hanno incontrato l’adorabile hippie, la meravigliosa creatura del maryland con i capelli a spaghetto, l’intimidente nina che suonava il basso ma non sapeva parlare ai bambini, la gaudente marxista di new york con la chioma ipertrofica, l’irrefrenabile ipercreativa che costruiva castelli con la carta igienica e draghi con i tappi di bottiglia.
e adesso è arrivata l’aspirante entomologa.
la nuova ragazza alla pari dell’elasti-famiglia ha vent’anni, le spalle larghe, gli occhi verdi e studia gli insetti all’università.
per questo sabato, quando hanno trovato un bacherozzo sul muro, hanno deciso di non toccarlo e lasciarlo a lei che sarebbe arrivata il giorno successivo.
lo hobbit grande la considera una sua pari e le racconta della difficoltà di vivere su un fuso orario sette ore indietro per colpa di un amore in tennesse.
il medio in 24 ore le ha già insegnato i nomi di tutte le squadre della serie A (“what does ‘fiorentina’ mean?”) ma le ha spiegato che quella che comincia con la lettera J è l’unica che valga la pena di ricordarsi.
sneddu, che oggi ha cominciato la scuola (“la terza è la classe più impegnativa e io sono preoccupatissimo”), alle due del pomeriggio è uscito con lei dicendo che avevano da fare e alle sei non era ancora rientrato.
lei è frastornata, curiosa, stordita da questa follia che la sta travolgendo, grata di essere qui, estasiata dal banco dei salumi e del formaggi del supermercato, sorpresa dal tempo prima orribile poi meraviglioso.
cerca amici, nel caso in cui qualcuno, possibilmente suo coetaneo, abbia voglia di conoscere un’entomologa.