Nonsolomamma

55 giorni

ciao papà, sono qui, nella città di A, per il quarto anno di seguito. strano, questo posto nel bosco, dove la vicina di casa trova una puzzola dentro il barbecue e io un topo astutissimo dentro la spazzatura, dove gli scoiattoli sono numerosi come da noi le formiche e lo hobbit piccolo li chiama ‘tattili’ che non è male come diminutivo, o ‘nigli’ perché effettivamente un po’ somigliano ai conigli, o ‘topi’ perché sono pur sempre roditori e lui, che, modestamente, è super furbo, lo ha già capito.
strano, dicevo, questo posto, dove diamo il meglio di noi, dove la vita è meno complicata, dove ognuno ha il suo angolo che fa per lui, dove credevo di essere lontana da te e invece ti ritrovo ovunque.
ti ricordi? un giorno, in uno dei tanti reparti di ospedale che hai frequentato in quegli ultimi sei mesi di discesa verso quell’inesorabile sonno, ci eravamo detti che quest’estate saresti finalmente venuto a trovarci qui
. “non puoi andare sempre in vacanza in toscana. no!”, ti dicevo. e tu avevi risposto “va bene. è arrivato il momento di vedere la vostra america”. io lo sapevo che non saresti venuto. non perché pensassi che non ci sarebbe stata un’altra estate ma perché conosco bene te e le tue resistenze. però era bello immaginarci tutti ad A insieme e figurarmi il tuo sguardo perplesso e divertito di fronte a un frigorifero grande quanto un ripostiglio, ai girotondi per la pace al parco il sabato mattina, al farm market del mercoledì pomeriggio dove una testa d’aglio venduta da un tizio scalzo costa 6 dollari.
già, era bello immaginarci qui tutti insieme, anche se, prima di arrivare, mi ero illusa che stare in un posto che non abbiamo mai condiviso fosse più facile.
e invece no. è difficile anche qui. è difficile quando vorrei mandarti una fotografia degli hobbit sul divano sotto il ritratto di un antenato barbuto, mentre leggono ognuno il proprio libro e sembrano gli intellettuali che non sono. è difficile quando vedo il tuo nome tra i contatti skype e mi ricordo di quanto avevamo chiacchierato l’anno scorso. è difficile quando incontro, a casa della vicina brenda, il caravanserraglio dei suoi coinquilini e penso a quanto rideresti tu, se te li raccontassi.
sono passati 55 giorni oggi, da quando non ci sei più. e la tua assenza continua a cogliermi alla sprovvista, a sorprendermi, a lasciarmi sbigottita. anche qui, dove non ci siamo e probabilmente non ci saremmo mai incontrati.
sono passati 55 giorni oggi e ci sei più che mai. a volte più di quando c’eri sul serio.
strano, no?
l’altro giorno mister i diceva: “il vostro era un rapporto fatto di testa, di pancia, molto più che di quotidianità condivisa”. già, di testa e di pancia. pensavo che la testa e la pancia mi avrebbero risparmiato una nostalgia tanto palpabile. pensavo che la mancanza di una quotidianità insieme a te mi avrebbe risparmiato questo vuoto lacerante.
mi sbagliavo.
ma forse 55 giorni sono troppo pochi, perché il mondo mi sembri un posto bello, anche senza di te.

74 pensieri riguardo “55 giorni

  1. Non ti scrivo mai, ma ti leggo sempre…e volevo dirti solo che si, è passato troppo poco tempo perchè il mondo sembri bello anche senza di lui.
    Datti il tempo che ti serve .
    un abbraccio stretto

  2. ciao cara, io sto facendo il conto alla rovescia al contrario, in sospensione da qualche settimana accompagnando il babbo verso il suo dopo, che sarà pieno di ripostigli di attrezzi, gialli mondadori, musica swing, mia mamma e noi tutti… faccio fatica ma leggere di te mi addolcisce, non so perché forse nella condivisione del diventare, credo, definitivamente adulta

    ti abbraccio e goditi gli States

    Nicoletta

  3. Anche il mio papà non c’è più da quasi 8 mesi. Anche io sono in USA, a NY. Anche mio papà sarebbe dovuto venire a trovarmi prima o poi, e avrebbe amato questa città. Si sta perdendo molte cose della mia vita, mi manca e mi fa quel male sorprendente di cui parli. Ti sono vicina.

  4. E quando saranno 120 ancora non basteranno, come per me oggi, non è consolante, lo so, e non voleva esserlo, mia nipote dice il nonno gioca a carte con Gesù e col nonno della sua compagna, e vorrei avere quattro anni e crederci anche io. Un abbraccio. Sono 55 giorni che rimando, per pudore da sconosciuta.

  5. che belle parole…
    io ho perso la mamma, ed era proprio così.
    55 giorni sono niente, per me sono passati 10 anni, e ancora è così, non sempre, non in ogni momento, ma spesso.
    non ci abituiamo all’assenza.

  6. Sarò banale, ma in ogni parola che scrivi trovo me. Mi trovo a febbraio del 2006, quel giorno così strano, e mi trovo anche adesso, che di giorni ne son passati ben più di 55.

    Da quel giorno di febbraio mi sento sempre più figlia, ogni giorno che passa, in un modo che non avevo mai vissuto, quando l’assenza di oggi era una presenza.

    Quello che cambia, mentre i giorni sgocciolano via, è che impari a convivere con le sensazioni, e tutto (quasi banalmente) diventa più semplice.

  7. Sai, ancora oggi, quando arrivo in un posto sconosciuto penso a cosa avrebbe detto il mio papo. E come ti scrivevo tempo fa sento la sua voce che commenta. Io credo che lui sia lì con te stavolta. Vicino, vicino.

  8. mai, mai ho lasciato un commento da quando ho letto del tuo papà. adesso mi sento meno superflua, e ti dico Coraggio. mi sei molto simpatica. Il dolore diminuirà, presumo, non ho mai perso nessuno, ma vedo che nonostante tutto la vita continua. Un abbraccio

    Teresa

  9. Cara Elasti, non ti ho mai scritto ma ti leggo da anni, quando racconti del tuo babbo mi commuovi profondamente per il legame, l’affetto e la stima che traspaiono…Non ci sono parole, non ci sono pensieri sufficientementi alti per “consolare”, per accettare una perdita cosi. Ti voglio solo dire che ti sono vicina e che spero presto tu possa stare almeno un pochino meglio. Un abbraccio da Genova!Grazie del tuo blog, e’ davvero unico, Eli

  10. E’ questo il vero amore: esserci di piu’ di quando non lo si e’ davvero! ….passeranno altri 55 giorni e vedrai che sara’ lo stesso, fino a quando capirai che lui sara’ sempre con te…nella tua testa…nella tua pancia…nel tuo cuore… e non serviranno skype, un telefono, una foto per parlare, sentirsi, vedere i piccoli… bastera’ sentirlo vicino al cuore! ti abbraccio! MTM

  11. Se ha lasciato un vuoto così grande e perchè ha sempre saputo riempire la tua vita. Forse e proprio questa la vita eterna: continuare a vivere nel ricordo di chi ci ha amato. Grazie a te il tuo papà non sarai mai veramente morto.

  12. e anche quando i giorni sono più di 700, il senso del vuoto è ancora li!
    pronto a farsi sentire con tutta la sua invadenza.
    il mondo torna ad essere bello, torna la voglia di andare avanti, torna tutto e arrivano nuove emozioni, ma l’assenza resta.

  13. Il tuo dolore e’ palpabile e commovente. Stasera ho cenato con mio padre e forse, grazie a te, ho apprezzato un po’ di più l’importanza del nostro rapporto. Un bacio grande.

  14. A me stupisce che dopo 50 giorni sei comunque riuscita a scegliere le piastrelle, a partire per l’America…io per mesi ho fatto lo stretto indispensabile, e non per me, per la mia famiglia, per il lavoro, per non lasciare tutto allo sbando. Più di così proprio non riuscivo

    viola

  15. bella, eleasti, bella davvero, mi sono commosso e ti ringrazio perchè per rendere pubblica una cosa così ci vuole coraggio, almeno per me ce ne vorrebbe tanto, ciao

  16. nella più completa disinformazione, la Camera ha ieri approvato il MES. Cos’é? Ma la cosa più bella del mondo!! Il sostegno per gli italiani!! La salvezza!! il salva stato!! Così risparmiamo!! Così evitiamo gli sprechi!! Così ci prendiamo cura di voi!!

    1. purtroppo queste esperienze non aiutano così tanto a diventare adulte… a volte si vorrebbe tanto ridiventare bambine. Ma poi, col tempo, ci si arrende alla realtà e si interiorizza.
      Ilaria

    2. Elasti: basta.
      La quotidianità condivisa non si tocca, non c’è testa non c’è pancia che valga altrettanto, suppliscono all’assenza dell’essenza in modo galante ma non sufficente.
      La morte delle persone amate è terribile, ma la maschera che mettiamo per fare stare bene chi rimane è necessaria, i tuoi figli non leggono questo post , ma mr i , tua mamma e tante persone che ti vogliono bene si.
      Soffriranno tanto per lo strazio che provi e si sentiranno impotenti perchè il tuo dolore ha il diritto di esplodere ma lo vorrebbero contenuto, rilegato.
      “Il mondo è meno bello senza di te” si può pensarlo ma non scriverlo.

  17. Cara mammina Elasti, suvvia nonno A e’ presente come non mai li da te.
    Pero’ devi pensare che sta facendo un lungo viaggio
    Non lo richiamare troppo spesso
    Lui non ti abbandonerà mai
    Lo sai
    Se non lo conosci, ti consiglio un libro di Mark Twain sul viaggio del vecchio capitano in paradiso, scusa qua in aeroporto non ricordo il nome esatto
    Un caro saluto nella cittadina di A che un giorno spero di visitare

  18. elasti, leggo e cerco di fare tesoro di quel che racconti, perchè il mio papà diabetico e stressato sa – e lo sappiamo bene anche noi – che nonostante sia ancora under 70 non avrà molto tempo da passare con noi. Ma mi vengono le lacrime agli occhi al pensiero, e allora cerco di continuare come ho sempre fatto, litigate comprese e brontolii pure. Non credo sarà facile, mai: ma diventerà sempre meno lancinante, almeno spero. Abbracci

  19. Forse non ci hai pensato, ma è così che deve essere. Era il tuo papà, gli volevi bene e lui a te. E’ normale, è giusto che ti manchi. E ti mancherà sempre……sarebbe sbagliato il contrario.
    Magari, tra qualche tempo, il suo ricordo farà meno male, forse, non so…..ma ci sarà sempre…per fortuna.

  20. Mia sorella ogni volta che da Milano torna a Roma vuole andare al cimitero da nostra madre, che da quasi 20 anni non c’è più. Ogni volta per lei sono lacrime, e sento che il suo dolore cresce, invece di farsi più quieto. Io mi domino ma anche dentro di me è l’inferno: più che sapere cosa c’è dietro una lapide, per me è molto più doloroso il ricordo in casa, guardare una foto, pensare alla persona da viva. In questi piccoli atti sento l’assenza che, almeno per me, la sera, la notte, diventa più feroce. E poi, ripercorrere strade e luoghi e quartieri percorsi con lei; e se una volta correvi ora inciampi penosamente con gli occhi velati. Riconoscere il negoziante che frequentavi con lei e che è ancora lì, anche se invecchiato, il palazzo dove hai vissuto un po’ di anni con lei e vorresti entrare ma sul citofono ci sono nomi sconosciuti; entri in un bar per un caffè e riesci a sorridere ma appena esci gli occhi si velano di nuovo per la folla di ricordi che torna ad aggredirti a violentarti e allora, per sopravvivere, smetti di chiederti perché la vita d’una persona debba essere così piena di lutti, di morti. E sì, allora si torna come sempre a truffare la vita, proprio per poter sopravvivere.
    amerigo

  21. ciao.. io ho perso ora tutti e due i miei nonni nel giro di un mese..se ne sono andati insieme..e ora vedere la loro casa vuota mi fa tanta tristezza..e la mia testa è bombardata di ricordi, profumi, immagini, voci, sapori, canzoni, colori, foto…. sono i ricordi che li tengono vivi dentro di noi…

  22. Ciao, è la prima volta che scrivo un commento ad un tuo post che ho letto con il magone: avevo solo 17 anni quando ho perso mio padre in seguto ad una brutta malattia ma ero troppo giovane e ancora non mi rendevo conto. Solo un anno fa se n’è andata anche mia madre. E’ stato un dolore enorme a cui io e le mie due sorelle abbiamo reagito diversamente: io mi ritrovo a parlare di lei continuamente con le persone che conosco e questo me la fa sentire più vicina, ma quando vado a casa sua che è rimasta ancora intatta, mi fa ancora tanto male, e pensa, l’altro giorno ho incontrato la sua badante e mi sono commossa così tanto che non riuscivo a parlare. Mi manca tanto e non credo che passerà mai, ma forse riusciremo a pensare a loro più serenamente e a ricordarli anche nei racconti di famiglia ai nostri figli (ne ho solo 2!!), racconti nei quali i nostri genitori sono vivi ed è come se parlassero loro stessi della loro vita. Coraggio!!

  23. Riesci sempre a mettere nero su bianco degli stati d’animo che è difficile esprimere a parole.Che bel dono hai! è bello che tu lo ricordi così e che gli scriva . Spero che tu continui a farlo anche quando sarà passato altro tempo…vedrai ti aiuterà a sopportare un pò meglio la mancanza.
    Abbraccio forte.

  24. Tu lo sai che ogni volta che leggo di te e di tuo padre, della mancanza che ora senti mi viene in mente il soprannome che hai detto ti dava “ciccetti…..” è bellissimo, dolce. Ne viene fuori tutta quella tenerezza e intimità di un rapporto padre-figlia….è una banalità straziante ma il tempo ti aiuterà ad accettare questa prova.

  25. E’ con il pianto nel cuore che leggo questo post…proprio ieri ho saputo che mia mamma ha un brutto male e presto questo tuo dolore sarà anche il mio 😥

    1. dovrete lottare: tua mamma, tu, tutte le persone che possono esserle vicino. da come scrivi dai l’idea che il male sia all’inizio, ma anche se non fosse così scatenate una guerra totale alle cellule impazzite, e non pensare già ora che sarà una guerra perduta. dirti “coraggio” forse è inutile ma se può servirti te lo dico con tutto il cuore. basta parole, ti mando solo un abbraccio affettuoso. amerigo

      1. Sono d’accordo. Non tutto è perduto. Bisogna lottare e riempire questo tempo di speranza. Tua mamma ha bisogno che ci crediate, che tutto possa andare per il meglio.
        Un vecchio zio saggio diceva “il morto si piange quando è morto”. Aveva ragione.
        Forza. Forza. Forza!
        Aggiungo un abbraccio.

      2. sono d’accordo. adesso spessissimo si vince la malattia, o comunque ci si può si può convivere e farla cronicizzare.
        occorre molta forza e coraggio e, come è scritto nel commento precedente, occorre scatenare battaglia senza mezzi termini alle cellule impazzite.
        lotta dura!
        sempre.
        Chiara

    2. grazie amerigo, alef, chiara. certo che lotteremo, con tutti i mezzi e con tutte le forze. anche se il male è avanzato e diffuso, la guerra sarà totale,ancora grazie per le vostre parole. (ps : scusa elasti, se ho invaso il tuo spazio 🙂 )

      1. brava *** (qui metterei il tuo nome, ma non posso chiamarti virgola dai), mi fa piacere tu dica questo. dobbiamo essere realisti e, come dice anche Chiara, si può vincere. dici che è una lotteria? fino a un certo punto: personalmente non credo ai miracoli, ma un po’ di fiducia nella medicina ce l’ho – e credimi ho dovuto averla anche se poi – e per questo ti chiedo di non perdere la speranza. lotta, lottate, tua mamma è in prima linea: oltre il dolore delle terapie, che abbia vicino l’amore di chi le vuol bene, tu per prima. ancora un abbraccio, che non fa male.

        (claudia ci perdonerà; è una brava e dolce ragazza. anch’io ho invaso più volte il suo spazio, e non mi ha licenziato come vedi)

  26. si, forse 55 giorni sono pochi… forse no, boh… che importa? il dolore viene e va ad ondate… io, dopo 2 anni e mezzo che ho perso mia madre, a volte sono serena e felice… altri giorni mi manca da togliermi il fiato… ma va bene l’uno e l’altro… non c’è un “essere giusto” o sbagliato… va bene… va tutto bene…

  27. il mio rapporto invece era di testa, di pancia e di quotidianeità, da pochi mesi perchè ero tornata a vivere vicino a lui. e adesso? inoltre pensa che almeno tua mamma non è sola, per me c’è anche questa altra solitudine che mi fa soffrire (lei ha “solo” 60 anni..)

  28. Sono 10 anni che mio padre non c’è…eppure quasi ogni sera ci parlo….soprattutto chiedo il suo aiuto,ho ancora bisogno di lui, lui c’era sempre…papi mio quanto mi manchi!!!!!!

  29. Quando parli di tuo padre vorrei far sentire la mia vicinanza dicendo qualcosa di sensato, ma (per mia fortuna) non ho ancora vissuto un lutto come questo e posso solo immaginare… Spero solo che la condivisione ti faccia sentire un po’ meglio.

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