Nonsolomamma

strano

strano camminare tra i cocci e trovare frantumi ovunque: sotto il cuscino, dentro il cassetto delle posate, tra le pagine del calendario, in una scarpa.
strano avere sempre sonno, come se dormire potesse lavare via tutto.
strano svegliarsi intrappolati in una bolla.
strano scordarsi le parole, le cose da fare, le persone intorno.
strano dover far spazio a un niente torbido e vischioso.
strano essere per un attimo sereni e pensare che forse, piano piano, da quella bolla, da questo sonno, da quel niente si può uscire e tornare a guardare fuori.
strano cadere di nuovo in quella voragine, come se qualcuno avesse schiacciato un interruttore senza avvisare.
strano vedere i nonni con i nipoti e provare rabbia e sentirsi brutti e cattivi.
strano ricordare un’espressione, una parola, una canzone, un cappello, un maglione, una risata, un sms e annaspare.
strano far finta di nulla, per non dare fastidio.
strano dire: “grazie, sì, è stato molto brutto, è molto difficile. sì, i bambini mi aiutano molto” e non riconoscere la propria voce.
strano cercare di evitare i luoghi che accendono la memoria e inciamparci continuamente, forse non per sbaglio.
strano trovare una fotografia in un posto improbabile e fermarsi incantati a guardarla, strano scorgere una traccia e seguirla proprio malgrado, strano struggersi e pensare che in fondo fa un gran bene.
strano passare dal giorno alla notte senza che le lancette dell’orologio si muovano.
strano avere voglia di normalità, di routine, di appigli saldi a cui aggrapparsi per non essere travolti dai pensieri bui.
strano consolarsi perché in fin dei conti poteva andare peggio di così e avere voglia di abbattere pollyanna con un fucile a pompa.
strano, dopo tutte queste stranezze, dire tra sé e sé: “adesso gli telefono e gli racconto quello che mi sta succedendo” e per un secondo crederci davvero.
strano guardare per ore un numero di cellulare memorizzato sulla rubrica, un indirizzo di posta elettronica, un profilo di facebook.
strano ritrovarsi la sera a mangiare zucchine e ricordarsi che lui, nonno A, che poi sarebbe il papà di elastigirl, diceva sempre: “le zucchine sono una verdura senz’anima. perché mai dobbiamo mangiarle?”.
strano ritrovarsi a sorridere a una verdura, per giunta senza l’anima.

165 pensieri riguardo “strano

  1. Claudia mi ha fatto commuovere e desiderare di abbracciarla forte, come se potesse servire a qualcosa…
    Voi mi avete toccato profondamente con i vostri commenti e i racconti che avete voluto condividere.
    Un abbraccio a tutte/i, come se potesse servire a qualcosa…

  2. Dolorosissimo. Per onorare un dolore così profondo taccio, non conosco parole per attenuarlo. Però ti penso, e che tu non mi conosca poco importa, un pensiero dolce ti arriva lo stesso.

  3. Il mio papà è andato a trovare la mamma da ben 5 anni…ma il suo num di cellulare è ancora in rubrica. Non ce la faccio a eliminarlo mi sembra di mancargli di rispetto e cancellarlo dalla mia vita……e mi sono accorta che nemmeno mio marito l’ha fatto…..
    Non cercare di “scacciare” la disperazione o la tristezza, vivile fino in fondo, in questo modo si consumano, altrimenti resteranno sempre li, convitati di pietra. Te lo dice una che c’è passata due volte ….besos

  4. Cara Elasti, le tue parole potrebbero essere le mie (solo che tu sei molto più brava di me a trasformare pensieri in parole); io provo quelle stesse identiche sensazioni che hai descritto da più di un anno; la mia mamma era una persona fortissima, lavorava 15 ore al giorno, viveva non una vita splendida e nonostante questo non si lamentava mai; poi un giorno qualcosa è cambiato: prima un’operazione, poi la chemio e pareva fosse tutto a posto, rispondeva benissimo alle cure. Poi nel giro di 3 mesi aveva una bronchite che non passava mai; da un giorno all’altro dei dolori atroci alla schiena, un ago che le puntava e non la lasciava stare distesa così ha dormito 5 mesi seduta; poi una mattina vado in ospedale a portarle al colazione e non voleva più svegliarsi – “lasciatemi dormire” diceva – “io sto bene e non ho male”. Dopo pochi minuti si è fermata sotto ai miei occhi; fermata per sempre. Io ho solo 24 anni, un papà, una sorella, l’università da finire e un moroso che mi sta tanto vicino, ma ti giuro che nulla e ancora nulla riesce a colmare il vuoto che mi ha, che ci ha, lasciato. Mi manca tanto tanto e credo che mi mancherà per tutta la mia vita.
    In tutto questo ho imparato che è meglio pulire di meno casa e godersi un po’ più la vita, uscire di più, poltrire di più e lavorare di meno e soprattutto godersi le persone e parlare, conversare, perché un domani queste potrebbero non essere più qui con noi. Scusa per queste parole, perché non hai certo bisogno di sentire anche le mie lagne, ma sappi che ti sono tanto tanto vicina. Un giorno questo dolore passerà… ne sono certa, ma non sono altrettanto certa di dirti quando. Un abbraccio fortissimo.

  5. Io non riesco a dire nulla, ho un enorme groppo in gola e sto facendo una fatica assurda a trattenere le lacrime davanti al pc, qui in ufficio.
    Spero solo sinceramente che possa arrivare presto un caldissimo sole a scaldare il tuo cuore, per dissolvere la nebbia e le nuvole.
    La tua tristezza, pensando al tuo papà, forse, non avrà mai fine, ma per fortuna col tempo diventa più sopportabile e più governabile.
    Un sorriso

  6. Sicuramente te lo avranno già detto
    forse ti sembrerà irrispettoso e facilone
    ma mi sono trovata a pensare che, se dovessi scegliere come morire, vorrei poter morire come il tuo papà. Dentro un lungo sonno, con tutti i miei amori vicini.
    E comunque Pollyanna è sopravvalutata.

  7. …strano leggere un post di una persona che in realtà non conosci, ed aver voglia di abbracciarla, di dirle che passerà…ci vuole solo tempo, ma poi il dolore pian piano diventa sempre meno forte…solo, rimane una grande nostalgia per tutti i momenti che insieme non si vivranno più. Ti abbraccio

  8. Hai descritto con struggente precisioni le sensazioni che ho provato, e continuo a provare, da quando sei mesi fa è morto mio padre. Ho ancora il numero di cellulare memorizzato, e la sua email, e a volte mi sbaglio e penso, e dico, che “quest’estate, quando andremo dai nonni …. cioé dalla nonna …” . Nei cassetti, veri e metaforici, ho ritrovato tonnellate di cocci … e quella voce che dice “ho perso papà qualche mese fa, è stato un brutto colpo” non è la mia. E non è stato “un brutto colpo”, è stato solo che il mondo ha continuato e continua a girare anche se lui non c’é più, ed è questo che ancora non mi va giù… che le cose che facevo avevano più senso perché le raccontavo a lui. Non mi sento più mamma e meno figlia, mi sento soltanto un pò più sola. BACI.

  9. Elasti, un abbraccio. Perdere il proprio papà è semplicemente una cosa terribile. nn c‘é altro da dire. e nn è che passa poi, però diventa uno spazio vuoto che semplicemente diventa una parte di te, come figlia, donna e madre. almeno x me è statp così.

  10. Non è facile commentare in questi momenti, ma aggiungo il mio messaggio per farti sentire che ti siamo vicini con il pensiero, perchè tu delicatamente sei entrata nelle nostre vite e anche se non ci conosci ti consideriamo un’amica e così partecipiamo alla tua vita, alle cose belle e a quelle più difficili. Grazie per condividere con noi. Con affetto.

  11. Conosco queste sensazioni purtroppo, un po’ passano poi a volte anche dopo tanti anni ci si ricade dentro…
    un abbraccio,
    sara

  12. Strano leggere il tuo post e ritrovarmi in tutte le tue sensazioni.
    Difficile leggere il tuo post e dover ammettere che dopo 11 anni il dolore e la rabbia e lo stordimento e l’incredulità per aver perso mio papà sono ancora tutti lì, nascosti sotto un sorriso, sotto i miei capelli che si imbiancano, sotto la mano con cui stringo le dita di mio figlio duenne che tanto gli assomiglia…non posso dirti quindi che passerà, solo che si impara a conviverci. E ogni tanto un post come il tuo risveglia quelle sensazioni. Ti abbraccio

  13. Da sei anni io rifaccio alcuni gesti del mio papà, quelli che gli rimproveravo perchè inutili come lanciare un pizzico di sale alle spalle per scaramanzia, quando qualche granello sfuggiva dalle sue dita. E non ho deciso di farlo, non posso fare a meno di farlo. Capiterà anche a te e sarà una sensazione bellissima, vedrai.

  14. e sarà strano una notte sognarlo ancora lì con te, e pensare che è stato un brutto sogno, che non è mai successo, ed essere felice per questo…e poi risvegliarsi, capire che era solo un sogno, che veramente non c’è più, e desiderare di addormentarsi per sempre e vivere solo nei sogni…

  15. I miei nonni materni (con i quali io e mia madre abbiamo vissuto per metà della mia vita) se ne sono andati nel 2005 a una settimana di distanza. E’ stato un terremoto, la sensazione che un tavolo con 4 gambe ne avesse perse 2 all’improvviso e non potesse stare più su. Sono passati 7 anni, i ricordi brutti sono sfocati e comunque cerco di cacciarli via appena si avvicinano. Quelli dolci e teneri, quelli buffi, be’ anche quelli portano un po’ di malinconia, ma va bene così. Fra 1 mese mi sposo e pochi giorni fa, dopo aver ordinato il bouquet, ho pensato “adesso chiamo nonno e glie lo racconto”. Succede ancora, sempre meno spesso, ma succede. E sono convinta che sia una buona cosa, tutto sommato. Darei qualsiasi cosa per averli con me quel giorno, così come tutti i giorni, ma penso che ci saranno comunque, nel mio cuore, nei miei ricordi, in quelli di mia madre e di tutti quelli che li hanno conosciuti e amati. E mentre te lo scrivo mi si riempiono gli occhi di lacrime. Ma anche questo fa parte della vita e se smettessi di commuovermi forse mi mancherebbe un po’. Ho avuto la fortuna di averli vicini fino a 30 anni, i tuoi piccini purtroppo questo nonno lo hanno perso troppo presto, ma sono certa che potranno conoscerlo e ricordarlo nelle tue parole, nei tuoi ricordi, nella tua malinconia.

  16. 3 anni fa ho perso mio padre all’improvviso se n’è andato in una sola notte. Non era molto presente non andavamo nemmeno tanto d’accordo per la verità ma il dolore c’era e lo riconosco tutto. Adesso è presto perchè la sua impronta è ancora lì ma ti assicuro che passa ci vuole pazienza :*

  17. Strano leggere le tue parole e piangere di pancia. E’ strano Claudia come il tuo dolore spinga i tuoi lettori a condividere con te i loro di dolori, i nostri. Ognuno di noi ha un lutto familiare da raccontarti, un modo di superarlo da comunicarti, è stato bellissimo leggerti e leggere tutti i commenti. Ho pianto il doppio, seduta al bagno dell’uffico.
    Il mio papà è morto 17 anni fa. Oddio sembra un tempo infinito, eppure ancora non ho il coraggio di andare al cimitero a trovarlo. Ma è lui che trova me in ogni momento della vita. Sono ancora molto arrabbiata con lui che se ne è andato all’improvviso e mi ha lasciato sola. Però col tempo è emerso l’amore infinito che ho sempre provato per lui, la libertà di vederlo per quello che era: un piccolo grande uomo.
    Non ha mai conosciuto i suoi nipotini e oggi che aspetto il terzo, ed è maschio il pensiero di chiamarlo come lui… e fino a pochi mesi fa, non ci avrei mai pensato.
    La bolla passa, l’affetto diventa tenerezza e loro compagni di vita.
    Un abbraccio, amica virtuale.
    Arianna

  18. io mi ripeto… lo so… scusami elasti …ma riesci a descrivere certe sensazioni in un modo che sembra di viverle e riesci a toccare il cuore!
    un abbraccio ancora e ancora un altro!

  19. Un giorno, forse lontano o forse non tanto, guardare una foto di tuo padre da giovane, dove sorride senza ancora sapere che un giorno ci saresti stata tu, non ti farà più tanto male. Ti farà sorridere a tua volta. Quel giorno ti renderai conto che, invece di maledire mille volte la sorte che ti ha portato via il tuo papà senza poterlo davvero salutare, sei grata a qualcosa o qualcuno per avertelo dato, quel papà, e sarai contenta di tutti quei ricordi che ora ti affaticano il cuore e sembra che ti tirino i capelli e ti diano botte che ti pare di non poter sopportare. Quel giorno starai meglio. Te lo auguro con tutto il cuore.

  20. Amo tutto ciò che è stato,
    tutto quello che non è più,
    il dolore che ormai non mi duole,
    l’antica e erronea fede,
    l’ieri che ha lasciato dolore,
    quello che ha lasciato allegria
    solo perché è stato, è volato
    e oggi è già un altro giorno.
    Amo tutto ciò che è stato, Fernando Pessoa

  21. La nostalgia per la mia nonna è diventata meno forte quando abbiamo ristrutturato la sua casa e siamo andati a viverci. Ci ha lasciato i colori del tramonto fuori dalla finestra del suo studio, l’odore della sua libreria che abbiamo conservato, il posacenere delle sue sigarette Presidente, le ortensie e le rose lungo il vialetto all’ingresso… Ho smesso di dire istintivamente “ciao nonna!” entrando in casa solo quando abbiamo cambiato la porta di ingresso, quella che aprivo con una spinta tornando da scuola.
    Coraggio Elasti, piano piano passerà. Ti mando un abbraccio dolce, stai su! :*

  22. Non ti conosco ma ti leggo, non scrivo mai ma rido spesso con voi. Ed oggi ho tanta voglia di abbracciarti, piangere e condivere con te un po’ di questa tristezza per farti prendere fiato almeno un secondo: non si è mai pronti per perdere un genitore. Un bacio G

  23. …cancellare il numero di cellulare di mio padre dal telefono… il gesto più forte e doloroso che mi sono trovata a fare, ormai 10 anni fa. Ancora adesso, a 36 anni lo ricordo in modo tremendamente distinto. Ma quando il dolore acuto di adesso sarà passato, tutto avrà solo il sapore dei bei ricordi e anche il sorriso ad una zucchina sarà gioioso e avrà perso il suo sapore un po’ acre…

  24. Anch’io, 4 anni fa come te.
    Pur essendo stato ricoverato 8mesi prima di andarsene, il giorno dopo il suo funerale la casa era vuota, spoglia, nuda.
    E ad ogni passo che facevo, mi giravo pronta a dirgli “mmm…sempre in mezzo ai piedi!”… ma lui non c’era.
    Passa, tutto passa, molto lentamente… Ma dopo 4 anni, riguardo la stessa foto, e mi scendono le stesse lacrime.

    Un abbraccio

  25. Capisco e condivido tutto, anche il giudizio sul sapore delle zucchine, insipide e insopportabili…
    Come già detto da molte altre persone, le medicine sono essenzialmente il tempo, e poi la consapevolezza che i tuoi bimbi sono anche parte del tuo papà…
    Un abbraccio

    Floralye

  26. il numero di nonno a. l’ho guardato anche io molto spesso in questi giorni. ed è proprio strano…. ti abbraccio forte, amica s.

  27. E’ strano… è strano aver voluto aspettare la sorpresa dei 9 mesi, perché il sesso di tuo figlio non era importante, e essertene pentita subito dopo quel brutto 9 giugno di 8 anni fa, perché lui è partito e non ha saputo che nella pancia di sua figlia c’era Pietro. E poi tutti ti dicono che con il tempo lo accetti; è vero, ma il verbo da usare, a mio avviso, è rassegnarsi, non è accettare; non puoi fare diversamente, ecco perché ti rassegni. Sai cosa è stato più strano? Mia madre ha preso il suo cellulare, non ha più usato il proprio, ed io, ogni volta che lei chiamava, vedevo sul display “babbo” perché era registrato a suo nome. E poi mia sorella, che è andata all’altare al braccio di mio fratello, e non di lui, e io ho pianto più di lei perché con me, all’altare, lui c’era ancora, e piango anche adesso perché un genitore non te lo ridà nessuno. La vita va avanti, ed io, ogni tanto, ho anche la fortuna di sognarlo. Un abbraccio
    Claudia

  28. L’anno scorso è morto a 38 anni uno dei miei migliori amici in modo tragico e inaspettato. Non sono ancora riuscita a cancellare il suo numero dal cellulare e ogni volta che mi trovo a smanettare un altro nome che inizia per “p” e mi compare per primo il suo nome mi sento persa. Ancora non mi spiego perché non ci sia più. Un abbraccio

  29. Mi riconosco in ogni riga.

    Soprattutto in questa
    “strano vedere i nonni con i nipoti e provare rabbia e sentirsi brutti e cattivi.”
    A me capita di vedere bambine col proprio padre, magari vederle in braccio al proprio padre, una coccola, una bacino, e trovarmi prima di tutto ad invidiarle, e poi a pensare “goditelo, finchè puoi, perchè non ci sarà per sempre. E tu lo contrasterai, ci litigherai, penserai cheppppalle, ma arriverà il momento in cui saresti pronta a pagarle per farti prendere di nuovo la mano…”

  30. Mio padre se n’è andato 9 anni fa…mi rispecchio perfettamente in quello che hai scritto….
    Pensa che due giorni fa ho fatto un concorso, lo stesso che feci 12 anni fa per i vigili urbani…. all’uscita ho pianto, tanto… perchè 12 anni fa c’era lui ad aspettarmi, incrociando le dita perchè diventassi vigliessa…
    Stavolta no… ero sola…
    Ancora piango…

  31. Sei meravigliosa Claudia! Hai fatto improvvisamente rivivere tutto quello che ho provato dopo la morta della mia adorata mamma avvenuta quattro anni e mezzo fa! Mia mamma era tutto per me, davvero, ci completavamo. Impossibile pensare un momento in cui non ci fosse. Quando è nato mio figlio lei è stata in clinica con me tutto il tempo tranne nelle ore in cui andava a fare la chemioterapia, per quell’ “incidente di percorso”, come chiamava lei il carcinoma all’ovaio che l’ha annientata in due anni e mezzo.
    All’improvviso ci si rende conto che non si è più figli e che chi non c’è più ti ha passato il testimone. E allora io , simbolicamente, sono andare a fare un viaggio con mio marito e mio figlio nei posti in cui lei quando io avevo pochi anni mi ha portato. Ho fatto le stesse foto , nelle stesse pose con il mio bambino, stringendolo forte a me . Mi ha aiutato! Un mega abbraccio. Mariella

  32. Oggi sono di corsa e non posso leggere tutti i commenti, non so se te lo ha già detto qualcuno ma:

    il fatto che ti sia venuta in mente l’idea di imbracciare il fucile a pompa per ridurre in poltiglia Polianna mi fa ben sperare.
    Coraggio cuzzola, la strada è lunga ma sei già in cammino, arriverai.

  33. Quando è morta mia mamma avevo 28 anni. La cosa è stata improvvisa, una brutta febbre a 40, ha attaccato il cuore e un infarto me l’ha portata via. Io adoravo mia mamma, anche troppo, un rapporto quasi simbiotico. Ero travolta dal dolore. La sera dopo sono andata dal mio allora fidanzato che ospitava un mio amico venuto da Lecce per il funerale. Ad un certo punto ha fatto un’imitazione e a me è venuto da ridere: e poi, sconvolta, ho pianto per mezz’ora per aver riso, perchè mi sembrava di aver mancato di rispetto a mia mamma, ma soprattutto perchè ho sentito che la vita era più forte e io sarei uscita da quel tunnel di dolore e buio e mi sentivo in colpa. A poco a poco è successo e ora penso che la mia mamma sarebbe contenta di sapere che ce l’ho fatta e ho ritrovato serenità. Mi manca, ma è con me in qualche modo. Un abbraccio forte.

  34. …ho letto il tuo post…
    mi hai fatto male dentro, perché io con la SuperNonna ci sto parecchio, ma parecchio è abbastanza? lei che è così contenta di sentirmi anche solo per darmi la buonanotte e che quando ci beviamo il nostro caffè del pomeriggio insieme sembra una bimba a natale…
    la chiamo…
    non mi hai fatto che bene in verità

  35. Tutti questo l’ho provato anch’io 9 anni fa…. il dolore ha una varietà infinita di facce e sfumature.
    il tempo è l’unica cura, ma per fortuna funziona!
    un abbraccio
    V.

  36. Normale avergli voluto bene e volergliene ancora.
    Normale sentirne la mancanza.
    Normale essere tristi, tanto tristi.
    Normale sentirlo vicino eppure lontano.
    Sarebbe strano se non ti mancasse, se tu non sofrissi e invece è normale perchè è stato per te un bravo papà…il tuo papà!
    Un abbraccio forte forte.

  37. questi papà che no nci sono più e la loro idiosincrasia pe rle zucchine… ci penso ogni volta che le mangio, sono passati 3 anni!

  38. “strano, dopo tutte queste stranezze, dire tra sé e sé: “adesso gli telefono e gli racconto quello che mi sta succedendo” e per un secondo crederci davvero.”
    No, elasti, non è strano, è solo dannatamente normale. Mi sono laureata 10 mesi dopo la scomparsa di mio suocero, e quel giorno, appena dopo il mio proclama, io e mio marito ci siamo guardati in faccia leggendo in un nanosecondo la voglia di chiamarlo e dirgli che finalmente ce l’avevo fatta e la consapevolezza dell’impossibilità. Stessa cosa quando sono nate sia Mimi che Iaia. Anche se non c’è il corpo, la voce, i pensieri, la loro presenza rimane sempre nel nostro cuore. Anche il senso di smarrimento che la dipartita ti lascia è lo stesso, solo che ci fai l’abitudine ed è soffocato dal resto della vita che va avanti.

  39. Si dice che occorrano circa 365 giorni, un intero giro di calendario, prima che il dolore inizi a diventare sopportabile, prima che si riesca a ricordare i momenti belli senza che faccia troppo male. Concentrati sull’immediato … un po’ per volta … giorno per giorno. Un abbraccio di cuore

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