Nonsolomamma

l’ultima frontiera dell’incomunicabilità

questa settimana sia lo hobbit grande sia il medio sono al campo estivo residenziale great books e sneddu gioca felice a fare il figlio unico.
alla quarta settimana di assenza del grande, elastigirl ha capito che stabilire un canale di comunicazione con lui è impresa disperata. lei si limita quindi a mandare sporadici messaggi whatsapp affinché lui si ricordi di avere dei genitori e sia rassicurato (benché non mostri di averne alcun bisogno) sul loro incondizionato amore.
“ciao. ti voglio bene”, “ehi! spero tu ti stia divertendo un sacco”, “oggi ho parlato di te con i vicini di casa. mi manchi”, scrive lei.
lui tace, a meno che non abbia un’improvvisa esigenza, solitamente da evadere nell’arco delle successive due ore.
“ho finito il dentifricio. non è che puoi portarmene uno nuovo?»
“come hai fatto a consumare un intero tubetto da solo in due settimane?”
nessuna risposta.
“non ho più soldi, donna della mia vita”.
così elastigirl cerca di consolarsi chattando con lo hobbit di mezzo che questa settimana non legge grandi libri ma scrive.
“ciao amore mio! ti piace quel che fate?”
“sisisi”
“riesci a scrivere o fai fatica?”
“scrivo a cavolo ma tanto a questi dell’ortografia non importa niente. guardano solo il contenuto”
“ma di cosa vi fanno scrivere?”
“di tutto”
“fammi un esempio”
“non so, mamma non mi stressare”
segue fotografia dei suoi denti.
poi il silenzio.

34 pensieri riguardo “l’ultima frontiera dell’incomunicabilità

  1. Mi pare sia un po’ priva di argomenti anche tu, ultimamente.
    Non è una critica, solo una costatazione.
    Di solito i tuoi articoli mi trasmettono sempre emozioni.

    1. Non credo che sia priva di argomenti, ma (paradossalmente) descrive perfettamente la vita di una mamma che non ha i figli accanto.
      Io mi ritrovo in questo quadro: è già il terzo anno che mio figlio passa due settimane di vacanza con la nonna , all’inizio fantasticavo di usare questo periodo per fare le mille cose che non si possono fare con un bimbo di 8 anni fra i piedi ma ora, quando cerco di contabilizzare le mie imprese, ciò che viene a gala sono in primis le nostre conversazioni , come se fossero più importante di ogni altra cosa che io possa fare.
      E ammetto che proprio queste conversazioni mi danno le emozioni più forti (tra l’attesa, i dialoghi che a volte rimangono sospesi in monologhi, le domande senza risposta o i racconti sorprendenti, tutto è un carosello di emozioni)

      1. Devo dedurre di essere veramente una “brutta persona”… per me le vacanza da mio figlio sono vacanze a tutto tondo, per quelle due settimane non mi interessa neanche stare al telefono, mi basta ovviamente sapere che sta bene e sono a posto, un breve messaggino da parte sua con scritto tutto perfetto e stop.

  2. Valeria, scusa, ma che modo è di comunicare? Ben venga una critica invece, ma con queste modalità a cosa mira? Qual è l’obiettivo? Stimolare oppure ferire? Se avessi avuto la scrittrice davanti a te in persona ti saresti rivolta a lei con lo stesso tono?
    Ciao
    Federica

    1. Federica, ovviamente ferire no, ci mancherebbe altro.
      Non mi sembra di essere stata maleducata, se è passato questo dalle mie parole, mi dispiace e mi scuso in primis con Elasti.
      Gliel avrei sicuramente detto anche in una situazione di vis a vis, con l’aiuto della lingua parlata e della sua immediatezza.
      Costatavo, come ho appunto scritto, che ultimamente i post di Elasti mi sembrano privi di argomenti interessanti.
      È solo il mio parere
      Ciao

      1. uhm…valeria, tranquilla. non mi hai ferita. ma ho riflettuto su quello che dici e forse c’è un errore di prospettiva. questo non è un prodotto confezionato ad arte per attirare lettori. non è una sit com o un romanzo di appendice. non è fiction. nella fiction si possono creare colpi di scena per tenere alta l’attenzione e la tensione. è fatta apposta.
        questo è il racconto di un pezzo della mia vita. e come nelle vite di tutti ci sono momenti eccitanti, pieni di eventi e pensieri, e momenti tranquilli in cui succede poco o niente. chi vive dentro a questo racconto non si inabissa nei periodi quieti ma continua ad abitarci e a muoverci e a riflettere. e sì, anche a scrivere. perchè mi va, perché mi fa piacere, perché è il mio modo di esprimermi, perché non do fastidio a nessuno.
        quindi è normale che ci siano momenti in cui, leggendo, ti batte il cuore e altri in cui sbadigli. non tutti ci emozioniamo e sbadigliamo per le stesse cose per fortuna.
        quindi è giusto che in certi momenti non ti emozioni con me. perché non è una serie tv scritta da un pool di autori questa. sono solo io. arriveranno tempi più amozionanti ma anche, ne sono sicura, tempi ancor più noiosi. uscire e rientrare da qui è lecito e più che comprensibile.

  3. Secondo me Claudia ha reso scritto molto bene (come sempre) un post sul tentativo di tenere in vita la comunicazione tra noi mamme e i figli adolescenti inquieti: cerchiamo di riannodare un filo che ci sembra momentaneamente sfilacciato. Ho percepito il dispiacere di una mamma che sa che i figli devono prendere il volo e ma scrive tra le righe dei messaggi “io ci sono sempre”. A te dicono “no mi stressare” a me le due gemelle quattordicenni dicono “mamma non mi stare addosso..”. sigh..

  4. Secondo la recente vibe dell blog è un segno molto chiaro che i ragazzi stanno diventando davvero troppo grandi per parlarne in un mommyblog. L’hobbit grande è quasi maggiorenne, per dinci! Lo so che hai detto che chiedi loro il permesso prima di pubblicare, ma anche la principessa del tennessee non si fa problemi? Io a 15 anni ero uguale a loro ma col senno di poi mi vergognerei da morire se mia mamma avesse raccontato i fatti miei e della mia fidanzatina su un blog letto da migliaia di persone. Per non parlare della loro privacy, che essendo anche loro attivi sui social è ben difficile da proteggere davvero. Capisco sia difficile per un genitore rivedere la propria identità quando i figli crescono, e ancora piu’ difficile per una mamma che scrive di genitorialità da decenni. Magari questo potrebbe essere un argomento, invece degli umori adolescenziali degli hobbit? Ovviamente è una critica costruttiva non intesa come offesa.

    1. Scusa, il tuo commento mi ha rattristato. “Mommyblog”?? Nonostante il titolo dice “Nonsolomamma”? Ho sorvolato.
      Mi sono sentita smarrita all’affermazione che comunque i figli sono troppo grandi perché una mamma possa parlare dei pensieri e le emozioni che loro gli ispirano. Come se afermassi “è maggiorenne, per dinci! che cosa vuoi condividere ancora?” Secondo me sarà quello il periodo davvero critico, perché inizia la raccolta dei frutti del nostro lavoro. Fino a quando rimangono sotto la responsabilità genitoriale, possiamo tenerli a gala in qualche modo, quando invece dovranno vedersela da soli, sarà un po’ come ricevere i voti finali dopo questa lunga sessione di esami. Hai voglia emozioni e bisogno di condividere!
      E poi, tutte queste preoccupazioni perbeniste nel nome di una privacy portata all’estremo… Fin’ora non ho trovato nessun elemento identificativo dei personaggi secondari che animano i racconti . La principessa è una ragazza americana che vive in uno stato confederato, ha fatto due viaggi in Europa nei ultimi 6 mesi e d’estate frequenta un campo estivo con tema letterario. Per me, potrebbe essere anche il frutto della fantasia. Un po’ come i film dove trovi la scritta sotto titolo “ispirato a fatti realmente accaduti”. Dovremmo censurare tutti i libri autobiografici perché presentano persone reali che interagiscono con l’autore?
      Ovviamente, queste sono solo le mie riflessioni sulla margine del tuo commento, non vogliono essere una critica. Nemmeno costruttiva.
      Si nota che ho un po’ di tempo libero, come dicevo prima?
      Che brivido vedere scritti i pensieri , diventati quasi tangibili…

    2. eviterei di etichettare tutto. mommyblog? non so. le caselle non mi sono mai state comode. io qui racconto una parte della mia vita. lo faccio da dodici anni. dodici anni in cui sono successe molte cose, private e professionali. come nella vita di tutti. anche quello che scrivo inevitabilmente è cambiato. e sono cambiati soprattutto i miei figli che sono diventati grandi e consapevoli. io tengo la traccia della nostra vita. credo che soprattutto sarà un bel ricordo per loro, della loro mamma ma anche di se stessi. sanno quello che scrivo e spesso lo leggono. a volte ne parliamo. sono sereni e divertiti dalla cosa. se non lo fossero smetterei o scriverei altro. ognuno ha il suo equilibrio, le sue regole, i suoi tabù e i suoi pudori. al momento questo blog ci somiglia e ci va bene. quando non sarà più così deciderò che fare e come farlo. ma è una scelta personale, individuale, giudicabile, penso, solo dai diretti interessati. chi viene qui a leggere può apprezzare e tornare, può infastidirsi e approdare su altri lidi. la libertà della rete è anche questa.

      1. Claudia/ Elasti ti rispondo qui perché sotto l’altro post non mi faceva scrivere.
        Grazie per avermi risposto!
        No, non esco dal tuo blog….non ti leggo dall inizio, solo da quando sono diventata mamma cinque anni or sono, ma la tua scrittura ( potente come quella di un pool di autori, non devo dirtelo io 😉) mi ha conquistata.
        Proprio perché parla di vita normale di madre, benché la tua sia parecchio più eccitante della media.
        E credo che l’altro giorno io fossi in modalità acida, perché qui non si dorme mai e i neuroni a volte mi abbandonano.
        Un abbraccio
        Valeria

      2. grazie a te. ogni tanto un po’ di autocoscienza fa bene a tutti! prima o poi si torna a dormire comunque, tranquilla 😘

  5. Io non ho figli, eppure trovo interessante l’evolversi della relazione genitori-figli raccontata da Elasti. La fatica nel comunicare con un adolescente e un pre-adolescente è immensa per un genitore e credo che altri con lo stesso problema possano essere confortati dalla condivisione. Se i suoi figli sono d’accordo, perché mai dovremmo essere noi a preoccuparci di quello che scrive su di loro?

    1. Infatti io bevo quello che scrive Elasti, e mi rincuoro. e penso che allora forse è normale e giusto che sia così… Il mio quasi quindicenne è da 10 giorni in vacanza studio a New York ma mi contatta solo per sfogarsi di qualcosa che è andato storto. Sinceramente non so se mandarlo a quel paese o se chiedergli pietà. Fatto sta che tutti i miei progetti di lavori mirabolanti da fare con calma in sua assenza si sono trasformati in qualche notte insonne e in giornate attaccate allo schermo del cellulare, in trepida attesa.
      Anche basta. Se torna intero a casa, l’anno prtossimo la vacanza studio la fa sul poggiolo.

    2. Ti ho sempre letto volentieri e ora con questo tuo ultima risposta, che mi tocca da vicino, mi alzo in piedi e ti abbraccio virtualmente 🙂

  6. Buongiorno a Claudia e a tutti,
    ogni giorno apro la mail nella speranza di trovare un nuovo post di elasti…e sono molto felice che ultimamente ne riesca a scrivere anche più del solito. Gli argomenti sono tratti dalla quotidianità reale e sanno di vita vera. Sono sempre scritti benissimo e piacevolmente autoironici. Per me è come vedere un telefilm o una sit-com (si scriverà così?). Mi sono posta anch’io il dubbio che magari ai 3 ragazzi possa dar fastidio…mia figlia di 13 anni mi stressa se parlo di lei con mia sorella o le amiche o le colleghe…ma mia figlia lo fa per pungolarmi e tenere sempre aperta la ferita dei SENSI DI COLPA…non mi perdonerà mai di averle fatto un fratello e una sorella anche se li adora.
    Quindi il mio appello è il seguente: anche se non rispondo sempre, io ti apprezzo moltissimo, per favore continua a scrivere! Che sia di fantasia o di realtà…ma leggerti è un piccolo piacere irrinunciabile!
    Grazie Elasti!
    Maddalena

  7. Buongiorno a tutti, ciao Elasti, sono una tua ammiratrice da tanto tempo, ti leggo sempre.blog, giornali e libri, comunichi tante belle emozioni che mi fanno sentire vicina ad altre mamme, anche ora in questo iniziare a sentire che per i figli non siamo onnipotenti, a volte dobbiamo solo guardare e ascoltare…
    Mi sono decisa a scrivere dopo tanto tempo e credo che potrà essere anche la prima e ultima volta, il blog è da leggere soprattutto, secondo me, in ogni caso è certo che non è necessario sempre giudicare, commentare, approvare, dissentire….

  8. Anche io non capisco bene il senso della critica. Ovviamente ogni lettore ha i suoi gusti, ma da un blog che parla di mamme e figli mi aspetterei appunto che parlasse di mamme e figli, non di caccia e pesca o ricami a punto croce 😀

    1. Infatti, Giorgia, hai perfettamente ragione.
      Mi era andato in corto il cervello, mentre pensavo ai miei bimbi che non dormono mai, e leggevo degli hobbit grande e medio e della loro poca loquacita’ durante il great book.
      Ho pensato ” i figli, che palle…” e ho scritto un commento in preda al nervosismo.
      L’unica nota positiva è che Elasti mi ha risposto per ben due volte….e mi sono parecchio emozionata.
      Sorry 😉

      1. Figurati, Valeria. Ho un figlio di un anno, so cosa significhi la mancanza di sonno…
        Ieri, dopo aver corso come una pazza per incastrare pappa, bagnetto e cena nostra, ho rovesciato l’intera teglia di pasta al forno dritta sui miei piedi. Ustioni dappertutto. Volevo chiudermi la porta alle spalle e partire per le Antille 😀
        Facciamoci forza!!

  9. Però, non è bello ed emozionante accorgersi che i figli si stanno godendo così tanto le loro esperienze (viaggio con gli amici o campo scuola che sia) da non avere il tempo e la voglia di scrivere a casa? A me sembra un bel segno, una cosa rassicurante. Sarebbe ben peggio se continuassero a chiamare in lacrime i genitori, no?
    E mi sembra anche giusto concedere ai ragazzi i loro legittimi spazi

    1. Ricordo che, quando ero ragazzina e partivo per le vacanze studio in Gran Bretagna, mi piaceva tantissimo chiamare i miei genitori per raccontargli che cosa avevo fatto e le cose che avevo visto etc. I miei non mi chiamavano tutte le sere, perché all’epoca era un costo non indifferente fare chiamate internazionali, così quando accadeva era un festa. Forse l’eccessiva immediatezza di comunicazione spegne un po’ l’entusiasmo e i ragazzi di oggi si sentono troppo raggiungibili, non so, o forse è carattere.

  10. il mio blog si è arenato, tra l’altro, proprio perchè i miei figli stano crescendo. ben venga quindi chi condivide e crea spunti su pre/adolescenti. per quanto mi riguarda i tempi di pappine e cacchette sono molto lontani. ed in merito allo scrivere di loro, mia figlia quando è partita per la colonia mi ha detto “mamma, scrivi un post anche quest’anno?”. non l’ho fatto e un po’ mi spiace. è un diario anche per loro

  11. per Cla: ti confesso che anch’io spero che tra qualche anno possa vivere le vacanze a tutto tondo, con la serenità di quale stai parlando tu. Adesso è un po’ presto, per tutti noi tre (papà è coinvolto pure lui in questa spirale) ma spero di maturare insieme.

    1. Io sono rimasta colpita di me stessa e della mia mancanza di “egoismo” (seppur buono visto che è da parte dei genitori che vogliono tenersi il figlio vicino)… ero terrorizzata la prima vacanza-studio di una settimana di mio figlio undicenne, paura di non saper riappropriarmi del mio tempo, e anche della vita in due con mio marito, avevo paura di cadere in incolmabili vuoti lasciati dall’assenza di mio figlio, lo volevo lì con me per riempirmi la vita…
      invece c’è stata una magia, sapevo lui felice, divertito e spensierato, ottimo, anch’io mi sono sentita in diritto di esserlo ed è stata una vera vacanza per tutti… auguro di provare questa sensazione a tutte, torniamo ad essere persone che misurano le proprie giornate in base alle proprie esigenze, non a quelle dei figli, tanto si sa che quando ci sono tutto gira inevitabilmente intorno a loro, allora almeno per un paio di settimane l’anno spassiamocela 😉

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