Siamo andati a Genova, nel fine settimana del compleanno rotondo di Mister I. Ci siamo andati tutti insieme, con gli hobbit, gli zii e i nonni. La zia matta è arrivata a Milano da Bruxelles e si è presentata con una torta in testa e occhiali a cuore nella stanza dove Mister stava insegnando microeconomia online ai funzionari del governo inglese. È entrata cantando “tanto auguri e te”. Lui voleva inabissarsi nel pavimento. I funzionari invece hanno cantato con lei. Da quel momento è cominciata la festa.
In albergo lo zio con l’orecchino al naso e la zia senza orecchino al naso ci hanno fatto trovare sul letto in camera un 50 gonfiabile gigantesco. Mister I si è tuffato tra il 5 e lo 0 ed è rimasto lì, tronfio.
La Camera di Commercio di Genova ha sede nel palazzo della famiglia De Ferrari che aveva un caveau in cui teneva tutti i soldi e le ricchezze. L’unico ad avere la chiave di questo deposito era il nonno che era solito a chiudersi lì dentro per contare il suo tesoro. Un giorno si sentì male nel caveau ma nessuno poté entrare per soccorrerlo. Morì lì dentro, lui, i suoi soldi e la sua chiave in un unico esemplare.
Genova è struggente e malinconica, con i suoi vicoli, i suoi palazzi dei Rolli, la sua cattedrale, il suo porto, la sua focaccia, le sue acciughe ripiene e la sua farinata. Genova ha dato i natali alla Venere di Botticelli, che si chiamava Simonetta Cattaneo, e vicino a Genova nacque la mamma di Frank Sinatra che forse per questo aveva una passione per il pesto. “Genova ha il fascino di una città del Sud, però è a Nord”, ha detto la zia matta. Il medio a un certo punto ha preso un autobus e da solo è andato a vedere il bar di “4 amici al bar”. A Genova c’è un ascensore liberty gratuito che porta a un panorama commovente, c’è il museo del mare che parla di accoglienza e migrazioni, c’è Boccadasse che toglie il fiato.
Bisogna tornarci ogni tanto a Genova, altrimenti viene la nostalgia.
E’ bello leggere di famiglie in cui c’è così tanto amore
Da genovese che vive a Ferrara (città meravigliosa da visitare anche e soprattutto con la nebbia) ti ringrazio.
La nostalgia incalza anche se torno ad Arenzano dalla mia mamma ogni 15-20 giorni, ma Genova ti resta dentro per sempre e per sempre ne sentirai la mancanza.
La definizione di “città del sud a nord” è perfetta.
La definizione è davvero calzante. Da salernitana quando ho visitato Genova l’ho sentita subito molto affine alla mia città.
Da “quasi” genovese (vivo nella città metropolitana), aggiungo che però il carattere dei genovesi non è molto simile a quello della gente del sud.
Un giorno mio marito è rimasto a lavorare da casa ed era in videochiamata (anche tu detesti il termine “call” in italiano?). Mio suocero è entrato in camera e lo ha visto.
“Cosa succede Davide non stai bene? Come mai non sei andato in ufficio?”
“No no papà tutto bene non preoccuparti”
Ma mio suocero ha 90 anni e ci sente poco perciò, incurante della webcam accesa, si è avvicinato sciabattando al figlio e con gesto di paterno affetto gli ha toccato la fronte per sentire se era calda.
Mi sono molto emozionata nel leggere questo tuo pezzo sulla mia città. E mi è molto dispiaciuto non poterti incrociare per dirti di persona quanto mi piace come scrivi e quello che scrivi!