qualche settimana fa, quando era ancora in italia e si svegliava ancora alle 420 del mattino (l’elasti-vita si divide tra dieci mesi in cui si sveglia a un orario terrificante e due mesi in cui si sveglia come le persone normali e tendenzialmente è più sana di mente), elastigirl è andata da un amabile medico in ospedale e si è fatta togliere un neo che, secondo lui, aveva un aspetto troppo strano e sospetto per restare al suo posto.
“tra 15 giorni togliamo i punti”, ha detto l’amabile creatura che l’aveva ricucita con un ipnotico ed elegante, seppur non discretissimo, filo azzurro.
“15 giorni??? ma io tra 15 giorni sarò negli stati uniti! non è possibile toglierli tra dieci giorni?”
“no, occorrono 15 giorni”
“è che avere a che fare con il sistema sanitario negli stati uniti è un incubo! prima ancora di chiederti quale problema hai ti chiedono l’assicurazione e, anche se ce l’hai, loro di certo non la riconoscono e allora diventano sgarbati e ostili e non si fidano di te e sono capaci di farti pagare migliaia di dollari per qualsiasi idiozia… insomma se potessi evitare di avere a che fare con questi individui – ché mi è già capitato e sono orribili – preferirei”
“uhm… capisco… se proprio vuoi, puoi farti togliere i punti da tuo marito sempre che lui se la senta: non è complicatissimo, si fa così, ti spiego…”
e mentre le spiegava come fare, lei pensava che forse avrebbe trovato una soluzione alternativa anche se non le veniva in mente niente perché di medici o infermieri nella città di A non ne conosce nessuno, a parte la deliziosa sorella di un vicino di casa nepalese ma viene a trovarlo solo ogni tanto, dalla virginia.
così lunedì scorso, appena arrivata ad A, elastigirl è andata al presidio sanitario universitario, un posto dove vendono dodici preservativi più uno omaggio al prezzo politico di tre dollari, dove nove anni fa avevano curato a lei un timpano perforato e, più di recente, allo hobbit grande uno streptococco e forse, in tutte queste estati qui, qualcos’altro che ha dimenticato.
“buongiorno, mi chiamo elasti, vengo dall’italia e avrei bisogno di prendere un appuntamento per togliere dei punti”
“glieli hanno messi qui i punti?”
“no, in italia, a milano, dove mi hanno tolto un neo”
“ha l’assicurazione?”
“sì, è italiana, si chiama binzibumzac assicurzac”
“non la conosciamo. non è nel sistema”
“ok. comunque io sono disponibile a pagare con la carta di credito se serve…”
“non so, non credo sia possibile. non si usa qui”
“e allora come posso fare con questi punti? chiedo a mio marito di toglierli?”
“è un medico suo marito?”
“no. è un economista marxista”
“allora è sconsigliabile che lo faccia lui”
“già, credo anch’io. quindi?”
“quindi intanto la registro nel sistemA. però prima mi faccia parlare con una mia collega perché si tratta di una situazione insolita, rara, forse unica, un po’ al limite”
…
“va bè. come si chiama?”
“elasti”
“ma… ma… il suo nome risulta nel nostro archivio”
“ehm, sì, forse sì. ero stata qui alcuni anni fa per un problema all’orecchio”
“ma allora cambia tutto! la aspettiamo… quando vuole venire?”
“non so… venerdì?”
“benissimo! venerdì la aspettiamo alle 930 per togliere i suoi punti”
“e… il pagamento?”
“vediamo venerdì, non si preoccupi adesso, si goda questa bella giornata di sole”.
così venerdì, elastigirl e i suoi punti azzurri si sono ripresentati al presidio, armati di contanti, carta di credito e bancomat, perché non si sa mai.
sono stati accolti in modo festoso, come fossero di famiglia, e mandati una sala d’attesa piena di dépliant su come evitare le malattie a trasmissioni sessuale, sull’uso moderato dell’alcol, sulla varietà delle droghe in commercio e sulle insidie della depressione.
“elasti?” ha domandato una creatura immensa e femmina che a confronto l’amabile dottore italiano sembrava un playmobil.
l’ha fatta entrare in un ambulatorio e, in un batter d’occhio, le ha tolto i punti senza proferir parola se non per complimentarsi per il colore azzurro del filo utilizzato (“i medici del pronto soccorso qui usano il filo nero e mi capita spesso con i bambini di dover togliere i punti proprio sul sopracciglio, nero su nero e finisco per togliere tutto, sopracciglia, punti, tutto, non ho scelta, non distinguo niente! e loro urlano” “ah, bene”).
quando elastigirl si è ripresentata all’ingresso, pronta a estrarre i suoi averi e ipotecare l’appartamento al primo piano, peraltro forse già ipotecato in quanto gravato da un mutuo trentacinquennale, la signorina alla reception le ha detto: “vada!”
“scusi? io devo ancora…”
“niente niente! per queste sciocchezze mica facciamo pagare! vada e si goda il suo soggiorno qui” e le ha fatto ciao con la mano.
e in questo paese che dice di dare un’opportunità a chiunque ma poi ti respinge in pronto soccorso se non dimostri di avere pagato l’assicurazione, queste isole di civilità e accoglienza sono luoghi preziosi, baluardi resistenti, piccole luci sul calare delle tenebre.
ps intanto dall’adolescente ingrato e silente al campo residenziale great books ancora nessuna notizia.
Che bello! è come quando trovi un raggio di sole che ti scalda le spalle in quelle mattine di settembre in cui ti sei dimenticata a casa il golfino! 🙂
L’eccezione che conferma la regola…
In effetti mi chiedevo proprio quanto avessero il coraggio di chiedere per una cosa così semplice…
Io per terrore del famigerato sistema sanitario americano, mi feci letteralmente incollare un enorme taglio sul piede che avrebbe necessitato di parecchi punti di sutura.
Dei surfisti (belli, abbrosanzati … il resto lo lascio alla vostra immaginazione) mi convinsero che loro facevano così, incollavano i lembi con una colla magica.
Sono passati oltre vent’anni, il piede è qui e lotta con me, a mia discolpa posso solo dire che ero ggggiovane, stupida, incosciente e totalmente in preda agli ormoni…
Oltre che squattrinata 😂😂😂
ma come sta il piede?
voglio dire lotta con te ma ha una cicatrice? ti ha dato problemi?
Tranquilla….. stara’ dedicando tutte le sue attenzioni alle ragazze di cui trabocchera’ il campo estivo di lettura
God bless Italia e il suo ‘spensierato’ sistema sanitario che ‘dipinge di blu’ ‘ persino le suture (ma anche di verde, all’occorrenza).God bless Italia e il suo mare ‘ blu’ -verde’,maltrattato,plastificato qui e là ma che non chiude,non sutura.God bless Italia per i suoi Pronto Soccorso Blu’