulla sua felicità presente lì, in mezzo a sneddu e al medio, come dentro un panino, si è addormentata.

18 pensieri riguardo “libere visioni

  1. Una curiosità
    Voi riuscite a godervi un film senza continuamente abbassare e poi alzare il volume ?
    Se sento bene i dialoghi parte la musica a volume più alto. Allora devo abbassare ma poi nin sento i dialoghi e devo rialzare
    Che rabbia

    1. Ehi, è vero! Allora non è colpa del mio televisore.
      Comunque anch’io un tempo avevo l’abbonamento al cinema, ero aggiornatissima sulle ultime uscite e conoscevo ogni nuovo attore al punto da citarne tutta la filmografia. Adesso è già tanto se conosco il titolo di un paio di film usciti nell’anno…

  2. stesso amore e medesima commozione per le donne de
    la pazza gioia
    ma tante altre cose in comune che mi hanno fatto sorridere e resa orgogliosa di “frequentarti”
    come un’amica scelta per affinità e ammirazione
    tra tante che mi vengono in mente, l’illuminazione della tabellina del 9, la conquista della perfetta collocazione dei verbi nella griglia proposta come gioco da una adorata maestra

  3. Ah, come ti capisco cara Elasti. Anch’io ho una passione smodata per il cinema e prima della Rivoluzione, quasi 5 anni fa, ci andavo, con mio marito, un paio di volte a settimana. Ed ora per me è il massimo della trasgressione: lasciare il frugolo a chicchessia per andare al cinema! Vorrei anch’io guardare La pazza gioia. E se avessi potuto ti avrei consigliato Lo chiamavano Jeeg Robot, tra i film italiani premiati con i David di Donatello: triste, sì ma bellissimo!

  4. appena sceso dalla sala operatoria il riccioluto figlio diciassettenne
    sorridente
    intervento in day hospital
    in tua compagnia ho tenuto a bada l’ansia
    è andato tutto bene
    grazie

  5. Cara Elasti,

    vivo in un paese della provincia di Varese.Quando ancora avevo una vita,passavo interi fine settimana a Milano per non perdere nessun film di quelli candidati agli Oscar !.

  6. Perfetti sconosciuti : divertente il finale ma chi è questa gente? Esistono tutti questi silenzi intorno ad un tavolo quadrato?
    Le conseguenze dell’amore: triste assai.
    La pazza gioia: mia figlia di venti anni mi ha detto che è bellissimo, lo guarderò sperando che mi riveli qualcosa di questa pazza vita.

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