lo ha detto stamane alla radio. “il virus si muove con noi. se noi ci fermiamo si ferma anche lui”. si chiama pier luigi lopalco, fa l’epidemiologo. semplice, logico, lineare. come le parole che servono in questi tempi smarriti dove un sabato sera, a cena, si scopre per caso che sbam!, è stata tirata giù una saracinesca intorno alla propria regione. non si entra, non si esce, si sta lì, preferibilmente in casa. perché, come dirà l’epidemiologo, l’unico modo per fermare il virus è fermarci.
è strano, è impositivo, è perentorio, entra nella nostra quotidianità con inaudita protervia. eppure è necessario. per tutelare la salute pubblica e per tutelare i più deboli. ché la civiltà di una società si misura dalla capacità di proteggere i più fragili.
e se non ci sono più posti nelle rianimazioni non si protegge nessuno e la società tutta avrà fallito.
“cosa ti manca, sneddu?”
“non mi manca niente. ho quello che mi serve”. mamma, papà, fratelli, un amico in cortile, il pianoforte, un film, i fumetti e i videogiochi, il cioccolato.
al momento basta così. bisogna farselo bastare.
per quanto tempo non dipende dal virus ma da tutti noi che decideremo se continuare a muoverci o se fermarci.
Concordo. ❤
Io abito in Trentino e non in una delle “zone rosse”, ma da questa settimana ci siamo fermati anche io e la mia famiglia, come dice sneddu in casa non ci manca niente e si esce solo se strettamente necessario. Se non ci fermiamo tutti non ne usciamo. Abbracci virus-free
State a casa, state a casa tutti! Tutti quelli che possono, specie i ragazzi, ovunque non solo in Lombardia o Veneto. State tutti a casa. Ci sono i libri, la play e le lezioni on line. C’é tutto, state a casa, perchè sennò sarà peggio!
Home sweet home
Bologna non è zona rossa, ma viviamo come se. Si esce poco e solo se strettamente necessario. E quando senti che il livello di insofferenza sta superando il livello di guardia ti concedi una passeggiata verso il negozietto x ( in cui si entra solo se è praticamente vuoto), anche solo per non dimenticarci che è per tornare a questi rituali quotidiani che dobbiamo seguire le indicazioni dei medici e sopportare l’isolamento. Per i bambini è davvero più semplice: hanno i loro affetti vicino, i loro giochi preferiti a disposizione, magari mugugnano un po’ perché non possono invitare gli amichetti a casa o non possono andare a giocare nel campetto, ma tutto passa presto. Trovano con facilità un altro interesse, hanno una capacità di adattamento che spesso gli invidio. Perché per noi adulti è più complicato, soprattutto quando, a parte eventuali figli e compagni, parte dei tuoi affetti più cari è lontana e non puoi avere la certezza matematica che stiano tutti bene.
Noi stiamo passando giornate intere al parco. Con un bambino di due anni non c’è altra via di sopravvivenza.
Cercando di non pensare al lavoro che resta “congelato” e alle scadenze incombenti che, invece, corrono anche troppo.
Noi qui in Cina siamo in quarantena. Alcuni a casa, altri, come me (come noi), in albergo. 14 giorni, senza mettere il naso fuori dalla stanza, senza che nessuno possa entrare. Ma non e’ la fine del mondo.
Wonder, tenete duro! Mi spiace tanto che vi troviate in questa situazione. Speriamo le cose migliorino presto per tutti.
un abbraccio!
Conciso e molto chiaro.
Mio figlio si laureera’ on line questa settimana. Pochi giorni fa ha annullato la festa con gli amici, poi abbiamo pensato di non andare neanche al ristorante noi famigliari e poi la sua ragazza e’ rimasta nella zona rossa e insomma proprio nulla, ma c’e chi sta peggio e ci sembra giusto cosi
Anche noi a Bologna, ma come se fossimo in zona rossa, usciamo solo per la spesa negli orari più tranquilli. Niente parco, niente amichetti. Un piccolo sacrificio per un po’ di tempo e ne usciremo al più presto. Intanto godiamoci i nostri bimbi e pensiamo ai nostri genitori e nonni lontani e irraggiungibili per ora. Lo facciamo anche per loro e per le persone fragili.
La notizia è di questi minuti: siamo tutti in quarantena praticamente e lo trovo sacrosanto!
La mia famiglia è sparpagliata, di qua e al di là dei confini di una provincia rossa. Ma dobbiamo resistere, coraggio a tutti noi!
It is good to know that you are dealing with this situation in a serene way and sharing good information about how to overcome it. Here, in Brazil, the number of cases starts to increase but it is not an outbreak yet. Nevertheless, it can become an outbreak depending on the virus dynamics among our population. I hope things are well at your end. Best wishes from Brazil, Carlos.
Thanks and good luck to you all
io ho scoperto il dieci febbraio di avere un tumore al seno. sono in attesa di sapere se cattivo cattivello o cattivissimo. i miei figli vivono in un’altra regione e non so se potranno raggiungermi. certo non ora, forse più in là, se le cose precipitano. vivere questa grande paura in videochiamata è orribile. non so perché lo dico qui ma dovunque altrove vedo follie. un abbraccio a tutte.
Un abbraccio.
A., un grandissimo in bocca al lupo, e un abbraccio grande anche da parte mia, per quel che serve,non ci conosciamo ma il tuo commento mi tocca profondamente
Un abbraccio grande A.
La stessa cosa è capitata alla mia più vecchia amica, perciò ti sento molto vicina. Un abbraccio da lontano
A,un saluto affettuoso!🌺🌺🌺🌺
un abbraccio grande grande grande a te
Che la Forza sia con te.Ti sono vicina anche se non ti conosco ma passerà anche questa vedrai!
io vorrei sottolineare che dobbiamo stare a casa, sì, ma con i nostri famigliari stretti, non invitare gli amici o gli amici dei figli
A casa con i famigliari e basta
se no serve a poco
Impariamo dai cinesi, che in questi giorni ci stanno dando davvero dei bellissimi esempi di civiltà
Ma con il lavoro come fate? Scusate se lo chiedo, io vivo in Belgio quindi non so. Qua ci sono casi ma meno e la situazione è ancora normale. E io per venire al lavoro per forza o per amore devo prendere la metro. Grazie a chi avrà voglia di rispondermi.
Continuiamo ad andare al lavoro, cercando di rischiare il meno possibile. Da noi abbiamo ripreso ad andare al lavoro ognuno con la propria auto, in ditta ci sono disinfettante e guanti a disposizione, hanno spostato le postazioni per stare un po’ più larghi. Non in tutte le aree ci si riesce. Speriamo bene,…
non per me ma per i nonni che ho in casa.
Mio marito ha preso ferie e congedo parentale; io, lavorando da casa, riesco a fare poco e niente col bambino in circolazione. E’ un grosso problema.
Eccoci alla vita al tempo del coronavirus, depistante e fulminante cambio di stile di vita. All’inizio ho fatto errori e sono stata superficiale, ma poi non è stato difficile rievocare condotte civiche e umane. In attesa di ritrovare libertà piccole e grandi, mi riscopro dentro questa esperienza.
Io sarei sinceramente per il chiudiamo tutto e fermiamoci per 1 mese.
Tutti a casa, non si esce nemmeno per lavorare.
Perchè se io vado al lavoro e mi prendo il virus, poi lo spargo ai colleghi (o da loro l’ho preso), lo porto a casa da marito, figli e genitori anziani….
Che senso ha continuare ad uscire di casa per andare al lavoro?! Io il telelavoro non posso farlo.
con un mese tutta Italia ferma, e passa per forza il virus bastardo.
Lo so che l’economia sarebbe al collasso, però….
a. forza e coraggio e speriamo che sia solo cattivino-ino-ino
per a. coraggio e un forte abbraccio
grazie a tutte/i e perdonate l’…”outing” 😉 state attenti e riguardatevi. baci.
#iorestoacasa… smartworking 😉