la conversazione che seguirà è avvenuta tra sneddu e il suo migliore amico, e compagno di scuola, M, mentre facevano i compiti di educazione tecnica. elastigirl, in cucina faceva i panzerotti e origliava impunemente.
è opportuna tuttavia una precisazione: i due compari sono, insieme a un paio di altri sventurati, gli unici nella loro classe a non essere dotati di telefono cellulare. le loro madri, nella loro infinita magnanimità (o senso di colpa) consentono l’uso dei loro smartphone per comunicazioni improcrastinabili ai figli deprivati che ovviamente hanno diffuso i numeri materni a tutti i loro amici, fino all’asilo nido, con la conseguente inclusione delle due sventurate nelle chat di tutti i nati nel 2009 residenti a milano nord.
“sneddu, te la ricordi miriam?”
“miriam? chi è?”
“dai! la nostra compagna delle elementari”
sneddu vacilla confuso a conferma che cinque anni di scuola possono passare invano per gli storditi. poi, da qualche cassetto inceppato della sua memoria, riemerge miriam.
“”mi ha mandato un messaggio…” prosegue l’amico con fare cospiratorio.
“chi?”
“miriam!”
“ah. e che cosa ti ha scritto?”
“mi ha scritto ‘ciao sono miriam'”
“ah, va be’”
“aspetta! alla fine ha messo un cuore rosso!”
“e tu?”
“ho risposto: ‘ciao’. ma con il cavolo che le restituisco il cuore”
“e dopo?”
“lei mi ha mandato… un bacio”. la voce dell’amico si tinge di disagio seppur compiaciuto”
“e tu?” sneddu finalmente si è connesso.
“niente. io niente. non le ho risposto niente… e poi a mia mamma serviva il telefono”.
e si sono rimessi a colorare le lettere dell’alfabeto per educazione tecnica.
Della serie, noi uomini duri! 🤣🤣🤣
Pianeti celesti incantevoli a compensazione di brutture terrestri
L’altro giorno il mio maggiore, che ha l’età di Sneddu e ha perfino un’amica di nome Miriam, è arrivato a casa furioso: “Voglio uno smartphone. La prof. di matematica ha detto di tirare fuori gli smartphone per fare una cosa su internet… e io ero quasi l’unico a non averlo!!”
“Non è vietato avere il cellulare acceso a scuola, pena il sequestro?”
“Sì.”
“E la vostra prof. ve li fa accendere e usare in classe?! Scusa, ma il problema non è tuo che non hai uno smartphone, ma suo che vi fa andare contro le regole della scuola!”
“…”
1-0 per noi. Per ora. Anche il mio numero ce l’ha il mondo (infantile) intero, vengo regolarmente chiamata da K. e M. che esordiscono con un silenzio accusatorio come a voler dire “Perché non compri un cellulare a tuo figlio? Guarda come siamo in imbarazzo, noi, a dover parlare con te.”
Chissà quanto riusciremo a reggere.
Comunque l’abbondanza di smiley che usano le femmine disturba anche lui, pare che sia nell’ultimo anno delle elementari nel gruppo whatsapp dei bambini (io non ero neanche in quello delle mamme, orgoglio asociale) che nella chat di informatica di quest’anno non facciano altro che inviare faccine.
invidio da sempre la capacità che hanno “i maschi” di accantonare i pensieri fastidiosi: col cavolo che rispondo con un bacio! e via, a fare altro.
io e un’amica potremmo andare avanti a discuterne per un’intera serata (nonostante l’età molto diversa) 😀