grazie, per avermi insegnato le doppie, l’uso dell’acca e la storia del signor P e del signor B che non vanno d’accordo con la signora N ma amano entrambi la signora M (e per questo si dice iMPetuoso e iMBottito e non iNPetuoso e iNBottito). per avermi trasmesso l’amore per la parole e per la grammatica. per avermi fatto imparare le tabelline con le canzoni che ricordo ancora e canto anche oggi ai miei figli (quella del quattro, che era una ninna nanna resta la mia preferita di sempre).
grazie per essersi accorta delle mie ombre e dei miei fantasmi e per avermi aiutato a sconfiggerli. per aver colto le mie timide luci e per avermele mostrate.
grazie per i sorrisi, per l’accoglienza, per quelle mani sempre bianche di gesso, per quel profumo, lo stesso per anni, che mi faceva sentire al sicuro, per avermi capita, per avere ascoltato i miei silenzi tremebondi di bambina fragile. grazie per avere dato un volto buono ma anche rigoroso ed esigente alla scuola.
grazie per averci chiesto il primo giorno di prima elementare di chiamarla ‘signora’ e di darle del lei perché il rispetto, nella forma e nella sostanza, va imparato da piccoli. .
grazie per la professionalità e la passione che insieme sono capaci di miracoli.
grazie per avere costellato la mia infanzia di ricordi indelebili, per avere piantato semi fecondi che hanno messo radici forti e resistenti.
grazie per aver tracciato solchi preziosi e permanente nella mia coscienza bambina. li conservo gelosamente e spesso torno a ripercorrerli.
grazie per quella sorpresa enorme e indimenticabile, nell’autunno del 2008. non ci vedevamo da 27 anni. stavo presentando il mio primo libro per la prima volta in vita mia. ero pietrificata dall’emozione. qualcuno, un uomo che ricordavo ragazzo, si avvicinò e mi disse: “c’è qui la mia mamma, irene, la tua maestra. le farebbe piacere salutarti”. e lei si alzò da una sedia della prima fila, si appoggiava a un bastone ma aveva gli stessi occhi e lo stesso sorriso di allora. ci abbracciammo forte e fu bellissimo.
oggi se ne è andata. me lo hanno detto i suoi figli, “il mio andrea e la mia antonella” li chiamava illuminandosi di orgoglio.
ma sappia, signora, irene, maestra, che lei resterà sempre qui, accanto a me, ogni volta che scriverò una E con l’accento, una A con l’acca, una parola con la doppia.
con affetto,
sua c.
grazie
Grazie maestra Annita…
Mi sono commossa.
Sara’stata sicuramente orgogliosa della persona che sei diventata.
Ecco, questa cosa che si faceva chiamare signora mi piace veramente tanto. Ed è bellissimo che a distanza di anni si ricordasse dei suoi alunni.
Che tenerezza.
Sembra un po’ il ritratto anche della mia maestra, Lidia. Lei non era sposata, la chiamavamo signorina. Molto di quello che sono diventata è anche merito suo.
Grazie signora Piera
così appassionata ed innovativa maestra degli anni ’70
Rendeva normali concetti eccezionali
me ne sono resa conto crescendo
Stupendomi di alcune lacune di miei coetanei
con lei tutto sembrava così naturale da renderlo quasi scontato
e grazie a te “c” per avermela ricordata
La mia maestra si chiamava Ortensia.Si incontrava spesso con mia madre che trasmetteva,commossa,i suoi saluti e il suo ricordo a me ormai lontana,tuffata nella vita per la quale ha contribuito non poco ad equipaggiarmi.Ho pianto sulla sua tomba.Mi ha ‘iniziato’ alla lingua italiana che non è la mia lingua materna.Ricordo il mio entusiasmo, i rapidi progressi grazie al suo affetto e al suo discreto vigilare sopratutto sulle lettere ‘doppie’ e sulle ‘z’,suono che non conoscevo e non riconoscevo.Ti sia lieve la terra,maestra.
Grazie Claudia
Davvero commovente!
Anche per me la figura della mia maestra resta una presenza semidivina che ha plasmato la mia mente e il mio approccio alla conoscenza….e alla vita. Grazie maestra Perfettina!
Che meraviglioso ricordo.
Grazie per averlo condiviso.
Ci trovo racchiuso il senso stesso della scuola.
Che bel post Elasti!Sono tornata indietro alle mie elementari. E che bello quel DARE DEL LEI che oggi si è un po’perso. Ho due bimbi dell’età del tuo hobbit piccolo e di mezzo e loro alla maestra dicono CIAO. .. e sopratutto nella classe del piccolo c’è davvero poco rispetto per la figura dell’insegnante. A volte mi chiedo se quel Dare del Lei non aiuti a creare quel po’di timore e soggezione che serve poi a generare rispetto.
Condivido…
Idem!
io al mio maestro OSCAR davo proprio del LEI, mentre alle mestre di mio figlio, le mamme della classe hanno chiesto di mandare in chat le foto dei bimbi mentre sono a scuola…. Che ci sarà poi da vedere? e cos’è tutta questa confidenza che vogliamo dare alle maestre?! Per me non è giusto perchè poi i bimbi imparano da noi a non portare rispetto agli adulti
Potrebbe essere il ritratto della mia, grazie maestra Gabriella.
Toccante saluto ad una persona importante.
Purtroppo non tutte le maestre sono così: io ero una bambina fragile vittima di un bullo (c’erano anche 30 anni fa) e non mi ha mai protetto, non ha mai valorizzato la mia intelligenza mettendo sul piedistallo sempre e comunque i soliti “cocchi”. Mi ha dato nozioni e non insegnamenti.
L’altro giorno l’ho rivista e sono stata indecisa tra liquefarmi sul pavimento, andarla a salutare oppure andare a darle un pugno, nonostante sembri un’adorabile vecchietta. Lei mi ha guardato e non mi ha riconosciuto oppure ha fatto finta di non riconoscermi.
Tutto questo sproloquio solo per dare maggiore importanza alla tua preziosa testimonianza Elasti.
ecco. piango in ufficio…
anch’io
Anche io ho pianto un po’.
mi hai fatto commuovere….
grazie
❤
Incontrai la mia maestra, si direbbe per caso, qualche settimana prima della laurea.
Disse che sarebbe venuta volentieri ad assistere alla discussione.
Poi non lo fece, a causa di una visita medica, ma mi mandò una bellissima pianta con un biglietto ancora più bello.
Così si chiuse un ciclo della mia vita.
Brava lei! che cara
Grazie Elasti, a nome di tutte le maestre, vecchie, giovani, nuove o con decennale esperienza…
Da maestra vorrei tanto ricevere una dichiarazione d’amore così: lasciare semi che diventano grandi alberi nelle mani dei bambini è la speranza più grande e il lavoro più duro che spetta a chi insegna.
Mi sono commossa e mi auguro di aver seminato finora, in questi anni di insegnamento, anche solo un prezioso seme.
un abbraccio
Elena
Grazie per queste belle parole!!!Mi hai commosso.sono una maestra in pensione che ricorda con affetto tt i suoi scolari e la mitica sig.ra Loi,la sua maestra di 4 e 5 elementare.
Mi ricordo quando avevi scritto della tua maestra in un bellissimo articolo su “D”. Da insegnante, da mamma, da donna, le dico grazie anch’io. Chissà se un domani qualche mio ex alunno ripenserà alle mie insistenze per essere chiamata “professoressa” e non “prof” e chissà se, almeno una volta, avrò lasciato un ricordo del genere. Grazie Claudia
lacrime agli occhi…anche per me la “signora maestra” è stata una seconda mamma per l’affetto e una splendida insegnante per tutto il resto…peccato che a mia figlia non sia andata altrettanto bene…io vivo ancora con il ricordo dei suoi insegnamenti, non solo nozionistici, ma di sentimenti e idee.
A me sta capitando il contrario. Alle elementari ho cambiato tante maestre che quasi non le ricordo. Mia figlia ha una MAESTRA meravigliosa, competente, dolce,giusta. Mi commuovo a ogni colloquio e non so mai come fare a ringraziarla a sufficienza. Ha portato gioia e serenità a tutta la famiglia.
Beati voi! da noi va molto di moda il giro di maestre che cambia ogni anno. Resta fissa (E MENO MALE) quella di matematica, ma le altre girano vorticosamente ed è un vero peccato perchè bambini così piccoli hanno bisogno anche di affezionarsi alle persone per sentirsi coinvolti nel gruppo classe e lavorare più serenamente
Hai fatto commuovere anche me. Io ricordo la mia Maestra ogni settimana, da tanto purtroppo. Si chiamava Ida e andavo a trovarla tutti gli anni. Finché saltai un anno, per la laurea… e quando la cercai l’anno dopo mi rispose una voce sconosciuta. Aveva avuto un incidente in Cecoslovacchia. Uno dei più grandi dolori. Era unica e speciale, per me una seconda Mamma, ma con un ruolo diverso. Non si è mai seduta alla cattedra. Stava con noi. Era alta poco più di noi. E ci insegnava tutto. In modo modernissimo, ma senza mai dimenticare di insegnarci il rispetto reciproco. La tolleranza. E aveva una capacità di capirci per come eravamo veramente. Alla fine delle elementari mi aveva portato in vacanza con lei e sua nipote, mia amica. Un Circeo mitico. Non la dimenticherò mai: alcuni suoi insegnamenti sono così radicati dentro di me. Mi hanno reso migliore.
…un ricordo toccante.
Grazie alla mia maestra Annamaria, esempio di dedizione, affetto, umanità….da quando anch’io sono una maestra è la sua stessa strada quella che ho sempre voluto seguire…
Ho avuto un maestro. E lui è stato, per me bambina, il mio cavaliere senza macchia, e, per me adulta, colui che mi ha insegnato la meraviglia delle lettere, delle parole, delle pagine scritte e sì, persino della grammatica, fin giù all’importanza di una virgola…
Quando mi trasferii per l’università, avevo diciannove anni, una grande città sconosciuta fuori dalla finestra e un gran senso di solitudine dentro al cuore. La prima sera scrissi due lettere. Una alla mia amica del cuore, l’altra al mio maestro, che non vedevo dalla fine delle elementari, perchè, se io ero arrivata fin lì, gran parte del merito era suo.
Ventitrè anni dopo, al funerale del mio papà, davanti alle scale della Chiesa, c’era il mio maestro che mi aspettava.
p.s. per tutti gli scolari 3.0: “ATO, ITO, UTO, H VOGLIONO IN AIUTO…”
commovente….bellissima storia…altro che la Buona scuola scritta nel decreti…la BUONA SCUOLA è fatta dalle maestre e dai maestri. PUNTO.
super lacrime!
FILASTROCCA DELL’INFINITA MAESTRIA
di Bruno Tognolini
Per una classe che ha perso la maestra, maggio 2012
Le maestre non muoiono
I bambini lo sanno
Ogni tanto spariscono
Però non se ne vanno
Guardano dalle O
Ridono nelle U
Vivono in tutto ciò
Che ora sai fare tu
Le maestre non muoiono
Finché c’è da imparare
Il cielo è un grande circolo
La scuola è un grande mare
Gli alberi sono pronti
Per quadrimestri eterni
Gli angeli dei tramonti
Preparano i quaderni
Su questa ora piango io…dolcissima…
ma che meraviglia! grazie
è Bruno Tognolini, grande poeta!!
Anche io ho avuto la fortuna di avere una maestra meravigliosa, ne conservo un ricordo limpido e grato, purtroppo anche lei non c’è più…
Un abbraccio a Elastigirl
Anch’io ho un ricordo molto nitido della mia maestra che, ancorché molto severa, mi ha insegnato le regole grammaticali che mi hanno permesso di non avere più titubanze (a volte, per lavoro, leggo relazioni dove vengono sbagliate le “a” con o senz’acca….). Con lei era impossibile finire le elementari senza sapere i verbi, i congiuntivi, le tabelline, i calcoli a memoria.
Si chiamava Rosina ed esigeva che le dessimo dei lei per una questione di rispetto.
È da qualche anno che non c’è più e mi ha fatto molto piacere ripensare a lei, a tutti gli insegnamenti che mi ha lasciato, e al suo lavoro svolto con professionalità e passione.
Grazie Elasti per aver condiviso questo bellissimo e commovente ricordo
La mia maestra si chiamava Italia e anch’io ho un bel ricordo… se ne è andata da parecchio.
La mia mamma è una maestra, ovvero lo è stata per circa quarant’anni, ma dentro di lei lo sarà sempre. Ha amato il suo lavoro ed i suoi bambini. Soprattutto quelli più in difficoltà. A volte i miei fumetti “sparivano” misteriosamente perché “mi servivano a scuola.” Spesso incontra degli uomini grandi e grossi che la chiamano:”Signora Maestra, mi riconosce?” Lei rimane perplessa, poi al sentire il nome si illumina e ricorda gli anni scolastici e pure qualche aneddoto. E a volte sciorina pure l’elenco della classe, manco fosse la nazionale dell’82. Ultimamente un signore, uno di quei bambini più speciali l’ha abbracciata:”grazie, se non avessi avuto Lei, la mia infanzia non sarebbe stata un bel ricordo.” Grazie a tutte quelle maestre che hanno fatto del loro lavoro una missione per renderci ciò che siamo. Grazie mamma, anche se non te l’ho mai detto.
mi ritrovo in ogni tua parola…e anch’io ho appena detto grazie a mia mamma…
Ho avuto la fortuna di averla come paziente. Mi sono preso cura di lei e mentre pensavo di curarla capivo che ,in realtà, diventava mia maestra di vita. Per questo sono grato alla signora Irene di aver scelto me come medico.
Una fortuna non comune. Moglie, Madre, Maestra ma, sopratutto, Donna capace di amare profondamente ogni momento della propria vita.
è normale che mi abbia commosso???
L’ho appena mandato via mail alla mia mamma che è una maestra di scuola primaria di quelle vecchio stampo e che ancora oggi, dopo quasi quaranta anni di esperienza e una marea di alunni che l’hanno amata e hanno imparato mille cose da lei, si pone dei dubbi e non sa se è una brava maestra…post meraviglioso, grazie elasti