Lo hobbit di mezzo attraversa una fase ombrosa e solipsistica in cui ci guarda storto e, se può, ci evita. Non è necessariamente ostile. si limita a respingere. E ci riesce benissimo.
Tra gli aculei irsuti dell’adolescenza però ogni tanto è riconoscibile una traccia dello sguardo rotondo, dello spirito storto, della sbrindellata follia che lo governa da sempre.
Così, tra un torvo mutismo e uno sguardo esasperato, per sbaglio, o forse no, inciampa. E torna lui.

Stasera a cena.
“Volete sapere un fun fact sul cristianesimo primitivo?”
C’erano le sogliole e una zuppa arancione-zucca che, al cospetto dell’urgenza di un interrogativo, sono sbiadite.
“un fun fact sul cristianesimo primitivo?” ha ripetuto mister I che è rientrato ieri dal suo viaggio oltreoceano con lo straniamento della disabitudine, oltre che del jet lag.

Lo hobbit medio avrebbe potuto anche chiederci l’etimologia di “atarassia” o di “galattico” o di “problema” perché questi sono i garruli interrogativi che si pone quando toglie l’armatura e ci comunica che in quel preciso istante no, non siamo solo moleste e sbiadite figurine di contorno ma interlocutori. Avrebbe potuto eventualmente fare i biscotti. Invece no. Ha scelto fun facts e cristianesimo primitivo.

“I primi cristiani vivevano in comunità tutti insieme. I loro vicini li consideravano cannibali e incestuosi. Cannibali perché mangiavano il corpo di Cristo. Incestuosi perché si chiamavano sorella e fratello anche tra marito e moglie. Vi è piaciuto questo fun fact?”

Molto. Ci è piaciuto molto. E ancor di più ci è piaciuto che lo abbia raccontato a noi, a tavola, tra la zuppa arancione e le sogliole.