Nonsolomamma

talenti e silenzi

i talenti si ereditano, così come si eredita la loro assenza.
elastigirl non sa disegnare, non sa cucire, non ha alcuna attitudine per il bricolage, è priva di orecchio musicale, è un impiastro nell’atletica e in tutti gli sport di squadra, compresa la pallavolo in circolo sul bagnasciuga, quando balla è piuttosto sgraziata e ha la manualità di un tridattilo.
però.
però conosce tante, ma tantissime canzoni improbabili. e più sono improbabili più se le ricorda e più se le ricorda più le canta, esattamente come nonno A che le ha trasmesso la memoria elefantiaca per i motivetti trash, oltre che le musiche e le parole dei motivetti stessi.
l’elasti-infanzia è stata segnata da capolavori come “bevete più latte, il latte fa bene, il latte conviene a tutte le età” o “chi non fa la pipì, chi non fa la pipì, prima o poi la farà-a-a-a!” o ancora “basta ch’ t’ sta’ zitt’, basta ch’ t’ sta’ quiet’, basta ch’ nun ce scucc'”, pescando a caso nel mucchio.
elastigirl è grata a nonno A per averle regalato queste perle surreali, è grata per averle insegnato a non prendersi sul serio, ad essere un po’ cialtrona, a ridere del mondo intorno, a ballare senza esserne capace, a giocare con i propri non-talenti, a essere lieve.
nonno A due mesi fa ha avuto un cedimento strutturale e un brutto colpo a quella leggerezza che aveva scambiato per invulnerabilità. si sta lentamente riprendendo dall’intervento al cuore ma le falle a cui porre rimedio non sono finite e l’incertezza è un animale strano, feroce e temibile.
sono giorni difficili per nonno A e per chi, vicino a lui, non si capacita di questo insolito, cupo silenzio.

92 pensieri riguardo “talenti e silenzi

  1. È proprio nei loro momenti di debolezza che possiamo dimostrate ai nostri genitori quanto li amiamo e rendere loro un poco di tutto quanto hanno fatto per noi: perciò umore alto e sorriso d’ordinanza!
    Un abbraccio a te e a nonno A.

    Ps finalmente stasera ho finito di leggere tutti i post. Questa lettura compulsiva ha impegnato ogni mio secondo libero delle ultime tre settimane e la cosa peggiore è che mi mancherà questa scorpacciata di vita altrui!

  2. Cara Elasti,
    l’incertezza è un filo sottilissimo su cui sto anche io lentamente imparando a camminare. Guardo il mio papà che piano piano smette di essere quella roccia solidissima su cui mi sono sempre appoggiata e lo vedo diventare una persona fragile che sa che i giorni da trascorrere insieme non sono più molti. Però ci sono ancora e cerco di goderne il più possibile e penso che la vicinanza dei nipoti sia per lui la migliore medicina. Grazie per riuscire a scrivere anche di questi momenti difficili, la condivisione fa sentire meno soli. Un abbraccio.

  3. La vostra forza e la vostra allegria saranno le sue. Gli hobbit sapranno arrivare dove la medicina è più lenta ad agire. I bambini sanno dare grande coraggio e incredibili stimoli a combattere. In bocca al lupo!

  4. Coraggio cara, certamente sono giorni difficili e complicati. Quando le persone che amiamo sono più indifese e diverse da come le conosciamo siamo diversi anche noi, e indifesi anche noi. Ma, e l’ho imparato sulla mia pelle, dobbiamo cercare di tenere a bada, nei limiti del possibile, la tentazione di “mollare le ancore”… e non solo per noi stesse, ma anche per loro (e Pollyanna non c’entra un’ostrega)…
    Un abbraccio forte, sono convinta che a piccoli passi le cose si aggiusteranno

    Floralye

  5. Dai Elastiiiiii! Seila ns forza, e quella di nonno A!
    Ps:è stato un piacere vederti da Camila, torna torna ceh mi piace pure ascoltare la tua voce oltre che leggerti!

  6. stavo solo pensando che dai tuoi post qui e su D si evince che:
    -MR I è in America
    – Nonno A non si è ancora ripreso
    – Il presidente della repubblica ti ha invitato a una festa l 8 Marzo
    – i tre Hobbit non sono facili da gestire
    – ci sono feste di Carnevale in arrivo
    – la lavatrice o lavastoviglie si è rotta.
    AZZZ!!!
    Non ti conosco di persona ma se ti conoscessi ti offirei una birra……

    1. condivido pienamente….
      Una birra virtuale a te Claudia (magari non quella che gorgoglia nel vostro sgabuzzino!).
      Un abbraccio grande

  7. Vedere il proprio papà-e sottolineo papà, non padre-su un letto d’ospedale è un’esperienza che ti fa vedere tutto con occhi diversi.
    Un abbraccio forte ad una donna forte da un’altra donna forte.

  8. È che stare in ospedale ci fa toccare con mano la fragilità della vita umana, si viene catapultati in una specie di mondo parallelo , ci si sente sulle spalle non solo il proprio dolore, ma anche quello degli altri… Ci vuole tempo per riuscire ad anestetizzare un pochino questa “compassione” (nel senso proprio del termine, una sofferenza condivisa).
    Quando la mia ranocchia è stata dimessa definitivamente, insieme al sollievo per la sua guarigione ho portato con me il senso di angoscia (e quasi di colpa) e porto tutt’oggi il ricordo di tutta quella sofferenza, gli occhi tristi e disincantati di tutti quei bambini, la disperazione delle mamme.
    Vedrai che i tuoi hobbit aiuteranno nonno A a recuperare il sorriso.
    Ti abbraccio forte

  9. Cara Elasti, io sto vivendo un momento che mai avrei immaginato, mio marito ha avuto da pochi gg un infarto , circa 2 settimane fa. ci è caduto il mondo addosso……ha solo 40 anni. e ora che si fa???intanto si vive nella pura angoscia affidandoci ai medici, alle terapie mediche e al tempo che ci possa ridare tranquillita’…..un bacio grande Elasti….ti auguro e mi auguro che il tutto si possa risolvere….Sharon&G.

    1. Sharon, un forte abbraccio, vedrai che si rimetterà, è giovane!!! (poi però cambiate alimentazione!!! la più sana è quella vegana… ma se è troppo drastica, mangiate moltissime verdure fresche di stagione, e tutto questo sarà solo un brutto ricordo!!!)

      1. …ed ecco la maga, non ci facciamo mancar nulla. Cara amica, l’intenzione di dar soostegno è lodevole sempre, ma tralascerei l’assolutezza di certi consigli e mi rimetterei alle cure scientifiche, che ci sono e sono valide. Anche se so quanto sia difficile scalfire la vostra certezza che basti un buon pesto a sanare i mali del mondo.

      2. Jasmine, non so se tu stia scherzando o meno, ma credimi, commentare una confessione angosciata come quella si Sharon dicendo che basta mangiare quattro carote per guarire, senza conoscere minimamente la storia clinica dell’interessato, le abitudini, la persona, la situazione …. mi sembra non solo oltremodo superficiale ma anche di un’insensibilità senza confini.

    2. …che si fa? Si ricomincia. Da un punto diverso e forse senza traguardi ambiziosi, ma si ricomincia. Dovrai essere molto forte, tenerti dentro molte paure, ed alleggerirgli il passo. Ma le donne sanno farlo e tu troverai la tua via. Un abbraccio grandissimo.

    3. coraggio Sharon, coraggio. come ha già detto qualcuno le cure ci sono, la forza la troverai dentro di te, per forza (scusa il bisticcio di parole). ti auguro davvero di ritrovare presto la vostra tranquillità.

      1. Grazie di cuore a tutte. grazie Elasti. siete tutti meravigliosi. proprio oggi il medico ci ha rassicurato per meglio. speriamo bene. un bacione infinito e immenso ad ognuno di voi.

  10. Metti le scarpe coi pesci, balla sgraziatamente le canzoncine che ti ha insegnato nonno A, mentre le insegni ai tre hobbit, e fai un bello spettacolo davanti a lui. Solo per voi 5, se Mr. I è ancora nella citta di A.
    E strappa un sorriso a quell’uomo che ti ha insegnato quelli che definisci i “non talenti”. Magari trai ancora più successo dai tuoi “non talenti”!
    Roberta

  11. mamma mia, che paura! quando ho cominciato a leggere il post pensavo che ci stessi comunicando una brutta notizia…oddio…dio…che sospiro di sollievo….tocco ferro, faccio le corna!!!

  12. carissima claudio,
    ho imparato a mie spese che bisogna vivere alla giornata, godendo del presente senza pre-occuparsi del futuro… non sempre ci riesco, ma è necessario farlo, altrimenti si soccombe alla paura e alla malinconia. forza, ti abbraccio.
    raffaella

  13. Come ti capisco.
    Essere figlia è forse più complicato che essere madre.
    A un certo punto.
    Quando tu avresti bisogno di sentirti ancora figlia innamorata di papà, quando lo vedi fragile, pallido, con quel pigiama su quel lettino troppo piccolo, e lui ti abbraccia e ti bacia come quando eri una bambina, perchè ora è lui che ha bisogno di sentirsi piccolo e protetto.
    Un abbraccio a Nonno A (che ho visto su Facebook e mi sembra un fico pazzesco !!! :).
    Terry

      1. NON avevo capito fosse il celeberr famosiss illustriss professore di cui ti scrissi mesi fa. Un abbraccionissimerrimo, claudiè

  14. posso dire che questo piccolo ritratto di padre che soffre si avvicina a quello di mio padre, e questo cupo silenzio l’ho sentito forte qualche mese fa? ora quelle nubi nere si sono alleggerite, ma è stato doloroso vederle passare

  15. Diventano fragili e la loro fragilità sconcerta chi li ha sempre considerati forti come una roccia. Ma poi si riprendono: saranno meno rocce ma saranno sempre lì.

  16. Dai, chi non ricorda “Bevete più latte”… Boccaccio ’70… Peppino de Filippo e la Ekberg sul tabellone 🙂
    Il tuo penultimo paragrafo è un manifesto ideologico di vita e mi dispiace che Nonno A sia stato minato nelle sue certezze.
    Ti sono vicino (un po’ perchè in parte sto vivendo il tuo stesso disagio nel sentire un po’ di paura e abbandono nelle persone care).
    Coraggio e… in bocca al lupo (e tu continua a cantare a Nonno A: gli farai da sprone!)

    Jacopo

  17. Dai Elasti!!! Vedrai che, una ad una, le falle nella struttura di nonno A saranno sistemate.
    Da quello che scrivi nonno A è un super uomo! Gli basta una spolverata di fino, vedrai che ti torna più splendente di prima!
    Un abbraccio grande!

  18. un abbraccio a te e al tuo babbo
    anche il mio è in una fase simile, con una malattia seria sulle spalle, e con la neve si era abbattuto…
    ieri lui e la mamma sono usciti di casa e mi hanno raggiunto in negozio per pranzare insieme… loro consolano me invece del contrario… una generazione di acciaio e anche generosa….

    ciao da Nico

  19. ma quanto sai entrare nel cuore….sarà che da un po’ vivo con questi pensieri, ma…insomma, ti sono vicina e ti ringrazio perchè esprimi con le parole emozioni che difficilmente trovano una spiegazione.
    Claudia

  20. Mi piace questa definizione “L’incertezza è un animale strano, feroce e temibile”. Ma finché c’è incertezza c’è speranza! E direi che seppur con qualche difficoltà, la ripresa c’è. Un abbraccio sincero, cara Elasti.

  21. le rocce della nostra vita, quando cedono ci lasciano sconvolte e spaventate come bambine. ma sono sempre rocce. Solide e calde. e continuano a sostenerci…

  22. sono sicura andrà tutto bene, metti gli occhiali per la miopia, cerca di guardare più lontano, è solo un periodo limitato nel tempo, tuo papà si riprenderà presto… E x il presente, dosi quotidiane di hobbit a volontà per tirarlo su di morale!!! Un abbraccione

  23. Ti leggo sempre e quando dico sempre vuol dire ogni tuo post che hai postato in questo blog compreso i tuoi due libri, credo di averti commentato una o due volte , ma oggi non potevo tenermi dentro le emozioni come tutte le altre volte, certo avrai altri mille e piu’ conforti da persone che ti sono sempre vicine ma non posso non lasciarti anche una mia dolce carezza per te e per nonno A e augurarvi che questo brutto periodo passi in fretta per tornare perche’ no a cantare insieme le canzoncine improbabili uniti in un ballo che sarà tutto e solo vostro e non ci sarà piu’ silenzio vedrai..
    Lety

  24. Ciao, Elasti, era da un po’ che non commentavo, ma la tua incertezza la sto vivendo anche io sulla mia pelle. In ospedale ho una madre settantenne che si credeva una quarantenne quasi inossidabile, e adesso ho paura che lo smalto stia sbiadendo, e che lei se ne stia rendendo conto anche se non lo da a vedere.
    Ah, mi hai fatto ricordare la canzone “Orzowei” dell’omonima serie tv. Avevo il 45 giri…Te la ricordi?
    Un abbraccio pieno di positività

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